
Che cosa si intende con storia di salvezza? Che rapporto c'è tra storia sacra e profana? Come può la storia mediare la salvezza? Quando e perché la storia è entrata a far parte della riflessione teologica come categoria fondamentale? A queste domande cerca di rispondere G. Pasquale, autore di questo testo, presentando la visione credente della storia della salvezza. L'espressione "storia di salvezza", creata dal Concilio Vaticano II per ridare alla storia un ruolo fondamentale nella riflessione teologica, è densa di contenuto. La storia non è per la teologia un tema tra gli altri, ma l'orizzonte universale e comunicabile nel quale l'uomo può stabilire il suo rapporto con Dio e con il mondo, con se stesso e con gli altri.
La Seconda Lettera ai Corinzi, benché sia la lettera di Paolo più personale ed autobiografica, è uno scritto di alto livello teologico. Essa lascia intravedere i tratti della personalità ricca e "vulcanica" di Paolo, ma anche l'altrettanto magmatico contesto sociale e religioso della comunità cristiana da lui fondata a Corinto, una città di mare, crocevia di etnie, di religioni e di mentalità variegate. Il quadro ecclesiale multicolore che traspare dalla lettera è in grado già di spiegarne l'attualità rispetto alla situazione odierna della Chiesa, che, soprattutto in alcuni luoghi, è per molti aspetti simile alla comunità cristiana della Corinto dei tempi di Paolo. A cura di C. Manzi.
Questa edizione della lettera agli Efesini è un commentario di taglio scientifico che offre uno studio originale sulla struttura letteraria del testo. Nel testo si trova l'analisi esegetica dettagliata di tutto il libro e la metodologia che adotta non solo il metodo storico-critico, ma anche l'analisi retorico-letteraria; una nuova traduzione e una spiegazione del testo, a un tempo scientifica e sapienziale. A cura di S. Romanello.
Questa edizione del Vangelo di Marco è un commentario di taglio scientifico che utilizza non solo il metodo storico-critico, ma i metodi sincronici che prediligono l'analisi narrativa del testo così come oggi è nelle nostre mani. Quale è l'intreccio del racconto? Quali sono le grandi tensioni narrative del testo? Che tipi di reazione suscita nel lettore? Quali compiti quest'ultimo si assume? Come sono costruiti i personaggi che compaiono sulla scena?? Ecco alcune delle domande che hanno spinto l'autore, S. Grasso, alla composizione di questo commentario che vuole guidare alla comprensione profonda del racconto che da duemila anni ha suscitato in uomini e donne coraggiosi scelte di fede in Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
La migliore collocazione della Bibbia della vita è all'interno dei racconti della nascita di Gesù, il Cristo e il Figlio di Dio, che sono il frutto maturato sul grande albero biblico. Le loro radici affondano nel mistero dell'atto creativo iniziale di Dio e il tronco robusto è costituito dalle promesse di Dio fatte ai padri e consolidate nella stirpe davidica come annuncio del Messia e del suo regno di giustizia e di pace. L'iconografia medievale ama questa immagine dell'albero genealogico di Gesù, figlio di Maria, discendente davidico. Questa raffigurazione si ispira ai testi evangelici di Matteo e di Luca, che nei primi due capitoli raccontano la nascita di Gesù.Le miniature che illustrano questa pubblicazione sono state scelte tra le numerose esistenti dei diciassette voluminosi corali pergamenacei custoditi nella Biblioteca Capitolare di Verona. Introduzione di R. Fabris. Scelta testi e coordinamento: B. Capalbo - N. Bonaldo.
Tredici lectio sui testi della prima lettura che la liturgia dell'anno C offre ai fedeli nelle domeniche di Avvento e di Quaresima; due tempi forti che preparano alla contemplazione dei due misteri che fondano la nostra fede cristiana: l'incarnazione di Gesù e la sua gloriosa passione, morte e risurrezione. Il volume indica un percorso non comune, offrendo una metodologia interessante: per ogni lectio T. Lorenzin propone una lettura del testo, una lettura intertestuale e un annunzio per il lettore di oggi.
Il volume di A.M. Canopi, commenta alcuni brani dei vangeli dell'infanzia per recuperare, attraverso i grandi protagonisti di queste pagine, la capacità di vedere la Salvezza con gli occhi puri e umili di chi sa stupirsi.
