
Nato dagli esercizi spirituali tenuti dall’Autore sull’argomento, il volume affronta il tema del cambiamento e della trasformazione interiore attraverso la lettura esegetica di alcune figure bibliche. Lo scopo è di offrire al lettore uno strumento per rileggere la propria fatica, la sfida che ogni conversioneinevitabilmente porta con sé, alla luce delle figure di Mosè, Bartimeo, e il figlio prodigo. Il testo è così strutturato:un primo capitolo inquadra il tema del cambiamento nel vissuto quotidiano per poi approfondirlo all’interno di un contesto più propriamente biblico (cosa significa cambiare per il cristiano?); la sezione centrale,d’impronta esegetica,analizza le tre figure bibliche;il capitolo conculsivo riprende il tema del coraggio che ogni trasformazione comporta.
SIAMO INVITATI A LAVARE I PIEDI IMPOLVERATI DAI SENTIERI PERCORSI IN PASSATO PER INOLTRARCI,LIBERI E SPEDITI, SULLE VIE DELLA TRASFORMAZIONE INTERIORE, LASCIANDO CADERE INCEPPI E REMORE, CATENE E ABITUDINI.
(dalla Presentazionedi mons.Ravasi)
Monsignor Fortunatus Nwachukwu, biblista di formazione, si è specializzato in Teologia Dogmatica e in Diritto Canonico. Originario della Nigeria,è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede nel 1994;ha prestato la propria opera presso le Nunziature apostoliche in Ghana,Paraguay,Algeria,presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e Istituzioni Specializzate a Ginevra e presso la Sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Dal 2007 è Capo del Protocollo della Segreteria di Stato.
Un libro che, con la Prefazione di Pierre Riché (Università di Parigi X), introduce il lettore alle tradizioni scientifiche, dottrinali e manoscritte del centrale Medioevo attraverso la storia di un personaggio straordinario, Gerberto d’Aurillac, nelle vicende politiche e culturali del suo tempo. La formazione in Catalogna, l’arco delle amicizie e gli scambi intellettuali raccontano la nascita delle cifre, le tecniche e le predilezioni della simbologia numerologica. Letture ed abitudini monastiche e didattiche si saldano nel profilo di questo sapiente – talvolta ambizioso, talora contraddittorio – che ebbe ampia fama e sollevò grandi gelosie di dotti e potenti nella monarchia e nell’ecclesiologia dei Franchi come nell’entourage imperiale dell’età degli Ottoni che lo aiutarono a diventare papa Silvestro II.
La via di Emmaus è un progetto immersivo, di formazione spirituale e relazionale, rivolto ai giovani, avviato nella diocesi di Bologna su impulso del documento conclusivo della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (2018). Questo piccolo libro lo racconta attraverso le testimonianze di coloro che a diverso titolo ne fanno parte. Dalle loro voci emergono sentieri interiori di crescita e consapevolezza, per lo più disertati dai grandi flussi mediatici sull'universo giovanile, ma decisivi per la costruzione di un'umanità nuova e sui quali vale fissare lo sguardo. Prefazione del Card. Matteo Maria Zuppi.
La Stazione Trastevere, a Roma, è un luogo d’incontro e di passaggio per decine di migliaia di persone ogni giorno, ma è anche casa per tante donne e tanti uomini che la vita ha portato ad accamparsi in qualche modo nei suoi dintorni. Dietro le barriere che talvolta discriminano, si svela un mondo popolato non di “scarti della società”, ma di famiglie in estrema povertà, di padri senza più lavoro, di figli non desiderati, di ragazze maltrattate in un ambiente ostile, di donne abbandonate alla solitudine. Qui un gruppo della Comunità di Sant’Egidio si dà da fare ogni notte per aiutare queste persone a resistere alle insidie del freddo e dell’abbandono, facendosi compagno di strada di tanti di loro e raccogliendone l’anelito profondo al cambiamento, oltre che le storie. Che non sono semplicemente tragedie, ma vere storie di vita da conoscere, se si vuole consapevolmente sapere.
“Chi vive per la strada coltiva il desiderio di una vita normale. Di una vita meno da soli. Perché la solitudine è un peso in più per chi è fragile e povero”. (Marco Impagliazzo)
Ricorre nel 2013 il bicentenario della nascita di Federico Ozanam. La sua è una spiritualità con un profondo senso dell'incarnazione, come è quella del suo ispiratore san Vincenzo de' Paoli.
Loreta A. Nunziata, mossa dai grandi desideri di un'anima che cerca e si ritrova, costruisce un percorso di fede di cui questo libro è l'epilogo, ma anche l'inizio, perché vuole essere un dono e una testimonianza del suo cammino e della sua storia.
