
«La vita di Giuseppe Barbaglio è stata scandita da un calendario fitto di incontri e di pubblicazioni sulla Parola. Con la sua passione per la Bibbia, egli è stato al centro di una rete di gruppi, di parrocchie e associazioni; ha collaborato a periodici e riviste. Oltre ai volumi, ha prodotto una quantità impressionante di materiali, che restano a documentare la risposta che egli ha cercato di dare alla domanda viva presente nella comunità credente» (dalla Presentazione).
Il volume dà avvio alla raccolta dei molti materiali che l’autore ha disseminato in pubblicazioni diverse sotto forma di articoli o presentato a conferenze e incontri in tutta Italia (da Porto Torres a Pallanza, da Voghera a Thiene, da Roma a Milano…), in America Latina e in Asia.
Era il suo modo di vivere il mandato degli Atti degli apostoli: spendere la vita per la Parola, favorirne la diffusione e moltiplicarne la forza per tutte le strade del mondo.
Sommario
Presentazione (A. Filippi). 1. Il Nuovo Testamento: immagini di Dio. 2. Il Nuovo Testamento: l’uomo «creatura nuova» in Cristo. 3. Le spiritualità delle Chiese primitive. 4. Il dono dello Spirito (At 2). 5. Lo Spirito Santo in Luca, Paolo, Giovanni fonte di profezia, di vita nuova, di verità. 6. Il battesimo di Gesù: l’identità svelata. 7. Eucaristia: dal Cenacolo alla comunità cristiana (Mc 14,22-25; 1Cor 11,23-24 e par.). 8. Eucaristia: solidali con Cristo e con i fratelli (1Cor 11,17-34). 9. La comunità e Cristo: l’allegoria sponsale in 2Cor 11,2. 10. «Amate come Cristo ha amato». L’amore sponsale in Ef 5,25-27. 11. L’uomo non separi ciò che Dio ha unito. 12. La genealogia di Gesù: identità e universalismo (Mt 1). 13. «Siete diventati i vicini»: Gesù e i non ebrei (Mc 7,24-30). 14. «Dio non è parziale con le persone». Puro e impuro in At 10-11. 15. La «via crucis» di Paolo. 16. Le parole violente sulla bocca di Gesù. 17. Realtà finite e valori assoluti. «C’è una quantità di dèi e signori, ma per noi...» (1Cor 8,5-6). 18. L’atteggiamento verso i beni e la regola d’oro (Mt 6,19-7,12). 19. «Una speranza attiva». Il discorso escatologico di Mc 13. 20. «Siamo risorti con Cristo!». Il passato gettato alle spalle. Indici.
Note sull'autore
Giuseppe Barbaglio (1934-2007), studioso di scienze bibliche, ha curato presso le EDB due collane di argomento biblico: La Bibbia nella storia e Scritti delle origini cristiane (con Romano Penna); ha curato Schede bibliche pastorali (8 voll.), La spiritualità del Nuovo Testamento e l’edizione greco-italiano del Merk; è autore di La Prima lettera ai Corinzi. Introduzione, versione, commento (22005), La teologia di Paolo. Abbozzi in forma epistolare (22001), Gesù ebreo di Galilea. Indagine storica (52005); Il pensare dell’apostolo Paolo (22005); insieme a Piero Stefani: Davanti a Dio. Il cammino spirituale di Mosè, di Elia e di Gesù (22001); insieme a Luigi Commissari: Canti d’amore nell’antico Israele. Traduzione poetica del Cantico dei Cantici (22004) e I Salmi: testo poetico esistenza vissuta (22008). Ha inoltre curato insieme a Rinaldo Fabris e Bruno Maggioni la traduzione e il commento de I Vangeli, Cittadella, Assisi 1978 e ha pubblicato: Paolo di Tarso e le origini cristiane, Cittadella, Assisi, 32002; Le lettere di Paolo, 2 voll., Borla, Roma, 21990; Dio violento? Lettura delle scritture ebraiche e cristiane, Cittadella, Assisi, 1991; San Paolo, Lettere, 2 voll., Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1997, di cui ha curato l’introduzione e la traduzione.
In queste pagine Robert Louis Wilken fornisce un quadro vivido di come nel primo secolo i cristiani fossero visti dai romani. Gli scritti pervenuti di Plinio il Giovane, Galeno, Gelso, Porfirio e Giuliano l'Apostata documentano come queste note figure del passato e la folla di grandi o meno importanti personaggi con cui esse erano in rapporto conoscessero bene il movimento cristiano delle origini, quale idea, ad esempio, avessero del Gesù storico e della sua divinità, come di volta in volta il cristianesimo apparisse loro come questa o quella forma di associazione o in altri casi di scuola filosofica, quale concezione si facessero dell'adorazione della croce o della risurrezione dai morti. Un libro che mostra quanto falso sia lo stereotipo d'una società romana irreligiosa e immorale.
