
Nato come ritiro spirituale, questo commento alla Lettera agli Efesini si caratterizza innanzitutto per il suo continuo intreccio tra la dimensione personale e quella ecclesiale,per la sua apertura contemplativa e il suo slancio di universale empatia. Una novità sorprende subito:il viaggio non inizia sulla terra,nella concretezza della vita con le sue angustie e le sue fatiche,ma parte dal cielo,dalla sorgente della Vita – Dio Amore – e dalla pienezza della divina benedizione. Il cammino iniziato in cielo – nell’eterno disegno di Dio – prosegue allora sulla terra, nell’aspra lotta tra la luce e le tenebre, tra l’uomo vecchio e l’uomo nuovo,tra il Cristo e il diavolo.In tal modo,la lettera giunge alla conclusione assegnando al cristiano il compito di stare ben armato e vigilante sul campo del combattimento spirituale.Con Cristo ciascuno combatte per difendere tutti.Numerosi sono i brani degli antichi Padri che arricchiscono questo commento. “Seguendo il testo biblico nel suo svolgersi,emergono i principali temi della vita spirituale di fronte ai quali ciascuno è invitato ad interrogarsi per riscoprire la propria vocazione e rinnovare la propria adesione alla divina chiamata.” (Anna Maria Cànopi)
AUTRICE Anna Maria Cànopiè abbadessa dell’abbaziabenedettina “Mater Ecclesiae” sull’isola di SanGiulio (Novara). Già conosciuta e apprezzataper la sua collaborazione all’edizione dellaBibbia CEI e alle edizioni ufficiali del Messale edei Lezionari liturgici, è voce autorevole nel-l’ambito della spiritualità biblica, liturgica emonastica. Numerose le sue pubblicazioni di ampio respi-ro ecclesiale. Con Paoline Editoriale Libri hapubblicato molti testi,fra i quali recentemente:La Grande Settimana (20072), La santa Messa(2008), oltre ai dodici volumetti di lectio divinanella collana COLTIVARE LA PAROLA
Il testo propone una lettura del Cantico dei Cantici per immagini.Il ricco apparato iconografico accompagna i singoli capitoli del Cantico affiancati da un commento esegetico volto a spiegare sia il passo biblico sia gli elementi simbolici ripresi dall’icona.Ciascun capitolo si conclude con una preghiera.
AUTORE Antonio Bongiorno,diacono e iconografo,è stato allievo di padre Egon Sendler presso la scuola di iconografia di Seriate (BG). In seguito si è specializzato nella tecnica della scuola di Rublev presso il maestro Alexander Stalnov di San Pietroburgo. Presso Paoline Editoriale Libri ha pubblicato: La via della croce(2004) e Lo splendore dell’icona. Nelle feste liturgiche (2005).
I CONFLITTI
Questo volume, il sesto della collana Scritture, ha come tema i conflitti, quelle situazioni di tensione da cui è normalmente determinata la vita di relazione tra persone,e concretamente:la gelosia,l’inganno,la lotta,il rifiuto,l’ambizione e l’ingratitudine. Si tratta certamente di situazioni spiacevoli,che preferiremmo non vivere.Eppure,non di rado il conflitto è ciò che stimola le persone a essere migliori.Come comprendere,allora,il giusto valore dei conflitti? Da queste varie vicende della vita cosa possiamo imparare? Come gestire le tensioni che inevitabilmente sorgono? La Bibbia, il grande codice culturale, religioso ed etico dell’umanità, contiene una grande varietà di esempi al riguardo. Così il tema de La gelosia, introdotto dal brano di Luca 15,25-32, è approfondito da Andrzej Gieniusz, suor Maria Gloria Riva,Paola Ricci Sindoni,Pietro Lastrucci,Paolo Arzani e Emilio Baccarini.L’indagine su L’inganno,a partire dal testo di Genesi 27,1-23, si avvale dei contributi di Alain Marchadour, Isabella Poggi, Mario Fineschi,Pierluigi Consorti e Luigi Alici.La tematica de Lalotta,introdotta dal brano biblico di Genesi 32,25-33,è approfondita da Luca Mazzinghi,Miguel Benasayag,Luigino Bruni,Adriano Fabris,Marco Vannini, Daniele Novara e Vincenzo Pardini.L’esperienza de Il rifiuto,illuminata dal brano di Luca 14,16-24,è approfondita da Carlo Ghidelli,Paola Bignardi,Manuela Romano,Ernesto Olivero,Greetje van der Veer e Vittorio Possenti.Intorno al tema de L’ambizione,introdotto dal brano biblico di Matteo 20,17-28,si concentrano le riflessioni di Alessandro Biancalani, Marco Alloni, Carmelo Mezzasalma, Elisabeth Graeb-Schmidt, Roberto Carifi e Gian Franco Svidercoschi.Infine,Luciano Pacomio,Salvatore Currò,Sergio Labate,Luigi Sonnenfeld, Stefano Tocci e Raffaello Ciucci si interrogano,sullo sfondo di Matteo 18,23-35,sul tema de L’ingratitudine.
