
Il volume raccoglie una serie di studi elaborati nel periodo 1984-2002, che presentano una diversità di approcci (rassegna, introduzioni, saggi teologici ed esegetici) e una molteplice attenzione alle dimensioni (storiografica, letteraria e teologica) dell’opera dell’apostolo Luca. La pubblicazione non costituisce soltanto un doveroso omaggio al lavoro, alla competenza e alla passione dell’autore e un riconoscimento del contributo da lui dato all’esegesi italiana, ma anche l’occasione per una significativa rivisitazione e un approfondimento dell’opera lucana.
Note sull’autore
Giuseppe Betori (Foligno PG 1947) ha studiato alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico, dove ha conseguito il dottorato in Sacra Scrittura. È autore di numerosi saggi sull’opera lucana e su temi di ermeneutica biblica, catechetica e pastorale. È stato docente di introduzione biblica e di esegesi neotestamentaria all’Istituto Teologico di Assisi, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale e quindi sottosegretario della Conferenza episcopale italiana (CEI). Ha curato la pubblicazione di vari volumi del catechismo della CEI, l’organizzazione del Convegno ecclesiale di Palermo (1995), l’avvio del “Progetto culturale”, la preparazione della XV Giornata mondiale della gioventù a Roma (2000). Dal 2001 è vescovo titolare di Falerone e segretario generale della CEI.
Il volume analizza le ricorrenze letterarie del numerale nel corpus paulinum con lo scopo di rilevarne l'impatto retorico (in relazione ai sostantivi di riferimento) nella trama argomentativa delle singole sezioni in cui è attestato. Ciò consente una ri-lettura della teologia di Paolo a partire da questo paradigma, finora inesplorato nella sua interezza di genere.I primi tre capitoli sono dedicati all'analisi esegetica e all'interpretazione retorica del numerale. Le singole ricorrenze sono analizzate con particolare dovizia filologica e lessicografica tenendo conto del contesto prossimo e remoto e, soprattutto, della sua funzione retorica. Ogni capitolo, infine, si chiude con osservazioni conclusive che si propongono di offrire i risultati del lavoro svolto e di indicare le implicazioni (teologiche, cristologiche, pneumatologiche, antropologiche, ecclesiologiche, etiche, escatologiche) del numerale.
Dopo avere illustrato la persona, l'opera e l'ambiente del grande apostolo del primo cristianesimo, in due parti si affrontano le lettere paoline autentiche, senza trascurarne gli aspetti più propriamente teologici.
Il primo volume dell'opera di James Dunn dedicata alle origini cristiane si fa apprezzare sia per la chiarezza che distingue i lavori dell'autore sia per la quantità di informazioni fornite riguardo alla storia e alle tendenze della ricerca su Gesù sia, non ultimo, per la novità della prospettiva adottata. Il titolo, La memoria di Gesù, mostra quale sia l'intento dell'opera: giungere a un'immagine chiara della tradizione di Gesù nella convinzione che gli evangelisti sinottici miravano a preservare la memoria di Gesù e a presentarla in modo che sia sempre possibile l'incontro con il Gesù nato in Galilea. In quest'ottica le tradizioni riguardanti Gesù sono esaminate in quanto tradizione orale, e gli aspetti di questa tradizione sono presentati per le caratteristiche loro proprie. Il primo tomo del volume primo si compone di due grandi parti dedicate al significato del Gesù storico per la fede e alle fonti scritte e orali che consentono di ricostruire il contesto in cui ebbe a operare il Gesù della storia.
Questo volume fa parte dell'opera "Logos. Corso di studi biblici", i cui testi guidano studenti e lettori attraverso le questioni introduttive e lungo i percorsi dell'esegesi fino alla ricerca del significato permanente e attuale dei testi biblici. Il testo, arricchito nella sua seconda edizione, conduce i lettori a una prima esplorazione dei singoli libri, quindi alla conoscenza dei problemi relativi all'accostamento di alcuni testi più significativi, e infine all'approfondimento del messaggio emergente dai testi profetici.
L’opera, costituita da oltre 2000 voci, supera il rigido carattere dell’enciclopedia, ed è piuttosto un incrocio tra manuale e dizionario: in quanto dizionario riporta i più importanti concetti biblici; in quanto manuale propone le voci che servono alla comprensione, all’interpretazione e all’esegesi biblica. Redatto con la collaborazione di teologi e biblisti evangelici e cattolici, il Prontuario non presuppone un lettore teologicamente erudito, ma intende essere strumento utile all’attività biblica del singolo e della comunità, per il predicatore, il catechista, il gruppo di studio.
