
Poeta, scrittore e regista, per tutta la vita bollato come ateo, omosessuale e marxista, ferocemente ucciso nel 1975, in realtà Pasolini è stato un intellettuale capace di stare vicino al popolo, agli ultimi, ai deboli, agli oppressi, nel più evidente insegnamento evangelico, pur nella fragilità di un’esistenza contraddittoria. Il libro ruota intorno al Vangelo secondo Matteo, il film della sua carriera, giudicato dalla critica la miglior pellicola mai girata su Cristo e, anche se Pasolini non crede che Cristo sia il figlio di Dio, ma crede che in Lui l’umanità sia così alta, pura e rigorosa da essere divina, il libro testimonia una vita di ricerca e di comunicazione di Cristo, attraverso l’esperienza sconvolgente del Vangelo.
I testi dei vangeli e gli scritti degli apostoli in più occasioni invitano i primi cristiani a non limitarsi all'ascolto della predicazione del Signore, ma li sollecitano a fare, a mettere in pratica. Le opere di misericordia spirituale e corporale sono dunque la realizzazione concreta della fedeltà al comandamento dell'amore. Esse, tuttavia, richiamano anche la "materia" sulla quale - ha detto Gesù - verterà il giudizio finale.
Le riflessioni dell'autore propongono una rilettura agile e insieme profonda delle quattordici opere di misericordia corporale e spirituale, indirizzata soprattutto al lettore disponibile a lasciarsi interrogare. Esse attingono anche all'esempio di figure illuminate della tradizione della Chiesa, nella consapevolezza che queste indicano un metodo capace di ispirare un linguaggio e un impegno adeguati ad accostare le necessità dell'uomo moderno.
Sommario
Presentazione. Il giudizio e la misericordia. Ieri e oggi. Una stessa radice. Sette, perché? Il pittore e la misericordia. Pane e grissini. «Dar da mangiare agli affamati». Liscia o gassata? «Dar da bere agli assetati». C'è nudo e nudo. «Vestire gli ignudi» Cinque stelle per i VIP. «Alloggiare i pellegrini». Ospedali e beauty farm. «Visitare gli infermi». Le mie prigioni. «Visitare i carcerati». Tobia e Antigone. «Seppellire i morti». Il dubbio metodico. «Consigliare i dubbiosi». Un'altra fame. «Istruire gli ignoranti». Farsi i fatti altrui. «Ammonire i peccatori». L'urlo di chi soffre. «Consolare gli afflitti». Settanta volte sette. «Perdonare le offese». Lasciate che i piccoli... «Sopportare con pazienza le persone moleste». Salotti e cimiteri. «Pregare per i vivi e per i morti».
Note sull' autore
Aimone Gelardi, sacerdote dehoniano, ha insegnato teologia morale ed etica filosofica. Ha pubblicato: Parapsicologia. Per una risposta a interrogativi di sempre, Àncora, Milano 1976; Reincarnazione. Un mito che rinasce, EMP, Padova 1987; Direzione spirituale e cristiani comuni, EDB, Bologna 1991; Lettere a Patrizia, EMP, Padova 1989; Reincarnazione?, EDB, Bologna 1995; Dare voce alla morte. Celebrare la speranza, EDB, Bologna 1995; Verso il Giubileo, EDB, Bologna 1996; Pensieri feriali, EMP, Padova 1998; Parole nel vento, EMP, Padova 2003. Nella stessa collana ha curato i volumi La mia preghiera di ogni giorno (2005), La festa del perdono (2006) e Hai invitato anche me! La Comunione dei bambini (2008).
La liturgia delle ore, come tutta la liturgia cristiana, è una proclamazione escatologica della salvezza ricevuta in Cristo, una glorificazione e un rendimento di grazie a Dio per tale dono. In questo senso originale e primitivo, la liturgia delle ore è oltre il tempo.?Per il cristiano non c'è realmente nessuno spazio sacro, nessuna persona o tempi sacri: tutti sono redenti in Cristo. La liturgia delle ore è allora la celebrazione e manifestazione in momenti rituali di ciò che è e dovrebbe essere il nostro atteggiamento costante in ogni minuto del giorno, in una dialettica continua tra celebrazione e vita: la nostra incessante offerta sacerdotale in Cristo di noi stessi a lode e gloria del Padre, in rendimento di grazie per il dono della salvezza in Cristo. Con questi criteri e una conoscenza delle origini e degli sviluppi delle diverse liturgie cristiane tale che gli impedisce di essere prigioniero di clichés inverificati, Robert Taft, liturgista di fama mondiale, passa in rassegna la storia dell'ufficio divino nelle tradizioni cristiane, seguendo gli sviluppi liturgici della tradizione latina fino alla riforma del Vaticano II. È con questo sguardo che poi offre la riflessione sul significato della liturgia delle ore dei capitoli conclusivi.
