
Uno slancio, un voto, un'ineffabile speranza, o semplicemente la voce degli orizzonti: qualunque cosa vi abbia fatto decidere, eccovi qui, pronti a partire per Compostela... Una moltitudine prima di voi ha percorso lo stesso viaggio, e tanti altri vi seguiranno, per questo non sarete soli. Nell'entusiasmante racconto di queste pagine, all'esperienza contemporanea del cammino fatta in prima persona dagli autori, si aggiungono cinque eccezionali compagni di strada: un monaco francese del xii secolo, sciovinista e pieno di verve; un camminatore di Fiandra della fine del Quattrocento, grande amatore della buona tavola; un sacerdote bolognese del Seicento, accompagnato da un amico pittore; un giovane sarto del Settecento, disinvolto e curioso di tutto; e infine un ragazzino del XVIII secolo: quando ha annunciato la sua decisione di camminare fino a Compostela, i suoi genitori lo hanno preso per matto, una «testa vuota», ma Jean ha fatto fagotto e, in compagnia di tre amici, è partito di nascosto. È fragile di salute, senza denaro e con pessime calzature. Ma è di quelli che non si fermano. Eccoli dunque i vostri compagni di viaggio, condividerete con loro le fatiche e i pericoli di questa grande avventura, il sole, la pioggia, il vento, gli incontri enigmatici con i lupi e le improvvise e inaspettate meraviglie, insieme a una folla eterogenea di abili mercanti e ladri astuti, prostitute e predicatori ispirati, uomini, donne e bambini, che nel corso dei secoli si sono riversati sui quattro cammini che conducono alla città di San Giacomo. E ora: in marcia! Con una nota di Enzo Bianchi.
Siamo in grado, anche sulla scia dei gesti e delle parole di papa Francesco, di guardare al mondo e all'istituzione ecclesiale con occhi amorevoli e critici, consapevoli e coraggiosi? Non si tratta certo di opporre Vangelo e istituzione ecclesiale, quanto piuttosto, come ha fatto Gesù, di mettere a confronto la radicalità del Vangelo e la tentazione diffusa di assolutizzare l'istituzione. Questa è la via percorsa da Barros in una luminosa meditazione biblica e teologica che lega la fede e la spiritualità, la Bibbia e la vita quotidiana, la storia e le sfide della chiesa nel mondo, con uno stile provocatorio e fuori dagli schemi dell'"ecclesialmente corretto".
Consolare chi soffre è uno dei gesti più rivoluzionari che la fede cristiana richiede. Ci domanda di mobilitarci tutti per lottare contro ogni ingiustizia. La vera solidarietà si vede anche nelle lacrime.
Se c'è una parola che non perde mai di attualità questa è sicuramente la parola "liberazione". È su di essa che si sofferma il monaco benedettino, biblista e teologo della liberazione, il brasiliano Marcelo Barros, illuminandone il significato alla luce dei testi biblici e in particolare del tema giubilare, ma anche rispetto a quella riflessione in cui si è distinta la teologia latinoamericana a partire dall'inizio degli anni '70. In piena fedeltà al metodo tipicamente latinoamericano del "vedere, giudicare, agire" (prima osservando i "segni dei tempi" provenienti dalla realtà dei popoli, poi interpretandoli alla luce della Parola di Dio e infine traducendo tutto ciò in esortazioni e impegni concreti) Marcelo Barros riflette sul significato di una teologia e di una spiritualità liberatrici per il nostro presente, come risposta all'invito divino a trasformare il mondo e a costruire resurrezione laddove si incontrano oppressione e morte. Nella convinzione che la ricerca di liberazione sia una questione di fede, un tema teologale e teologico. E che, per questo, ogni autentica teologia cristiana non possa non essere, in qualche modo, una Teologia della Liberazione.
“La fuga immobile è… un documento unico…” (Dall’Introduzione di H. U. Von Balthasar).
Nel 1957 Divo Barsotti dava alle stampe il suo diario spirituale La fuga immobile, relativo agli anni 1944-1946. Il giovane sacerdote toscano era già noto all’ambiente ecclesiale per l’attività di giornalista, che lo aveva impegnato nei primi anni ’40 presso “L’Osservatore Romano” e il suo nome andava ancor più divenendo noto per i suoi primi sostanziosi lavori in ambito liturgico, esegetico e spirituale.
