
Lo scopo della via Afflictionis è precisamente quello di camminare insieme a Gesù con la sua sofferenza psicologica, mettendo così nel suo cuore tutti i nostri disagi interiori. Egli, attraverso la sua morte, ha redento la nostra morte.
L’esperienza della contemplazione e della beatitudine nella pratica della preghiera del cuore.
Quando il monaco Paisij conclude la propria esistenza terrena, verso la fine del XVIII secolo, lascia in eredità al monachesimo orientale una rinnovata forza e un centinaio di uomini che, spinti dal suo esempio, intraprendono e vivono la via dell’esichia, cioè della preghiera del cuore. Cosa possono dire all’uomo contemporaneo il distacco dal mondo e la preghiera interiore? Esiste ancora uno spazio, per scelte così estreme? È possibile esercitarle nel quotidiano? L’esperienza di san Paisij ci è molto più vicina di quanto possa apparire: nel frastuono e nella frenesia del mondo, anche noi avvertiamo la necessità di silenzio e di pace profonda. Se poi questa pratica di distacco e introspezione consente all’uomo di mettersi in relazione con il proprio Creatore, allora la preghiera raggiunge il proprio scopo principale, vale a dire elevarsi al cielo per raggiungere le vette della beatitudine.
L' Autobiografia di Paisij Velikovskij (1722-1794) ripercorre le vicende dei primi vent'anni di vita di un santo senza frontiere. Ucraino di nascita, monaco al Monte Athos, riformatore del monachesimo in Moldavia, Paisij lascia trasparire dagli eventi quotidiani tutto quell'humus religioso su cui è potuto germinare e svilupparsi il suo profondo ideale monastico. Come eredità più prestigiosa lascia la versione slavonica della Filocalia, vero capolavoro cui intere generazioni di credenti d'oriente e d'occidente - sulla scia del famoso "pellegrino russo" - saranno tanto affezionate.
Divenuto papa nell'agosto 1978, Albino Luciani ha voluto dedicare le sue catechesi del mercoledì al tema delle virtù teologali (fede, speranza, carità). A partire dalla terza di queste catechesi e dalla metafora dei due gemelli (amore di Dio e amore del prossimo), ripresa da san Francesco di Sales, il libro ripercorre la vita di Luciani rintracciando il filo rosso di una testimonianza concreta di povertà e di un insegnamento costante della virtù della carità.
Esiste oggi qualcosa di più anticonformista, di più controcorrente della speranza? Il nostro tempo, nonostante il luminoso progresso e il benessere materiale, sembra non lasciare spazio alla fiducia nel futuro, al pensiero che domani sarà certamente migliore di oggi… Tra i tanti insegnamenti della vita di François-Xavier Nguyên Van Thuân, che da arcivescovo di Saigon trascorse ben tredici anni in carcere, sperimentando solitudine e desolazione, ma anche la grazia della presenza e dell'amore di Dio, colpisce soprattutto questo invito coerente, semplice e al tempo stesso solenne, a non chiudere le porte alla speranza, ma anzi a coltivarla in sé e a suscitarla intorno a sé; un invito di cui lui stesso è stato testimone coraggioso fino alla fine dei suoi giorni. I cento pensieri qui selezionati hanno anch'essi una speranza: offrire uno squarcio di cielo, una nostalgia di futuro, attraverso le parole di uno dei suoi testimoni più credibili e sinceri.
In un mondo dove le parole sono "faide che mettono in croce", Mariapia Veladiano crede in quelle che fanno la differenza: le sceglie per noi, e ce le affida. Sentimenti, Opere, Parole: Mariapia Veladiano affronta il tema del dolore, dell'impossibilità di accettarlo e del timore di non sapersene difendere. E quello della paura che ci assedia, ci spinge a rinunciare, a smettere di sperare. Ci parla dell'invidia, che umilia tutti per non vedere la propria umiliazione, del giudicare gli altri che è "la nostra morte anticipata", del lavoro, perché nessuna libertà è autentica se non si è liberi anche dal bisogno materiale, del desiderio, furia di esistere, e del suo opposto, la resa. Non tace mai sul male, che fa parte dell'esistenza, eppure si può ogni giorno non farlo passare, fermarlo, chiamandolo per nome. Ma soprattutto non tace sull'amore. Per amore delle parole. Degli uomini e delle donne. Della vita.
