
Due affermazioni sulla preghiera di Gesù al Getsemani nel Gesù di Nazareth di J. Ratzinger/Benedetto XVI costituiscono lo spunto per questo libro. La prima: «in nessun'altra parte della Scrittura guardiamo così profondamente dentro il mistero di Gesù» e la seconda: «nel giardino, [...], Gesù ha capovolto la storia». L'autrice analizza la preghiera di Gesù al Getsemani, com'è interpretata dal Papa emerito Benedetto XVI, da una prospettiva di cristologia spirituale. Lo studio rende espliciti i legami del corpus teologico di J. Ratzinger, a prima vista nascosti nel testo, senza perdere il filo conduttore offerto dalla preghiera paradigmatica di Gesù, che comporta la liberazione e divinizzazione dell'uomo. I capitoli affrontano l'identità di Gesù dalla prospettiva salvifica della sua opera e secondo la chiave ermeneutica di Ratzinger offerta dalla Lettera agli Ebrei (5,7-9), che interpreta tutta la passione, dal Monte degli Ulivi alla Croce, come un'unica e continua preghiera.
Se Dio esiste non può essere ostaggio della cultura o dell'erudizione, deve essere comprensibile nella sua esistenza anche per chi non ha familiarità con dotte argomentazioni di carattere strettamente filosofico e scientifico. Attraverso le storie concrete delle persone, queste pagine fanno emergere come Dio sia inscritto nell'interiorità di ogni uomo e come e perché oggi non se ne trovi più traccia. Cos'è il male? Perché il dolore? Perché l'amare? Dove trovare il senso di ogni nascere per capire ogni morire? Dov'è Dio in questa "oscura selva" dell'umanità? L'uomo è in "sé stesso" prova dell'esistenza di Dio, molto più di tutto ciò che lo circonda, perché "egli stesso" è la via a Dio.
«Un libro toccante, esigente e di incomparabile ricchezza spirituale» Robert Sarah Quello dei Ventuno giovani cristiani copti decapitati dall'Isis il 15 febbraio del 2015 è stato definito come "il più grande caso di martirio cristiano del nostro tempo" (Anba Macarius). La straordinaria compostezza mostrata dai 21 martiri che affrontano la morte invocando il nome di Gesù Cristo ha suggerito a Martin Mosebach l'idea di un libro diventato la scoperta di una storia perduta, quella del cristianesimo copto. Gli incontri e i dialoghi intrattenuti con le famiglie dei giovani martiri e con i rappresentanti del clero copto ci aprono ad un contatto vivo con una fede millenaria. Il reportage è così diventato un magistrale saggio di profondità antropologica, sociologica e storica. La secolare persecuzione subita dai copti a partire dalla conquista araba sembra oggi rivelarsi una speciale grazia. Questa "Chiesa dei martiri" nasconde un destino, un tesoro, una missione: contribuire a trasmettere, in modo credibile, ad un tempo incerto e desolato come il nostro, la fede e la liturgia del primissimo cristianesimo. Un viaggio, dunque, nella "storia perduta del cristianesimo", in quel millennio d'oro della Chiesa mediorientale a cui un'Europa smarrita e sazia dovrebbe ricominciare a guardare per riscoprire se stessa. Un nuovo, straordinario miracolo che si aggiunge alle storie ammalianti raccolte da Martin Mosebach. «Perché volete incontrare queste persone? Non aspettatevi troppo. Sono tutte uguali. Voi potete far visita a qualsiasi famiglia copta e troverete ovunque lo stesso atteggiamento verso la Chiesa, la stessa fortezza e la medesima disposizione verso il martirio. Qui non vi è una Chiesa occidentale in una società occidentale. Noi siamo la Chiesa dei martiri. Non vedo alcun problema ad affermare che nessun copto nell'Egitto settentrionale tradirebbe la fede». Prefazione del card. Robert Sarah.
