
La popolarità del personaggio di Mosè nel mondo mediterraneo antico è testimoniata dal gran numero di testi che al di fuori della Bibbia ebraica ne narrano le vicende. Considerati a torto semplici rielaborazioni fantasiose, questi scritti conservano le tracce delle molteplici tradizioni su Mosè alle quali gli autori biblici poterono attingere, e che lo stesso testo biblico mostra spesso di conoscere. Nel suo studio Caterina Moro recupera e approfondisce queste testimonianze letterarie allo scopo di fare luce sulle origini e sul significato del mito di Mosè – sui modi in cui nel mondo antico si costruisce una personalità epica come quella di Mosè –, prendendo in esame soprattutto le tradizioni della nascita, dell’infanzia e della giovinezza in terra d’Egitto – gli antecedenti del Mosè per così dire pubblico che si leverà i calzari davanti al roveto ardente.
Il Regno di Dio è un tema centrale della teologia biblica. Le differenti prospettive da cui l’argomento viene affrontato nel volume (nell’Antico Testamento più marcato dalla lettura dei testi, nel Nuovo Testamento piuttosto nel senso della storia della tradizione) confluiscono lì dove entra in scena Gesù di Nazaret: l’unità dei Testamenti può essere fissata nella fede giudaica di Gesù in Dio come re.
Il testo costituisce la quarta uscita di una collana che espone che cosa dicono l’Antico e il Nuovo Testamento sui temi fondamentali della fede. Ogni tema è presentato da due autori: uno per l’Antico e uno per il Nuovo Testamento, che poi, in un dialogo conclusivo, discutono come le idee centrali dell’AT vengono filtrate, assunte o modificate nel NT. Il lettore può così percepire la tensione e l’unità esistente tra i due Testamenti.
Ecco il piano completo dell’opera: 1. C. Dohmen - T. Söding, Il Dio uno; 2. K. Koenen - R. Kühschelm, La fine dei tempi (2001); 3. J. Schreiner - R. Kampling, Il prossimo lo straniero il nemico (2002); 4. G. Vanoni - B. Heininger, Il Regno di Dio (2003); 5. H.-J. Fabry - K. Scholtissek, Il Messia; 6. C. Brüning - K. Kertelge, Il problema del male; 7. G. Fischer- K. Backhaus, Espiazione e riconciliazione (2002); 8. G. Steins - M. Theobald, La creazione; 9. I. Müllner - P. Dschulnigg, Feste ebraiche e feste cristiane; 10. U. Berges - R. Hoppe, Povero e ricco; 11. C. Frevel - O. Wischmeyer, L’uomo; 12. F.-L. Hossfeld - K. Berger, Lo Spirito di Dio; 13. P. Deselaers - C.-P. März, Morte e risurrezione.
Sommario. I. Antico Testamento (G. Vanoni). A. Tema e prospettive. B. Le parole. C. Le parole tematiche nella Bibbia d’Israele. D. Le parole tematiche nella tradizione greca. E. Le parole concomitanti. II. Nuovo Testamento (B. Heininger). Introduzione. A. Dio come re nell’ambiente del Nuovo Testamento. B. La signoria di Dio nella predicazione di Gesù. C. La ricezione cristiana primitiva: Regno di Dio e Regno di Cristo.
III. Dialogo. Antico Testamento (G. Vanoni). Nuovo Testamento (B. Heininger). Bibliografia.
Note sugli autori
Gottfried Vanoni svd (1948), dottore in teologia, è docente di Antico Testamento alla Scuola Superiore di Teologia St. Gabriel a Mödling.
Bernhard Heininger (1958), dottore in teologia, è docente di esegesi del Nuovo Testamento all’Università di Würzburg.
Con la sua presenza costante e una diffusione annua che si aggira intorno ai 40 milioni di copie in tutto il mondo, la Bibbia rimane un'opera ineguagliata. Del resto, non è un caso che il primo libro stampato da Gutenberg sia stato proprio la Bibbia! Un successo mondiale di tale portata è tanto più impressionante quando si pensi che la Bibbia rimane un libro misconosciuto. Cogliere l'importanza della Bibbia e l'essenza del suo messaggio equivale a toccare con mano il senso profondo dell'umanità. Per questo motivo non bisogna farsi scrupolo di sentirsi "Dummies" e cercare di accrescerne la conoscenza. Questa guida vi aiuterà a esplorare una miniera di inestimabile valore, la Bibbia, sotto tutti i suoi aspetti: il libro, gli stili con cui è stato redatto, le successive edizioni con cui è stato riprodotto e diffuso, le grandi epoche ed epopee che vi sono narrate, le sue figure e i suoi personaggi-chiave, i valori - storici, culturali e artistici - trasmessi. Il tutto con un approccio semplice e, a tratti, perfino divertente.
«Ricordare» è uno degli imperativi fondamentali della coscienza credente. Da questo punto di vista, il Salterio costituisce il tesoro di preghiera dell'Israele credente e anche uno dei repositori della sua memoria. Come si articola, nei salmi, il rapporto tra memoria e preghiera? Come l'esigenza del ricordare ha plasmato la selezione e la forma poetica di questi testi? Lo studio cerca di offrire una risposta a queste domande analizzando il terzo libro del Salterio (Sal 73-89) e, in particolare, al suo interno, uno dei più importanti «salmi della memoria»: il Sal 78. Dall'analisi emerge come il ricordo costituisca uno degli elementi portanti della preghiera e della scrittura dei salmi, dato che la relazione stessa di alleanza tra Dio e il popolo - e le relazioni tra i membri che lo compongono - viene rappresentata come una «comunità di memoria», forgiata dalla lotta contro la tendenza umana all'oblio e dall'esperienza oscura del venire dimenticati da Dio.
