
Osho ci accompagna nell'incredibile mondo dei chassidim: il movimento che nacque e si diffuse nel XVIII e nel XIX secolo nell'Europa Orientale, come un vento mistico al quale il più comune degli uomini si poteva avvicinare, sicuro di trovare una fiamma di vita in grado di dare un senso reale alla vita. Lo spirito del nostro tempo rende attuale quel messaggio, trasmesso da Osho nella sua purezza.
"La vita non è un letto di rose. È difficile, complessa. Molto di rado si è vivi nel vero senso della parola: nascere è una cosa, vivere un'altra. Si tratta della sfida più grande che esista." In questo libro Osho sollecita questo risveglio con leggerezza, giocando con aneddoti, storielle, barzellette che rendono evidente come l'inconsapevolezza non paghi e non dia soddisfazione. Osho risponde alle domande di quanti lo interrogano e si interrogano con un invito semplice: occorre attivare e attivarsi all'interno della propria dimensione interiore, là dove dimorano talenti e qualità essenziali assopite. Nel testo vengono quindi suggeriti diversi metodi per porsi di fronte alla vita in modo nuovo, per non lasciarsi sopraffare dal flusso di reazioni, impulsi, abitudini, condizionamenti, stereotipi, pregiudizi. È il potere della fragilità, la cui forza non si misura in termini di imposizioni ma di benevolenza.
Che beneficio ci può essere nell'accettare il processo dell'invecchiamento come fatto naturale, anziché tentare di trasformare la vecchiaia in gioventù, ed evitare la morte? Osho ci riporta alle radici del significato della crescita, e ci ricorda il piacere che solo la maturità ci può dare nei rapporti con gli altri e nel compimento del nostro destino personale. Egli descrive i cicli evolutivi della vita umana, dall'età narcisistica dell'infanzia al fiorire della saggezza nell'età avanzata. Con il suo caratteristico senso dello humor, e con profonda compassione, Osho ci conduce al significato della nostra unicità e maturità, riscoprendo gioia e serenità.
In poche parole: Tre esperienze di monachesimo in uscita a favore dei feriti e dei lontani che possono parlare anche al mondo di oggi.
Esiste, nel panorama contemporaneo, un modo di intendere il monachesimo e il ritiro dal mondo come rinnovata possibilità di uscire incontro al prossimo e soprattutto ai lontani? È la domanda che ha mosso il curatore di queste tre biografie di santi monaci dell’VIII secolo, Willibrordo, Lioba e Bonifacio, missionari preoccupati di guarire l’orecchio del non credente, tagliato dall’affilata spada della Parola divina, affinché egli possa ascoltare la Verità che salva. Pur con i modi e le situazioni particolari legate al loro periodo storico, questi tre monaci sono figure di grande attualità perché affrontano e si interrogano sulle nostre stesse sfide ed esigenze: è possibile avvicinarsi a chi è lontano e ferito? Si può testimoniare quanto ricevuto?
È possibile rappresentare Dio? Racchiuderlo in un'immagine? Questa è la domanda che si trova alla base dell'iconografia, l'arte di rappresentare l'ineffabile divino. La risposta a questa domanda ha suscitato nei secoli le posizioni più diverse, fino a sfociare in vere e proprie lotte tra iconoclasti, contrari, e iconoduli, fautori delle sacre rappresentazioni. In questo secondo volume ci si sofferma in modo specifico sull'esperienza occidentale che, pur nascendo da quella orientale, ha seguito vie e raggiunto risultati piuttosto diversi. A partire da antichi testi non soltanto teologici, ma anche storici e normativi la riflessione si sviluppa alla ricerca del valore più profondo dell'arte sacra occidentale.
La linea di divisione tra il bene e il male non separa alcuni uomini dagli altri - i "buoni" dai "cattivi" -, piuttosto attraversa da parte a parte il cuore di ogni uomo, un cuore che è un miscuglio di incoerenze e contraddizioni. Proprio per questo l'autore di questo libro, più che sradicare le cattive tendenze, suggerisce come trarne vantaggio partendo dalla convinzione che la crescita interiore si basa sull'arte di sfruttare le cattive inclinazioni per forgiare le virtù. In altre parole, dover lottare non è così male. È il prezzo della maturità spirituale, e il frutto di questa maturità è un tipo di pace compatibile con quella lotta tra vizi e virtù che si scatena ogni giorno nel nostro cuore: la pace di essere impegnati nella lotta. Un libro che ha avuto un enorme successo in tutto il mondo ispanico, grazie alla sua semplicità di linguaggio e alla forte dimensione di testimonianza personale.
Uno dei temi più dibattuti nel nostro tempo e cioè il rapporto con il dolore nella fase terminale della vita e le dichiarazioni anticipate di trattamento del malato, affrontato con grande competenza e chiarezza da un professionista esperto di cure palliative. Tutte le visioni etiche sottolineano la necessità di mettere un argine al “dolore inutile” per dare qualità agli ultimi tempi della propria esistenza. Un saggio utile per capire e confrontarsi sul valore del “biotestamento”.
In copertina, del celeberrimo quadro di Rembrandt Il ritorno del figliol prodigo, è riprodotto il particolare delle mani del Padre che abbracciano il figlio. Un osservatore attento nota che sono mani diverse: la destra è femminile, la sinistra è maschile. È un errore anatomico che esprime una grande verità teologica: nell’amore del Padre è presente anche la tenerezza della madre.
Questo libro, attraverso la lettura e il commento di alcune pagine del vangelo di Luca, aiuta il lettore a scoprire Dio come Padre di misericordia. E la misericordia nel linguaggio biblico è un termine tipicamente femminile, che allude all’utero materno e si traduce con compassione e tenerezza. È veramente bello scoprire che Dio Padre ha cuore e mani di madre.
Un sussidio per gli esercizi spirituali personali o di gruppo. Il tempo che ogni credente dedica ai suoi Esercizi, è un tempo prezioso, in cui entrare in sintonia con Dio, dialogare con Lui, vivificare la propria anima attraverso il silenzio e l'ascolto della Parola.

