
Con grande sobrieta l'autore ripercorre le pagine del Vangelo per vedere come gli uomini che si sono incontrati col Cristo hanno vissuto un loro rapporto con lui.
“La breve ma intensa riflessione che Claudio Gugerotti propone in questo agile saggio spirituale presenta un modo insolito e originale di rapportarsi alla liturgia. Con la suggestiva scena biblica della colomba dello Spirito in volo sopra le acque in cerca di una terra su cui
posarsi Gugerotti evoca l’immagine che ci hanno consegnato i Padri del Concilio Vaticano II sul Movimento liturgico. Che deve fare l’uomo contemporaneo per divenire il luogo in cui si posa lo Spirito e spazio di ascolto della sua voce? Claudio Gugerotti si pone alcune domande fondamentali che riguardano non solo la liturgia latina ma anche le liturgie delle Chiese orientali. Il suo sguardo si sofferma soprattutto sulle grandi tematiche di fondo che riguardano il rapporto tra liturgia e uomo, liturgia e spazio, liturgia e tempo, liturgia materia e cosmo; il tutto nella visione dell’incarnazione del Verbo e nella forza trasformatrice dello Spirito.”
(dall’introduzione di Mons. Piero Marini)
Indice: 1. L'uomo nuovo, un essere liturgico: termini e storia; approccio teologico; l'uomo liturgico interpella la cultura contemporanea * La Sacrosanctum Concilium alla luce dell'Istruzione per l'applicazione delle prescrizioni liturgiche del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.
Discorsi spirituali per la liberazione dell'uomo.
Considerata il capolavoro di Saint-Jure, l'opera L'uomo spirituale, edita nel 1646 e tradotta nella presente edizione, conobbe grande successo con numerose riedizioni fino a tutto il XIX secolo. Altrettanto rapidamente dimenticata, insieme al suo autore, costituisce una tessera molto importante del grande e complesso mosaico della spiritualità francese del '600. L'autore intende offrire una summa completa della vita spirituale, trattandone i temi più importanti, con ampi e continui riferimenti alla Scrittura e alla tradizione patristica e teologica.La prima parte definisce l'uomo spirituale come colui che è guidato dallo spirito di Cristo e descrive la vita che lo Spirito genera in lui, trattando anche del discernimento degli spiriti e dei doni dello Spirito Santo.La seconda parte è invece dedicata ai 'principi generali della vita spirituale': il fine dell'uomo, l'unione a Cristo, la fede, la preghiera, la pace interiore.
In una pensione sulle colline di Londra arriva all'improvviso un vento impetuoso che scuote ogni cosa, compresi gli ospiti un po' annoiati che vi alloggiano. E porta sulla scena uno strano individuo: Innocent Smith, un gigante scomposto, allegro, rumoroso, eccentrico, forse un po' matto. Anzi, magari è un pericoloso criminale, visto che in sua presenza accade di tutto: pistolettate, una violazione di domicilio, rapimenti di innocenti fanciulle, un tumultuoso processo. E magari non è neppure da solo quando compie le sue azioni dirompenti. Per dichiarare guerra a tutto ciò che spegne una sana meraviglia verso l'esistere non basta l'azione isolata e solitaria di un singolo, occorre un'incursione congiunta: un complotto di famiglia. Chi è l'Uomovivo? O, meglio, chi sono? Chesterton è davvero al suo meglio in questo romanzo «filosofico» pubblicato nel 1912, ma che mantiene intatta, dopo oltre cento anni, la sua carica lietamente eversiva nei confronti di ogni specie di conformismo e di tutte le idee troppo ovvie per essere vere. Dale Ahlquist - ricorda Edoardo Rialti nell'«Introduzione» - una volta mise i lettori saggiamente in guardia: «Quanto più leggi Chesterton, tanto più ti sottoponi allo spaventoso pericolo di vedere le cose per la prima volta». Prefazione di Edoardo Rialti.
In questo volume, che segue i due precedenti "Imitatori di Gesù Cristo. Scritti classici e cristiani" (EDB, 2005) e "Una parola straordinariamente amica" (Dehoniana Libri, 2009), si raccolgono una serie di lettere che appaiono come un diario dell'anima, unitamente ad una scelta di omelie a complemento - per temi e profondità di pensiero - dell'epistolario.
Gli eventi della vita spesso ci bloccano, facendoci ripiegare su noi stessi piuttosto che osare una nuova traversata. E se invece fossero proprio gli imprevisti ad aprirci alla novità? Nessuno come Gesù ha saputo attraversare l’umano lasciandosi istruire dall’imprevisto, suscitando una fiducia che fa uscire all’aperto.
Nascere, scegliere, congedarsi, sperare diventano così passaggi vitali in cui riconoscere un Amore che ci precede e che non ci farà mancare il gusto di una destinazione buona verso cui camminare insieme.
Spesso come cristiani facciamo di tutto per non dare nell'occhio. Al massimo, portiamo con noi dei piccoli segni che indicano la nostra fede o le nostre convinzioni religiose: una catenina con il crocifisso, l'effigie di un santo sul cruscotto o un adesivo sul parabrezza dell'auto. Magari approfittiamo della penombra di una chiesa per accendere furtivamente una candela e recitare una preghiera di intercessione. Insomma: ci mimetizziamo. Le cose si fanno però più avvincenti quando la fede chiede di manifestarsi all'esterno e noi usciamo allo scoperto. Ecco allora che sorgono domande molto concrete, come per esempio: devo portare il mio amico a messa con me? Come famiglia dobbiamo pregare prima dei pasti, anche se ci sono degli ospiti ai quali la nostra fede è estranea? Dov'è il luogo opportuno per manifestare ciò in cui credo? Sono pronto per mostrarmi come credente? E se vengo segnato a dito, ridicolizzato, emarginato, contestato? Mauritius Wilde incoraggia a rimanere ancoràti alla propria fede: a testimoniarla, come viene detto nella Bibbia. E invita a tutti gli effetti il lettore e la lettrice a un viaggio emozionante, a un percorso capace di nutrire e arricchire la spiritualità personale di ciascuno di noi.
