
In questo volume si propongono per la prima volta i testi di due conferenze inedite di Giovanni Testori, tenute presso la Fondazione Ambrosianeum di Milano, sul tema del rapporto tra i giovani e la fede e su come raccontare Cristo oggi. L'attualità e lo spessore dei testi accompagna l'approfondimento del rapporto tra Testori e la città, attraverso i contributi di: Mons. Luca Bressan; Marina Corradi; Giuseppe Frangi; Fabio Pizzul presidente Ambrosianeum; Alessandro Zaccuri.
Sono quanto mai numerose le riflessioni che negli ultimi anni si sono sviluppate riguardo alle famiglie cristiane in situazioni difficili e irregolari, in particolare sulla questione delle coppie divorziate e risposate. Tra i credenti l'interesse dominante è la posizione nella Chiesa di queste coppie, e in modo più specifico la loro ricezione dei sacramenti della riconciliazione e dell'eucaristia. Per la verità la pastorale coniugale familiare riveste un ambito assai più vasto e non meno impegnativo: infatti il primissimo compito della Chiesa non è di riservare una pur doverosa attenzione alle "ferite" che colpiscono la vita concreta delle famiglie, bensì di mostrare tutta la singolare bellezza umana ed evangelica del matrimonio secondo l'eterno e quotidiano disegno di Dio circa l'uomo e la donna. Solo il riconoscimento della bellezza e grandezza dell'amore coniugale e familiare può far cogliere da un lato la seria problematicità di queste situazioni difficili e irregolari, e dall'altro lato la necessità, anzi l'urgenza di affrontare le crisi e i fallimenti e di impegnarsi in cammini di guarigione e rilancio della fede nelle concrete situazioni di vita.
Si può amare la Chiesa, soprattutto quando è scossa da discordie e veleni e il suo volto è sfigurato dal peccato? È questa la Sposa che Cristo ama, al punto da aver dato la vita per essa? Siamo nel cuore del mysterium Ecclesiae, su cui l’autore riflette ponendosi alla scuola del Concilio Vaticano II e di due grandi testimoni della fede: sant’Ambrogio e papa Paolo VI. La Chiesa – ammonisce il cardinale Tettamanzi – sarà capace di annunciare in maniera incisiva il Vangelo solo se tutti i suoi membri sapranno recuperare uno sguardo di fede che superi «la meschinità o la deformità di visioni e interpretazioni prevalentemente umane, se non persino mondane».
C?è una luce il fondo al tunnel! È questa la frase che ricorre fra chi ha fatto esperienze pre-morte; frase che film, trasmissioni televisive e libri sul tema hanno reso familiare a tutti noi. Ma cosa sono davvero le esperienze pre-morte? Cosa ne pensa la scienza? E come si conciliano con la fede? Patrick Theillier, medico dell?Ufficio delle Constatazioni Mediche del santuario di Lourdes, ha dedicato la sua vita a verificare scientificamente il carattere umanamente inspiegabile delle guarigioni ottenute per intercessione di Nostra Signora di Lourdes e in questo libro affronta il delicato tema delle esperienze pre-morte, esponendo un ampio numero di sorprendenti testimonianze e passandole poi al vaglio delle attuali conoscenze scientifiche, dei Vangeli e della dottrina della Chiesa.
Brevi meditazioni sull'enigma della vita, proposte da un grande biblista.
È una ricerca di spiritualità sul senso della fede sotto forma d’interrogazione a se stesso,ma rivolta a tutti. La prima parte è una riflessione,con abbondanti riferimenti evangelici,sui limiti e i confini dell’essere concretamente cristiani. Giunge alla distinzione tra simpatizzanti e discepoli di Gesù,che non implica una valutazione di merito ma una differenza di intensità di rapporto (part-time o tempo pieno). Nella seconda parte l’autore evidenzia l’urgenza di una ricerca permanente e,sempre partendo dalla propria esperienza personale,smaschera i tranelli che a volte,in modo inconscio,bloccano il cammino di coerente adesione a Cristo. Nella terza parte,quella più importante e originale,l’autore parla della sua vocazione alla felicità,che tuttavia non è tranquilla spensieratezza,ma uno stato d’animo che si lascia visitare dall’inquietudine per le tante tragedie quotidiane,fino a prendere per mano l’angoscia nel tentativo di costruire insieme un cammino verso a speranza. Testimonianza di esperienze vissute e viventi,che passano attraverso l’elogio della vita coniugale,con la precisazione che andare d’accordo non è assenza di conflitti ma litigare tenendosi per mano. Nella vecchiaia, poi, il matrimonio diventa ancor più bello, fino a schiudere le porte a una vera e propria estasi coniugale. Infine suggerisce come prepararsi serenamente al giorno in cui la vita finirà per compiersi. Ne scaturisce n sorprendente panorama sull’inquieta felicità di un cristiano che si confronta con i suoi limiti.
