
Piccoli libri per tutti in cui brevi pensieri di Autori di ogni tempo e Paese si alternano a immagini significative e simboliche. Adatti ad ogni occasione speciale, ne fanno un momento di riflessione e meditazione sul tema prescelto.
La speranza, virtù teologale di cui oggi siamo particolarmente carenti, non è come l'ottimismo o il pessimismo un dato legato a condizionamenti ambientali o culturali, o alla biografia personale: a imparare a sperare bisogna piuttosto educarsi, esercitandosi con pazienza e fiducia. Questa è la convinzione profonda dell'Autore, sulla scia di Charles Péguy che affermava "È sperare la cosa più difficile. La cosa più facile è disperare". Il libro, suddiviso in tre passaggi, accompagna il lettore a riscoprire il ruolo, non secondario, della speranza nel racconto biblico; il fenomeno attuale della crisi di fiducia nel cosiddetto aldilà, caso serio del cristianesimo e cuore delle sue speranze; infine, alcuni caratteri di uno sperare credibile per l'oggi, nell'attuale cambiamento d'epoca.
La speranza è il vento della vita, il pilastro del mondo. Vivere senza speranza, è aspettare di morire. Basta questo per ricordare a tutti che in mezzo a tante grida di disperazione che salgono oggi dalla terra è nostro dovere gridare la speranza. Soprattutto la speranza cristiana. Questo libro semplice e chiaro aiuta a capire e coltivare la speranza che aiuta a vivere. Lo stile secco, rapido, concentrato consiglia una lettura e una meditazione lenta.
Queste pagine sono il diario del periodo che l’Autore trascorre a fianco dell’anziana madre,camminando lungo un percorso di dolore e sofferenza che va dall’operazione a cuore aperto al coma,sino a giungere alla luce di un lento e faticoso recupero.Ed è ripercorrendo quei giorni che mons.Luigi Ginami si rende conto di come l’anziana donna, paradossalmente, non gli abbia «mai insegnato tanto come in questi ultimi due anni»,oggi che il coma le ha strap pato l’uso della parola. L’Autore rilegge così la propria storia – e in questo accompagna per mano il lettore – alla luce del rapporto con lei,Mamma Santina.Il testo è correda to di numerosi documenti (il carteggio tra la madre e il figlio sacerdote,le car telle cliniche di Santina,i diari dell’Autore…) e testimonianze. Una figura eminentemente evangelica, Santina, che nella minorità della sua condizione canta alla speranza e alla vita e,nel silenzio dell’invalidità,fa sue le parole dell’Inno alla carità di san Paolo, là dove la carità «tutto scusa, tutto crede,tutto spera,tutto sopporta».
AUTORE Luigi Ginami, sacerdote della diocesi di Bergamo, ha conseguito il Dottorato in Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo e il Dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense. Dal 1991 al 1996 ha ricoperto la carica di Aiutante di studio presso la Segreteria Generale della CEI.Con Paoline ha pubblicato: Il Beato Alberto di Villa d’Ogna. Esempio di santità laica nell’Italia dei comuni (2000) e Seguo il mio re! Una regola di vita per giovani (20022).Tra i suoi titoli ricordiamo: Cenacolo: dono e mistero. Lettere del Giovedì Santo di Giovanni Paolo II (Casale Monferrato 2002) e Pregaregiovani.it:un libro e un sito per imparare a pregare (Casale Monferrato 2003).
Sperare significa essere ottimisti? Che cosa sperare? Come si spera? Alla vigilia dell’Anno Santo 2025, accompagnato dal motto Pellegrini di speranza, questi interrogativi tornano attuali, anche alla luce dei grandi e drammatici sconvolgimenti mondiali che interessano il nostro pianeta: dalla pandemia da Covid-19, alle guerre, alla questione ecologica. L’ascolto di alcuni testi di san Paolo, che della speranza fa uno dei nuclei del suo instancabile annuncio missionario, tenta di raccogliere alcuni spunti per rispondere alle domande iniziali. Un intrigante itinerario tra gli scritti paolini, per misurarsi con le radici, gli effetti attuali e la pienezza futura della speranza cristiana.
Scritto per chi soffre perché la speranza non muoia mai, anche con l'aiuto del sacramento dell'unzione dei malati.
Speranze raccoglie i pensieri essenziali di grandi autori - santi, poeti, filosofi - scelti per farci riscoprire i valori che ancora oggi ci guidano nel nostro modo di vivere, di sognare e di pensare. Dall'Islanda alle crete senesi, le immagini di Olivier Föllmi testimoniano l'incantamento del fotografo, tornato alle fonti della propria cultura dopo trent'anni passati a percorrere il mondo.
