
Mentre leggo, sono letto. È questa l'esperienza che si può fare aprendo il Vangelo. "Benvenuti al ballo della vita" lancia una scommessa: questo testo millenario può essere considerato un moderno manuale d'istruzioni per l'uso della vita, che come una danza ti fa fare un passo avanti e due indietro, ti fa incontrare qualcuno che ti pesta i piedi, ma soprattutto ti chiede di lasciarti coinvolgere nel ritmo della musica dell'amore. Non è un testo teologico né di catechismo. Sono chiacchierate sulla quotidianità profana alla luce di una pagina sacra: riflessioni sul Vangelo della domenica attorno a cui un gruppo di amici si è dato appuntamento settimanale tramite e-mail, innescando un passaparola via web che ha stimolato conclivi-sioni e dibattiti. Una prova che il Vangelo continua ad avere la forza di essere la buona notizia che, sebbene parta da "quel tempo", ti può raggiungere "adesso" e ovunque. Giulio Dellavite attraverso quattro momenti - l'incarnazione di Cristo, la sua vita pubblica, la passione e resurrezione, e infine la vita della Chiesa - ci accompagna nel mistero e nella bellezza dei testi evangelici. Mette in gioco la sua preoccupazione di prete che ogni domenica si trova tra le mani la preziosità di un messaggio da condividere, abbattendo pregiudizi su Dio e sulla Chiesa che troppo spesso impediscono di cogliere lo splendore della verità di Gesù Cristo.
«Ecco che dopo il dolce autunno, è arrivato l'inverno. Tu sai Signore che io amo pregarti seguendo i ritmi stagionali perché la preghiera non è una petizione astratta o un parlare con te che prescinda dalla vita, dalle emozioni, dai colori che vedono i nostri occhi, dagli odori che vengono dal suolo. La nostra preghiera è immersa nella vita e non se ne può scostare».
Adriana Zarri, Quasi una preghiera
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Un calendario dall'eremo. Un almanacco pieno di odori, di alveari ricchi di miele, di rane che tonfano nelle acque dei torrenti, di feste per la vendemmia e di celebrazioni liturgiche.
Quasi preghiere da ricordare la sera, da meditare al mattino, da tenere accanto per vivere ogni giorno la vita. Pagine tenaci dove ripararsi dalle ansie quotidiane e far sentire forte e chiara la propria voce e il proprio impegno.
La preghiera è spesso intesa come un recitar formule e un domandar cose. Per Adriana Zarri, invece, le formule sono soltanto il vestito che ci mettiamo addosso ma la sostanza resta sotto. La preghiera è piuttosto un parlare portando con sé tutte le nostre interrogazioni, osservazioni, lamenti. Con dolci abbandoni e fantasiose svagatezze più ancora che con calcolate richieste.
In queste pagine c'è un interlocutore costante, un «tu». Questo tu e il Signore, naturalmente, e nello stesso tempo è un uomo vicino agli altri uomini e alle loro vite. Perchè queste non sono preghiere, ma quasi preghiere, sono un diversamente pregare. Sono conversazioni, canti, riflessioni, indignazioni e meditazioni sul mondo e sulla natura. «Perchè io amo pregare seguendo il ritmo stagionale», dice Adriana Zarri, e proprio le stagioni sono le quattro grandi articolazioni di questo libro.
C'è l'inverno con cui inizia e si chiude l'anno: i giorni sono freddi e corti, eppure l'inverno e utile e la neve è bella: «Sotto la neve pane», dice il proverbio. Già a febbraio il filo d'erba inizia a premere tenacemente sotto la cresta della terra per vedere il sole.
C'è la primavera, il momento dell'anno in cui il terreno che pareva morto rivive, il cielo cambia di colore e si celebra la Resurrezione che, come accade nella natura, è un riaprirsi alla vita.
C'è l'estate, stagione panica, in cui è bello distendersi per terra e sentire il suolo crepitare sotto i nostri corpi.
C'è l'autunno che un po'è morte e gli alberi sono spogli, ma è anche il periodo in cui si spilla il vino nuovo e si celebrano i santi. Non i santi «deboli e dolciastri», ma piuttosto quelli che tengono gli strumenti dei mestieri in mano e sono proprio come noi: «Gente che si accorge del sole che nasce e che tramonta, che vede quando viene l'inverno e ripone gli abiti estivi nell'armadio».
Quasi una preghiera è una sorta di calendario dall'eremo che, con estrema naturalezza, mette insieme le occasioni liturgiche e quelle quotidiane, perchè nel mondo di silenzio e contemplazione di Adriana Zarri il ritmo della natura e dell'anima scorre insieme. Così come Un eremo non è un guscio di lumaca, anche questo è un libro che parla a tutti: credenti e non credenti, a chi ama starsene in silenzio e a chi invece vuole far sentire alta e forte la propria voce.
