
I frammenti esegetici pubblicati sono stati trasmessi anonimi in un codice della Biblioteca Ambrosiana di Milano, l'Ambrosianus I 101sup, proveniente da Bobbio, codice particolarmente prezioso per la storia del cristianesimo perché tramanda anche il cosiddetto Frammento Muratoriano. Essi contengono una interpretazione di alcune porzioni di testo del Vangelo secondo Matteo e precisamente: parte della pericope escatologica (Mt 24,20-42), letta in una prospettiva moderatamente millenarista, di stampo spirituale; la parabola del regno dei cieli paragonato al lievito (Mt 13,33); una argomentazione relativa all'apostolo Pietro incentrata sull'uso della spada che egli fece al momento della cattura di Gesù e sul suo successivo rinnegamento del Maestro (Mt 26,51-53.72-75). I frammenti fanno dunque emergere l'interesse dell'autore per gli ultimi tempi: lo sguardo rivolto alla parusia del Signore sollecita l'agire dell'uomo nell'oggi della storia, di fronte alle diverse circostanze che lo interpellano (rapporto con il potere politico, con le osservanze religiose, con le esigenze derivanti dall'adesione a Cristo). Il contesto storico e dottrinale che traspare dall'opera consente di ambientarla nella seconda metà del IV secolo. Essa manifesta significative corrispondenze con i Commentari paolini e le Quaestiones Veteris et Novi Testamenti dell'Ambrosiaster, tali da indurre a ritenere che sia uscita dalla sua mano.
Descrizione dell'opera
Il volume intende colmare le lacune esistenti nel campo della storiografia biblica con una esposizione sintetica e sistematica delle più importanti questioni relative al rapporto donna - Sacre Scritture.
La marginalità delle donne nella Bibbia è forse ad un tempo causa e conseguenza dello scarso riconoscimento che esse raccolgono nelle Chiese e in ambito teologico. All’interno di questa situazione storica è però possibile individuare una lunga tradizione interpretativa della Sacra Scrittura portata avanti dalle donne (parte I del volume), evidenziare una particolare presenza di donne nei testi sacri (parte II) e delineare, infine, a livello ermeneutico, i tratti specifici di un’esegesi al femminile, praticata da donne cristiane ed ebree (parte III). La novità dell’opera, che si articola in 12 contributi, va riscontrata non solo nell’impostazione interconfessionale, che si avvale di specialisti cattolici, protestanti ed ebrei, ma anche nella messa a confronto dell’approccio storico con quello esegetico.
Sommario
Introduzione generale (A. Valerio). I. Donne e Bibbia: una lunga tradizione interpretativa. 1. Donne e Bibbia nel cristianesimo tra II e V secolo (C. Mazzucco). 2. La Bibbia delle mistiche nei secoli XII-XIV (F. Santi). 3. La Bibbia nell’umanesimo femminile (secoli XV-XVII) (A. Valerio). 4. Donne interpreti della Bibbia nella tradizione protestante (J. Økland). 5. Elisabeth Cady Stanton e la Woman’s Bible: un’esegesi femminista nel XIX secolo (A. Berlis). 6. Le ebree di fronte alla Bibbia (M. Del Bianco Cotrozzi). II. Donne nei testi sacri. 7. Donne nell’Antico Testamento (I. Fischer). 8. Discepole di Gesù (M. Perroni). 9. Leadership femminile nelle comunità cristiane dell’Asia Minore (E. Estévez López). 10. Il simbolismo della donna nella letteratura apocalittica (L. Arcari). III. Ermeneutica. Donne ed esegesi a confronto. 11. La donna nella tradizione ebraica: spunti poetici (L. Voghera Luzzatto). 12. Tendenze attuali nell’esegesi femminista: Mc 5 (M. Navarro Puerto). Indici.
Note sulla curatrice
Adriana Valerio, laureata in filosofia e in teologia, insegna Storia del Cristianesimo all’Università “Federico II” di Napoli. È presidente della “Fondazione Pasquale Valerio per la storia delle donne” e dell’AFERT (Associazione Femminile Europea per la Ricerca Teologica). Tra le sue pubblicazioni: Cristianesimo al femminile (Napoli 1990); Donna potere e profezia (Napoli 1995); I sermoni di Domenica da Paradiso (Firenze 1999); Donne e Religione a Napoli (Milano 2001); La Bibbia nell'interpretazione delle donne (Firenze 2002); L'Archivio per la Storia delle donne, 2 voll. (Napoli 2004-2005).
«Dal 1955, anno in cui Castellino pubblicava il suo commento ai salmi, in Italia non era più apparso nessun commento esegeticamente completo a questa monumentale raccolta di preghiere, Parola di Dio e parola dell'uomo. Ora con l'opera di Ravasi si potrà in modo nuovo e completo scoprire in pienezza questo libro mistico e terrestre, divino ed umano» (dalla Prefazione di C.M. Martini).
«La traduzione del Martini, col testo e note, è uno dei più belli studi che si possano fare sulla Bibbia», diceva don Bosco, parlando del testo biblico più in uso al suo tempo.
