
Il corpo che noi siamo,
e che non proviene da noi,
è la nostra “in-scrizione” originaria
nel senso della vita
Nel corpo “preparatomi da Dio”
e che mi accomuna a ogni uomo
e al tempo stesso mi personalizza,
è incisa la mia unicità, la mia irripetibilità,
ma anche la mia chiamata a esistere con gli altri,
grazie agli altri e per gli altri:
il corpo è appello e memoriale
della vocazione di ciascuno
alla libertà e alla responsabilità.
Il cristianesimo, con l’incarnazione, rivela che il corpo umano è il luogo più degno di dimora di Dio nel mondo e afferma la connivenza profonda tra il sensibile e lo spirituale, tra i sensi e lo spirito, tra il corpo dell’uomo e lo Spirito di Dio. Dio è narrato dall’umanità di Gesù di Nazaret.
Luciano Manicardi (Campagnola Emilia 1957), monaco di Bose e biblista, collabora alla rivista Parola, Spirito e Vita. Attento all’intrecciarsi dei dati biblici con le acquisizioni più recenti dell’antropologia, riesce a far emergere dalla Scrittura lo spessore esistenziale e la sapienza di vita di cui è portatrice. Presso le nostre edizioni, oltre a diversi testi di meditazione, ha pubblicato, assieme a Enzo Bianchi, Accanto al malato e La carità nella chiesa.
Dopo la pubblicazione dell'enciclica Laudato sì di papa Francesco, le reazioni nel mondo cattolico sono state abbastanza tiepide all'inizio, poi sono nati alcuni movimenti, come il Laudato Si' Movement. Dopo 10 anni questo libro di un prete contadino, diventato monaco dopo un incidente che lo ha immobilizzato, esce come un approfondimento teologico che chiarisce gli obblighi morali nell'impegno politico e personale derivanti dall'enciclica.
Un'accurata e originale ricerca che indaga sul senso evangelico-teologico delle canzoni di Fabrizio De Andrè. Il libro si divide in tre capitoli: Fabrizio De Andrè: evangelista involontario? Con breve biografia del cantautore. I tre temi di teologia deandreiana: Cristo, l'amore e la morte. Analisi delle tre opere che maggiormente definiscono il cristianesimo anarchico di De Andrè: il singolo "Si chiamava Gesù", il concept album "La buona novella" e il singolo "Il testamento di Tito".
Tra l’etica del finito e il cristianesimo
non è difficile trovare sintonie.
Ma il cristianesimo è tutto qui
o vi sono cose a cui l’uomo è elevato,
che a lui sono donate,
che non appartengono alle sue possibilità,
ma riguardano gli impossibilia Dei?
Salvatore Natoli è docente di filosofia teoretica all’Università di Milano-Bicocca. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: L’esperienza del dolore (Feltrinelli 1989), La felicità (Feltrinelli 1994), Dizionario dei vizi e delle virtù (Feltrinelli 1996), Dio e il divino (Morcelliana 1999), La felicità di questa vita (Mondadori 2000), Libertà e destino nella tragedia greca (Morcelliana 2002).
«Mai nella storia umana la vita è stata così tutelata legalmente e socialmente, e mai è stata così minacciata, manipolata, mercificata, distrutta».
Con queste parole il teologo Ricca stigmatizza il tragico paradosso di una società che da un lato protegge a oltranza la vita e dall'altro sparge la morte in forme sempre nuove.
Una società che registra su vasta scala il fenomeno della «rimozione della morte» dalla coscienza collettiva e della sua «privatizzazione»; una società che mentre insegue la massima protezione scientifica dalla morte lascia al contempo culturalmente indifesi e disarmati credenti e non credenti.
Una breve riflessione sull'enigma della morte per meglio comprendere e amare la vita.
Tutti hanno un nome, in questa storia: il Maestro, che alla fine si rivela e svanisce, e il mio compagno, che si chiamava Cleopa. Di me soltanto non rimane che l'ombra. Io sono un'impronta sulla strada per Emmaus.