"La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Alla domanda di Gesù circa la sua identità molti, nel corso dei secoli, hanno cercato di dare una risposta. Senza voler affatto negare l'utilità delle ricerche storiche che hanno cercato di rispondere alla domanda "Chi è Gesù?", il presente lavoro traccia un identikit minuzioso e completo del Signore attingendo soltanto ai testi evangelici con una accettazione, per così dire, "ingenua" ma in piena sintonia con lo spirito dei Vangeli. Una prospettiva nuova capace di dare più viva consapevolezza di ciò che si conosce sul Signore, sottolineandone soprattutto la ricchezza dei rapporti umani e degli insegnamenti.
Secondo l'idea che l'ortodossia cristiana ha accolto, Gesù di Nazareth fu condannato a morte e crocifisso dal governatore romano della Giudea che, tuttavia, era convinto della sua innocenza: il suo regno non era di questo mondo e il cri-men laesae rnaiestatis non poteva riguardare le sue rivendicazioni messianiche. Egli agi in stato di necessità, sotto la pressione del sinedrio che aveva organizzato un complotto contro Gesù e aizzato il popolo per farlo morire. L'autorità romana fu il braccio secolare dell'autorità ebraica. L'analisi puntigliosa e spregiudicata delle fonti, esito di decenni di ricerche, conduce Chaim Cohn a conclusioni del tutto diverse: la morte di Gesù fu responsabilità esclusiva dei romani che lo condannarono per sedizione; gli ebrei non svolsero né avrebbero potuto svolgere parte alcuna nel processo romano, né per accusare Gesù né per costringere Pilato a condannarlo; la seduta notturna del sinedrio fu determinata da un intento del tutto diverso da quello di ottenerne la morte. Solo nei decenni successivi agli avvenimenti, in una situazione politica mutata, la vicenda venne ricostruita e narrata nei Vangeli in modo tale che Pilato potesse essere assolto, trasferendone la responsabilità sugli ebrei.
Nella storiografia italiana e straniera il rapporto tra Chiesa cattolica e schiavitù sembra risentire di una certa polarizzazione ideologica, accompagnata da una selezione e decontestualizzazione delle fonti. Da un lato la Chiesa viene presentata come fiera paladina contro lo schiavismo; dall’altro viene ritenuta senza appello legittimante e connivente. Un oggettivo esame delle fonti – dall’Antico Testamento al Catechismo del 1994 – mostra una realtà che richiede una distinzione. Dall’età antica a quella moderna, passando per la sistematizzazione medievale, la Chiesa ha sempre approvato la «servitù giusta», cioè la privazione della libertà in tre soli casi: criminali, prigionieri di guerra, lavoratori subordinati. La «schiavitù ingiusta», cioè la cattura, la tratta, la compravendita, lo sfruttamento e l’abuso di civili innocenti non trova invece giustificazione in alcun pronunciamento.
Di fronte a Dio tutti gli uomini sono uguali in natura e dignità, e il prossimo va amato come se stessi. Questo ha permesso all’Europa medievale cattolica di essere la prima ad abolire questo iniquo istituto, che nei secoli ha causato sofferenze e morte a milioni di persone.
Sommario Prefazione (L. Mascanzoni). Sigle. Introduzione. I. La schiavitù tra storia e Scrittura. 1. Cenni storici sulla schiavitù. 2. Scrittura. II. Documenti. 1. Tradizione. 2. Concili antichi emedievali. 3. Pronunciamenti papali antichi e medievali. 4. Istituti religiosi di redenzione. 5. Magistero del ’400. 6. Pronunciamenti moderni e contemporanei. III. Sintesi della dottrina cattolica. Per una conclusione. Appendice. Tabella sinottica. Bibliografia.
Note sull'autore Roberto Reggi è laureato in Filosofia, Scienze della formazione, Psicologia e Psicologia scolastica e di comunità, e licenziato in Teologia dell’evangelizzazione e Scienze bibliche. Per EDB ha pubblicato I «fratelli» di Gesù (2010) e ha curato la traduzione interlineare in italiano di tutti i libri dell’Antico e del NuovoTestamento (2001-2014).
Frutto di un collaudato corso sui libri sapienziali, il volume costituisce una introduzione alla letteratura sapienziale biblica. Descrive le caratteristiche letterarie e storiche proprie di ognuno dei libri esaminati e focalizza i temi teologici che vi emergono. Pensato anzitutto per un pubblico di studenti, è adatto a chiunque desideri intraprendere un primo lavoro di approfondimento su testi biblici di grande interesse.
