
Attraverso una ripresa ragionata delle dieci lettere pastorali (2004-2013) offerte al popolo cristiano del Canton Ticino, vengono ripercorsi i temi maggiori del magistero e della spiritualità del vescovo di Lugano Pier Giacomo Grampa, che celebra quest'anno il XX anniversario di ordinazione episcopale. L'icona dei discepoli di Emmaus che incontrano sulla via il Signore Risorto (Luca 24, 15) è l'immagine scelta dal vescovo per rilegare sinteticamente le fila delle sue dieci Lettere pastorali (oltre un migliaio di pagine) scritte per la diocesi di Lugano. Un concentrato teologico-pastorale che, facendo memoria del cammino compiuto, si apre sugli orizzonti dell'oggi ecclesiale e civile. Per ciascun capitolo, che condensa il contenuto di ciascuna Lettera, vengono messe in luce la proposta teologica, alcune sottolineature di carattere praticopastorale e un "post scriptum" che punta ad attualizzare il messaggio, aprendosi alle nuove sfide del nostro tempo.
Uno studio importante, esauriente e scorrevole al contempo, per tutti coloro che desiderano, su basi rigorosamente bibliche, chiarirsi le idee a proposito di un soggetto così attuale e discusso qual è l'imprescindibile persona della Trinità, lo Spirito Santo.
Il primo volume della collana “I grandi classici della mistica” è tratto dagli scritti di Maria Graf-Suter.
La “Rivelazione dell'Amore divino” è senza dubbio l’appello più urgente lanciato in favore della devozione ai SS. Cuori di Gesù e di Maria. Questa devozione ci mostra chiaramente, in una sintesi felicissima, il suo scopo finale, che è quello della salvezza delle anime. Il libro contiene inoltre “la preghiera per la conversione dei peccatori” insegnata da Gesù e come evitare in avvenire la terza guerra mondiale con i suoi tremendi castighi!
Nel 1647, al crepuscolo del Siglo de Oro, appare a Huesca, nell'Aragona, un sottile libro in-12°, opera di un Lorenzo Gracián dietro al quale si celava un teologo gesuita dalla solida fama di scrittore, Baltasar Gracián. Nessuno poteva prevedere che quei trecento aforismi avrebbero esercitato in Europa - grazie soprattutto alla traduzione-travisamento di Amelot de la Houssaie, dedicata a Luigi XIV nel 1684 - un'influenza immensa, sino a diventare un classico dell'educazione del gentiluomo, amato da Schopenhauer (che volle tradurlo) e apprezzato da Nietzsche. Ma che cos'era in realtà l'Oracolo manuale (cioè 'maneggevole, di facile consultazione')? Per capirlo, non abbiamo che da affidarci a Marc Fumaroli, il quale, in un illuminante saggio, ci rivela come l'Oracolo, trasformato da Amelot in una collezione di tattiche mondane, fosse qualcosa di infinitamente più audace e innovativo. Fondandosi sulla lezione della saggezza antica e sull'umanesimo teologico della Compagnia - sulla fiducia, dunque, nella cooperazione della natura e della grazia -, in opposizione al rigorismo giansenista, con quel libretto dallo stile conciso e concentratissimo Gracián intendeva infatti offrire alle grandi anime libere un viatico per affrontare vittoriosamente i pericoli e le insidie di un mondo degradato - e per imprimere il loro marchio nella vita politica e civile. Non una regola, dunque, ma uno stile, sorretto dalla conoscenza di sé e degli uomini non meno che dall'eleganza delle maniere e dal gusto raffinato, dal sapere enciclopedico e dalla solidità del giudizio, dalla docilità della volontà e dalla più calibrata riservatezza.
In questo libro padre Rupnik condivide la sua ricca esperienza di artista, teologo e padre spirituale, concentrando le sue riflessioni sul legame tra arte, fede e vita. Perché l'arte si è spostata dal santuario nella galleria e quale è la via della sua riconciliazione con la fede? Quali criteri si possono tracciare per l'arte liturgica oggi e come è possibile formare gli artisti per un'arte sacra? Come creare per la Chiesa a partire dalla Chiesa e come attingere dalla visione escatologica per una vera creatività cristiana? Quale rapporto hanno l'artista e il credente con la materia del mondo e come accogliere la rivelazione del Volto del Signore? Oggi, infatti, più che mai diventa urgente il recupero di un nesso organico tra l'arte, la liturgia e il contenuto della fede. L'arte liturgica fa parte integrante dello spazio in cui si celebra la liturgia. Non può pertanto essere semplicemente decorazione, ma è elemento costitutivo della liturgia. La liturgia è un'articolazione della vita interiore e della santità della Chiesa. Per questo l'edificio ecclesiale non può mai essere pensato come qualcosa di statico, piuttosto come qualcosa di vivo. Le arti esprimono questo dinamismo spirituale divino-umano, orientando la Chiesa con tutte le energie verso il punto vivificante che è l'amore trinitario comunicatoci in Cristo. Queste e altre questioni si aprono in questa intervista, dove la riflessione teologica si intreccia con il racconto in prima persona.
La Filocalia è una raccolta di testi tradizionali sulla preghiera ortodossa, soprattutto "solitaria". Questo tipo di orazione e ascesi prende le mosse dagli anacoreti egiziani del IV secolo per giungere fino ai monaci del Monte Athos del XV secolo. Per il contenuto, oltre che per l'ispirazione dei suoi compilatori, la Filocalia converge verso la preghiera del cuore o la preghiera di Gesù, che alcuni hanno chiamato il "cuore" della spiritualità ortodossa. Il Pellegrino russo dei famosi "Racconti" fece della Filocalia il suo specchio di coscienza e il suo breviario; gli ortodossi praticanti la tengono in altissima considerazione e la venerano come un libro sacro. Questo volume è un contributo per approfondire e crescere nella dimensione spirituale e raggiungere l'armonia tra azione e contemplazione. A cura di J. Gouillard.