
L’autore parte dalla considerazione del principio architettonico della teologia di Paolo che è fondato sulla ”grazia”. Successivamente, passa ad analizzare i temi «centrali» della teologia contenuti nella 1Corinzi, quali: la parola della croce, la nuova giustizia del cristiano, la sessualità nel matrimonio, la verginità, i doni dello Spirito, la carità, la risurrezione dei morti. Infine affronta la questione della libertà nella Lettera ai Galati.
La grazia, che è il «principio architettonico» di tutto, regge l’intera costruzione teologica paolina. Essa, cioè, è quel principio ricco di infinite variazioni che permette alla riflessione paolina di abbracciare tutte le situazioni della fede e, insieme, di condurle a unità. Ma la grazia/salvezza è anche la radice della stessa azione missionaria di Paolo, perché:
1. è la realtà da annunziare;
2. è la radice dell’universalità dell’annunzio e della sua libertà;
3. essa indica la direzione della conversione: solo se l’essere umano si concepisce come dono, come gratuità, come esistenza «regalata», può aprirsi e farsi dono gratuito per tutti.
Bruno Maggioni, prete della diocesi di Como, è docente di esegesi del Nuovo Testamento presso il Seminario di Como e la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e di introduzione alla teologia presso l’Università Cattolica.
Il volume è strutturato in tre parti. La prima è di introduzione generale, mentre la seconda è dedicata all'esegesi di quattordici testi del Vangelo e delle Lettere. La terza parte, poi, approfondisce quattro temi giovannei alla luce di tutta la Scrittura: Gesù un ebreo libero e aperto, i miracoli di Gesù e quelli della tradizione rabbinica, la risurrezione dei morti e il cammino verso l'unità voluto da Gesù. Particolarmente interessanti le pagine dedicate alla risurrezione dei morti, in cui l'Autore illustra la nascita e lo sviluppo di questa riflessione che il Nuovo Testamento porta a maturazione. La duplice via di lettura esegetica e tematica risulta molto efficace e ricca, anche a livello metodologico, oltre che ermeneutico. Sia l'esegesi dei testi sia la trattazione dei temi si concludono con una breve attualizzazione, perché la Parola tocca il presente della nostra vita personale e della vita della comunità ecclesiale.
L'autore si propone di accostare il lettore a uno dei testi più misteriosi e affascinanti della Bibbia offrendo alcune chiavi di lettura per comprenderlo e gustarlo. Come ogni parola di Dio, il Cantico dei cantici è anche parola profondamente umana e, come tale, ancorata a uno spazio e a un tempo precisi. Esso si colloca nella Palestina dell'epoca tolemaica (III secolo a.C.), e nasce come un confronto tra la concezione ebraica dell'amore e quella greca, sullo sfondo della cultura orientale, soprattutto egiziana. Il Cantico dei cantici si presenta così come un libro programmatico, con un messaggio ben chiaro. Esso si pone in dialogo e spesso in contrasto non solo con la letteratura del tempo, ma anche con la società ebraica e la sua concezione patriarcale dell'amore. Il libro si basa su uno studio approfondito dello sfondo storico e letterario del Cantico dei cantici; non si rivolge a specialisti, ma al lettore medio, portando a un pubblico più vasto il frutto della recente indagine esegetica sulla materia. È pensato per laici impegnati, per giovani che si preparano al matrimonio e per coppie di sposi, per sacerdoti e religiose, per catechisti, educatori e insegnanti di religione.
Il viaggio irrinunciabile di cui si parla in queste pagine è quello indicato nella parola di Dio: dal disordine del peccato all'armonia dell'incontro con Dio; da una visione egocentrata della vita a una visione di interdipendenza; dalla divisione all'unità; in definitiva, come dice il sottotitolo, dalla dispersione all'essenzialità. L'obiettivo è quello di far scoprire con gioia le strade della semplificazione, come radice di un modo d'essere decisamente nuovo ed evangelico, dove si gestisce la vita fuori dagli imperativi dell'ipermercato odierno e dal dominio dell'ego. Il libro guida a pregare la Parola per quello che essa offre di terapeutico, di veramente liberante per le donne e gli uomini del nostro tempo che cercano una guarigione dalle lacerazioni provocate dagli imperativi del consumo, della superficialità, del tutto e subito. L'autrice raccoglie in queste pagine la sua esperienza di contemplazione e di condivisione della Parola e indica nel metodo della lectio divina un percorso di silenzio, di ascolto e di pace.