La goccia d’inchiostro uscita dal calamaio produce la magia della scrittura, dà vita un mondo che non è solo fantastico, ma ha una sua realtà, per la quale si può essere addirittura pronti a dare la vita: «Sant’Agostino si converte dopo aver letto qualche parola della lettera ai Romani. E quanti giovani hanno fatto scelte decisive per tutta la vita dopo aver letto un libro?» (dalla Presentazione).
L’autore intende mostrare la ricchezza di alcune pagine della Bibbia, uscite proprio dalle gocce d’inchiostro: «Sono tante e il mondo che ne esce è un mondo variegato, variopinto come la tunica di Giuseppe (Gen 37,3)». Ogni capitolo, che affronta brani dell’Antico Testamento, viene costruito utilizzando lo schema delle antitesi, presente in molti testi biblici: le domande che sorgono a proposito di tali opposizioni conducono spesso a risposte diverse da quanto ci si sarebbe a prima vista aspettato.
Sommario
Presentazione. 1. L’umanità fra umiltà e sublimità. 2. Passato e presente: l’esperienza del tempo nel libro della Genesi. 3. Particolarismo e universalismo: le genealogie della Genesi e le risposte alle sfide della storia. 4. Bellezza e schiettezza: il cantico di Mosè (Es 15,1-21) e la regalità di YHWH, Dio d’Israele - Riflessione sulla poetica ebraica. 5. Amore e istituzione: l’amore di Dio, il primo comandamento nella Bibbia cristiana. 6. La via e la meta: i linguaggi del pellegrinaggio nell’Antico Testamento. 7. Diritto e legge: una distinzione fondamentale. 8. Potere e partecipazione: divisione e condivisione dei poteri secondo il Deuteronomio (Dt 16,18 – 18,22). 9. Monarchia e democrazia: l’apologo di Iotam (Gdc 9,8-15a), critica o rifiuto della monarchia? 10. Morire e risorgere: il carro di fuoco (2Re 2,11). 11. Polifonia e sinfonia: la storia di Giuseppe (Gen 37 – 50) nell’ermeneutica odierna. Nota bibliografica. Indici.
Note sull'autore
Jean-Louis Ska insegna al Pontificio Istituto Biblico (Roma). Presso le EDB ha pubblicato: Introduzione alla lettura del Pentateuco. Chiavi per l’interpretazione dei primi cinque libri della Bibbia (1998, 72006, tradotto in francese, spagnolo e portoghese), L’argilla, la danza e il giardino. Saggi di antropologia biblica (2000, 22001), La strada e la casa. Itinerari biblici (2001), Abramo e i suoi ospiti. Il patriarca e i credenti nel Dio unico (2003), Cose nuove e cose antiche (Mt 13,52). Pagine scelte del Vangelo di Matteo (2004), Il libro sigillato e il libro aperto (2005), Israele nel deserto. Parola Spirito e Vita. Convegno di Camaldoli 2003. A cura di Alfio Filippi (13 CD audio, 2005), I volti insoliti di Dio. Meditazioni bibliche (2006) e Una goccia d’inchiostro. Finestre sul panorama biblico (2008).
Nel Vangelo di Marco il tema del gridare è presente, con sfumature diverse, lungo tutto l'arco della narrazione e si consolida attorno a figure ed episodi che si rivelano significativi, ricchi di fascino e attuali, soprattutto se letti in chiave comunicativa. Le numerose grida riportate dall'evangelista, pur essendo differenti per ambientazione, occasione, contenuto e scopo, accomunano diversi personaggi e descrivono una reazione che esprime un complesso inestricabile di sentimenti, spesso contrapposti. Il grido, infatti, a volte precede le parole, altre volte le veicola o addirittura le supera, ma sempre comunica uno stato d'animo, specchio di un particolare momento di vita, ed esprime il desiderio o la necessità di una relazione. Ogni grido, a prescindere dal soggetto che lo emette e dal contesto in cui è inserito, è un atto linguistico e come tale può avere interpretazioni differenti a seconda delle intenzioni con cui viene usato e delle circostanze nelle quali viene proferito. Il grido pertanto non dà solo contenuto a un atteggiamento, né descrive semplicemente un'azione, ma, uscendo dal testo, entra nell'oggi del lettore coinvolgendolo in un importante cammino ermeneutico.