C’è un “mal dire” quotidiano, sciatto, che avvelena il pensiero e i rapporti. Diciamo parole eccessive, acconsentiamo a giudizi distratti, ripetiamo pettegolezzi, qualche volta ci pentiamo ma l’invio è stato dato, i social rimbalzano all’infinito l’offesa o anche solo il sospetto, e il nostro tessuto di relazioni si strappa. Non è un destino, questo parlare male. È possibile un “ben dire” che raccolga il nostro desiderio profondo di pace. Con la pace tutto è possibile, ripetiamocelo l’un l’altro in questi anni di guerra sciagurata nel cuore dell’Occidente che si dice cristiano. Questa piccola raccolta di riflessioni va a spigolare situazioni quotidiane in cui forse è possibile trovare uno sguardo più sereno sulle cose per abituarci a parole capaci di un presente amabile in cui vivere sia una bella storia condivisa.
Mariapia Veladiano attinge, per questa storia, dalla sua esperienza nel mondo della scuola. «Capita a tutti gli insegnanti di trovarsi di fronte uno studente che non si riesce ad agganciare fino in fondo. Sta lì, è educato, segue, è carino, ma non riesci a capirlo e sai che ha qualcosa da comunicarti. È una sensazione di impotenza con cui l'insegnante deve fare spesso i conti: la strada è sempre l'empatia e un atteggiamento non giudicante».
Una breve meditazione di papa Francesco per ogni giorno del mese di maggio. Riflessioni semplici e dirette corredate da immagini del papa e la Vergine Maria.
Contenuto
«Lo sviluppo ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che l'amore pieno di verità, caritas in veritate, da cui procede l'autentico sviluppo, non è da noi prodotto ma ci viene donato». Benedetto XVI, Caritas in veritate, 79 Ognuno potrebbe avere la tendenza a vedere se stesso, i propri limiti e le difficoltà che talvolta sembrano insormontabili come maledizioni. Trasformare questo senso di impotenza in speranza e la disperazione in serenità, fa parte degli scopi della preghiera. In questo libretto vengono offerti alcuni Salmi e una serie di preghiere per aiutare tutti, ma soprattutto chi è più in difficoltà a causa della crisi economica, a «tenere le braccia alzate verso Dio».
Destinatari
Tutti
Autore
ALBERTO VELA biblista e liturgista, licenziato in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, ha studiato liturgia presso l’Istituto di liturgia pastorale Santa Giustina di Padova.
Contenuto
In questo libretto sono raccolte preghiere che possono aiutare gli studenti nelle fatiche e nelle gioie del loro percorso scolastico. Si propongono alcuni bellissimi testi biblici sul tema della sapienza, preghiere da recitarsi prima degli esami, invocazioni rivolte ai santi ritenuti più sensibili alle richieste degli studenti… Perché Dio non è estraneo a nulla di quanto ci accade, perché a lui ci possiamo rivolgere in qualunque momento!
Autore
ALBERTO VELA biblista e liturgista, licenziato in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, ha studiato liturgia presso l’Istituto di liturgia pastorale Santa Giustina di Padova.
I Salmi e le preghiere raccolte in questo libretto vogliono accompagnare i futuri genitori e i neogenitori nei momenti unici dell’attesa, della nascita, dei primi anni dei figli. Non mancano preghiere particolari per coloro che desiderano un figlio, ma non riescono ad averlo e per coloro che vivono il loro essere genitori nell’esperienza dell’adozione. Perché la parola di Dio e il rivolgersi a lui nella preghiera possano accompagnare e rendere più belli tutti i momenti della nostra vita.
Autore
ALBERTO VELA biblista e liturgista, licenziato in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, ha studiato liturgia presso l’Istituto di liturgia pastorale Santa Giustina di Padova.