«Riscoprire la grazia della quotidianità»: è così che Papa Francesco ci esorta a trovare un nuovo gusto rispetto alla vita di tutti i giorni. Nasce così L'oggetto predica in una nuova Collana di sussidi didattici per l'insegnamento della religione cattolica, la predicazione, la catechesi, l'annuncio del messaggio cristiano. Un ciclo di meditazioni sui vangeli domenicali e festivi vissute a partire da oggetti della vita quotidiana. Ogni cristiano è chiamato, in virtù del proprio battesimo, ad annunciare il Vangelo. Gesù stesso ha predicato il Regno di Dio a partire da esempi tratti da una quotidianità che ha visto l'incontro tra l'uomo e Dio (la vigna, le pecore, la torre, la senapa...): per il Figlio di Dio tutto è importante ed è occasione per parlare di Lui. Con un linguaggio semplice e familiare, ma profondo, L'oggetto predica offre spunti di riflessione e crescita spirituale per tutti: ragazzi del catechismo, catechisti, insegnanti, preti e chiunque desideri partecipare del grande dono dell'annuncio del Vangelo.
È vero, su Giuseppe, artigiano di Nazareth, i Vangeli non ci offrono molte informazioni. Ma ci dicono l'essenziale: che fu un uomo giusto, che fu lo sposo di Maria, che fece da padre a Gesù, dai contemporanei ritenuto suo figlio a tutti gli effetti. Proprio la considerazione dei lunghi anni da lui vissuti con Maria e con Gesù, nella partecipazione alla vita di una famiglia umanamente ricchissima per la qualità delle persone che la componevano, permette all'autore di delineare con efficacia e profondità la fisionomia di san Giuseppe. Un uomo capace di integrare nel suo progetto di vita la dimensione del dialogo con il Mistero; di accogliere il compito della paternità esercitandolo in modo inatteso e inedito, eppure verissimo; di accettare la verginità come sfida ad una intensità ancora più totalizzante per il suo amore sponsale nei confronti di Maria e del suo amore paterno nei confronti di Gesù. Ne risulta un quadro lontano da ogni fantasioso sentimentalismo, che fa di Giuseppe una figura nella quale è utile a ciascuno di noi rispecchiarsi, per ritrovare il desiderio di una solida e reale umanità.
L'autore sonda la profondità degli eventi che seguirono la nascita di Gesù: la sua vita nella Santa Famiglia di Nazaret, le vicissitudini vissute da quest'ultima a Betlemme, in Egitto e a Nazaret, il ministero di Giovanni il Battista. Lungi dal voler colmare le lacune dei Vangeli, intendiamo piuttosto gustare, per ognuno dei temi sopra elencati, i testi biblici e i luoghi geografici, l'ambiente e le tradizioni, in altre parole tutto quanto costituisce l'humus vitale in cui è fiorita la nostra salvezza. Si approfondiscono le testimonianze letterarie e archeologiche, attingendo alle sorgenti della nostra fede. La nostra salvezza, infatti, è storica. Dio è entrato nel tempo e nello spazio: in Cristo il Regno dei Cieli è disceso sulla terra e si è "nascosto" nelle pieghe dell'umanità. Cercare, per quanto possibile, di meditare la vita nascosta di Cristo nella Santa Famiglia di Nazaret significa addentrarsi nel Santo dei Santi dell'Amore di Dio, che "ha messo la sua tenda in noi" (Gv 1,14). Nel progetto di Dio, il nascondimento è già Rivelazione e questo ha delle risonanze esistenziali immense: ciò che è nascosto, quotidiano, apparentemente banale nella nostra vita, in Cristo può divenire pieno di Dio.
Il viaggio è un cammino di conversione, inteso come autentica sequela com'è evidente in molti temi affrontati in questo studio (distacco dai beni, capacità di prendere la propria croce ogni giorno, atteggiamento di servizio umile e non dispotico). Tale idea della conversione ci permette di capire che riguarda anche la vita del discepolo come un viaggio la cui destinazione non è tanto un luogo statico quanto un servizio dinamico. Nel volume l'autore studia la parabola lucana delle mine nei suoi vari aspetti (Lc 19,11-28): messaggio, composizione, formazione, lineamenti cristologici, elementi sull'ambiente. Con il sottotitolo "dialogo con gli esegeti" specifica che questo contributo, per quanto presupponga l'analisi del testo originale e l'utilizzo de metodo esegetico, tiene conto delle conclusioni cui sono giunti coloro che ex professo hanno studiato il brano prima di lui.
L’oggetto predica: titolo semplice quanto enigmatico.
L’idea di proporre una serie di meditazioni sui vangeli domenicali e festivi a partire da oggetti quotidiani prende spunto dall’esperienza vissuta e condivisa negli oratori, comunità parrocchiali, attività giovanili, insegnamento.
