
I saggi raccolti in questo volume mettono in luce le dinamiche che tra Otto e Novecento caratterizzarono l'atteggiamento della Chiesa cattolica verso ebrei, protestanti e massoni, assurti a simbolo dei processi di modernizzazione della società italiana. Nello scontro con il potere politico per la definizione degli ambiti di competenza, la Chiesa si oppose, in nome di un rivisitato modello di "civiltà cristiana", alle minoranze che impedivano la realizzazione di uno Stato cattolico. Il pregiudizio antisemita, sollecitato da spinte politiche e sociali, e corroborato dall'apporto della tradizione antiebraica cattolica, riuscì a permeare il senso comune degli italiani e assunse forza di legge con il fascismo. La massoneria, considerata dalla Chiesa uno dei principali soggetti dell'opera di secolarizzazione, fu ritenuta dal magistero ecclesiastico e dalla pubblicistica cattolica il frutto di una collaborazione complottistica con ebrei e protestanti. La campagna antiprotestante, che a fine Ottocento si era legata alla necessità del ripristino del potere temporale del papa, divenne tra le due guerre mondiali, e soprattutto dopo il Concordato, un mezzo per rivendicare la cattolicità dello Stato italiano. L'intreccio delle posizioni assunte dalla Chiesa cattolica a livello nazionale è esemplificato nell'analisi di un caso particolare, quello della realtà veneta, capace di mettere a fuoco le modalità di rielaborazione autonoma delle direttive della Santa Sede da parte delle diocesi.
Il profilo bibliografico documentale e le testimonianze non lasciano ombre sul ruolo straordinario e decisivo che Pio XII ebbe durante la seconda guerra mondiale per la salvezza di tantissimi ebrei, perseguitati e delle minoranze discriminate da nazisti a Roma e in tutta Europa. Questo libro brillante dell’autore ed editore Giustino Perilli è una sintesi strutturata, molto ben documentata, della verità sulla vicenda Pio XII / nazisti / ebrei / seconda guerra mondiale.
Gli studi presentati costituiscono un contributo culturale per la ripresa del dialogo tra la Chiesa cattolica e quelle ortodosse. Il superamento di rancori inveterati, attraverso la liberazione del dibattito religioso dalle incrostazioni derivanti da interessi politici ormai anacronistici, può essere agevolato dalla rilettura critica di eventi e malintesi succedutisi nel corso degli antichi Concili ecumenici, nei quali si determinarono e andarono maturando le ragioni della scissione tra le due Chiese.
La sera del 13 marzo 2013 si capì subito che il nuovo papa era davvero un papa nuovo. Fortissimi erano infatti gli elementi di novità rappresentati da quella elezione, tanto rapida quanto attesa, ma soprattutto sorprendente. Jorge Mario Bergoglio, il settantaseienne arcivescovo di Buenos Aires, era infatti quasi uno sconosciuto, ma in pochi minuti i media d'ogni parte del mondo sottolinearono che per la prima volta il pontefice era un americano, per la prima volta era un gesuita, per la prima volta aveva preso il nome di Francesco. Qualche anno dopo quell'inizio, è possibile cogliere le linee-maestre della riforma che Francesco sta imprimendo alla Chiesa cattolica. Esse si radicano nell'esperienza degli anni argentini, qui descritti da Silvina Pérez (che conosce e segue Bergoglio da molti anni) in un racconto dai toni avvincenti e ricco di aneddoti poco noti al grande pubblico: la vita in una famiglia di emigrati di solidissima fede, la spinta vocazionale (momenti ed esperienze rievocati anche dallo stesso Bergoglio nello scritto Storia di una vocazione riportato alla fine di questo volume), e poi la missione da gesuita e da vescovo tra le villas miseria (le bidonville incastonate e dimenticate nel cuore di Buenos Aires) e le retate della polizia politica. Molte scelte del papa, e soprattutto il suo stile, si comprendono alla luce di questo suo retroterra. Lucetta Scaraffia, nel suo ritratto degli anni romani, mette poi in luce gli aspetti più innovativi del pontificato, ripercorrendo il cantiere aperto delle riforme, lo stile dei viaggi (il primo significativamente a Lampedusa), il rapporto con i giornalisti, il dialogo con le altre religioni, e delineandone le direttrici di sviluppo: davvero un papa che viene da un altro mondo, consapevole di operare in un difficilissimo tempo di transizione, un tempo da cogliere come opportunità per comunicare il vangelo e la misericordia di Dio.
È la versione in inglese di "2000 anni di Cristianesimo". Uno schema in eleganti tavole a colori. Il libro è formato da otto pagine ma ogni pagina si spiega e si apre come una porta a soffietto, verso destra e verso sinistra, per una larghezza di 80 cm. Abbiamo così davanti agli occhi un diagramma che ci mostra lo sviluppo di questi 2000 anni di Cristianesimo, indicando parallelamente gli avvenimenti storici, politici, culturali e artistici che hanno caratterizzato la nostra civiltà, avvenimenti nei quali il messaggio di Gesù Cristo ha avuto un ruolo chiaramente imprescindibile.
