
Incontrare qualcuno che parli di Gesù è un fatto abbastanza raro nella nostra società, ma non è un fatto completamente assente. Questa riflessione parte proprio dalla possibilità di interessarsi a Gesù.
Un testo di catechesi.
Il volume presenta una straordinaria documentazione delle operazioni di studio, di restauro e di valorizzazione di uno dei siti archeologici paleocristiani più eloquenti riguardo al fenomeno della cristianizzazione dell'Urbe. Il complesso delle catacombe di Priscilla con la basilica di S. Silvestro è stato, infatti, sottoposto negli ultimi cinque anni a una serie molto articolata di interventi archeologici conservativi, ai quali si è accompagnata la costituzione di un suggestivo Museo destinato alla fruizione e alla conoscenza anche didattica dell'intero complesso posto sulla via Salaria Nova. Di grande rilievo è la scoperta, attraverso la tecnica del laser ormai collaudata soprattutto in ambito catacombale romano, di nuovi affreschi nell'area cemeteriale del martire Crescenzione. Si tratta di un settore degli esordi del IV secolo, contrassegnato da decine di graffiti di pellegrini che, nell'alto Medio Evo, si recavano in questo luogo a venerare il sepolcro del martire.
Il libro esplora e medita l'elemento della luce e la sua portata teologica: un viaggio all'interno della Sacra Scrittura, dal Vecchio al Nuovo testamento in un'ottica cristologica. Si parte dai libri sapienziali, passando per le omelie dei Santi Padri e per la letteratura, fino a giungere agli evangelisti, non senza transitare per le preghiere della tradizione. Tutto è permeato dalla luce e dal suo senso. L'autore, con piglio appassionato, cerca di scovare gli intendimenti più utili al cammino cristiano ma non solo. Pastorale e didattica vengono riletti mediante questi elementi teologici. La luce come il calore rivela l'amore caldo di Dio, il buio come il freddo inchioda nel non senso. La notte, in una prospettiva strettamente giovannea, rappresenta l'impossibilità a muoversi, discernere e sperare. Le si oppone il giorno caldo come l'amore, la fede e le opere.
Il volume analizza dal punto di vista narrativo e letterario il Salmo 119: il più lungo del salterio. Il Salmo 119 è anche uno dei più emblematici, per struttura e costruzione letteraria, del libro dei Salmi, la più grande raccolta di poesia religiosa dell'antichità e, certo, anche di tutti i tempi. Pagina dopo pagina l'autore - con la cura propria di chi ritratta con delicatezza il profilo di Dio - approfondisce, commenta, analizza e medita il Salmo. Infatti, meglio si comprende e più si ama la parola di Dio.
La scomparsa del cadavere di un condannato a morte, in particolare di "quel" condannato, per i credenti costituisce un segno della resurrezione, ma nello stesso tempo offre tutta una serie di importanti occasioni per provare a smontare e rimontare i fatti che precedettero la fine terrena di un uomo straordinario. Incipit del libro è appunto la tomba vuota: da qui si snoda un'indagine, condotta con estremo rigore scientifico e priva di qualunque condizionamento ideologico, per ripercorrere le fasi della Passione di Cristo ponendo in evidenza gli aspetti storici, archeologici e antropologici che possano contribuire a comporre un quadro globale delle ultime ore - dalla cattura alla presunta resurrezione - di un uomo da molti riconosciuto come il Figlio di Dio. L'autore guida il lettore, che diviene investigatore, offrendogli fonti note e meno note, dettagli anatomopatologici, analisi trasversali per contribuire a valutare la storicità dell'evento e le eventuali contraddizioni nei suoi oggettivi legami con la storia. Ordinando indizi che ambiscono a trasformarsi in prova, il libro propone un modo di rileggere in chiave archeo-antropologica, ma anche criminologica, la Passione e la morte di Cristo, cogliendone gli aspetti più reali e umani.
Questo commento vuole introdurre alla comprensione del pensiero di Paolo, relativo alla sua lettera più ampia e teologicamente ricca. Suddivisa in due parti, Rm si occupa di temi teologici nella prima (1,16-11,36) e di quelli morali nella seconda (12,1-15,13). L'apostolo parla alla comunità di Roma, mentre richiama la Chiesa di ogni epoca al cuore della propria fede. Al centro della lettera vi è la cristologia, in particolare il kerygma pasquale. È questo il tema principale, in base al quale Paolo presenta tutti gli altri. L'impianto e lo sviluppo logico della lettera poggia sull'evento salvifico della morte e resurrezione di Gesù. Interrogandosi sulla propria fede la Chiesa, oggi come sempre, ha un punto di riferimento solido verso cui guardare, nel quale l'apostolo ci ha lasciato una testimonianza magistrale ed unica. Noi cristiani del XXI secolo, non dovremmo abbeverarci sempre alle fonti della fede, che in Paolo trovano un magnifico testimone ed espositore?
