
Il volume propone cinque meditazioni sull'educare cristiano alla scuola della parola di Dio. Ne sortisce un modo di intendere l'educare che non ha come compito quello di "dominare" e "asservire" le coscienze dei minori quanto piuttosto di aiutarli a sottrarsi a ogni dominio e asservimento. Nella affidabile persuasione che l'educazione è volta essenzialmente ad abilitare la coscienza del singolo alla personale maturità del proprio dialogo quotidiano con il solo che meriti di essere chiamato "Maestro".
«Voglio parlare d’amore in queste pagine, in tutte queste pagine.
Tutto ciò che sulla terra è stato scritto, detto, sussurrato, urlato, gridato, parla d’amore...
Per dire della forza della passione insediata nel profondo dell’anima, da dove giunge a coinvolgere anche i corpi in vorticose danze d'amore, Christiane Singer fa rivivere la storia di Eloisa, quintessenza dell’amante e mistica. Attraverso questa confessione insieme pagana e spirituale, questa singolare esaltazione del piacere e dell’estasi ci offre un testo di straordinaria intensità, una trasmissione di umanità amorosamente partecipe «passione» appunto «fra cielo e carne»
Una tavola rotonda fatta di incalzanti domande e risposte appassionate e colte, ma molto accessibili per il linguaggio del padre Men', capace di arrivare a tutti
Mosaici a tema mariano dove le immagini sono accompagnate da un breve commento teologico-spirituale e da una breve citazione di Padri siriaci. Arricchisce il tutto un breve testo di Sebastian Brock, rinomato nel campo degli studi siriaci, su Maria nella tradizione siriaca.
Nel centenario della nascita di Simone Weil, questo studio segue il percorso che portò la filosofa francese a contestare la nozione di ''diritti della persona''. E' sufficiente a garantire il rispetto della dignità di ogni essere umano? Ne emerge la necessità di cambiare il nostro linguaggio e il nostro pensiero perché la prassi possa risultare efficace. Matteo Papini ha consenguito il baccalaureato in Teologia presso l'Istituto Teologico di Assisi, la licenza in Filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana e la laurea in Filosofia all'Università di Perugia. Attualmente è docente nelle scuole secondarie.
Sembra arduo affrontare le sfide del terzo millennio senza perdersi d’animo. Dalla perdita di valori alla crisi d’identità delle giovani generazioni, dal progressivo dissolvimento della famiglia come cellula della società agli scandali della coscienza di fronte alle questioni etiche e bioetiche: tutto sembra portare l’uomo contemporaneo allo scoraggiamento, a voler gettare la spugna.
In questo scenario la voce del Cardinal Tonini si leva potente contro la tentazione di arrendersi, indicando nella “forza della speranza” la chiave per vincere le paure, le insicurezze, le ansie dell’umanità.
Il punto di partenza è il cuore dell’uomo, proprio là dove si radicano timore, disperazione e infelicità. Rileggendo le vicende di oggi in una luce nuova, originale, Tonini indica il punto di svolta per ritrovare se stessi: mettersi in marcia. Perché sperare non significa sedersi e attendere che qualcuno risolva le questioni dall’alto, ma rimboccarsi le maniche e, con un sorriso, cominciare a lavorare per un futuro migliore. L’aiuto dall’alto arriverà, ma solo se avremo avuto il coraggio di fare il primo passo.
Libro illustrato che racconta la vita del santo boemo Giovanni Nepomuceno (1330-1383). Ordinato sacerdote, divenne predicatore di corte di re Venceslao e confessore di Giovanna di Baviera, moglie del re. Venceslao, sospettando l'infedeltà della moglie, tentò di convincere Giovanni a raccontargli quanto la regina gli diceva in confessione. Resistendo alle lusinghe e alle minacce del sovrano, Giovanni si mostrò inflessibile custode del segreto confessionale, e per questo Venceslao lo fece gettare nel fiume Moldava, dove annegò. San Giovanni Nepomuceno è il protettore dei confessori, dell'onore e delle acque, in particolare di tutte le persone in pericolo di annegamento.
Il testo costituisce la seconda uscita della collana di formazione per giovani universitari, dedicata alla "spiritualità dello studio". Essa mira a non separare lo studio dalla spiritualità e a rimotivare lo studio accademico.
Originate da un'occasione festosa, quale un incontro internazionale di studenti vincitori di una borsa di studio, le riflessioni dell'autore sono suggestive, ricche di intuizioni, capaci di suscitare emozioni e curiosità. Esse invitano lo studente, il ricercatore, il docente, che sinceramente si incamminano per la via di un'autentica spiritualità, a lavorare duro, a iniziare dal basso con umiltà, a valutarsi con spirito critico e anche con l'impegno costante di una vera ascesi.
Salmann entra in dialogo con il lettore proponendo anche alcuni esercizi concreti sul modo di leggere, studiare, insegnare, fare autocritica sui propri scritti.
L'appendice su La magia della lettura offre una riflessione che parte dalla Bibbia - lettura e tradizione - per giungere a considerazioni sulla lettura come processo creativo, sulle modalità con cui affrontare un testo e sui segreti del leggere.
A un anno dalla scomparsa di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, gli autori (attivamente impegnati nel Movimento e con incarichi di grande responsabilità) raccontano cosa ha significato per la loro vita, personale e familiare, l'incontro con Chiara e la sua spiritualità dell'unità fondata sul Vangelo. Dagli anni della gioventù e della contestazione, con la scoperta di "un ideale che non passa", al matrimonio, ai figli (sei); dal ritrovarsi a vivere questo ideale in Parlamento (Lucia) e nello sport (Paolo, medico sportivo di squadre nazionali), fino agli impegni internazionali col Movimento, gli autori ripercorrono la loro avventura con lo stupore di chi non la poteva immaginare.