Paradosso, scandalo, follia, ignominia, obbrobrio: tale apparve fin dall'inizio, nelle parole degli stessi testimoni e scrittori cristiani, la crocifissione. Se già il mondo pagano poteva concepire la manifestazione terrena della divinità, solo con il cristianesimo si afferma, prepotentemente, e in modo assolutamente nuovo, l'idea sorprendente di un Dio che si fa Uomo anche e proprio nel dolore, nella sofferenza, nell'umiliazione, nell'ingiustizia subita, per redimere l'umanità stessa dal peccato. Quest'opera di Jammes, ora tradotta in italiano per la prima volta, insiste proprio su tale aspetto: un Cristo umano, umiliato, sofferente, e proprio per questo vicino e compartecipe alle sofferenze che da sempre attanagliano l'uomo e il creato. La croce, simbolo universale tanto del dolore e della tortura, quanto dell'elevazione al cielo, dell'aspirazione spirituale, è, in quest'opera, anche emblema cosmico, Albero del Mondo, asse che innerva e sostiene il cosmo, e congiunge verticalmente la terra al cielo, la natura allo spirito. Proprio per questo, Jammes vede nella croce una speranza: quella di poter redimere il mondo moderno dalla deriva morale, dalla perdita di punti di riferimento, dalla cecità della violenza e dell'ingiustizia, facendogli ritrovare, proprio ai piedi della croce, il suo "centro di gravità". Prefazione di Matteo Veronesi. In appendice "Preghiera per andare in Paradiso con gli asini" e "Rosario". Con una nota di Giancarlo Pontiggia.
Il colloquio con il Crocifisso nella chiesa di San Damiano è uno degli eventi più noti della vita di Francesco: dinanzi a quell'immagine, il Poverello riceve dal Signore la richiesta di "riparare la sua Chiesa". Quale ruolo ha avuto la croce nell'esperienza del Santo di Assisi? Può un'opera d'arte continuare a "parlare" all'uomo di oggi? L'Autore - a partire dalle Fonti - ci guida in un affascinante percorso tra arte, storia e spiritualità e ci accompagna fino al cuore dell'avventura cristiana di san Francesco.
La vita cristiana è situata dentro la morte e risurrezione di Gesù Cristo, che è il mistero pasquale della nostra fede. È il significato del battesimo, di cui il catechismo dice che è immersione o innesto in Cristo morto e risorto. Non è possibile separare il Crocifisso dal Risorto, pena farsi un'idea inesatta della fede cristiana. Siamo salvati da un amore che, donando la vita per noi sulla croce, reca in sé la potenza della risurrezione. La nostra sequela di Cristo non è solo sequela del Crocifisso, ma del Crocifisso-Risorto. La croce che portiamo dietro di lui e con lui ci porta verso il suo stesso destino. Per questo anche in noi dolore e morte profumano di risurrezione.
Un libro che rivaluta la cucina tradizionale, i prodotti poveri" e dei monasteri. "
L’Autore con questo nuovo Saggio, "Il Culto nell’Esicasmo” desidera approfondire alcune tematiche relative alla Pratica ed all’Ascesi Esicasta. Da un lato si troveranno temi già affrontati in altri Saggi e da un altro si approfondiranno temi mai trattati ed altri visti solo superficialmente. Parleremo della Pratica a partire dall’Invocazione del “Nome di Gesù” per approdare ad altre tematiche come la “Postura", la Respirazione e soprattutto il Centro del nostro Essere: il “Cuore”. L’Esicasmo essendo l’unica Pratica Cristiana che fa uso del Corpo, dell’Anima e dello Spirito diventa cosi la più alta Teologia che oggi possediamo per giungere al “Regno di Dio".
Conoscerla e divulgarla é la nostra Missione, trovare punti di raccordo tra il Cattolicesimo e l’Ortodossia e come far vivere i due polmoni di uno stesso organismo.
Non si può vivere senza uno di essi, tanto più che l’Esicasmo é nato quando il Cristianesimo era indiviso e lo fu per molti secoli ancora. Se il Centro Spirituale rimase il Monte Athos si può affermare che l’Esicasmo segno una fonte di Pratica vissuta tanto nei paesi Slavi che anche nei paesi del Mediterraneo. Infatti l'Esicasmo prese connotazioni proprie in Russia ed anche nel Mezzogiorno dell’Italia. Questa sarà la mia prossima fatica.