UN AFFASCINANTE DIALOGO TRA CULTURE, RELIGIONIE SENSIBILITÀ DIFFERENTI GRAZIE AL GIOCO INAUGURATO DAL RAPPORTO TRA IL TESTO E IL TEMA.
CURATORI
Piero Ciardella è direttore dell’Istituto superiore di Scienze Religiose «B.N.Stenone» di Pisa,docente di filosofia teoretica e segretario del Coordinamento delle Associazioni Teologiche Italiane.
Maurizio Gronchi insegna cristologia nella facoltà di teologia della Pontificia Università Urbaniana ed è membro dell’Associazione Teologica Italiana.
Giudici, originariamente indipendente dal libro di Giosuè, un’esperienza «storica» conclusa senza necessità di un «prolungamento» in 1Sam 1-8, fu poi inserito nel blocco dei «profeti anteriori», dopo Giosuè, così da formare anche la «grande storia», dalla creazione del mondo all’esilio babilonese (Genesi-2Re). Questo libro biblico è una rivisitazione di alcune tradizioni tribali soprattutto quelle del Nord rielaborate alla luce di un monoteismo yahwista esclusivo e universale, che conserva anche la memoria di tratti più antichi e problematici. Per l’Israele di Dio, Giudici disegnava lo spirito da vivere al ritorno nella terra dei padri (sradicamento dei culti idolatrici; pulizia etnica delle popolazioni pagane; divieto dei matrimoni di mista etnia e di mista religione).
La violenza senza compromessi comandata da Dio stesso, quella decisa dagli uomini e quella condannata dal Signore e dal redattore, non impressionò le tradizioni ermeneutiche nel giudaismo. La versione dei LXX, in parte, vi lesse la decisione divina di abbandonare Israele al suo destino. Il Targum ne sottolineò l’interpretazione escatologica e Giuseppe Flavio ne volle esaltare le virtù amate nel mondo romano. Altri ne trassero elementi per una riscossa d’Israele in epoca romana. Il NT volle illuminare il senso letterale della violenza facendovi irrompere la luce di Giovanni «il battezzatore», di Gesù e di Maria. Le antiche versioni cristiane di Giudici, come i commentatori di lingua greca, latina e siriaca si misurarono con il senso letterale, nel limite del possibile, tenendo conto in ultima istanza dei valori indicati nel NT.
Punti Forti
• La traduzione spesso letterale del testo ebraico ha permesso un proficuo confronto con le antiche versioni.
• L’interpretazione si misura con il senso letterale del testo ebraico e con le antiche interpretazioni giudaiche, il NT e le interpretazioni cristiane antiche.
• La violenza, che campeggia nel libro biblico Giudici, è guardata con realismo senza giustificazioni di sorta.