Tutto il racconto di Luca si muove attorno al tempio, luogo sacro per eccellenza, la cui centralità narrativa e letteraria apre il campo all'indagine teologica. Il tempio non può essere visto come dato geografico accidentale, ma la frequenza dei riferimenti, la collocazione da parte di Luca di episodi chiave nel sacro recinto, l'insistenza sulla sua permanenza anche nella vita della primitiva comunità cristiana sono elementi che richiamano l'attenzione sul significato di questa istituzione. Attraverso l'analisi narrativa dei brani interessati si cerca di apportare un contributo nello studio dell'evoluzione del tema del tempio e della sua funzione all'interno del terzo Vangelo.
Mical, figlia di Saul e sposa di Davide, è un personaggio minore dei libri di Samuele, eppure la sua storia non lascia indifferente il lettore.
Usata come pedina dal padre per attirare Davide a corte ed eliminarlo.
Usata da Davide per acquistare il titolo di "genero del re" e così legittimare le sue aspirazioni al trono.
La storia di Mical è il racconto di una trasformazione: dall'obbedienza al padre alla disobbedienza; dall'amore per Davide al disprezzo.
La prima parte di questo studio cerca di dimostrare, con l'ausilio del metodo storico critico, come questa trasformazione sia il frutto di interventi di scrittura di epoche e di autori diversi confluiti nel testo finale dei libri di Samuele che si formò in un arco di tempo che va dall'VIII sac. a.C. fino alle soglie dell'epoca ellenistica. All'analisi narrativa delle tradizioni è dedicata la seconda parte di questo lavoro che rivela come attraverso Mical il testo finale arrivi ad una critica aspra e disincantata della monarchia e del potere.
Cristiano D'Angelo insegna Antico Testamento presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale (Firenze). É vicario per la pastorale della diocesi di Pistoia e parroco di Bonistallo. Collaboratore delle riviste Vivens Homo, Parole di Vita, Parola spirito e vita. Tra le sue pubblicazioni per altri tipi: IL libro di Rut, Commento teologico e letterario (2004); L'amore del trafitto (2007); Non è per caso. Sussidio per la catechesi con i fidanzati (2008).
Oggi la questione della donna, della valorizzazione dei suoi ruoli e, soprattutto, del suo pensiero, è posta con sempre maggiore intensità anche nella Chiesa. Si richiedono così rinnovati studi biblici che mettano in luce la vocazione e la missione principale della donna secondo il progetto iniziale di Dio. Questo libro è un contributo a tale sforzo. Diversi racconti dell'Antico Testamento interpelleranno il lettore e gli faranno scoprire che in ogni donna, in modo unico, è impresso il femminile di Dio. Nella donna l'accoglienza, la bellezza, la tenerezza, la bontà, la gratuità, l'amore, la prossimità assumono un volto senza il quale la realtà di Dio non potrebbe rivelarsi in tutti i suoi aspetti sotto forma umana. «Non è l'ennesimo libro sulle donne bibliche, come qualcuno potrebbe pensare. [...] Il volume si articola in sette capitoli, in cui vengono presentate le diverse protagoniste (le matriarche, le madri, le profetesse, le regine, le prostitute, le donne sagge, le schiave...) e le loro storie, che sono lette e interpretate in modo avvincente» (dalla Prefazione di Nuria Calduch-Benages).
"Quando a diciotto anni, da credente, da chi crede di credere, sono passato nella schiera di coloro che credono di non credere, Gesù non è sparito dalla mia vita, ha continuato a esistere come uomo davvero speciale; ha continuato a essere presente in me e a esercitare il suo fascino". Vittorino Andreoli affronta una grandiosa esplorazione del mistero di Gesù - personaggio storico e della tradizione - alla scoperta della sua più profonda umanità. Un viaggio che non trascura di perlustrare l'immaginario collettivo e il bisogno del sacro, scandagliando le diverse percezioni che oltre due millenni di storia hanno avuto dell'uomo che si proclamò Dio. Dopo aver esaminato Gesù come forma mentis e averne rilevato la presenza persino in religioni che hanno fondamento in personaggi "lontani" come nel buddismo e nell'induismo, lo psichiatra scava nel Gesù delle origini, senza disdegnare le fonti apocrife e le tesi dei più accreditati studiosi sui primi trent'anni nascosti, sulla morte e la presunta risurrezione. Fondandosi sulle categorie della "psichiatria della storia", Andreoli s'immerge poi nella parabola esistenziale del Cristo, fino a scomporre la maestosa pagina della Passione e i Septem verba in Cruce. L'avventura di questa ricerca ci restituisce l'immagine di un uomo, la cui personalità complessa non fu mai afferrata neppure da chi gli fu più vicino, un modello universale di umanità a cui la società del terzo millennio credente, non credente, atea, agnostica - dovrebbe tornare a ispirarsi.

