
Un libro che nessuno ancora aveva scritto sul rapporto più intimo e travagliato di Montanelli: quello col Padreterno.
Chi si prende a cuore di raccontarcelo è Giorgio Torelli, giornalista dallo stile inconfondibile, amico e collega di Montanelli e tra i fondatori de “Il Giornale”. Nella prima parte si descrive il Montanelli pubblico, quello che al buon Dio le spiegazioni le chiedeva direttamente, in faccia, secondo una coerenza che non temeva i confronti. Poi, viene fuori il ritratto privato, a riflettori spenti, disegnato da chi lo conosceva bene e lo frequentava.
Emerge un uomo che pareva convivere con un “rovello”, questioni rimaste a metà, nascoste e mascherate dentro un personaggio burbero e spiccio.
Nel IV secolo, il retore Procopio di Gaza (465-530 ca.) diede inizio a un genere nuovo di letteratura patristica che chiamiamo oggi catene. Se gli interi codici contenenti i testi dei più noti Padri e scrittori ecclesiastici non erano a portata di tutti, anche per motivi economici, era tuttavia possibile offrire i testi scritturistici corredandoli di un commento antologico formato da piccoli o lunghi estratti di commenti di diversi Padri, copiati dai redattori in modo ordinato accanto o sotto a ciascun versetto biblico. Ne risultò un genere nuovo di esegesi, un genere "corale", dove la voce di grandi autori offriva una valida interpretazione per ogni versetto dei singoli libri della Scrittura. La "Catena palestinese", è un testo di primaria importanza perché raccoglie estratti di quanto resta degli antichi commenti sui salmi, in massima parte andati perduti.
Capitoli brevi ma pregnanti, frammenti di un nuovo discorso spirituale sui valori, segnatamente cristiani, per tentare di ricomporre il mosaico di una nuova e matura interiorita, per cercare di offrire acqua sorgiva alla sete" delle persone di oggi. " I paesaggi dell'anima che il libro attraversa sono i territori, spesso devastati, della psiche e dell'interiorita delle persone di oggi, viandanti smarriti" in uno scenario che non riconoscono piu, viaggiatori spaesati, senza meta, ben che vada, soltanto distratti. Per costoro il libro cerca di indicare degli orizzonti di senso, per chi e in ricerca, per chi vuole scoprire la propria personalita piu vera in un dialogo tra volti, fuori dall'anonimato frustrante di chi non ha identita. Il libro si rivolge in modo particolare a educatori e giovani. In quanto presentazione credibile e appassionata della ricerca di senso e verita per la vita delle persone di oggi, puo essere proficuamente utilizzato da parte dei catechisti e degli animatori dei gruppi giovanili. "
Queste parole di suor Emanuela Ghini sono come preghiere, perché lei è fondamentalmente orante, la preghiera è in lei forse lei è e vive come preghiera. Questo spira il suo piccolo libro Dalla prefazione di Mario Luzi
Fratel Charles, il "piccolo fratello universale", ci obbliga a una riflessione sull'uomo, sul mondo e sulla relazione fra le religioni, in particolare con il mondo islamico. Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, morì a Tamanrasset (Algeria) il 1° dicembre 1916, ucciso in un assalto di banditi nel suo eremo, dove aveva scelto di vivere l'esistenza dei poveri del territorio e di quel Cristo di cui, per un ventennio, imitò la "vita nascosta". Le pagine di questo volume raccolgono testi di varia provenienza, che testimoniano proprio gli esordi della vita in Cristo di fratel Charles: gli anni di Nazaret e Gerusalemme, quelli dell'immersione nei luoghi della vita segreta di Gesù, della vita oscura della Santa Famiglia. In questi anni, che vanno dal 1897 al 1900, fratel Charles approfondì i motivi della propria vocazione, fece memoria della vita precedente la conversione e impostò il futuro. Sono anni decisivi, dunque, in cui il lettore ritroverà tutto quello che il "piccolo fratello" sarebbe stato in seguito.
Fratel Charles, il "piccolo fratello universale", è oggi più che mai una figura la cui presenza obbliga a una riflessione sull'uomo, sul mondo e sulla relazione fra le religioni, in particolare con il mondo islamico. Nato a Strasburgo il 15 settembre 1858, morì a Tamanrasset (Algeria) il 1° dicembre di cento anni fa, nel 1916, ucciso in un assalto di banditi presso il suo eremo, dove aveva voluto vivere condividendo, in ogni scelta quotidiana, la duplice esistenza: dei poveri del territorio e di quel Cristo di cui, per un ventennio, imitò la "vita nascosta". Le pagine di questo volume raccolgono testi di varia provenienza, che testimoniano proprio gli esordi della vita in Cristo di fratel Charles: gli anni di Nazaret e Gerusalemme, quelli dell'immersione nei luoghi della vita segreta di Gesù, della vita oscura della Santa Famiglia. In questi anni, che vanno dal 1897 al 1900, fratel Charles approfondì i motivi della propria vocazione, fece memoria della vita precedente la conversione e impostò il futuro. Sono anni decisivi, dunque, in cui il lettore ritroverà in nuce tutto quello che il "piccolo fratello" sarebbe stato in seguito. Gli anni di Nazaret sono quelli della fondazione del proprio ministero e di quella straordinaria esperienza che da esso si sarebbe originata, quella dei "Piccoli fratelli del Sacro Cuore".
“Leggete queste profezie con gli occhi del quotidiano, lasciate parlare il silenzio che nascondete nel timore delle vostre coscienze, improvvisamente...
vi ritroverete ad ascoltare e vedere, quello che sarà.”
È lui il nuovo Nostradamus?
Quanto scritto riguarda ognuno di noi, siamo stati avvisati.
Incontrare un fiore non e mai tempo perso. Chi trova un fiore trova un libro senza fine pieno di gioia e bellezza. Il volumetto e un invito a portare in giro fiori, non musi lunghi e scuri.
«Forse non immagini nemmeno - scriveva Simone Weil all'amica Albertine Thévenon - cosa voglia dire concepire tutta la propria vita davanti a sé e prendere la risoluzione ferma e costante di farne qualcosa, di orientarla da cima a fondo, con la volontà e col lavoro, in un senso determinato». Come testimonia l'ampia scelta di testi proposti in questo volume, la vita di Simone Weil è stata uno sforzo prolungato per dare forma a quel «qualcosa» senza il quale esistere non avrebbe per lei avuto senso. La quantità di problemi sociali, politici, storici, filosofici, religiosi affrontati con estrema lucidità nel vivo dei conflitti, dà la misura del compito che si era prefissa, avendolo precocemente individuato come l'impegno cruciale richiesto dalla crisi epocale dell'Occidente.
La riflessione a voce alta di un prete-poeta di fronte al segno con cui Gesu ha scelto di farsi ricordare, per lasciarci penetrare dal messaggio eucaristico. Il pane come segno di incontro, di comunione universale, come segno della presenza costante del mistero nella vita di ciascuno di noi. Le riflessioni di un prete poeta, che ci fa sentire quanto sia concreto il pane divino, ma anche quanto spesso non riusciamo a coglierne la forza liberatrice. Il messaggio di Gesu e universale, tocca tutte le persone, le storie, e vita, come il simbolo che lui stesso ha scelto nell'ultima cena. Il libro e introdotto dalle bellissime parole dell'amico Paolo De Benedetti, uno dei piu grandi esperti di ebraismo.