Questi testi, scritti tra il V e il VII secolo d.C., riflettono una teologia molto più antica, anteriore o contemporanea agli scritti neotestamentari, e sono, per un onesto dialogo ebraico-cristiano, un insostituibile punto di riferimento.
Nella teologia del giudeo-cristianesimo, il latte e il miele erano il simbolo della parola di Dio. In alcune comunità cristiane, durante la celebrazione eucaristica, oltre al calice del vino veniva offerta anche una coppa di latte caldo misto al miele, per “gustare quanto è buono il Signore”. Le Odi di Salomone, prima raccolta sistematica di canti eucaristici e battesimali, citano il latte e il miele sapendo che chi partecipava alla Liturgia ne conoscesse il significato. La dolcezza di questa misura rimandava innanzitutto all’amore di Dio, manifestato nel Cristo morto e risorto, e a quello tra i fratelli. È dal 1914, anno in cui Leone Tondelli pubblicava un commento alle Odi, che in Italia, a parte qualche piccolo, benché significativo contributo, non veniva presentato un nuovo commento. Documento di straordinaria importanza, le Odi di Salomone possono ancora oggi insegnarci a nutrire un particolare affetto nei riguardi degli attuali canti liturgici e, per le tematiche affrontate, riconsiderare la vita cristiana come un matrimonio mistico, spirituale, tra Gesù, sposo della Chiesa, della comunità nella quale si vive la fede, e, come conseguenza, sposo di ogni singolo battezzato.
La fonte delle gesta narrate è senz’altro il Libro della Genesi, ma il narratore nel raccontare fa leva sulla fantasia e perciò –come si esprime Origene– il racconto biblico è espresso in forma favolistica. Le verità della Sacra Scrittura vengono così comunicate nella forma più semplice e più gradita soprattutto ai fanciulli.
I midrashîm raccontano le meraviglie che Dio ha operato in favore del suo popolo Israele. Naturalmente il racconto segue il testo sacro però lo amplia, arricchendolo di sapienti osservazioni e illustrandolo con similitudini, paragoni e parabole.
Questa antologia ha un immenso valore pedagogico, perciò la raccomandiamo caldamente a genitori e maestri.
Siamo di fronte alla narrazione di una nascita, quella di Israele.
Una nascita attraverso una liberazione, certamente; meglio, una nascita attraverso piu liberazioni.
Protagonista principale il popolo santo, ma il vero autore, come vedremo, è Dio. La lettura che faremo dell'Esodo vorrebbe soprattutto indurci a riflettere e a chiederci se siamo coscienti del nostro statuto di figli di Dio; se anche noi avvertiamo le "contrazioni" della nascente creatura; se sappiamo riconoscere ciò che ostacola il cammino della nostra libertà, e se riusciamo — in fine — ad individuare le dinamiche della vita dentro le logiche mondane della morte. Ma non è tutto: siamo consapevoli che la nostra nascita è voluta, preparata, e accompagnata da Dio? Che è Lui stesso a generarci individualmente e comunitariamente come suoi figli e come sua eredita preziosa? A questo punto sorge lo stesso interrogativo che una notte Nicodemo pose a Gesù di Nazareth: "Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?" (Gv 3,4). E' vero, un uomo, soprattutto se è vecchio, non ha altro estuario che la morte, "ma l'uomo nuovo di cui parla Gesù può rinascere attraverso e lo Spirito" (cf. Gv 3,5).
Un uomo nasce a Se stesso quando sa di essere amato per ciò che è; solo l'amore del Padre — lo Spirito Santo —, manifestato in Gesù, porta alla beatitudine della propria verità.
Di tutte le dimensioni della fede, l'escatologia è oggi forse la più trascurata, soprattutto dai credenti. C'è chi la nega e chi invece ne fa un'ossessione, in un crescente dilagare di opere sulla fine del mondo che pongono l'accento sulla paura e la distruzione. Partendo dall'Apocalisse biblica e riportando le parole di Gesù, delle Scritture, del Catechismo della Chiesa Cattolica, di John Henry Newman, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Madre Teresa di Calcutta e di scrittori moderni come C.S. Lewis, G.K. Chesterton e J.R.R. Tolkien, questo libro ci invita a prestare attenzione ai "segni dei tempi" e a interrogarci sul nostro modo di vivere la dimensione escatologica: la missione dei cristiani è infatti guardare avanti con speranza, accettando la propria croce e rispondendo ogni giorno alla chiamata al pentimento e alla conversione.