Little Something, il protagonista, che ricorda la celeberrima Giada di "Giada e quei benedetti misteri della vita", è uno slancio d'amore. Quelli della sua specie di solito cercano la propria realizzazione nell'immediatezza. Little Something invece si sente diverso dai suoi simili, si sente chiamato a una missione speciale: associare l'intensità alla durata e diventare una grande storia d'amore. È cosciente però che, per riuscirci, deve necessariamente trasformarsi. Intraprende quindi un viaggio, una sorta di ricerca iniziatica, nel corso del quale incontrerà personaggi illustri e misteriosi dai nomi bizzarri. Per portare a compimento la propria missione, e quindi realizzarsi, il protagonista dovrà anche affrontare le strane alternanze del cuore e superare le prove della tentazione e della rassegnazione, ma alla fine della traversata del deserto? Troverà la Chiave del mistero della vita! Età di lettura: da 12 anni.
Si tratta di un’opera originale e di sicuro pregio: l’Autore, già docente di teologia all’Università Gregoriana, riprende una per una le litanie del Sacro Cuore e ne propone altrettanti approfondimenti biblico-teologici. Ne emerge un ampio quadro teologico-spirituale di solida dottrina.
La narrazione del Sé, specialmente nel rapporto con l'altro, costituisce un esercizio fondamentale nella tensione verso la comprensione della vita e del mistero, come risulta dallo studio dei testi mistici. Un percorso di scrittura che nel tempo ha visto un protagonismo femminile altrimenti inedito nella storia della letteratura. Attraverso un confronto fra i primi scritti autobiografici di Chiara Lubich e quelli di altre personalità significative del '900, come Etty Hillesum, Madeleine Delbrêl, Itala Mela, Giorgio La Pira e Divo Barsotti, emerge come il linguaggio mistico, inteso come lingua speciale dell'amore, apra il testo a sorprendenti possibilità di conoscenza, nonché di costruzione, della realtà. Un confronto che mette in evidenza anche le potenzialità e le caratteristiche proprie della scrittura femminile e maschile.
Meditazioni e prediche di un teologo per un pubblico piu vasto di uditori.
QUESTO BREVE SAGGIO CONSIDERA ED EVIDENZIA COME FRANCESCO ABBIA RISCOPERTO LA DIMENSIONE CORPOREA E CI INVITI A CONSIDERARE TALE DIMENSIONE PARTE INTEGRANTE DEL NOSTRO ESSERE SPIRITUALE. Noi comunichiamo normalmente usando gesti e parole. Spesso perr se parliamo di comunicazione intendiamo solo il secondo aspetto, mettendo il primo in secondo piano in quanto meno degno di nota. Per capire francesco non basta far l'analisi delle sue parole ma dobbiamo tener ben presente al come egli accompagna il proprio parlare poichi in lui noi troviamo angolazioni di vitalita che e`difficile riscontrare in altri. Francesco quindi ci invita a comunicare con tutta la persona, per fare tutto cir, perr non basta l'intelletto. C`e bi sogno di imparare a comunicare con tutta la nostra persona. Ci vuole un linguaggio nuovo, concreto che ha nella persona concreta la propria origine. Il corpo allora diventa importante perchi ogni parola e`vita tradotta in suono. La parola diviene veicolo di esperienza che chiama in causa l'altro; non un suono cui attribuiamo un significato. C e`una grande differenza infatti tra le due situazioni. Con la prima, cioi la parola fatta veicolo di esperienza c i lo sforzo di entrare nell altro. Con la seconda situazione c i solo volonta di scambio quasi commerciael, che e`utile al consorzio civile, ma che lascia l uomo nella propria solitudine.
Il testo mette a fuoco alcuni atteggiamenti comportamentali attraverso i quali si esprimono emozioni e sentimenti molto diffusi. Nell'arco di sei capitoli (Emozioni forti o serenità?, Cambiare gli schemi mentali, Ascolta la tua collera, Stop ai risentimenti, Attenzione alle antipatie, Ma non sempre è umiltà...), L. Verdone propone alla riflessione di chi ama capire e capirsi una sintesi di "saggezza terapeutica" su questi temi: rapporto tra emozioni forti e serenità; abitudine a interpretare la realtà secondo schemi mentali spesso deformanti; il significato della collera e del risentimento; che cosa c'è dietro il fenomeno dell'antipatia e la tendenza di alcune persone a mostrarsi eccessivamente umili.
«“Fuori di senno”: così l’aveva giudicato la maggior parte. Dopo di che l’avevano condotto all’ospizio. Da quando, per bocca di sua figlia, un angelo gli aveva fatto sapere: “La vita non ha senso”, ha un centro, l’occhio con cui guardava se stesso, gli altri, le cose e il mondo era cambiato. Era dunque del tutto naturale e logico che lo considerassero “fuori di senno”.
Ma quello che non avrebbe mai potuto immaginare era la felicità che doveva sperimentare a partire dal momento della sua esclusione sociale. [...] Questa felicità era quella di una liberazione, poi di una libertà senza paragoni o, se bisogna paragonarla, di una libertà alla radice dello spirito.»