In occasione del suo novantesimo genetliaco, la “Comunità dei figli di Dio”, da lui fondata e guidata per lunghi anni, ha pensato di riproporre la pubblicazione di questo diario spirituale: testo fondamentale per entrare nel mondo interiore del Barsotti mistico, tutto proteso su Dio e insieme acutissimo osservatore dell’“oggi” della storia. Si è scelto di pubblicare il testo così come è uscito dalla penna dell’autore, senza appesantirlo di note o commenti.
Divo Barsotti è nato a Palaia (PI) nel 1914. Pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira, si è trasferito a Firenze, dove ha iniziato la sua attività di predicatore e di scrittore. Oggi è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Nel 1972 è stato chiamato a predicare gli Esercizi spirituali in Vaticano al Papa. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso. Attualmente vive con i suoi giovani monaci in un piccolo monastero dedicato a san Sergio di Radonez, nelle pendici dei colli di Firenze.
La centralità del mistero pasquale di Cristo emerge con vigore in questo libro di don Divo e l’approfondimento che ne fa diventa l’approfondimento del mistero eucaristico, che è pasquale in ciascuno dei suoi tre aspetti: presenza reale, sacrificio e convito.
I contenuti dei capitoli:
La trascendenza del Dio-amore nel mistero eucaristico;
Tutto il creato riunito a Dio in Cristo;
La presenza reale;
La comunione;
Il sacrificio;
Offerta a Dio gradita.
Divo Barsotti è nato a Palaia (PI) nel 1914. Pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira, si è trasferito a Firenze, dove ha iniziato la sua attività di predicatore e di scrittore. Oggi è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero Cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Nel 1972 è stato chiamato a predicare gli Esercizi spirituali in Vaticano al Papa. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso. Attualmente vive con i suoi giovani monaci in un piccolo monastero dedicato a san Sergio di Radonez, nelle pendici dei colli di Firenze.
Come spiegare l’esperienza delle apparizioni?
In questo volume don Divo Barsotti propone all’attenzione dei lettori un approfondimento delle pagine dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli nelle quali si narrano le apparizioni del Risorto, al fine di far comprendere cosa sia la sequela del Cristo e che cosa implichi vivere la vita divina, la vita del Risorto presente in mezzo a noi.
Divo Barsotti è nato a Palaia (PI) nel 1914. Pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira, si è trasferito a Firenze, dove ha iniziato la sua attività di predicatore e di scrittore. Oggi è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero Cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Nel 1972 è stato chiamato a predicare gli Esercizi spirituali in Vaticano al Papa. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso. Attualmente vive con i suoi giovani monaci in un piccolo monastero dedicato a san Sergio di Radonez, nelle pendici dei colli di Firenze.
“In questa crisi terribile che sembra minacciare la sopravvivenza della Chiesa e del cristianesimo, una sola è la parola che si impone: il testimone deve, con la sua medesima vita, dimostrare la verità”. Con queste parole, tratte dalla Prefazione di Carlo Bo alla prima edizione di Parola e Silenzio, viene ripresentato al pubblico il Diario di Divo Barsotti, definito l’ultimo mistico del XX secolo, testimone dell’Invisibile in una società che sempre più vuole farne a meno. Il suo Diario raccoglie gli scritti personali degli anni 1955-1957.
Divo Barsotti nacque a Palaia (PI) nel 1914. Pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira, si trasferisce a Firenze, dove ha iniziato la sua attività di predicatore e di scrittore. È unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero Cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di san Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha avuto, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Nel 1972 fu chiamato a predicare gli Esercizi spirituali in Vaticano al Papa. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso. Si è spento il 15 febbraio 2006 nel piccolo monastero dedicato a san Sergio di Radonez, nelle pendici dei colli di Firenze, circondato dai suoi giovani monaci.
La raccolta completa e inedita in forma di libro degli articoli e delle interviste che Divo Barsotti è andato pubblicando dagli anni ’50 fino ai nostri giorni su vari quotidiani e riviste. I testi spaziano sui grandi temi cari a Barsotti: il lavoro, i poveri, la libertà e l’obbedienza, il secolarismo e l’ateismo, il sacro, il sacerdote, l’homo religiosus dal quale guardarsi, la chiesa e la giustizia.