Che cosa possiamo sperare? Questa domanda attraversa la modernità, la sapienza delle religioni, la ricerca dei filosofi, il canto dei poeti, la riflessione dei teologi, l'esperienza spirituale dei santi d'oriente e d'occidente. È una domanda che oggi con forza chiede conto ai cristiani della speranza che è in loro. In ascolto del vangelo delle beatitudini, questo libro cerca una risposta e, seguendo le sollecitazioni del magistero di papa Francesco, declina la speranza cristiana nelle attese del nostro tempo: sperare la consolazione, sperare la terra, sperare la giustizia, sperare la pace, sperare l'insperabile. Presentazione di Enzo Bianchi.
Un sapiente contributo alla rinascita
della cultura della speranza
Nel nostro paese la cultura della speranza sembra soccombere, vinta da un impasto di scoramento, depressione e cinismo che non risparmia neppure i cristiani. Occorre allora tornare a chiedersi di che cosa sia fatta la speranza, quale sia il suo fondamento. Attraverso riflessioni brevi e puntuali, l’autore mostra che la speranza è nutrita dalla nostalgia per la felicità: nostalgia che, preservata dal degenerare in angoscia, può divenire desiderio di vita vera e responsabilità verso il bene degli altri. Si spera, infatti, per gli altri: perché altri ci hanno insegnato a farlo e sono ragione di speranza per noi; perché altri contano su di noi e siamo responsabili del loro destino; perché la speranza genuina non si inventa, ma è la risposta a un invito che viene da un Altro.
Roberto Mancini (Macerata 1958), docente di filosofia teoretica all’Università di Macerata, è autore di numerosi saggi su tematiche fondamentali dell’esistenza umana quali l’ascolto, la pace, il bene e la libertà. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Il silenzio, via verso la vita (2002), L’uomo e la comunità (2004) e L’umanità promessa (2009).
«Nel panorama della storia umana poche figure risplendono con la stessa intensità di san Francesco d'Assisi. Non è un personaggio relegabile nei secoli passati, ma una presenza vibrante che parla ancora e direttamente agli uomini e alle aspirazioni del nostro tempo». Cosa può dirci un uomo del 1200 come san Francesco rispetto alle sfide che siamo chiamati ad affrontare nel nostro tempo, nel nostro mondo in continuo mutamento? Cosa rende unico il «santo poverello», e perché è considerato ancora oggi una delle figure più importanti non solo della Chiesa, ma della storia dell'umanità? Sono solo alcune delle questioni su cui indaga l'arcivescovo di Torino Roberto Repole in questo libro, illuminante e innovativo perché lontano dall'essere l'ennesima biografia o una mera raccolta di aneddoti sulla vita del santo di Assisi. Il suo voto di povertà, l'amore per ogni creatura, la sua arte poetica sono fatti ormai noti: l'obiettivo dell'autore è invece quello di mostrare un lato inedito di Francesco, il vero motivo per cui, a distanza di otto secoli, il suo nome e il suo ricordo continuano a risuonare nell'immaginario comune, ad affascinare, ispirare e orientare l'uomo di oggi in un'epoca di profondo cambiamento o, come dice papa Francesco che dal santo ha preso il nome, in un radicale cambiamento d'epoca. Scopriamo così che san Francesco ha saputo come pochi altri adeguarsi alle trasformazioni del proprio tempo, incarnando un modello sorprendente di adattamento e resilienza; il suo messaggio, tramandato di generazione in generazione, può accompagnarci oggi verso le prove che ci attendono, insegnandoci a camminare in equilibrio sul filo sottile che separa saggezza tradizionale e nuove idee, tra l'importanza di preservare il passato e la necessità di guardare con fiducia e speranza verso il futuro.
Questo libro della collana "ascolta e cammina" è dedicato espressamente al Giubileo 2025 indetto da Papa Francesco il 9 maggio 2024 con la bolla "Spes non confundit" - "La speranza non delude". Scrive Papa Francesco: "Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il prossimo Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l'urgenza". Mauro Giuseppe Lepori con questo saggio offre al lettore un'occasione di riflessione concreta sulla speranza, una opportunità per vivere pienamente il Giubileo 2025.
Attraverso le Sacre Scritture l'autore rilegge le angosce, le paure e il senso di smarrimento di chi si ritrova immerso nel mistero del solore o a dover combattere un male invisibile, restituendoci l'immagine di un uomo fragile e precario, ma che riesce sempre a trovare la forza e il coraggio di risollevarsi. Un invito a sviluppare quella forza umana - la speranza - che nella fede diventa virtù teologale, per non arrendersi di fronte alle intemperie, tutte, della vita.

