
L'autore, a partire da un approccio filosofico, si inoltra nei luoghi della spiritualità e della teologia cristiana per attualizzarne aspirazioni e contenuti nel solco della contemporaneità. A partire dalla crisi della parola e dal recupero del suo significato biblico e metafisico, egli si inoltra così nell'indagine della sua possibile manifestazione esistenziale, storica e quotidiana. Il rapporto fra tradizione e attualità, le suggestioni del Gesù storico, la considerazione della natura umana fra nichilismo e speranza, l'ineffabilità e la trascendenza del divino, il mistero trinitario nella sua declinazione inclusiva, le possibilità di un recupero maturo della dimensione devozionale e affettiva, sono solo alcuni fra i temi affrontati. Sullo sfondo, il sogno di un superamento degli integralismi incombenti, e la considerazione del pluralismo come dono in funzione di una superiore unità.
Possiamo essere diamanti: importante è volerlo. Per il credente la vita è un dono che riceviamo e dobbiamo custodire ed esaltare fin dal suo sbocciare, proseguendo poi nella sua crescita, nella sua efflorescenza più splendida e anche quando sembra avvizzire ed entrare nel crepuscolo. Su di essa veglia sempre Colui che l'ha creata... Dio non abbandona mai il figlio che ha generato.
Nella foga di inseguire i beni mondani, l'uomo sogna la felicità, ne avverte l'aroma, ma non la trova. Perché? È il tormento che l'Autore vuole trasferire al lettore...Il tormento di don Geremia confluisce nel voler indurre alla riflessione che la felicità appartiene al possedimento esclusivo di Dio, al Quale bisogna arrivare per prenderne parte...
Il Cantico di frate Sole è una perla della letteratura mistica universalmente conosciuta. Eppure, ha ancora molto da svelarci. In questo saggio, il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ne propone una lettura sorprendente e innovativa: partendo dalla fine. Sono le ultime strofe, infatti, a racchiudere il cuore nascosto di questo meraviglioso inno. Come in un «canone inverso», Sorrentino rovescia la lettura tradizionale e si sofferma subito sulle strofe finali, dedicate al perdono, al dolore e a «sora nostra Morte corporale». Qui, la melodia del Cantico arriva a toccare la condizione umana in tutta la sua fragilità. È un invito a guardarsi dentro, nel profondo dell'animo. Non a caso, ci svela l'autore, queste strofe «della soglia» furono composte nel vescovado di Assisi - a differenza delle prime, composte a San Damiano - e in un periodo particolarmente doloroso: lì, tra le spesse mura episcopali, san Francesco ha dovuto confrontarsi con la sofferenza fisica e la «grande notte dello spirito». Ma non se n'è lasciato travolgere, anzi, ha trovato la forza di aggiungere dei versi inaspettati, rendendo il messaggio del Cantico ancora più profondo e variegato. Una lode al creato che non si limita agli elementi cosmici, ma abbraccia il dramma dell'esistenza. Accanto a questa profonda meditazione, l'autore ci racconta il retroscena di alcuni eventi cruciali che hanno orientato la composizione del testo: dalla storica riconciliazione tra il vescovo Guido II e il podestà di Assisi, mediata da Francesco attraverso l'aggiunta della strofa del perdono, alla profonda meditazione sulla morte, accolta non come nemico ma come «sorella».
"Tutti nascono originali. Molti muoiono fotocopie". Parole di Carlo Acutis (Londra, 3 maggio 1991 - Monza, 12 ottobre 2006) morto a quindici anni in concetto di santità, dichiarato venerabile il 5 luglio 2018 e beatificato il 10 ottobre 2020. Un ragazzo del nostro tempo. Pieno di vita e di iteressi. Appassionato di informatica. Con il cuore pieno di Dio. È sepolto nel Santuario della Spogliazione, che ad Assisi ricorda il giovane Francesco che si spogliò di tutti i beni, fino alla nudità, per seguire Gesù e vivere il Vangelo. Due storie tanto originali. Lontane nel tempo. Ma un filo rosso le unisce. Incontro di luci per i giovani del nostro tempo.
L'Istituto Serafico di Assisi nacque nel 1871, a favore di ciechi e sordomuti, ad iniziativa del francescano San Ludovico da Casoria. Si è venuto specializzando con gli anni nella cura di ragazzi affetti da gravi disabilità. Si distingue per la professionalità ma anche per l'atmosfera di amore che assicura ad ospiti in cura, alle loro famiglie e a quanti lo frequentano. Quest'anno (2021) ha ricevuto dal Santuario della Spogliazione il Premio Internazionale Francesco di Assisi e Carlo Acutis per un'economia della fraternità. Vive del sostegno pubblico e della generosità di quanti ne condividono la missione. I disegni del libro sono tutti della mano dei ragazzi del Serafico: artisti dell'essenziale. L'autore dedica questo libro in particolare a loro - "fragili da abbracciare e maestri di abbraccio".
Nel 1206 il vescovado di Assisi fu teatro di un gesto profetico che sconvolse il suo tempo e continua a interrogare il nostro tempo. Il giovane Francesco, davanti al padre Bernardone e al vescovo Guido, rinunciò a tutti i beni terreni, spogliandosi fino alla nudità, per essere totalmente di Dio e dei poveri. La porta di quel vescovado, sepolta da secoli, è stata oggi riportata alla luce, nel complesso che ormai, a ricordo di quell'evento, ha preso il nome di Santuario della Spogliazione. A quella porta, che scandì diversi momenti della vita di Francesco, il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino dedica questa meditazione. La "porta di Francesco" diventa il simbolo di scelte radicali, a cui ogni nostra esistenza è chiamata. È la porta della decisione, della riconciliazione, del nostro cammino verso l'eterno