«Ci si potrebbe aspettare che le persone che hanno fede non debbano avere motivo per essere depresse; dovrebbero essere capaci di pregare, di sognare o di venirne fuori da sole». Ma in realtà la depressione ha ben poco a che vedere con l’atteggiamento spirituale: non risparmia nessuno e i cristiani ne sono colpiti al pari di chiunque altro.
L’autrice affronta la problematica dall’interno, avendo conosciuto personalmente un periodo di depressione durante il quale afferma di aver passato moltissimo tempo a lottare con Dio.
Nel suo volume, dallo stile semplice e accattivante, intreccia le esperienze di depressione di molte persone, affinché siano di sostegno a quanti lottano in un’analoga fase buia della vita propria o di un amico; è sua convinzione che molto, nella tradizione e nella spiritualità cattolica, possa comunque offrire forza, conforto e potente intuizione in questa battaglia.
Un libro concreto di indicazioni pratiche e di suggerimenti interessanti, anche per il continuo legame che individua fra debolezza psicologica e risorse spirituali.
Sommario
Introduzione. 1. Come si può descrivere la depressione? 2. Se solo ti impegnassi di più. 3. Perché Dio non mi guarisce? 4. Come comincio? 5. Voglio solo sentirmi meglio. 6. Non riesco a smettere di piangere. 7. Sto diventando pazzo! 8. Nelle tenebre, comincia dal poco. 9. Non girarti dall’altra parte. 10. Le guarigioni non sono «storie di successo». Epilogo.
Note sull'autrice
Kathryn James Hermes appartiene alla congregazione delle Figlie di san Paolo. Ha conseguito un master in teologia alla scuola dei gesuiti di Weston. Dirige il Dipartimento di editoria elettronica del Books and Media delle Paoline ed è autrice di Beginning Contemplative Prayer: out of Chaos, into Quiet; Close your Eyes to See; Prayers for Surviving Depression; The Journey Within: Prayer as a Path to God; è co-autrice di The Rosary: Contemplating the Face of Christ.
“La castità è il campo di battaglia di tutti”, ripeteva spesso san Giovanni Bosco. “La purezza oltrepassa oltremodo i cieli e dà la visione e l’intelligenza di cose sublimi”, disse Padre Pio ad un’anima. L’autrice tratta l’argomento forte del sostegno di due grandi “uomini di Dio” incontrati sul suo cammino spirituale – san Pio da Pietrelcina e il sacerdote salesiano don Giuseppe Tomaselli – nell’intento di affermare il principio che “Gesù apre il suo Regno solo ai semplici e ai puri di cuore”, in una realtà che si pasce di orgoglio e di ogni genere d’impurità. Tale presupposto impegna tutti a non fare prevalere la cupidigia, per poter accedere ai “beni celesti” in vista della vita eterna. Tra le varie fonti bibliografiche, particolare attenzione è posta su alcuni libretti di don Giuseppe Tomaselli e sugli “Appunti del papa emerito Benedetto XVI per il mensile tedesco Klerusblatt, 11 aprile 2019”, appunti inerenti l’argomento della pedofilia e dei costumi immorali che minano la credibilità della Chiesa, oggetto di riflessione durante il summit dei presidenti episcopali, riuniti da papa Francesco nel febbraio 2019.
Una proposta alternativa alla stanca spiritualità dei nostri tempi, una proposta che riprende la saggezza della tradizione. Padre Serafino Tognetti dice tra l'altro nella prefazione: "L’ideale di vita proposto in questo libro di Aurelio Porfiri non è un nostalgico ritorno al passato, ma una valorizzazione del presente rivisto e rivisitato con quello spirito, che poi è l’unico cattolico, cristiano: essere figli di Dio umili e combattivi, semplici e convinti, nell’accettazione serena della figliolanza divina in Cristo, avendo presente l’ordine voluto da sempre. La vita non l’inventiamo noi, anche se siamo capaci di andare sulla luna (ma cos’è mai poi la luna, nei confronti dell’universo e delle stelle fisse?): quando nasciamo ci troviamo inseriti in un ordine di natura che si dà da sè, che siamo chiamati a contemplare e in qualche modo ad obbedire. Dio ci dà la libertà e ci insegna ad usarla per il bene.... Quale figura di cristiano propone il nostro autore? La figura del cristiano come monaco-cavaliere. Non con la bardatura, cavallo bianco e spada sguainata, ma in giacca e cravatta negli uffici, con vesti usuali negli uffici, nelle case, nelle scuole, nelle parrocchie, ovunque. Persone che rimettono tutto in equilibrio: Dio prima di tutto, poi l’ascolto della sua divina Parola, la contemplazione della vita e dell’ordine delle cose, quindi di conseguenza l’amore vero per il prossimo, lo spirito di sacrificio, la preghiera, il servizio". Insomma, tornare indietro per riprendere il futuro.