Autore
Giovanni Rizzi è sacerdote religioso dell’Ordine dei Chierici Regolari di San Paolo, noti come Barnabiti. Ha conseguito i titoli accademici in S. Scrittura a Gerusalemme (1980) e attualmente insegna come professore stabile di Antico Testamento nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Urbaniana. Fra le varie pubblicazioni, si possono segnalare: Le Scritture ai tempi di Gesù. Introduzione alla LXX e alle antiche versioni aramaiche (in collaborazione con S.P. Carbone 1992); Le antiche versioni della Bibbia. Traduzioni, tradizioni e interpretazioni (2009). Esse hanno attinenza con l’attuale volume su Giudici pubblicato con Paoline: Giudici. Nuova versione, introduzione e commento (2012).
La Lettera di Giacomo è la prima delle "lettere cattoliche" o "apostoliche", i sette scritti distinti dall'epistolario paolino, perché indirizzati a più comunità, trattano tematiche generali e hanno carattere discorsivo o di trattato. Nel prescritto si trova il nome di Giacomo che la tradizione, non senza esitazione, ha identificato con il personaggio omonimo detto anche "fratello del Signore" e capo della comunità di Gerusalemme noto sia dalla tradizione paolina (Gal 1-2) sia dagli Atti degli apostoli (At 15). Ma autore, destinatari, scopo, luogo e data di composizione, genere letterario e struttura sono oggetto di discussione fra gli studiosi sia antichi sia contemporanei. Il testo si presenta come discorso di esortazione e ammonizione, "in forma di lettera", su diversi aspetti della vita cristiana considerati sotto la dimensione del comportamento personale e comunitario. L'unitarietà risulta dal tema dominante, che è la coerenza tra il credere e il fare. Giacomo evoca diverse situazioni in forma di casi etici per mostrare la non coerenza tra il dire e il fare. Introduzione e commento di Giovanni Claudio Bottini.
Un itinerario biblico-spirituale che ruota intorno al verbo vedere. Il percorso prende avvio dall’espressione riportata nel brano delVangelo di Giovanni: “Vogliamo vedere Gesù” (12,20-24) e si sviluppa toccando figure evangeliche accomunate dall’incontro con Cristo: i Magi, Simeone, il cieco di Gerico, Zaccheo...
Il volume si sofferma sugli aspetti, umanissimi, che caratterizzano questo incontro: gioia, costanza, speranza ma anche dubbio e scoraggiamento. Accanto alla spiegazione dal sapore più propriamente biblico, l’Autore propone una riflessione di carattere personale e spirituale che aiuta il lettore a sentire attuale e concreto il messaggio.
Il testo si conclude con una riflessione sulla figura di Maria, donna del silenzio, donna dell’attesa, donna del Sabato santo.
punti forti
Autorevolezza e competenza dell’autore. Un linguaggio semplice e scorrevole. La sequela cristiana secondo una prospettiva biblica e psicologico-spirituale.
destinatari
Per catechisti, religiosi/e, aderenti a movimenti ecclesiali.
autore
Aurelio Fusi, sacerdote della congregazione di Don Orione, ha conseguito i gradi accademici in Teologia presso le Pontificie Università Lateranense e Gregoriana.Alla ricerca scientifica ha unito l’insegnamento presso l’Istituto Teologico della medesima famiglia. Mentre era parroco a Voghera ha insegnato al SIT, Scuola Interdiocesana di Teologia di Alessandria. È attualmente impegnato come segretario generale e procuratore della congregazione.
Una particolare edizione economica, alla portata di tutti, del testo dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli. Le caratteritiche principali di questa edizione sono: il nuovo testo della CEI; le introduzioni ai singoli libri riprese da La Sacra Bibbia CEI-UELCI (2008),in cui domina chiarezza di linguaggio,schematicità e semplicità nella trattazione relativa alle diverse questioni (contenuti,caratteristiche e origine del libro); il calendario liturgico festivo (anno A, B, C), rito romano e rito ambrosiano. Un’edizione pensata soprattutto per invogliare ad accostarsi alla Bibbia tutti coloro che sono alle prime armi,ma anche per coloro che vogliono un testo agile,chiaro nell’impostazione grafica e ben leggibile dei Vangeli e degli Atti degli Apostoli,i libri più letti del Nuovo Testamento.