L’UNICO MIO VERO INTERESSE È LA RICERCA DI SENSO. O,PER DIR MEGLIO,LA FEDE IRRINUNCIABILE IN UN SIGNIFICATO DELL’ESISTENZA CHE TRASCENDE I LIMITI TERRENI. RAGGIUNTA ORMAI L’ETÀ CHE ACCORCIA DRASTICAMENTE IL FUTURO,STO TENTANDO DI NON SPRECARE IL PRESENTE.
PUNTI FORTI
Pur nei tragici eventi del nostro tempo, il testo propone la spiritualità del bello, della gioia, dell’allegria, perché la felicità ha bisogno di testimoni e di ambasciatori per coinvolgere altri nella costruzione di un mondo migliore.
La Presentazione è firmata da Marco Guzzi.
DESTINATARI
Il testo si rivolge a tutti coloro che s’interrogano sul senso della fede,e in particolare sul proprio stato di coscienza.
AUTORE Antonio Thellung,nato nel 1931,felicemente sposato,padre,nonno e pluribis nonno,vive a Roma. Nella sua vita ha svolto diversi lavori: fondatore di comunità, ricercatore, pilota d’auto, pittore, scrittore, per molti anni si è dedicato all’assistenza di malati terminali. Per saperne di più: www.antoniothellung.it. Principali volumi pubblicati: Il Vangelo secondo mio nonno (Gabrielli, 1997), Accanto al malato… sino alla fine (Ancora,1998), La morale coniugale scompaginata (Cittadella,1999), Un po’meno della verità (Borla, 2001), Il sapore dell’amore compiuto(Gribaudi,2002), Con la Chiesa oltre la Chiesa (Cittadella, 2002), Quel che resta del Mattino (Paoline, 2003), La conversione dei buoni (con Alberto Maggi, Cittadella,2004),Nel nome di un Cristo clonato (Gribaudi, 2005), Elogio del dissenso (La Meridiana,2007).
Questo libro nasce e si sviluppa attraverso un dialogo per e-mail con un giovane interlocutore riguardo che cosa si può credere al giorno d’oggi, sebbene ci sia una gran differenza tra credere e aver fede: il credere riguarda immagini e descrizioni legate al razionale, mentre aver fede è un’attrattiva che si avverte nell’intimo.
Partendo dal fatto che le abbondantissime violenze che infestano il pianeta dipendono in gran parte dal persistere di tante, troppe immagini divine violente, che dividono anziché pacificare, il testo approfondisce il senso del valore d’insieme (richiamandosi anche alle tesi di Teilhard de Chardin e di Panikkar) per scoprirne via via i riscontri pratici nella vita quotidiana.
Ne scaturisce un quadro organico e originale che scopre molti punti comuni tra panteismo e Dio personale, e anche tra temi di attualità come evoluzionismo e creazione. Il risultato è sorprendente: tutta la realtà assume nuovi significati, che secondo l’autore sono perfettamente compatibili con Vangeli e Tradizione, recuperando i simboli essenziali della fede e consentendo una piena adesione a Cristo.
Sintesi di una vita dedicata alla ricerca di senso, l’argomentazione si sviluppa in forma semplice, anche se affronta e tenta di descrivere una realtà assai complessa.
Punti forti
Un tempo apocalittico come il nostro, con un futuro denso di minacce, anziché spaventare potrebbe anche essere un’opportunità straordinaria per liberarsi da ammuffiti luoghi comuni, e per rinnovare i significati autentici della fede. Oggi non si può più credere a certe immagini teologiche obsolete; e tuttavia l’ateismo non appare meno assurdo.
Destinatari
Quanti avvertono il richiamo della fede, o s’interrogano sull’esistenza, ma non possono più credere a immagini contraddittorie o stereotipate, e neppure a un semplicistico nichilismo.
