
Al suo affacciarsi, il secolo XIX appariva dominato da un generale spirito di restaurazione. Chi avesse preteso suggerire un'indicazione di novità, nel pensiero o nel costume come nella religione, avrebbe suscitato solo parole di condanna. Da questo contesto iniziale l'autore parte per rileggere lo snodarsi del cammino dell'esperienza spirituale cristiana durante l'Ottocento. Ne risulta una galleria di volti e di personaggi (laici, religiosi e preti) con i loro problemi e le loro aspirazioni spirituali, attraverso i quali l'azione dello Spirito si è manifestata nei modi più diversi per purificare e schiarire sempre più il messaggio evangelico, affidato all'intero popolo di Dio in cammino nella storia.
Storia della spiritualità contemporanea
Ciò che ha soprattutto caratterizzato p. F. Varillon è stato lo sforzo costante di tradurre il vangelo in un linguaggio comprensibile all'uomo di oggi. Persuaso che "è indispensabile per un cristiano essere intelligente", non ha risparmiato gli sforzi per allargare la visione cristiana, mettendone in evidenza la profonda coerenza e l'attualità. Vero e proprio "maestro spirituale", insieme tradizionale e audace, p. Varillon ha posseduto più di chiunque altro l'arte di liberare il cristianesimo da ogni sovrastruttura, rivelandone l'anima profonda e autentica, quello che egli chiama "l'essenziale dell'essenziale": la vita di Dio - un Dio che è "amore, nient'altro che amore" - come realizzazione piena dell'uomo. Dotato di una straordinaria capacità di mettersi in ascolto degli altri, di camminare con loro, egli ha saputo creare un genere letterario e "omiletico" nuovo, in cui il riferimento al dato biblico, la riflessione penetrante, il senso dell'essenziale e di dialogo con il pensiero contemporaneo si compongono di armoniosa unità. È un libro denso e chiaro, che rivela tutta la capacità di p. Varillon di "spiegare" i contenuti della fede, di toccare e risvegliare le corde più intime del cuore e della mente, in un cammino che è il cammino stesso dell'ascoltatore, soprattutto di colui che vuol capire, al di là di ogni stereotipo, le ragioni della propria fede.
Il libro presenta la biografia del seminarista bolognese Bruno Marchesini, morto di meningite il 29 luglio 1938, a soli 23 anni, sognando un'ordinazione che non ci sarebbe mai stata. Il 18 maggio 1964 il card. Giacomo Lercaro chiude solennemente il processo informativo diocesano per la beatificazione del servo di Dio, che precede la trasmissione della pratica alla congregazione per le cause dei santi.
Quando Dio venne a conoscenza, tramite i suoi servizi speciali, di tutto quello che succedeva nella metropolitana, decise di farvi una capatina per rendersi conto personalmente di come andavano le cose. Nonostante la ressa, arrivò sul marciapiede senza difficoltà. Bisogna dire che non era molto ingombrante. Era entrato senza biglietto, d'accordo, però era onesto. Non aveva forse detto: «Ritornerò come un ladro»?