Divo Barsotti (Palaia, 1914 – Firenze, 2006), pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si è trasferito a Firenze, dove ha iniziato la sua attività di predicatore e di scrittore. Oggi è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, tra cui il russo e il giapponese: diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino per anni alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo, pubblicato quando questi santi della Chiesa orientale erano pressoché sconosciuti in Italia. Nel 1972 è stato chiamato a predicare gli Esercizi spirituali in Vaticano al Papa. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso. Ha predicato in tutti e cinque i continenti e ultimamente è stato inserito tra le dieci personalità religiose più eminenti del ‘900 in “Storia della spiritualità italiana”, curato da P. Zovatto (Edizioni Città nuova). È morto il 15 febbraio 2006.
Apparso per la prima volta nelle edizioni La Locusta di Vicenza nel 1978, il volume è una analisi dell’ultima proposizione del Simbolo della nostra fede: Credo la vita eterna.
Le dodici riflessioni proposte da Padre Divo Barsotti sulla vita eterna prendono l’avvio dall’atmosfera liturgica della festa dei Santi (1° novembre) e dalla Commemorazione dei defunti (2 novembre) e lo scopo è quello di rispondere alla domanda: “Che cosa crediamo quando diciamo di credere alla vita eterna?”.
La fede nella vita eterna è fondamentale: secondo don Divo, infatti, tutto il contenuto centrale del Nuovo Testamento è concentrato in questo articolo di fede.
Un classico della spiritualità contemporanea.
Divo Barsotti (Palaia, 1914 – Firenze, 2006), pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e di scrittore. Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso.
Il cammino dell’uomo per recuperare la sua unità interiore come “persona”, impegnata a realizzarsi nelle relazioni fondamentali con Dio, con i suoi simili e con l’intero creato. Restaurando queste tre relazioni sotto l’azione della grazia dello Spirito, l’uomo recupera il senso autentico della propria identità. Una vera e propria ascesi che presuppone la grazia.
Per esplicitare questa verità Barsotti sviluppa una meditazione sulle virtù, il cui esercizio costituisce il contenuto proprio di questa ascesi. Per questo egli dedica bellissime pagine all’umiltà, alla docilità, alla castità, alla pazienza. Il cammino dell’ascesi, nella riflessione di don Divo, appare così nella sua vera natura di cammino di progressiva liberazione e conseguentemente di progressiva gioia.
Divo Barsotti (Palaia, 1914 – Firenze, 2006), pochi anni dopo l’ordinazione sacerdotale, per interessamento di Giorgio La Pira si trasferì a Firenze, dove iniziò la sua attività di predicatore e di scrittore. Ai nostri giorni è unanimemente riconosciuto come mistico, e come uno degli scrittori di spiritualità più importanti del secolo appena trascorso. La sua produzione letteraria è notevolissima: più di 150 libri, molti dei quali tradotti in lingue straniere, e diverse centinaia di articoli presso quotidiani e riviste di spiritualità. Ha scritto commenti alla Sacra Scrittura, studi su vite di santi, opere di spiritualità, diari e poesie. Tra i suoi testi più importanti: Il Mistero cristiano nell’anno liturgico, Il Signore è uno, Meditazioni sull’Esodo, La teologia spirituale di San Giovanni della Croce, La religione di Giacomo Leopardi, La fuga immobile. Ha fondato la “Comunità dei figli di Dio”, famiglia religiosa di monaci, formata da laici consacrati che vivono nel mondo e religiosi che vivono in case di vita comune; in tutto, circa duemila persone. Vicino alla sensibilità del Cristianesimo orientale, Barsotti ha, tra gli altri, anche il merito di avere fatto conoscere in Italia figure di santi della Russia quali Sergio di Radonez, Serafino di Sarov, Silvano del Monte Athos, con il suo lavoro Cristianesimo russo. Ha insegnato teologia per più di trent’anni presso la Facoltà teologica di Firenze e ha vinto diversi premi letterari come scrittore religioso.