Autore
Antonio Thellung, nato nel 1931, felicemente sposato, padre, nonno e pluribisnonno, vive a Roma. Ha svolto diversi lavori: fondatore di comunità, ricercatore, pilota d’auto, pittore, scrittore, per molti anni si è dedicato all’assistenza di malati terminali. Per saperne di più: www.antoniothellung.it. Principali volumi pubblicati: Il vangelo secondo mio nonno (Gabrielli, 1997), Accanto al malato... sino alla fine (Ancora, 1998), La morale coniugale scompaginata (Cittadella, 1999), Un po’ meno della verità (Borla, 2001), Il sapore dell’amore compiuto (Gribaudi, 2002), Con la Chiesa oltre la Chiesa (Cittadella, 2002), Quel che resta del Mattino (Paoline, 2003), La conversione dei buoni (con Alberto Maggi, Cittadella, 2004), Nel nome di un Cristo clonato (Gribaudi, 2005), Elogio del dissenso (La Meridiana, 2007). Nella stessa collana L’inquieta felicità di un cristiano (Paoline, 2009).
Nell'era dell'algoritmo si sentono predicare diverse forme di non-senso. Eppure l'autore - giunto all'età di 87 anni - non sente ancora diminuire la voglia d'indagare il senso della vita e dell'oltre. Il risultato? Come dice un antico proverbio, scopo del viandante non è il punto d'arrivo, ma gustarsi il viaggio. Perciò dice alla sua sposa e ai suoi figli, nipoti, bisnipoti, parenti, amici e conoscenti tutti: "Al mio funerale piangete pure, se vi fa piacere, ma non disperatevi, perché la mia felicità è ricca di una gratitudine infinita per aver vissuto, insieme a tutti voi, la meravigliosa esperienza che la natura, o Dio, o quel che volete, offre a chi si rende disponibile a ricercarne il senso".
Cosa significa essere cristiani oggi?
Nel Vangelo ci sono parecchie contraddizioni, perché contiene senza dubbio il messaggio di Gesù, rivestito però da tutte le sovrastrutture teologico culturali che hanno contribuito a formarlo e tramandarlo. Ecco dove traggono origine le ambiguità, presenti da sempre nel cristianesimo.
Il Vangelo spogliato è un tentativo di sintesi dei punti essenziali con i quali devono fare i conti coloro che vivono, come me, la fede nel quotidiano. E mi domando: esiste un minimo del messaggio evangelico che sia chiaro, inequivocabile, e possa essere facilmente comprensibile da tutti?
Che bisogno c'è mai che il mondo esista, si chiedeva Guido Gozzano. Partendo da esperienze vissute, che da un lato comprendono sessantacinque anni di felice vita coniugale, e dall'altro il diabolico dramma di un figlio ormai gravemente malato, l'autore propone una sua spiegazione originale: se Dio è tutto in tutti, come diceva San Paolo, che cos'è l'individuo che, per sua natura, si distingue da tutto il resto? Chi si trova a vivere in prima persona drammatiche esperienze che ricordano Giobbe, non fatica a credere che l'inferno si trovi su questa terra, come dicevano Schopenhauer o Italo Calvino. L'unico modo per non farsi travolgere è imparare a intrecciare insieme felicità e angoscia, è riuscire a sorridere anche con la morte nel cuore. Contrario non significa contrapposto: il vero contrario del bene non è il male (che da solo non esiste) ma bene e male mischiati assieme. "Per questo io che sono buono e cattivo a un tempo capisco di essere il contrario di Dio" dice l'autore. Le deduzioni sono paradossali: "da quando l'ho scoperto, la speranza non mi ha più lasciato" aggiunge "perché ho capito che la mia vita serve a dimostrare quel che Dio non è".
Diceva il grande critico Francesco De Sanctis: “Leopardi produce l’effetto contrario a quello che si propone. Non crede al progresso, e te lo fa desiderare; non crede alla libertà, e te la fa amare. Chiama illusioni l’amore, la gloria, la virtù, e te ne accende in petto un desiderio inesausto.” Se è lecito comparare le cose piccole alle grandi, queste pagine di Thellung, lo studio della morte accurato e appassionato, delicato e ardito, meticoloso e alto, producono lo stesso effetto. Non incutono timore sull’ultimo giorno, ma amore per la vita, non lasciano affranti per i giorni che se ne vanno, ma riempiono gli attimi quotidiani di colori e luci, di carne e sangue, di parole e respiri. Cosicché non rimane che farci un pensiero: leggero, sottile e profondo insieme. E riprendere a vivere alzando di nuovo gli occhi dopo ogni pausa.