Dopo la violenta morte di Paolo a Roma, capitale dell’impero, inizia e si sviluppa un processo di idealizzazione della figura di Paolo, come apostolo, evangelizzatore e martire per Cristo,prendendo lo spunto dalla sua persona e dal suo messaggio. Nelle diverse comunità da lui fondate, ma specialmente nelle comunità di Corinto ed Efeso dove lui aveva sostato di più, si ricopiano e si collettano le lettere che Paolo ha scritto ai membri delle diverse comunità.Alcuni discepoli addirittura pur di riproporre il suo insegnamento scrivono altre lettere, attualizzandone la figura e il pensiero. Queste lettere e quelle scritte direttamente dall’apostolo costituiscono l’insieme dell’epistolario paolino del canone cristiano. Qui si intende presentare l’epistolario paolino in maniera diretta e comprensibile,le cui caratteristiche sono:la semplicità nella comprensione e nell’utilizzo;una Introduzione generale d’insieme;una introduzione più o meno breve, a seconda dell’importanza, per ciascuna lettera; note significative in rapporto o alla nuova traduzione o anche a difficoltà proprie del testo;una scheda finale per ogni lettera,indicativa per un itinerario di approfondimento,per giovani e adulti. In Appendice, si trovano: una tavola cronologia della vita e degli scritti di Paolo e i viaggi di Paolo. «Alla fine del secolo I si è già affermata l’immagine di Paolo apostolo e scrittore autorevole.Questa immagine affonda le sue radici negli stessi scritti di Paolo,in cui egli accenna ad altre lettere indirizzate alle comunità cristiane». (Rinaldo Fabris)
AUTORE Rinaldo Fabris, nato a Pavia di Udine nel 1936, laureato in Scienze Bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, è docente di Esegesi biblica del Nuovo Testamento presso lo Studio Teologico di Udine,sede staccata della Facoltà Teologica del Triveneto. È autore di numerosi commentari biblici, di articoli, studi monografici di storia dell’esegesi,di teologia e della spiritualità biblica. Con Paoline Editoriale Libri ha pubblicato Paolo. L’apostolo delle genti (Milano 1997,20055);Prima Lettera ai Corinzi. Nuova versione, introduzione e commento(Milano 1999, 20085); Paolo di Tarso(Milano 20084).
Questa particolare edizione del Nuovo Testamento, nell’ambito del progetto «Bibbia Paoline», esce in occasione della pubblicazione della nuova traduzione italiana della Bibbia CEI,tanto attesa.Le caratteritiche principali di questa edizione completamente rifatta sono: il nuovo testo della CEI; le note di commento al testo, versetto per versetto, secondo l’ormai consolidata e soprattutto apprezzata formula della pagina a fronte, anziché a piè pagina,interamente riscritte e adattate alla nuova traduzione; le introduzioni ai singoli libri strutturate secondo uno schema fisso che permette al lettore di avere subito un’aggiornata sintesi sulle questioni più importanti relative al libro in esame: autore, data e luogo di composizione, caratteristiche generali,struttura e svolgimento,messaggio; un cospicuo apparato di indici finali che rende veramente questa edizione unica nel suo genere e indispensabile strumento di consultazione immediata per tutti: indice dei nomi di persona e dei luoghi (mai fatto finora in una Bibbia); indice dei temi principali; sinossi dei termini greci dei quattro Vangeli;tavole statistiche;calendario liturgico festivo (anno A,B,C) ecc. Tutte queste caratteristiche, assieme al fatto che le note di commento aiutano veramente la comprensione del testo,spiegando termini poco chiari,offrendo opportuni riferimenti storici e geografici e spunti per cogliere il messaggio teologico e l’insegnamento per la vita spirituale,fanno sì che questa edizione non solo invogli ad accostarsi alla Bibbia, ma anche a leggerla con profitto,realizzando in pieno lo sforzo di mediare la parola di Dio,che è parola per tutti.