Note sul curatore
Anton Grabner-Haider (1940), austriaco, ha studiato filosofia e teologia a Graz, Tubinga, Bonn e Münster. Dal 1983 è titolare della cattedra di Filosofia della religione alla Facoltà di Lettere dell’Università di Graz.
Come trasmettere la saggezza accumulata durante tutta una vita? Come assicurarsi che un'opera valida sia continuata e non tralasciata, poi abbandonata e consegnata all'oblio? Il problema di ciò che sopravvive alla nostra scomparsa e si trasmette da una generazione all'altra è ancora più acuto nel caso della successione di un fondatore. La posta in gioco è elevata poiché il futuro di tutta la catena dipende dalla solidità del primo anello. Przemyslaw Adam Wisniewski affronta il problema in un campo ben preciso della letteratura veterotestamentaria, il sacerdozio, un'istituzione che cresce d'importanza soprattutto quando scompare la monarchia e la speranza della sua restaurazione. Interrogarsi sulla successione di Aronne significa pertanto porre una domanda fondamentale a proposito del sacerdozio nell'Antico Testamento. Il libro si legge come un vero giallo. In effetti, tutto sembrava indicare che la successione di Aronne dovesse svolgersi secondo copione. Il racconto dell'Esodo lascia presagire che i successori di Aronne saranno i suoi figli, nell'ordine di nascita: il primogenito Nadab con il secondogenito Abiu. Accade, però, un evento inaspettato: la misteriosa sparizione dei due eredi predestinati alla successione. Muoiono entrambi, bruciati dal fuoco dell'altare mentre offrono incenso a Yhwh. È stato un semplice incidente? O il racconto prova a coprire, anzi, giustificare il loro allontanamento? Chi approfitta di questa scomparsa? E perché il successore di Aronne diventa il terzogenito Eleazaro? Dopo un'inchiesta minuziosa, Przemyslaw Adam Wisniewski riesce a dipanare la matassa di un caso intrigante.
Il saggio intende offrire uno studio completo sui racconti che il Vangelo di Marco riserva agli esorcismi, definendo, a partire da una rigorosa analisi esegetica, il loro apporto alle fondamentali polarità teologiche del secondo vangelo (cristologia, escatologia, soteriologia, discepolato).
Dopo un'introduzione che presenta una breve panoramica storica degli studi, la prima parte del saggio riguarda i quattro racconti marciani di esorcismo, mentre la seconda focalizza tre pericopi che forniscono le chiavi di lettura per la comprensione dell'attività esorcistica di Gesù.
La conclusione del saggio intende richiamare i risultati cui la ricerca è approdata, presentando il contributo che i racconti di esorcismo danno alla teologia marciana. Proprio la rilevanza di tali conclusioni permette di scorgere in questi racconti una «sintesi» del pensiero teologico dell’evangelista.
Sommario
Sigle e abbreviazioni. Prefazione. Introduzione. I. I racconti di esorcismo nel Vangelo di Marco. 1. L’uomo nella sinagoga di Cafarnao (Mc 1,21-28). 2. La «legione» nella regione dei geraseni (Mc 5,1-20). 3. La figlia della donna siro-fenicia (Mc 7,24-30). 4. Il ragazzo posseduto da uno spirito muto e sordo (Mc 9,14-29). 5. Conclusioni. II. Chiavi interpretative degli esorcismi. 1. Gesù tentato da Satana nel deserto (Mc 1,12-13). 2. La fine del regno di Satana (Mc 3,22-30). 3. Un esorcista imprevisto (Mc 9,38-40). 4. Conclusioni. Conclusione. Una «sintesi» della teologia marciana. Bibliografia. Indice delle citazioni bibliche. Indice degli autori.
Note sull'autore
Francesco Filannino, prete della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, è vice-rettore del Pontificio Seminario Romano Minore dal 2015. Ha conseguito il baccalaureato in Teologia alla Lateranense e il dottorato al Pontificio Istituto Biblico.
Descrizione dell'opera
Il vangelo secondo Marco è uno dei testi più ricopiati e letti di tutta l’umanità.
Destinato a un uditorio poco colto e scarsamente incline alla lingua greca – nonostante l’educazione retorica del suo autore – potrebbe essere stato concepito per accompagnare il conferimento del bagno battesimale e del pasto eucaristico oppure per essere letto interamente in occasione della veglia di Pasqua.
La disposizione delle parti mette in luce la questione cristologica del secondo vangelo e lo studio dei motivi pasquali rivela un vero canovaccio catechetico che conduce il destinatario a riconoscere, per tappe successive, l’identità di Gesù. Questa presentazione viene drammatizzata nell’episodio di Cesarea di Filippo, in cui Pietro, pur riconoscendo la vera identità di Gesù, inciampa sullo scandalo delle sofferenze del Messia. Tutta l’articolazione della parte centrale del testo riposa su questa forte antitesi: Gesù è veramente il Messia, ma il suo destino è sofferente e terminerà con la morte ignominiosa sulla croce, prima di passare alla gloria del Padre. L’adesione alla fede cristiana non è solo la confessione di un credo cristologico, ma l’esigenza di entrare nella pratica del Regno, che è abbandono, servizio e morte «per la moltitudine».
