
Attraverso l'esame di un corpus di manoscritti di matrice domenicana si indaga su due aspetti interdipendenti della mentalità e della cultura dei secoli XIII-XIV: la cultura del libro prodotta in ambito mendicante e la realtà della predicazione bassomedievale che appare strettamente vincolata a molteplici usi della scrittura e che resta un fenomeno senza la piena comprensione del quale risulterebbe oscura tanta parte delle vicende, culturali e non solo, che caratterizzarono i secoli in esame.
In questo libro Margherita Pelaja e Lucetta Scaraffia rivelano come il tentativo di unire lo spirito alla carne, e quindi valorizzare spiritualmente la sessualità, segni potentemente periodi e figure della storia della chiesa basti pensare al Cantico dei Cantici - mentre una politica della sessualità che alterna repressione e clemenza scorre parallela e agisce da efficace sistema di governo delle anime dei fedeli. La soluzione è sofisticata e funziona per secoli, finché non viene erosa dal primato della scienza che sembra dominare la modernità. Si accende così una lotta per l'egemonia in cui laici e cattolici competono ancora oggi.
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Normalmente, parole come «silenzio» e «solitudine» evocano assenza, abbandono, morte. Per i Certosini, invece, la solitudine e il silenzio costituiscono un ideale di vita. Rifacendosi all’antica tradizione dei Padri del deserto, questi monaci conducono una vita di totale silenzio, di completa solitudine, di preghiera e contemplazione, di ascesi e perseveranza.
Sulla scia di un film di successo, Il grande silenzio (2006), del regista tedesco Philip Gröning, questo libro presenta la via spirituale dei Certosini, sia attingendo alle fonti (le lettere di san Bruno, il libro delle Consuetudini dei Certosini, gli Statuti attuali dell’Ordine) sia riportando testimonianze di monaci certosini del XXI secolo.
Oltre a essere riuscito a oltrepassare le mura delle Certose, l’Autore è riuscito soprattutto a penetrare nel cuore dei monaci, scoprendo che è proprio nel grande silenzio che si ascolta Dio.
«Questo libro non tratta di uomini strani che sono lontani da te e che conducono una vita che forse vorresti mettere in discussione, ma riguarda te e la possibilità che ti viene offerta di conoscere l’avventura dell’uomo interiore e ti invita a trovare un po’ di tempo libero
nella tua vita indaffarata per approfondirla»
Dalla Prefazione di un Certosino.
Destinatari
Vasto pubblico, molto sensibile sull’argomento.
Autore
Tim Peeters è un sacerdote dell’arcidiocesi di Malines-Bruxelles (Belgio). Ha conseguito la Licenza in Scienze religiose (Università Cattolica di Lovanio) e in Diritto canonico (Pontificia Università Gregoriana di Roma). Insegna religione all’Istituto Lemmens di Lovanio ed è giudice presso il tribunale ecclesiastico dell’arcidiocesi. Nel 2008, a Lovanio, ha ricevuto il «Premio del Libro Religioso» per quest’opera.
Un gruppo di cattolici laici e impegnati nella loro Chiesa sente il bisogno di ricostruire una memoria "di base" di quel lungo e complesso processo di eventi che ha attraversato il cattolicesimo tra il 1959 e il 1965 con il Concilio Vaticano II. Ha così inizio un intenso scambio epistolare di riflessioni, testimonianze, letture: documenti che viaggiano, mese dopo mese, via rete e sono raccolti in questo volume. E' il primo di una serie intesa a rivivere le varie fasi del Concilio ed è il frutto di un anno di lavoro, dall'ottobre 2008 al settembre 2009, scandito dalle ricorrenze del cinquantenario dell'elezione di papa Roncalli e dell'annuncio del Vaticano II. Il libro ripropone con forza l'attualità del Concilio e mette a confronto l'idea di Chiesa che esso delineò con la realtà ecclesiale di oggi, senza tacere gli inciampi sul cammino ecumenico di questi ultimi anni. Anche per questo la formula della coedizione Claudiana-Mulino e il dialogo intrecciato nell'introduzione con la Moderatora della Tavola valdese, Maria Bonafede, acquistano un significato ecumenico preciso.
Luigi Pedrazzi, tra i fondatori e principali animatori dell'Associazione il Mulino, di cui è attualmente presidente, è stato vicesindaco della città di Bologna dal 1995 al 1999. Con il Mulino ha pubblicato recentemente "Resistenza cattolica" (2006).
Poteva un evento epocale come il Concilio Vaticano II limitarsi a difendere la tradizione cristiana contro gli assalti della società moderna e quelli, ancor più insidiosi, del tempo post-moderno? La risposta di questo libro è no, questo non poteva bastare. Quando i vescovi di tutto il mondo si riunirono a San Pietro, infatti, alla condanna degli errori osservati nel mondo preferirono un'esposizione positiva e convincente delle verità da accogliere e testimoniare, perseguendo quel rinnovamento spirituale e pastorale che era stato il grande insegnamento di papa Roncalli. Questo secondo volume della serie "Vaticano II in rete" ripercorre l'interessante fase preparatoria che precede il Concilio, nella quale le due anime - quella rigidamente difensiva e quella aperta all'ascolto - sono entrambe presenti e all'opera. Un contesto rispetto al quale la scelta decisiva compiuta successivamente dai Padri conciliari acquista maggior valore.