È la versione in francese di "2000 anni di Cristianesimo". Uno schema in eleganti tavole a colori. Il libro è formato da otto pagine ma ogni pagina si spiega e si apre come una porta a soffietto, verso destra e verso sinistra, per una larghezza di 80 cm. Abbiamo così davanti agli occhi un diagramma che ci mostra lo sviluppo di questi 2000 anni di Cristianesimo, indicando parallelamente gli avvenimenti storici, politici, culturali e artistici che hanno caratterizzato la nostra civiltà, avvenimenti nei quali il messaggio di Gesù Cristo ha avuto un ruolo chiaramente imprescindibile.
È la versione in spagnolo di "2000 anni di Cristianesimo". Uno schema in eleganti tavole a colori. Il libro è formato da otto pagine ma ogni pagina si spiega e si apre come una porta a soffietto, verso destra e verso sinistra, per una larghezza di 80 cm. Abbiamo così davanti agli occhi un diagramma che ci mostra lo sviluppo di questi 2000 anni di Cristianesimo, indicando parallelamente gli avvenimenti storici, politici, culturali e artistici che hanno caratterizzato la nostra civiltà, avvenimenti nei quali il messaggio di Gesù Cristo ha avuto un ruolo chiaramente imprescindibile.
Milano, febbraio 313. Gli imperatori Costantino e Licinio emanano un "Editto di tolleranza" che - dopo secoli di persecuzioni - equipara il Cristianesimo alle altre religioni professate nell'impero romano: l'Editto diventerà il simbolo di una svolta decisiva per la storia dell'Europa. In realtà l'atteggiamento di Costantino verso il Cristianesimo fu complesso e ambiguo. Da qui le tante leggende sorte nei secoli (come quella della "donazione" dell'Europa occidentale al Papa) e i problemi ancora attuali sulle relazioni tra potere politico e fede religiosa. Dalla visione prima della decisiva battaglia del ponte Milvio alla fondazione di Costantinopoli, dal rinvenimento della vera croce da parte della madre Elena al battesimo avvenuto solo sul letto di morte: la vicenda dell'ultimo grande imperatore romano viene narrata con un linguaggio semplice e accessibile a tutti, ma sempre con assoluto rigore storico.
La Storia della Chiesa è sempre stata complessa, difficile, contraddittoria. Il suo grande protagonista - da san Pietro a papa Francesco - è di solito il pontefice, somma autorità religiosa e per molti secoli anche politica e temporale. Ma in realtà molte altre figure hanno determinato, nel corso di duemila anni, le intricate vicende del papato: cardinali, vescovi, santi, eretici, imperatori, chierici e laici. E tra questi anche gli "antipapi", uomini che - individualmente o supportati da fazioni - non hanno accettato il pontefice eletto in via ufficiale e hanno dato vita a veri e propri scismi. Dai primi nebulosi inizi - quando il santo padre era solo vescovo di Roma e non aveva ancora l'universalità che avrebbe poi detenuto nei secoli a venire fino al grande scisma, il volume racconta la storia dei quarantatre antipapi scelti secondo procedure non canoniche. Considerati degli usurpatori, per questo furono catturati, scomunicati, processati, imprigionati, uccisi. Alcuni fuggirono, altri si ritirarono in convento, altri ancora scomparvero semplicemente nel nulla. Fieri oppositori al papato ufficiale per motivi dottrinali e ideologici, oppure mere pedine mosse dal potere delle famiglie aristocratiche romane e degli imperatori, gli antipapi rivivono in queste pagine come protagonisti.
Nicea, 325 a.C., qui si tenne il primo concilio ecumenico della storia, che affrontò questioni dottrinali e più precisamente la realtà di Cristo come Verbo di Dio incarnato. Come conciliare la confessione di fede cristiana in Gesù Cristo quale Figlio di Dio con la fede altrettanto cristiana in un unico Dio? Un dibattito divampato nel IV secolo e inasprito dalla posizione del teologo alessandrino Ario che propugnava un rigido monoteismo, secondo il quale Cristo non può essere "Figlio di Dio" in senso proprio, ma solo un essere intermedio che Dio avrebbe posto per relazionarsi all'essere umano. Nicea è una tappa importante, anche se non definitiva, per il nostro Credo. I padri conciliari confermarono la definizione secondo cui Gesù Cristo, come Figlio di Dio, è "consustanziale al Padre". Da quel Concilio uscì il Simbolo niceno, il testo che ancora oggi si recita a Messa, con le integrazioni del Concilio di Costantinopoli del 381, che definì la confessione di fede nello Spirito Santo e precisò così il dogma della Divina Trinità come forma specificamente cristiana del monoteismo. In occasione del XVII Centenario del Concilio di Nicea, il volume si prefigge, a partire dalla ricostruzione storica e politica dei fatti salienti, di considerare la ricchezza di questo epocale "nodo" nella vita della Chiesa antica per ritrovare i fondamenti della nostra fede.