Sommario
Prefazione. Introduzione. I.Studio della composizione. 1. La composizione nell’antichità. 2. La composizione del Vangelo di Marco. Studio dell’insieme. 3. Analisi di due ricorrenti procedimenti di composizione. 4. La composizione delle tre grandi parti del vangelo. II.Verso la determinazione del genere letterario. 1. Racconto, discorso e dramma nella letteratura contemporanea di Marco. 2. Marco, un «dramma apocalittico»? 3. Marco e la biografia ellenistica. 4. Marco e la testimonianza di Papia. 5. Il Vangelo di Marco e i suoi destinatari. III. Marco e la liturgia.
Note sull'autore
Benoît Standaert osb (1945), monaco benedettino dell’abbazia di Saint-André di Bruges (Belgio), ha insegnato Sacra Scrittura e Cristologia dal 1973 al 1996 all’Istituto pastorale Gaudium et Spes dello stesso monastero; per tre anni è stato docente di Nuovo Testamento a Sant’Anselmo (Roma); dal 1976 partecipa ai Colloqui ecumenici paolini di Roma; ha diretto dal 1978 al 2003 la rivista di spiritualità Heiliging. È attualmente uno dei massimi esegeti del Nuovo Testamento. Unisce grande acume spirituale a una profonda conoscenza delle lingue e degli ambienti biblici. Tra le sue pubblicazioni tradotte in italiano:Il Vangelo secondo Marco (Borla 1984); Le tre colonne del mondo (Qiqajon 1992); Lo spirito dell’apostolo (con C.M. Martini e G. Danneels, Àncora 2002); Lo «spazio Gesù». Esperienza, relazione, consegna (Àncora 2004). Per EDB ha pubblicato Marco: Vangelo di una notte vangelo per la vita (ed. in tre voll. 2011; vol. unico 2012).
Descrizione dell'opera
Il capitolo 21, posto a chiusura del Vangelo di Giovanni, è un testo straordinariamente ricco che racconta il manifestarsi del Risorto ai suoi. Si articola in due sezioni che descrivono, la prima, un’azione composita fatta di una pesca e di un pasto e, la seconda, un dialogo che colloca in primo piano la relazione di Gesù con Pietro e il discepolo amato.
Lo studio muove dal convincimento, ormai largamente avvalorato dalla critica biblica, che si tratti di un capitolo inserito nel Vangelo a posteriori, ma con una precisa intenzionalità, e quindi affatto estraneo al telaio preesistente. L’obiettivo che l’autore si pone è precisare l’intenzione redazionale soggiacente a Gv 21, mettendo in luce il disegno impresso dal redattore al suo materiale e indagando la sistematica rilettura da lui offerta di motivi e passi dei capitoli precedenti. Il brano «mostra un evidente interesse missionario e pertanto risulta centrale nella prospettiva di una riflessione sugli aspetti fondativi dell’annuncio del vangelo: non solo dal punto di vista del suo contenuto, ma anche per il suo approccio al patrimonio giovanneo preesistente e come esempio di dialogo inter-ecclesiale – e dunque potenzialmente ecumenico – a motivo dell’articolato rapporto tra Pietro e il discepolo che Gesù amava, rappresentanti di comunità cristiane diverse che anziché a un conflitto approdano a una comunione, capace di salvaguardare identità e diversità» (dall’Introduzione).
Sommario
Introduzione. 1. Origine e significato della terminologia del «manifestarsi» in Gv 21. 2. Gv 21 come composizione letteraria unificata. 3. La manifestazione del Risorto mediata dalla missione e dell’eucaristia. 4. Pietro e il discepolo che Gesù amava nella terza manifestazione del Risorto. 5. La terza manifestazione del Risorto ai discepoli (c. 21) come rilettura della manifestazione del messia a Israele (1,19-2,12). 6. Manifestazione, discepolato, missione. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Maurizio Marcheselli (1961) dal 1986 è presbitero della Chiesa di Bologna. Si è laureato in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico nell’aprile del 2004. Dal 1992 è docente di Nuovo Testamento a Bologna, presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, già Studio Teologico Accademico Bolognese. Insegna Nuovo Testamento anche presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose «Ss. Vitale e Agricola».
L'edizione quadriforme del libro dei Salmi, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone: il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; iltesto greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente alIV secolo dopo Cristo; il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata aprivilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.