Il deserto ha un linguaggio discreto, proprio come la voce di Dio, ma non è un luogo facile in cui vivere. Bello e terribile, proprio come il mistero, è uno spazio in cui si è a un passo dal paradiso, ma anche a uno dall’inferno.
Dalla comunità di Qumran ai padri del deserto e della Chiesa, dagli antichi eremiti a Charles de Foucauld, da Meister Eckhart a Francesco d’Assisi, un’avventura del pensiero, ma anche un diario di emozioni. Un vero cammino non solo per chi crede, ma soprattutto per chi cerca.
Sommario
Prefazione (A. Paoli). Premessa - I gemiti dell’anima. I. Il cammino del deserto. II. La nudità dello spirito. III. Via negativa. IV. Nella tenebra luminosa. V. Il deserto di stracci. VI. Un Dio svuotato. VII. - Perfetta letizia.
Note sull'autore
Giorgio Gonella, figlio di Guido, che fu con De Gasperi tra i fondatori della Democrazia Cristiana e per cinque volte ministro della Pubblica Istruzione, ha partecipato ai movimenti del ’68. La lettura del Vangelo e diverse esperienze di fede lo hanno portato alla consacrazione religiosa nella Congregazione dei Piccoli Fratelli del Vangelo. Ha vissuto a New York, in una piccola fraternità, tra persone con problemi di alcolismo e di droga lavorando come conducente di uno scuolabus. Nel 2008 si è trasferito in Messico con il proposito di iniziare una nuova fraternità d’accoglienza sulle pendici delle montagne della Sierra Madre.
In questo libro si parla di Mosè; ciò significa che si parla di ciascuno di noi. Chi vuole capire se stesso, chi vuole penetrare nel profondo del proprio animo, non può rimanere indifferente a Mosè, al suo desiderio, alla sua paura, al suo odio, al suo amore, a ciò che conosce di infinitamente bello, senza precedenti e misterioso. Mosè è la chiave più importante e antica per accedere al nostro animo, ma anche alla cultura, alla politica del nostro Occidente.
E Mosè è anche la chiave per Dio, anche quando si rivolta contro di Lui. Infatti, come possiamo crescere nella vita – nel senso di diventare veramente liberi – se non possiamo misurarci con Dio?
A partire da alcune parabole evangeliche e da altri scritti dell'Antico e del Nuovo Testamento, interpretati in chiave psicodinamica e psicoanalitica, il volume approfondisce il significato e l'importanza della compassione nella società globale della postmodernità. L'intento è attraversare i vissuti della compassione nell'impostazione di una trama narrativa che racconta l'antropologica finitezza della condizione umana e la sua grandezza, con l'intento di conoscere i processi psicologici, consci e inconsci, che caratterizzano i comportamenti umani e le potenzialità che possono esprimere quando si trasformano in azioni riparative del dolore innocente.
L'autore
PETER-HANS KOLVENBACH s. j. è nato nei Paesi Bassi, linguista di formazione, ex-Provinciale del Medio Oriente; dal 1983 è Superiore Generale della Compagnia di Gesù.
Il libro
Quando un uomo di Dio rilegge, come specialista del linguaggio, i testi della propria tradizione spirituale, si aprono vie di significati per tutti nell'esperienza religiosa. Gli studi, qui riuniti, alcuni inediti, altri ormai introvabili, fanno rileggere gli scritti di Ignazio di Loyola. La comprensione dei testi ignaziani sfocia in una comprensione rinnovata dei primi tempi della Compagnia di Gesù e mette in evidenza la sua missione attuale. L'insieme fa scoprire la spiritualità ignaziana sia nella sua radicalità - si tratta di diventare «folli per Cristo» - sia nei suoi frutti di sapienza - occorre educare oggi la generazione futura.
«Se la vita religiosa cessa di denunciare follemente, in nome di Colui che per primo è stato ritenuto folle, il mondo del nostro tempo come sfigurato, e di impegnarsi esistenzialmente per trasfigurarlo con vigore e fervore nel mistero pasquale, certamente la vita religiosa viene meno alla propria vocazione e missione di essere insensata e folle a causa di Cristo. In tal modo la vita religiosa priverebbe anche il popolo di Dio della visibilità di un amore di Dio e del prossimo che tanti cristiani vivono come veri folli per Cristo nell'oscurità della vita quotidiana. Così, in una grande diversità di vocazioni e di missioni, donne e uomini folli per Cristo partecipano alla manifestazione dell'amore folle di Dio, di cui la tradizione orientale ha detto: "Forse solo questo annientamento incomprensibile di una persona divina sulla croce può convincere l'uomo dell'amore folle che Dio ha per lui"».