Don Bosco amava la Bibbia, quale parola di Dio e «fondamento della nostra santa religione». Diceva che il catechismo è la «Bibbia dei giovani». Pubblicando una Storia sacra, dichiarava che la sua intenzione era di «popolarizzare la scienza della Sacra Bibbia». Secondo lui, la predicazione doveva «poggiarsi sulla Sacra Scrittura». E nel programma degli studi ecclesiastici dei suoi salesiani la Bibbia doveva avere il primo posto: «Praecipuum eorum studium totis viribus dirigetur ad Biblia Sacra».
Non sorprende allora il fatto che nell’abbondante letteratura popolare uscita dalla sua penna (opere edite, epistolario, memorie e altri scritti), e nelle sue parole trasmesse dai suoi biografi, si è potuto rilevare circa 6.000 citazioni o allusioni bibliche, di cui 2.000 per l’AT, 2.000 per i Vangeli, e 2.000 per il resto del NT. La Bibbia, infatti, è il «codice divino affidato alla Chiesa».
Percorrendo tutti i libri dell’AT – dalla Genesi al profeta Malachia – con gli occhi e la mente di don Bosco, l’Autore di questo studio apre nuovi orizzonti sulla spiritualità pedagogica del santo Educatore. Ci si rende conto che i libri da lui più citati sono la Genesi (fondamenti della fede), l’Esodo (i dieci comandamenti), i Salmi (preghiera e culto), i libri sapienziali (per la loro impronta educativa), in particolare il Siracide, e il profeta Isaia (annuncio del Messia). Benché la preoccupazione apologetica sia molto presente, ciò non impedisce a don Bosco di offrirci una vera e propria lectio divina salesiana, come dice il sottotitolo del volume. Infatti, la sua lettura è continuamente attenta alle suggestioni spirituali e educative del Testo sacro, alla liturgia e alla preghiera, alla presenza di Maria attraverso figure e simboli, e anche alle prefigurazioni della vita religiosa nell’AT. Don Bosco è convinto che l’AT è fondamentale per l’educazione morale e religiosa della gioventù, e che l’AT è fonte di vita spirituale e appello alla santità.
Ovviamente, essendo figlio del suo tempo, don Bosco non ha avuto tutti i mezzi che abbiamo oggi a nostra disposizione per l’approfondimento delle Scritture. Ma nel momento attuale in cui, sulle tracce del concilio Vaticano II, e dopo il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, tutti sono chiamati a riprendere un contatto vivo e quotidiano con le Sacre Scritture, è bello scoprire che don Bosco fu un «uomo della Bibbia». Quanto a noi, dopo aver fatto i dovuti adattamenti e qualche volta anche le necessarie correzioni, possiamo ancora oggi fruire delle sue lezioni di vita.
In questo terzo e ultimo volume de La Bibbia con don Bosco sono raccolte le citazioni e le interpretazioni del “santo dei giovani” riguardanti gli Atti degli Apostoli, le Lettere di Paolo, di Giacomo, di Pietro, di Giovanni, di Giuda, e l’Apocalisse di Giovanni. I racconti accattivanti degli Atti degli Apostoli occupano il primo posto dal punto di vista quantitativo (167 pagine). Si percepisce facilmente la sintonia del santo del Da mihi animas con l’ardore missionario di Pietro, degli apostoli, e in particolare dell’intrepido apostolo Paolo con il suo amore appassionato per Gesù Cristo.
Nell’insieme delle Lettere emergono, sempre dal punto di vista quantitativo, la prima ai Corinzi (61 pp.), dove l’apostolo raccomanda «l’unità di fede, l’ubbidienza ai propri pastori, la carità vicendevole e specialmente verso i poveri», quella ai Romani «tutta piena di sublimi argomenti» (33 pp.), la seconda ai Corinzi in cui l’apostolo dà «sfogo ai paterni sentimenti del suo cuore» (26 pp.), quella agli Ebrei (22 pp.), quella agli Efesini (21 pp.), quella ai Filippesi (20 pp.), la lettera ai Galati e la «lunga e sublime» prima lettera di Pietro (19 pp.). Nelle lettere pastorali don Bosco trovava molti spunti per la formazione dei giovani, dei chierici e dei sacerdoti. Più che le questioni speculative interessano don Bosco le esortazioni morali e spirituali. Va notata però la sua insistenza sulla salvezza mediante la fede e le buone opere. La lettera a Filemone, la più facile e la più breve, «per la bellezza dei sentimenti può servire di modello a qualsiasi cristiano». L’Apocalisse di Giovanni (46 pp.) con le sue «meravigliose rivelazioni» doveva avere per lui un’attrattiva tutta particolare, come si vede dalle sue profezie e sogni.
Alla fine di questo percorso biblico con don Bosco, proviamo, come dice Cesare Bissoli nella postfazione, «un non piccolo e motivato senso di stupore e di ammirazione» davanti a tanto impegno a favore della comunicazione della Parola di Dio da parte del santo dei giovani». Conviene ricordare inoltre con Giorgio Zevini che la lectio divina di don Bosco, ossia la sua lettura spirituale della Scrittura, era «il continuo punto di riferimento della sua vita, la sorgente del suo insegnamento religioso e morale ai giovani».
