
Che cosa significa vivere una vita virtuosa? Nel continuo compito di dare forma alla vita per orientarla al bello, al bene, al giusto, al vero l'uomo di oggi si sente in bilico tra virtualità e virtuosità. Vivere è la virtù. Siamo invitati ad assumere la nostra condizione umana adulta in un mondo in continuo movimento, in cui al camminare lento del pellegrino si sta sostituendo la bramosia del correre, dell'"essere al corrente". Virtù significa vita piena, vita dialogica, capace di recuperare quest'esercizio quotidiano, a portata di tutti, ordinario e non straordinario, vita bella, capace di cogliere sinfonicamente la propria esistenza assieme a quella degli altri, vita con abiti virtuosi, che occorrono per agire e per pensare. Prendere sul serio la vita quindi, ritrovare lo spazio dell'interiorità, ascoltare le ragioni che muovono ogni nostro fare, pensare, volere. Esercizio e strumento fondamentale per il rinnovamento delle comunità è il discernimento personale, radicato nel primato della coscienza, e comunitario. Le virtù, così come noi oggi le pensiamo, ci piacciono. Non sono regole da imparare a memoria. Sono belle e qualche volta ci fanno soffrire. Ma sono anche lo specchio della nostra laicità a confronto con un mondo che non può dimenticare lo sguardo sorridente di Dio.
Gesù Bambino promette ad ognuno di noi:
"Più mi onorerete, più io vi favorirò!"
Il titolo propone una prospettiva nuova: entrare nel mistero della sofferenza partendo dall'esperienza stessa di Cristo. Diventa così un'esperienza positiva, in una prospettiva che vede le persone sofferenti più come profezia pastorale che oggetto di analisi, più come promessa che problema.
Studio agiografico sul Servo di Dio Giunio Tinarelli di Terni. Operaio nelle acciaierie di Terni, Giunio per una malattia invalidante ha la capacità di convertirsi in "operaio dello Spirito". La figura di Giunio viene colta all'interno del contesto urbano della città di Terni, del movimento operaio, del progresso socio-economico che segnò lo sviluppo della cittadina. Giunio immobile, dal suo lettino fu di fatto una guida per tante anime che miravano a raggiungere la perfezione. Per molti altri che vivevano nella disperazione fu dispensatore di pace e per i suoi ex compagni operai delle acciaierie fu soprattutto una persona equilibrata.
Un cardinale, un vescovo, un monaco, un religioso, una consacrata, una suora di clausura, alcuni presbiteri propongono riflessioni ed esperienze che aiutano ad affrontare le complesse sfide della vita e della vocazione personale. Voci diverse e insieme complementari, talvolta venate di tratti autobiografici, offrono una meditata testimonianza sull’importanza e la fruttuosità del riconoscere e valorizzare le stagioni della propria e altrui debolezza. Un testo, campione di vendite, che è già un classico nella formazione permanente di cristiani ordinati, consacrati e religiosi. Tra gli autori: René Voillaume, Renato Corti, Carlo Maria Martini, Luciano Manicardi, Sergio Stevan.
Serie terza - Anno cinquantaduesimo - settembre / ottobre 2018
Hanno scritto in questo numero:
L. Alici / A. Anzani / E. L. Bartolini de Angeli / C. Belloni / G. Benzoni
G. Bottoni / F. Castelli / C. Danani / F. De Giorgi / I. De Sandre / U.G.G. Derungs
I. Lizzola / M. Marinelli / M. Naro / E. Peyretti / M. Scocco / E. Zerbini