La testimonianza del gesuita che da oltre 70 anni compie la sua missione al servizio dei poveri dell’India
Padre Ceyrac da quasi settant’anni aiuta i più poveri dell’India, dove, come Madre Teresa, è considerato una leggenda. In questo paese, egli rende la dignità a coloro che credevano di averla perduta, li aiuta a ridivenire padroni del proprio destino, apre loro un cammino di libertà e di felicità. Non dice mai «no» a un bambino in difficoltà e si dedica senza risparmio a più di 40.000 orfani. A oltre novant’anni padre Ceyrac è lungi dall’aver terminato la sua lotta e dichiara che vuole «fare gli straordinari per imparare ad amare».
In questo libro egli rende omaggio a coloro che ha incrociato sulla sua strada, ci affida la speranza che ha in sé al crepuscolo della vita e ci insegna a non disperare mai dell’essere umano.
Il testamento di un uomo di fede che ha trascorso tutta la vita ad aiutare gli altri, senza fare rumore.
Esercizi Spirituali, animati dal Fondatore e destinati a religiosi paolini, rispettivamente juniores chierici (luglio 1931) e sacerdoti (novena di Pentecoste 1938). Il primo testo,“Si vis perfectus esse”,consta di sedici meditazioni e sviluppa i temi concernenti la consacrazione religiosa in ottica di vita apostolica, con forte accentuazione delle realtà definitive,“i novissimi”. Il “Mihi vivere Christus est” contiene le meditazioni dettate da Don Alberione ai sacerdoti della Società San Paolo in Alba, nella novena di Pentecoste del 1938.Questa serie di meditazioni risulta sobria ed essenziale nelle tematiche,più curata nel dettato,più concreta e pratica ai fini di un indirizzo spirituale adatto a persone impegnate nell’apostolato specifico della Congregazione.
AUTORE
Giacomo Alberionenacque a San Lorenzo di Fossano (Cuneo),il 4 aprile 1884.Il 25 ottobre 1896 entrò nel seminario di Bra, dove rimase fino alla primavera del 1900; dopo sei mesi trascorsi in famiglia tra preghiera e lavoro nei campi,si trasferì nel seminario di Alba.Nella notte fra il 31 dicembre 1900 e il 1°gennaio 1901,durante l’adorazione eucaristica,ebbe l’intuizione di un cammino speciale voluto da Dio per lui e per altri. Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1907 e,il 9 aprile 1908,conseguì la laurea in Teologia.Il 20 agosto 1914,ad Alba,pose il primo germe della futura Congregazione,che nasce col nome di Scuola Tipografica Piccolo Operaio.Il 5 ottobre 1921 fu costituita la Pia Società San Paolo,che il 12 marzo 1927 divenne società religiosa clericale di diritto diocesano.Il giorno successivo don Giacomo Alberione emise la professione religiosa, assumendo il nome di Giuseppe.Tra il 1915 e il 1960 fondò quattro Congregazioni femminili e diversi Istituti secolari.Nel luglio del 1936 si trasferì definitivamente a Roma,dove morì il 26 novembre 1971,confortato da una visita di Paolo VI.
Queste Brevi Meditazioni di don Alberione sono uno dei frutti più succosi di quel fertilissimo anno di grazia che fu il 1948:anno benedetto dal pontificio “decretum laudis” di Pio XII,che approvava ufficialmente la fondazione e le costituzioni delle Pie Discepole, ma anche anno consacrato da due morti “sacrificali”: quella di don Timoteo Giaccardo e quella di Fr.Andrea Borello. Il contenuto di questa raccolta è costituito dal “depositum fidei” del Credo,dei Comandamenti,della Liturgia e della spiritualità cristiana,consegnata dalla tradizione:il tutto filtrato ed elaborato da un’anima squisitamente evangelica ed assetata di perfezione. L’esposizione è tuttavia debitrice dei numerosi manuali teologici ad ascetici usuali a un Direttore di spirito quale fu don Alberione: egli sapeva far tesoro di tutto ciò che sperimentava e leggeva, integrando nel suo quadro mentale ogni apporto,ogni esperienza propria ed altrui,con una capacità di sintesi che gli consentiva di riassumere intere trattazioni in formule essenziali di estrema concisione.
AUTORE
Giacomo Alberione nacque a San Lorenzo di Fossano (Cuneo),il 4 aprile 1884.Il 25 ottobre 1896 entrò nel seminario di Bra, dove rimase fino alla primavera del 1900; dopo sei mesi trascorsi in famiglia tra preghiera e lavoro nei campi,si trasferì nel seminario di Alba.Nella notte fra il 31 dicembre 1900 e il 1°gennaio 1901,durante l’adorazione eucaristica,ebbe l’intuizione di un cammino speciale voluto da Dio per lui e per altri. Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1907 e,il 9 aprile 1908,conseguì la laurea in Teologia.Il 20 agosto 1914,ad Alba,pose il primo germe della futura Congregazione,che nasce col nome di Scuola Tipografica Piccolo Operaio.Il 5 ottobre 1921 fu costituita la Pia Società San Paolo,che il 12 marzo 1927 divenne società religiosa clericale di diritto diocesano.Il giorno successivo don Giacomo Alberione emise la professione religiosa, assumendo il nome di Giuseppe.Tra il 1915 e il 1960 fondò quattro Congregazioni femminili e diversi Istituti secolari.Nel luglio del 1936 si trasferì definitivamente a Roma,dove morì il 26 novembre 1971,confortato da una visita di Paolo VI.