Tra le parole più evocative della tradizione biblica, ma anche di numerose proposte culturali e ideologiche, la fraternità ha oggi un posto rilevante. Essa infatti, con le declinazioni linguistiche che si sono succedute, è stata utilizzata in modo sempre più insistente fino all'enciclica Fratelli tutti (2020), che ne ha fatto il suo tema dominante, richiamata nel sottotitolo accanto all' "amicizia sociale". Inserendosi nel dibattito apertosi intorno all'enciclica, gli autori, mettendo a frutto gli interessi maturati nei loro rispettivi ambiti di competenza, intendono delineare un percorso per ricostruire il profilo proprio, a livello teologico, della categoria fraternità. Non è infatti possibile che la riflessione sulla fraternità riguardi il pur necessario livello morale e sociale. La fraternità è un tema teologico che ha diritto ad essere svolto in teologia fondamentale, sistematica e pastorale, perché emergano tutte le sue intrinseche potenzialità teorico-pratiche. Questa linea di sviluppo è l'orizzonte di ispirazione di questo libro che prova a sperimentare un itinerario che conduce ad immaginare percorsi esperienziali in cui attivare le potenzialità insiste nella prospettiva della fraternità.
«Padre Massimiliano Noviello nel suo lavoro di Postulatore della Causa di beatificazione e canonizzazione della Venerabile Serva di Dio Enrica Beltrame Quattrocchi si propone, con la presente biografia, di farne conoscere quanto più possibile il vissuto umano e il profilo spirituale. Queste pagine non solo raccontano con immediatezza i fatti così come sono avvenuti, ma fanno anche luce sugli stati d'animo e le disposizioni interiori che hanno guidato la Venerabile Serva di Dio fra gli avvenimenti della sua lunga vita, soffermandosi in particolare sul suo itinerario vocazionale. In Enrica Beltrame Quattrocchi prende fisionomia, infatti, una vocazione "nuova", quasi non catalogabile negli schemi tradizionali della vita consacrata o della testimonianza laicale. Il suo è uno stato di vita scelto come "vocazione e consacrazione espressa attraverso il quarto comandamento". La testimonianza di Enrica Beltrame Quattrocchi non lascia indifferenti. Aiuta a riconoscersi, come lei, tanto preziosi agli occhi di Dio e strumenti semplici dell'opera della Trinità. Conduce a vivere "con cuore dilatato, nella continua ricerca di Te e nella sollecita attenzione di carità verso tutti gli uomini".» (Dalla Prefazione di Marcello Semeraro). Introduzione di Domenico Battaglia.
La figura e la vicenda terrena del Servo di Dio Dom Emilio Maria Colombo Osb (1920-2000), monaco benedettino virginiano, è tutta inscritta nel primato di Dio e della carità, di cui il fondamento si trova nell'esperienza chiara e intensa dello Spirito Santo. Dopo aver svolto numerosi incarichi di fiducia e di responsabilità, nel 1976 diviene priore della comunità monastica del Santuario di Montevergine.
Il libro apre un altro squarcio di luce sulla vita della Venerabile Enrichetta Beltrame Quattrocchi (1914-2012), attraverso l'intensa esperienza di amicizia vissuta con la signora Maria Vittoria Casa (1927): un'amicizia-avventura, gioiosa, forte e contagiosa, durata quasi settant'anni. Fondamento dell'amicizia è la virtù, con la quale le persone devono accordare il pensiero e l'azione. In queste pagine traspaiono la generosità e la freschezza di quel rapporto autentico, genuino, disinteressato, intelligente, audace, proteso verso l'Assoluto, che ha saputo affrontare le sfide della vita lasciandosi orientare dalla creatività fedele di Dio, dalla famiglia e dai buoni consiglieri.
In "Dio è qui" (1926) Novaro traccia il proprio percorso spirituale alla ricerca di Dio per lenire il dolore della morte del figlio realizzando un volume di prose liriche intenso, travolgente e comunicativo. "A meno che questo incessante morire non fosse l'avviamento alla vita, e questo ch'ora a me sembra un brancolare nel buio non sia il principio della salita".
Ne "L'abbraccio benedicente" Nouwen getta un ponte fra la celeberrima parabola narrata da Luca e la vicenda umana di ciascuno di noi. Quando ha l'occasione di ammirare dal vivo la tela di Rembrandt al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, esclama: «Più guardavo Il ritorno del figlio prodigo, più diventavo parte della storia. E cominciavo a fare collegamenti tra la parabola evangelica e la mia vita personale». Ne è derivato un libro che ha incontrato un favore travolgente e ha cambiato la vita di migliaia di persone. Perché racchiude i consigli di un uomo profondamente spirituale, che è anche uno psicologo di talento; perché offre una riflessione magistrale di un singolo passo del Nuovo Testamento; perché è un'opera «brutalmente, intensamente onesta» (James Martin). A trent'anni esatti dalla prima edizione italiana de L'abbraccio benedicente (1994) Queriniana propone questa edizione speciale per festeggiare l'anniversario. Il testo di Henri Nouwen è ora proposto in abbinamento ad ampi stralci del "sequel" "Ritornare a casa" (2010), che risulta perfetto per proseguire l'avventura: è un testo parallelo e complementare, le cui pagine integrano le riflessioni sul figlio prodigo svelando il "dietro le quinte" del grande longseller nouweniano.