AUTORE Giuliano Vigini (Milano, 1946) è uno dei nomi più noti della cultura cattolica.Nella sua vasta attività critica e bibliografica (quasi 200 pubblicazioni in volume),assume una rilevanza particolare la «Bibbia Paoline»:testo e analitico commento a fronte di tutti i libri biblici.Fra le ultime opere in questa serie,il commento a Giobbe (2004), a Sapienza (2004), a Siracide (2007), a Vangeli e Atti degli Apostoli con la nuova versione ufficiale della CEI (20082) e, nella sezione «Guide e sussidi», il Vocabolario del Nuovo Testamento greco-italiano(2003) e il Dizionario del Nuovo Testamento, 4 volumi (2004-2006).
L’autore,attraverso una lettura originale biblico-teologico e spiritualedelle maggiori lettere paoline, ci fa imbattere nell’apostolo Paolo, schiavo e prigioniero di Cristo, il quale ci travolge nel suo vangelo sperimentato, assorbito,reso vivo in pelle. Ecco alcune delle accentuazioni peculiari: – Il cristiano è chiamato a vivere il Cristo in una relazione d’amore. – Il vangelo di Paolo è tutto incentrato sulla signoria di Cristo. – La Chiesa è il corpo vivo di Cristo. – L’eucaristia come ripresentazione, rappresentazione e riproduzione di Cristo in noi.
AUTORE Antonio Pitta, nato a Lucera (Foggia) nel 1959,presbitero,ha conseguito il dottorato in esegesi biblica presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma nel 1991 e il diploma in scienze patristiche presso l’Augustinianum di Roma. Attualmente è decano della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale,sezione S.Tommaso, ed è ordinario del corpus paolinumpresso la stessa ed è invitato per la metodologia biblica presso il Pontificio Istituto Biblico.Coordinatore dei neotestamentaristi e membro del consiglio di presidenza dell’Associazione Biblica Italiana,ha al suo attivo diverse pubblicazioni, fra cui Disposizione e messaggio della lettera ai Galati (Roma 1992), Sinossi paolina (Cinisello B. 1994), Lettera ai Galati, introduzione, versione e commento (Bologna 20002), Il paradosso della croce. Saggi di teologia paolina (Casale M. 1998). Con Paoline ha pubblicato: Lettera ai Romani. Nuova versione, introduzione e commento (2001, 20093); Trasformati dallo Spirito. Lectio divina sulle lettere di Paolo(2005,20093).
Il libro di Rut pone ancora diverse domande, specialmente circa l’autore, l’epoca di scrittura, lo scopo, il genere letterario e la teologia proposta. Ma, nonostante le lunghe discussioni che sono state condotte fino a questo momento, ancora non hanno ricevuto una risposta.
Rut è un libro breve (ottantacinque versetti in tutto!), eppure è un testo di indubbio interesse. Intrigante può essere considerata già la sua duplice collocazione, rispettivamente fra i libri storici, nella tradizione cattolica, e fra i testi «sapienziali» in quella ebraica. Questo è dunque il primo interrogativo. Come leggere e interpretare questo rotolo? L’autrice propone una lettura del libro che valorizzi soprattutto il fenomeno dell’intertestualità, cioè il dialogo tra Rut e numerosi altri testi biblici.
Data la sua brevità, l’autrice ha potuto condurre un’indagine dettagliata del testo biblico, analizzandone la struttura e offrendone un’esegesi il più possibile approfondita. Nella terza parte vengono affrontate questioni di natura teologica e si propone una storia dell’interpretazione del rotolo, almeno nei suoi elementi fondamentali, come pure un’apertura verso la «storia degli effetti» che il libro ha generato e che ancora si sta costruendo. Senza dimenticare che Rut occupa un posto significativo all’interno del Nuovo Testamento, essendo una delle figure femminili citate da Matteo all’interno della genealogia di Gesù (Mt 1,5).
Scheda-o.c. Milano, 11 settembre 2009
il presente commentario, dopo avere affrontato questi e altri problemi analoghi, adotta come ipotesi di lettura che il libro sia tardivo e che si possa considerare una sorta di midrash, che riprende, rielabora e prende posizione nei
confronti di molti altri testi biblici precedenti.