Il cammino dell’umanità non è mai stato agevole. Troppo spesso, però, ce ne dimentichiamo e siamo preda dell’antico adagio del «si stava meglio prima». È così che finiamo per avere paura del futuro e abbiamo l’impressione che le speranze nell’umanità si assottiglino giorno dopo giorno. I conflitti si aggravano, l’economia ci stritola, il clima si ribella, la tecnologia inquieta, i sentimenti sono sempre meno lineari, la gioventù sembra perdere valori e guide, la società invecchia. Sullo sfondo di questo panorama preoccupante c’è una sola vera chiave di salvezza ed è quella che passa attraverso i nostri giovani, le nuove generazioni. Sono loro la speranza dell’umanità: donne e uomini del futuro senza confini mentali - né tra i popoli, né tra le culture, né nei confronti del nuovo che avanza. In questo libro, Don Antonio Mazzi spiega per la prima volta come è nata l’ormai ventennale esperienza di Educatori Senza Frontiere. Un’esperienza in grado di far entrare i giovani in contatto con il mondo e le sue diversità, un progetto ambizioso ma concreto, ricco di storie straordinarie tra Milano e il Madagascar, la Bolivia, l’Angola, la Palestina e molti altri Paesi. Una realtà sorprendente che racconta qual è l’educazione di cui tutti abbiamo bisogno, una formazione che ha come primo scopo la rinascita e la riscoperta di sé in rapporto all’altro. Perché è vero che «non esistono "il" tempo giusto, "la" società ideale, l’uomo sicuro di sé in ogni circostanza e sempre coerente con i suoi principi. Ma esistono persone in continua crescita, e ciò che conta è come queste persone riescono a "essere", in ogni epoca e in ogni luogo».
Il volume presenta in modo organico attraverso un contributo a più voci, la vita, la teologia e la spiritualità del monaco benedettino Henri Le Saux, che, arrivato missionario in India nel 1948, ha prima fondato l'ashram cristiano di Shantivanam e poi condiviso la vita dei sannayasin indù fino a vivere esperienze mistiche profondissime che rappresentano una pietra miliare del dialogo intrareligioso con l'induismo.
L'autore commenta alcune pagine del vangelo affrontando con originalità temi oggi al centro del dibattito. Si ha così la scoperta di un Cristo nuovo, umano, senza perdere nulla della sua divinità.
Un momento di silenzio all'inizio della giornata o alla fine prima di dormire. Lasciare da parte il ricordo di quanto si è vissuto o il pensiero, talvolta la preoccupazione, per quanto ci aspetta da vivere. Solo così, nel silenzio, si può dare spazio alla meditazione per incontrare e dialogare con Dio in noi. Il volume vuole accompagnare e sostenere il lettore in questo momento. Propone un breve brano per ogni giorno dell'anno. Trecentosessantacinque letture che corrispondono al giorno e al mese sotto cui sono elencate e particolarmente adatte, in alcuni casi, a specifiche ricorrenze liturgiche: la Quaresima, la Pasqua, l'Ascensione e la Pentecoste, l'Avvento e il Natale. «Lo scopo di questi testi è quello di introdurre il lettore ai pascoli della preghiera ove è possibile incontrare Colui che oltrepassa qualsiasi umana definizione» (dalla Premessa).
Fin dal suo primo apparire, "La vita intellettuale" di Antonin-Dalmace Sertillanges O.P. ha nutrito generazioni di giovani che hanno intrapreso il cammino della ricerca e dello studio. L'opera conserva intatta la forza della sua proposta. Invita giovani e meno giovani ad essere autenticamente se stessi, a far germogliare e a mettere a frutto le proprie energie migliori, intellettuali e morali. Per poter essere creativi, afferma l'autore, occorre un distacco dal quotidiano, dalle esigenze particolaristiche dell'io, occorre essere costanti, pazienti e perseveranti, non tralasciare il lavoro arrendendosi di fronte alle difficoltà, ma neppure tentare imprese superiori alle proprie forze; non isolarsi completamente, sapersi riposare, accettare le prove, gustare le gioie, prevedere i frutti. Il volume rappresenta quasi una regola per l'esercizio dell'intelligenza, ma anche un breve trattato sulla spiritualità dello studioso. A lui si richiedono: umiltà e fermezza, rigore e consapevolezza dei propri limiti, generosità ma anche equilibrio, solitudine ma non isolamento, gioia intellettuale e senso del mistero. Introduzione di Armando Rigobello.
Un autore apprezzatissimo dispensa indicazioni di una saggezza impareggiabile su come vivere i cinque stadi classici dello sviluppo spirituale.