Il volume prende in esame alcune dimensioni esistenziali in cui si affaccia la figura cristiana del potere, che riceve la sua più alta definizione dall'evento pasquale di Gesù Cristo. La visione cristiana del potere evoca continuamente la responsabilità dialogica e relazionale che l'uomo ha nei confronti di chi glielo affida, sia che venga dall'alto sia venga che dal basso, poiché, in realtà, è sempre dono e compito che gli è affidato per il bene proprio e di tutti (testo: Giudici 9,7-15; commenti di: Gianfranco Ravasi, Giulio Andreotti, Massimo Cacciari, Vannino Chiti, Stefano Folli, Pio Laghi...).
"Questo libro, proprio per il suo nitore e la sua essenzialità, può diventare una guida non solo ad attraversare 'la porta stretta e la via angusta che conduce alla vita' ma anche a scoprire quanto luminoso ed esaltante sia quell'orizzonte che alla fine si scopre" (Dalla Prefazione di Gianfranco Ravasi). Un agile strumento per suscitare il desiderio di approfondire la conoscenza della Sacra Scrittura, di pregare con essa e attraverso di essa, sentendola come l'indicatore di direzione per la propria vita.
Il Libro dei Proverbi sembra avere una chiara destinazione pedagogica, formare i giovani a un vero umanesimo che potremmo definire «religioso», che consiste nel comprendere il senso della vita umana, nell'acquistare buon senso, prudenza, cautela, penetrazione, affabilità e pazienza, autocontrollo e ottimismo, fino ad arrivare attraverso una riflessione sull'esperienza a capire che «il principio della vera sapienza è il timore di Dio». Nei «Proverbi di Salomone» il sapiente appare come un vero educatore del popolo di Dio, specie dei giovani. È interessante però notare come nei libri biblici vi sia un'interferenza tra la pedagogia umana e la pedagogia divina: le forme e le istituzioni dell'insegnamento umano vengono trasferite a livello divino, per cui non solo Dio diventa il grande educatore del popolo ma la Sapienza stessa appare già «maestra di vita», «educatrice». La versione greca dei Proverbi è molto diversa dal Testo masoretico e presenta notevoli aggiunte anche molto belle. La maggior parte delle varianti sono intenzionali, ossia frutto di un'interpretazione di tendenza haggadica, cioè narrativa. Il traduttore ebreo accetta di considerare come sua l'eredità greca non soltanto in confronto con la sua più preziosa eredità ebraica, il tesoro delle Scritture, ma mescolato alla stessa pasta del testo che offre ai lettori di lingua greca. La sapienza biblica è il tema del libro dei Proverbi tradotto in greco.
I miracoli sono un argomento delicato. Lo sapevano bene gli evangelisti, quando mostrano la riservatezza di Gesù sulla questione.Nonostante la loro ambiguità,perché Gesù compiva i miracoli? E,facendo un passo indietro,Gesù ha veramente compiuto dei miracoli? Il volume cerca di rispondere a queste domande,innanzitutto analizzando la posizione di una precisa letteratura teologica che, con la scusa dei miracoli come segni (non fatti veramente accaduti),ha proposto negli anni passati una specie di Gesù “light”, cioè un Gesù senza miracoli. Le attuali ricerche sulle fonti bibliche ed extrabibliche confermano invece che un Gesù senza miracoli non solo non è storico,ma non è neppure concepibile. Se Gesù ha compiuto dei miracoli avrà avuto allora un buon motivo.Quale? Attraverso l’analisi del racconto di alcuni miracoli,il testo cerca di risalire alla natura,alla funzione e alla finalità che essi hanno nei Vangeli,ma anche,oggi,nella vita dei cristiani,visto che i miracoli avvengono ancora.È vero,la fede non può nascere che da un atto libero,ma può anche essere accesa da un’opera di Dio inattesa. Come direbbe von Balthasar, il sorriso della mamma provoca quello del suo bambino. “Nelle guarigioni miracolose del Signore e dei Dodici, Dio si rivela nel suo potere benigno sul mondo. Sono,secondo la loro essenza,“segni” che rimandono a Dio stesso e tendono a mettere in movimento l’uomo verso Dio” (Benedetto XVI,Gesù di Nazaret)
Quest’opera riprende, integra e porta a compimento un dizionario del Nuovo Testamento iniziato alcuni anni fa e di cui erano apparsi 4 volumi.Vuole offrire, pur in una essenziale sintesi informativa, un panorama completo di tutto quanto è specifico del NT, ma anche di ciò che si collega ad esso per l’uno o per l’altro aspetto.
Una delle caratteristiche fondamentali di questo dizionario è infatti l’ampiezza della prospettiva, sia per l’alto numero di voci considerate (circa 2000), sia per la scelta di includere, oltre a tutti i nomi, i luoghi e i temi principali del NT, anche frasi, termini, immagini ed espressione caratteristiche.
Altra caratteristica importante è l’unità di contenuto, metodo e stile derivante dal fatto che il dizionario è frutto del lavoro di una sola persona, cosa che favorisce senz’altro una lettura ordinata e armonica.