Autrice
Donatella Scaiola, nata ad Abbiategrasso (MI) nel 1958, è laica e sposata. Ha conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia a Milano, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, e poi ha proseguito gli studi a Roma presso il Pontificio Istituto Biblico, ottenendo prima la licenza e poi il dottorato in Scienze Bibliche.Attualmente, è professore straordinario nella Facoltà di Missiologia della Pontifica Università Urbaniana, dopo avere in precedenza collaborato con numerosi Istituti di Scienze Religiose, Seminari e Facoltà Teologiche. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: «Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite». Fenomeni di composizione appaiata nel Salterio Masoretico, Roma 2002; Rut, Giuditta, Ester, Padova 2006; «Servire il Signore». Linee di una teologia biblica della missione nell’Antico Testamento, Roma 2008. Collabora con numerose riviste di carattere biblico, teologico e pastorale.
Il libro di esdra-neemia colma un vuoto di cinque secoli della storia d’Israele, fino alla comparsa di Gesù in Giudea. È l’unica testimonianza biblica (fuori dalle extrabibliche) della svolta nella religione biblica che segna la nascita del giudaismo. C’è un progressivo ripiegarsi della fede biblica in una comunità sempre più esclusiva, preoccupata solo di conservare la propria identità e di difendersi dalle pressioni esterne.
Su base storica ed esegetica, il volume segue passo dopo passo il libro biblico, mostrando sia l’attualità di quell’esperienza sia il suo significato teologico. Protagonista della vicenda è il popolo nella sua totalità, al cui servizio stanno i capi, per la ricostruzione di Gerusalemme distrutta dai babilonesi: prima del tempio e poi delle mura.
L’importanza di Esdra-Neemia è data dall’episodio della lettura pubblica della Scrittura: 1) nasce la pratica della lettura liturgica della Parola di Dio; 2) viene spiegato che la Parola per realizzarsi deve essere studiata e compresa; 3) ha inizio la serie ininterrotta di letture e commenti della Scrittura, che è arrivata fino ai nostri giorni. E fra queste letture un posto importante è occupato dal monaco inglese beda il venerabile (673-735 circa), che dopo l’età patristica ha commentato tutta la Scrittura e ha mostrato al Medioevo e a noi il modo con cui leggere i diversi sensi della Scrittura, da quello letterale a quello morale. Per questo, sono riportate alcune pagine del suo commentario, che aprono uno squarcio sulla Chiesa dei suoi tempi e ci insegnano come formulare domande anche per l’oggi.
Punti forti
Poco conosciuto, è l’unico libro storico della Bibbia ebraica sull’epoca che va dalla caduta di Gerusalemme al NT.
Alcune pagine di Beda il Venerabile (secolo VIII), per la prima volta tradotte in italiano, leggono Esdra-Neemia alla luce della Chiesa dei suoi tempi e ne mostrano l’attualità.
Riduzione del commentario de ILB, con il testo biblico (la traduzione nuova è quella dell’autore) alla fine.
Destinatari
A chi ha una sufficiente conoscenza biblica e una base teologica: studenti di teologia, religiosi e sacerdoti.
Autore Claudio Balzaretti (Novara 1956), laureato in lettere classiche e candidato al dottorato in esegesi presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, ha insegnato esegesi biblica presso il Seminario della diocesi di Novara e attualmente è ordinario di filosofia e scienze sociali nei licei statali. I suoi articoli spaziano dalla filologia classica e semitica alla letteratura e all’esegesi. Ha pubblicato: Esdra-Neemia. Nuova versione, introduzione e commento (Milano 1999); «Missa». Storia di una secolare ricerca etimologica ancora aperta (Roma 2000); I libri delle Cronache (Roma 2001); I libri dei Re (Roma 2002); 1-2 Maccabei (Padova 2004); 1-2 Re (Padova 2008); Il Papa, Nietzsche e la cioccolata. Saggio di morale gastronomica (Bologna 2009).