I capitoli di questo volume non ricalcano il percorso seguito dalla maggior parte delle introduzioni alla letteratura rabbinica, bensì mirano a rendere i testi e le pratiche testuali rabbiniche comprensibili nella loro funzione. A questo scopo la prima parte affronta le diverse condizioni ideologiche, sociali e politiche in cui la letteratura dei rabbi ha preso forma, approfondendone ad esempio la natura collettiva e collettivistica delle sue raccolte, o prendendovi in esame il rapporto fra oralità e uso dei testi. Una seconda e più estesa parte tratta delle diverse forme culturali e letterarie che fanno l’originalità del corpo rabbinico, affrontando questioni come l’ermeneutica rabbinica, il diritto e la letteratura giuridica nella concezione dei rabbi, la dimensione folclorica dei differenti testi. Un’ultima e terza sezione illustra la letteratura rabbinica come produzione che contribuisce con sollecitazioni sue proprie alla costituzione e anche alla critica della cultura dominante, dal modo di pensare l’io, l’altro e il diverso, a questioni di genere, al modo di concepire il passato e di praticarne la memoria, all’idea di razionalità che sottostà allo stile argomentativo dei rabbi.
Una introduzione alla Bibbia ebraica magistrale e, nel contempo, attenta alle esigenze degli studenti.
Prodigio di concisione, questa Breve introduzione presenta caratteristiche che rispondono maggiormente alle esigenze degli studenti rispetto alla più ampia Introduction to the Hebrew Bible dello stesso autore.
«In un’epoca di diffuso analfabetismo biblico, non riesco a immaginare nessuno meglio qualificato di John Collins, docente competente e di larga esperienza, oltre che studioso di testi biblici e post-biblici, capace di guidare lo studente principiante attraverso le pagine della Bibbia ebraica» (Joseph Blenkinsopp, autore di Il Pentateuco e della Storia della profezia in Israele, editi in traduzione italiana nella collana «Biblioteca biblica» della Queriniana).
Il libro di Albert Schweitzer costituisce la documentazione delle ricerche pubblicate sulla vita di Gesù, da quelle di Reimarus nel XVIII secolo a quelle del primo decennio del Novecento. L'opera è una vera miniera di informazioni sulle quali non si è mai smesso di riflettere e delle quali la ricerca sul Gesù della storia continua a servirsi. Ben prima di essere conosciuto per la sua attività missionaria a Lambaréné, poco più che trentenne Albert Schweitzer si era distinto per gli studi su Paolo e sulla figura di Gesù, culminati, nel 1906, nella "Storia della ricerca sulla vita di Gesù". Premessa di Erich Grässer e introduzione di James M. Robinson.
Descrizione dell'opera
All’origine delle meditazioni proposte dall’autore sta un’esperienza diretta di evangelizzazione, condotta per un ventennio, che ha visto sorgere una serie di realtà di vita comunitaria nella linea di quelle descritte dagli Atti degli apostoli. Ancora oggi, quando si riparte dall’annuncio del kerygma, si ricreano infatti le dinamiche sperimentate dalle prime generazioni di cristiani: gli stessi frutti, così come le medesime difficoltà e resistenze. «Accompagnando la crescita di molti giovani e di famiglie che hanno scelto di vivere in comunità residenziali, nello stile degli Atti, si è sviluppato un fecondo intreccio tra le esperienze raccontate nell’opera di Luca e quelle vissute da noi in prima persona» (dall’Introduzione).
Lo strumento si propone quindi soprattutto a quanti desiderano comprendere e pregare il testo di Atti nella sua completezza, singoli e gruppi interessati a riscoprire la pratica spirituale della lectio biblica. Esso coniuga la serietà del commento esegetico con una proposta spirituale forte, capace di aiutare il processo di rinnovamento delle comunità cristiane e il conseguente slancio missionario.
I filoni di interesse che sono stati privilegiati vertono intorno all’evangelizzazione e alla vita cristiana adulta, del singolo e della comunità.
Sommario
Introduzione. Lettera aperta a Teofilo. XXXV meditazioni. Bibliografia.
Note sull'autore
Paolo Bizzeti, nato a Firenze nel 1947, dopo i tradizionali studi filosofici e teologici nella Compagnia di Gesù, si laurea a Bologna in lettere e filosofia con una tesi sul libro della Sapienza, pubblicata da Paideia. Per lunghi anni è stato impegnato nella pastorale giovanile e nella direzione di un centro di spiritualità. Accompagna il cammino di alcune comunità di famiglie e ha fondato A.M.O. – F.M.E. (Amici del Medio Oriente – Friends of Middle East), un gruppo interessato alle problematiche religiose e culturali del Medio Oriente. Organizza stages di formazione nei paesi biblici. Attualmente è rettore di Aloisianum, un centro europeo di formazione per giovani gesuiti a Padova. Presso le EDB ha pubblicato, con M. Pratesi, La Turchia. Guida per i cristiani (1990).