Luigi Pedrazzi, tra i fondatori e i principali animatori dell'Associazione il Mulino, di cui è attualmente presidente, è stato vicesindaco della città di Bologna. Con il Mulino ha pubblicato anche "Resistenza cattolica" (2006).
In questo terzo volume della serie dedicata a ripercorrere le varie fasi del Concilio Vatieano II, il periodo preso in considerazione va dal gennaio 1961 al settembre 1962, alle soglie dell'evento conciliare. La formula è quella consueta dello scambio epistolare: riflessioni, testimonianze e letture con le quali un gruppo di cattolici laici e impegnati nella loro Chiesa intende testimoniare l'attualità del Concilio. Il racconto della lunga e complessa Fase preparatoria giunge così al suo sorprendente atto finale: della settantina di "schemi" elaborati dalle Commissioni solo uno fu poi utilizzato dai Padri conciliari, quello dedicato alla riforma liturgica. Ma quali erano gli indirizzi teologici e pastorali seguiti negli "schemi" poi respinti o lasciati cadere? In base a quali preferenze i Padri conciliari hanno ritenuto opportuno porvi di nuovo mano, orientando la discussione e il lavoro sinodale verso quello che sarà il grande magistero del Vaticano II?
Sezione monografica: Lingua e stile in Origene A. CACCIARI - D. PAZZINI, Introduzione A. ALIAU-MILHAUD, La composition du prologue du Commentaire sur Jean d'Origène D. PAZZINI, L'uso del verbo in Origene: i tempi storici (CIo VI, X e XIII) M. MITCHELL, 'Problems and Solutions' in Early Christian Biblical Interpretation: A Telling Case from Origen's Newly Discovered Greek Homilies on the Psalms (Codex Monacensis Graecus 314) C. FARAGGIANA DI SARZANA, Due loci corrupti produttori di neologismi A. CACCIARI, L. PERRONE, «I cuori e i reni». Note sull'interpretazione origeniana di Sal 7,10. Articoli L.C. PALADINO, Gli Acta Alexandrinorum: studio preliminare per una nuova edizione critica F. BERNO, Intelletto e anima / caldo e freddo: una dialettica valentiniana in Origene? G. PISCINI, Le dialogue avec les chrétiens dans le Discours véritable de Celse J. LEONI, L'esegesi origeniana della quarta petizione del Paternoster. I frammenti greci F. CELIA, Gregory of Neocaesarea: a re-examination of the biographical issue F. VECOLI, Phénoménologie de la vocation monastique: le mystère de la naissance d'un moine P. RIMOLI, La paternità del Christus Patiens tra Gregorio di Nazianzo e Teodoto di Ancira S.A. ROBBE, Non solum pro pietate, verum etiam pro castitate. Martirio e castità nella Storia ecclesiastica di Rufino di Concordia A. BAUSI - A. CAMPLANI, The History of the Episcopate of Alexandria (HEpA): Editio minor of the fragments preserved in the Aksumite Collection and in the Codex Veronensis LX (58) A. BAUSI, The accidents of transmission: On a surprising multilingual manuscript leaf. With the edition of the Ethiopic version of two Constantinian epistles (CPG no. 8517, Epistula Constantini imperatoris ad ecclesiam Alexandrinam, and CPG nos 2041 = 8519, Lex lata Constantini Augusti de Arii damnatione) S. FERNÁNDEZ, A Neglected Sixth-Century Manuscript of Origen's De Principiis A. DI RIENZO, Gli Actus Silvestri nella tradizione in lingua siriaca: il testimone contenuto nel manoscritto BL Add 12174 G. LETTIERI, Eriugena e il transitus di Agostino nei Padri greci. Apokatastasis ed epektasis nel V libro del Periphyseon R. TONDINI, Origene bizantino. I Commenti a Matteo e Giovanni da Mistrà a Venezia M. FALLICA, Origene pro sola fide nel Beneficio di Cristo. L'antologia patristica Unio dissidentium come fonte riformata di un'anomala auctoritas.
Alla luce dei contributi qui raccolti risulta evidente che nella riflessione e nell'azione pastorale di Montini - Paolo VI «il tema dell'educazione ha avuto un posto costante, se non centrale. Non si deve, tuttavia, pensare che egli coltivasse un vero e proprio sistema pedagogico, nel senso di una teoria scientifica dell'educazione. Nell'affrontare tali tematiche Montini dava, piuttosto, l'impressione di agire sulla spinta di un insieme di disposizioni proprie della sua indole - interesse per l'uomo e per le sue aspirazioni, vivissima coscienza ecclesiale, senso storico delle situazioni, profondo respiro culturale -, grazie alle quali egli doveva ben presto rendersi conto dell'importanza che aveva il momento formativo rispetto non solo alla crescita delle persone, ma anche alla promozione del vivere sociale e, naturalmente, alla edificazione della Chiesa. L'itinerario attraverso cui Montini venne elaborando le sue idee pedagogiche conobbe diverse tappe, corrispondenti ai vari impegni che le circostanze della vita lo condussero ad assumere, da quello di assistente generale della Federazione degli universitari cattolici (Fuci) all'impegno in Segreteria di Stato, dalla responsabilità di arcivescovo della diocesi ambrosiana a quella di pastore della Chiesa universale». (Luciano Pazzaglia).