Immagini, cose, storie: sono parte della nostra quotidianità. Simboli, oggetti, parabole: sono elementi del Vangelo, della liturgia. Perché dunque non mettere in relazione i due aspetti?
Un agile volume di consultazione e anche di riflessione personale per catechisti, insegnanti, presbiteri.
Chi fu davvero Gesù di Nazareth, il giovane predicatore della Galilea che con la sua prima venuta ha cambiato per sempre la storia del mondo? Quale significato può assumere, per l'umanità del terzo millennio, il Regno di Dio che Egli ha annunciato? Ed è possibile che fenomeni della nostra epoca, unici e diversi, come gli sconvolgimenti climatici, l'accelerazione esponenziale della tecnoscienza, l'esplosione demografica, l'apostasia dell'Occidente, gli scandali nella Chiesa e gli avvistamenti di Ufo nei cieli, abbiano qualcosa a che fare con il messaggio profetico di Gesù? E inoltre: è plausibile che riusciremo a potenziare le nostre capacità fisiche e cognitive fino a raggiungere da soli, con i prodigi della scienza, una felice immortalità, come promettono i moderni profeti del transumanesimo, o accadrà prima, secondo quanto affermano le Sacre Scritture, un evento cosmico trascendente che trasformerà radicalmente le nostre esistenze? Questo libro vuole offrire delle risposte a queste domande, indagando il più grande dei misteri, quello che illumina tutti gli altri: l'Èschaton, il futuro ultimo, decisivo, che si manifesterà, come un nuovo inizio, alla fine della storia universale. Gesù di Nazareth duemila anni fa lo ha rivelato ai suoi discepoli. Oggi, in un mondo stregato dalla tecnica e inondato da tragedie e ansie "apocalittiche", questo futuro è l'unica speranza che ci invita a vivere il presente con audacia e fantasia.
Questo libro vorrebbe essere uno specchio della famiglia del nostro tempo, con i suoi problemi irrisolti, le sue potenzialità inespresse, e allo stesso tempo un manuale che indica la strada dell'unità e della concordia. Delle tre parti in cui è organizzato, quella storica cerca di spiegare i motivi della crisi, quella biblica richiama il potere umanizzante della carità di Cristo, quella benedettina aiuta a ristabilire la coesione della famiglia nel vissuto quotidiano. Frediano Salvucci, osb, monaco benedettino, Monastero di Santa Scolastica, Subiaco.
"Le parabole costituiscono senza dubbio il cuore della predicazione di Gesù", ha scritto il Papa Benedetto XVI. "Al di là del mutare delle civiltà, esse ci toccano ogni volta di nuovo per la loro freschezza e umanità". Le parabole sono state usate nel corso della storia come strumenti retorici o didattici. Ma le parabole di Gesù non sono semplicemente didattiche. Trasmettono un significato trascendente che va cercato più in profondità e producono effetti diversi a seconda dell'ascoltatore. È proprio questo il loro scopo: creare una storia che ci conduca a un significato più profondo.
Si può prendere il Vangelo di Giovanni alla lettera? «Si può e senza recare la minima offesa alla nostra ragione e alla nostra indagine seria del fatto storico, perché Giovanni era un semita e i semiti hanno il dono di una memoria tenacissima, Giovanni era un analfabeta el'analfabeta non è distratto dalla scrittura e vive dell'ascolto, Giovanni era vecchissimo e la vecchiaia fa ritrovare i ricordi dell'infanzia e della gioventù, ma soprattutto, Giovanni nell'atto di scrivere era mosso, assediato dallo Spirito Santo il quale era padronissimo di fargli ricordare tutto». Giuseppe Sandri dall'età di 43 anni fino alla morte visse come pellegrino itinerante per annunciare il regno di Dio. Negli ultimi tre anni, dal 1982 al 1984 qualcuno registrò nascostamente alcune sue conversazioni che poi furono trascritte. In questo libro sono stati raccolti e ordinati alcuni brani di quelle conversazioni che riguardano il Vangelo di san Giovanni. Di tanto in tanto sono stati aggiunti, come ulteriore contributo, alcuni passi tratti da pubblicazioni curate da Sandri (Lettere da Stibbio, Epistole e Vangeli dei giorni festivi, Lettere di san Paolo) e altri presi da suoi appunti inediti.