Il pasto è un evento altamente simbolico. Attorno alla mensa, nei pasti in famiglia o tra amici, nei pranzi d'affari o nei banchetti diplomatici, si vivono, si nutrono e si tradiscono i rapporti umani e sociali. L'atto del mangiare presenta inoltre un legame intrinseco con la violenza, poiché consiste in una modalità di appropriarsi del cibo che implica una distruzione. Anche nella Bibbia il cibo occupa fin dalle prime pagine una posizione strategica. La disposizione del Creatore riguardo al menù vegetale dei viventi (cf. Gen 1,29-30) suggerisce che il cibo è il luogo simbolico di una scelta tra violenza e mitezza, che occorre limitare la violenza per rispettare la vita. Quando Dio fa dell'uomo un essere in relazione, gli ordina di non mangiare tutto quello che viene dato (Gen 2,16-17), lasciando una possibilità alla riconoscenza e alla condivisione. Per vivere non basta infatti mangiare: è altrettanto necessario intrattenere rapporti con gli altri, convertire in mitezza le proprie forze brute per aprire un posto all'altro in vista dello scambio e della relazione. In questo studio André Wénin, tra i più acuti interpreti del testo biblico del nostro tempo, anticipa i maggiori temi delle sue ulteriori ricerche, in un percorso di lettura dell'Antico Testamento che annoda in modo fecondo e affascinante Bibbia e antropologia.
André Wénin è professore emerito di Antico Testamento e di Ebraico biblico all'Università cattolica di Louvain-la-Neuve. Per EDB ha pubblicato di recente "Abramo e l'educazione divina"(2017), "Salmi censurati" (2017), "Il miracolo del mare"(2019), "Dieci parole per vivere" (2019), "Abramo" (2019) e "Il libro dei Giudici" (2021)
La Bibbia è al centro della cultura occidentale: per le due fedi che la considerano sacra è il fondamento della loro religione, l'autorità su cosa credere e come vivere la parola di Dio. Per i non credenti è invece una delle grandi opere della letteratura mondiale, intrecciata in modo decisivo alla nostra lingua e al nostro modo di pensare. Questo libro dimostra però che la Bibbia non è il testo fsso e monolitico che viene spesso percepito, ma il risultato di un lungo e avvincente processo evolutivo lungo secoli: dagli inizi remoti fno ad oggi, John Barton descrive come e quando sono stati scritti i racconti, le leggi, i proverbi, le profezie, le poesie e le lettere che la compongono, cosa sappiamo - e cosa non potremmo mai sapere - dei loro autori e di cosa avrebbero voluto dire, getta nuova luce sui passaggi anche più familiari, esponendo non solo le fonti tradizionali ma anche il modo con cui scribi e studiosi li hanno riuniti e rimodellati. E districandosi lungo il processo attraverso il quale alcuni testi considerati santi divennero canonici mentre altri non vennero inclusi, invita ad allontanarsi da una lettura letterale del testo, impossibile da ricostruire con certezza, per concentrarsi invece sul signifcato più profondo che lo rende, per eccellenza, il Libro dei libri.
Un nuovo capitolo della storia complessa e affascinante della più famosa tra le reliquie. Dopo aver illustrato in un libro precedente l'ipotesi che la sindone sia stata portata in Europa e conservata segretamente dal potente ordine dei Templari, Barbara Frale esamina alcune tracce di scrittura in greco, latino ed aramaico solo da poco identificate sul lino della sindone. Confrontate con molte fonti greco-romane, giudaiche e del primo cristianesimo, queste scritte riconducono nella Gerusalemme del tempo di Tiberio (14-37 d.C.) e inquadrano la sepoltura di un personaggio chiamato Yeshua Nazarani.
Barbara Frale è ufficiale dell'Archivio Segreto Vaticano. Studiosa dei Templari e delle Crociate, ha pubblicato "L'ultima battaglia dei Templari" (Viella, 2001), "Il papato e il processo ai Templari" (Viella, 2003), "I Templari" (Il Mulino, 2004; trad. inglese, francese, spagnola, portoghese, polacca e ceca) e "I Templari e la sindone di Cristo" (Il Mulino, 2009).
La Bibbia non è solo «il» libro della religione ebraica e cristiana; è anche uno sterminato magazzino di storie e immagini che hanno influenzato nel profondo l'arte occidentale. Poeti, romanzieri, pittori vi hanno regolarmente attinto rendendo spesso il loro lavoro, consapevoli o meno, un'eco, un riflesso di quelle storie, in breve una sorta di riscrittura delle Scritture. Così come aveva fatto raccontando in un libro fortunato le reincarnazioni di Ulisse lungo i secoli della letteratura europea, Boitani rintraccia qui il riaffiorare della Parola in una pluralità di autori lontani e diversi, da Dante a Saramago, da Shakespeare a Faulkner, da Milton a Thomas Mann. È un viaggio vertiginoso, iniziato oltre vent'anni fa, che testimonia quante sorprendenti ricchezze ancora ci può riservare la nostra tradizione culturale quando è esplorata per sentieri originali da un lettore come Piero Boitani.