Infine, un’altra nota distintiva non da poco è che si tiene conto, nella trattazione dei singoli termini, del nuovo testo della CEI.
Punti forti
Opera unica e completa per approfondire aspetti generali e particolari del NT.
La trattazione dei termini tiene conto del nuovo testo della CEI, permettendo la divulgazione di un vasto e aggiornato repertorio bibliografico relativo al NT.
Destinatari
Larghissimo pubblico, in modo particolare: gruppi biblici, insegnanti di religione, animatori e catechisti.
Curatore
Giuliano Vigini (Milano, 1946) è uno dei nomi più noti della cultura cattolica. Nella sua vasta attività critica e bibliografica (oltre 200 pubblicazioni in volume), assume una rilevanza particolare la «Bibbia Paoline»: testo e analitico commento a fronte di tutti i libri biblici. Fra le ultime opere in questa serie, con la nuova versione ufficiale della CEI, il commento a Vangeli e Atti degli Apostoli (20082), a Il Nuovo Testamento (2009), a Salmi e Libri sapienziali (2009) e a Lettere e Apocalisse (2010). Nella sezione «Guide e sussidi» si segnalano la Guida alla Bibbia (20102) e il Vocabolario del Nuovo Testamento greco-italiano, con il lessico analitico dei verbi (2010).
Il Convegno ecclesiale di Verona ha sottolineato il bisogno di riappropriarci della speranza cristiana, da non confondersi con forme di attese magiche e legate a fenomeni strani. L'attesa cristiana non è questione di cataclisma, di sconvolgimenti cosmici, né di apocalissi, ma è l'attesa gioiosa del Signore risorto. A partire da una esegesi basilare della 2Pietro, l'autore ha cercato di rileggerne i contenuti essenziali in ascolto della Parola e degli appelli della società odierna. Ogni lectio ha lo spazio di approfondimento esegetico e tematico, delle riflessioni e della preghiera, delle testimonianze. Con questa lectio sulla 2Pietro l'autore completa l'opera sulle lettere di Pietro. Il libro si pone in continuità con le riflessioni del Convegno ecclesiale di Verona e per il taglio spirituale-pastorale risulta molto utile agli animatori dei centro di ascolto della Parola, ai gruppi biblici e a quanti desiderano approfondire i temi della speranza cristiana.
Come hanno parlato e continuano a parlarci le mani di Gesù? Ripercorrendo le pagine dei Vangeli, questa ci fa contemplare anzitutto le mani del bambino nato da Maria e cresciuto nell'umile casa del carpentiere, manine che si aggrappano al seno materno e che giocano con i truccioli di legno o con i sassolini insieme ai ragazzi delle contrade di Nazaret. Ed eccolo addestrarsi al mestiere del padre Giuseppe fino all'età adulta: mani di lavoratore. E poi lungo le vie della Palestina insieme ai suoi discepoli lo vediamo sempre con le sue sante mani al servizio degli altri: mani che pregano e benedicono, mani che carezzano i piccoli e toccano i malati per guarirli; mani che sostengono e strappano dal sonno della morte, mani che lavano i piedi ai discepoli, che spezzano il pane e lo offrono, mani che scrivono nei cuori patti di alleanza; mani che, dopo aver servito e tutto donato, si lasciano inchiodare alla croce. E proprio là dove esse divengono impotenti, la missione del Verbo Incarnato si compie.
Il volume, improntato ad evidenziare la speranza nella storia della salvezza dell'Antico Testamento, presenta diciotto significativi personaggi biblici. È suddiviso in tre gruppi principali (solitamente detti storici, profetici e sapienziali): guide del popolo (hanno funzioni politico-religiose): Abramo, Mosè, Giosuè, Davide, Salomone e Giosia; profeti (passano dall'annunzio del giudizio a quello della salvezza): Elia, Amos, Osea, Isaia, Geremia, Secondo Isaia; persone concrete ma attraverso pseudonimi anonimi (intrepretano situazioni e insegnano virtù), che interpretano situazioni e sottolineano virtù: Adamo, Servo del Signore, Giobbe, Giona, Daniele. - Conclude la carrellata dei personaggi, Maria, quale ponte tra le due alleanze (antica e nuova, ebraica e cristiana) e quale vertice della speranza cristiana. Il libro ha il chiaro intento di guidare alla comprensione della Parola di Dio e del suo messaggio, perciò prevalentemente catechistico. Ogni "amico", ogni "volto" è presentato in cinque/otto pagine circa, mediante un triplice passaggio: l'etimologia del nome; l'inquadramento storico; l'enucleazione dell'esperienza vissuta e con un accenno alla rilettura neotestamentaria.