Negli otto capitoli di cui è composto il libro, l'Autrice propone una lectio divina sul quinto capitolo del Vangelo di Matteo affrontando le singole beatitudini. Le beatitudini sono il canto della gioia di Dio che egli vuole comunicare a tutti gli uomini, ma per poterlo fare deve insegnare il linguaggio dell'amore vero, dell'amore divino. Meditare sulle Beatitudini significa intraprendere un cammino di radicale conversione, aprirsi a una mentalità nuova che apprezza e desidera proprio quanto il mondo rifiuta. È una salita ardua che nessuno da solo potrebbe compiere. Ma Gesù, posando il suo sguardo su di noi, ci ammaestra e ci attira vicino a sé per farci conoscere le cose più intime e profonde del mistero del regno dei cieli. Anna Maria Cànopi in questo testo aiuta il lettore a salire con Gesù sulla montagna per stare alla sua presenza e mettersi in ascolto della sua Parola, per scoprire che Gesù stesso è la "beatitudine" di ogni persona.
Chi ha familiarità con qualche commento sul Cantico dei Cantici, coglierà la novità interpretativa di questo Autore: il suo approccio, al di là di luoghi comuni ormai logori, è veramente innovativo; frutto di anni di insegnamento e di ricerca. Testimonianza di questa originalità è la traduzione, fedele al testo e scritta con sensibilità poetica, che ai lettori potrà riservare non poche sorprese. Secondo G. Barbiero, il Cantico dei Cantici non è solo una raccolta di poesie d'amore, ma un poema unitario, con una struttura definita e con un programma teologico ben preciso. Esso si colloca nell'epoca tolemaica (seconda metà del secolo III a.C.) ed è, al pari di Qohelet, una risposta della comunità giudaica di Gerusalemme agli stimoli culturali della civiltà greca circostante, di cui assimila certi valori, ma da cui sa anche prendere le distanze. Il messaggio teologico del libro è ricercato attraverso lo studio delle metafore, la cui comprensione è facilitata da una ricca raccolta di illustrazioni (oltre un centinaio), tratte da reperti archeologici coevi. Oltre che con il mondo circostante, il Cantico dialoga con la tradizione di Israele codificata nel Primo Testamento: anche qui il Cantico, pur esaltando il valore della propria cultura, sa porsi in atteggiamento critico, talora anche fortemente polemico, con essa. Il confronto puntuale con i testi biblici si rivela strada maestra per cogliere la dimensione teologica, attualissima, del libro. L'opera è arricchita dalle illustrazioni studiate da Othmar Keel.
Queste pagine di A.M. Cànopi ci aiutano a metterci in ascolto della Parola essenziale: il Vangelo. Gesù ci attende per parlarci del Padre. Lui solo, disceso dal cielo come buon Samaritano per prendersi cura dell'umanità ferita a morte, ha parole di vita eterna. E le parabole della misericordia fiorite sulle sue labbra sono lì, sempre vive, sempre nuove, pronte a coinvolgerci in un storia di cui ciascuno di noi si scopre protagonista. Qui finalmente troviamo realtà che ci riguardano, che vanno al cuore di ogni esistenza umana con il suo anelito insopprimibile di amore, di verità, di pace. È bello riconoscersi amati da quel Padre misericordioso che ripone una sconfinata fiducia nell'uomo e mai si rassegna a saperlo lontano e perduto. Soffermandoci su queste pagine, possiamo gustare il sapore di Cristo e attingervi una forza nuova che ci permetta di guardare noi stessi e gli altri con occhi trasfigurati. Nessuno può restare indifferente. L'amore da cui ci sentiamo afferrati ci rende a nostra volta prossimi di ogni fratello. Pagine di lectio che non sono uno studio esegetico, ma che vogliono semplicemente comunicare riflessioni, sentimenti, emozioni suscitate nel cuore di chi ha a lungo meditato queste parabole.
G. Corti, in questo libro che apre una nuova collana, intende mostrare, nella lettura meditata del Vangelo di Luca, Gesù in azione sulla via dell'amicizia che risana, che ricrea. Il testo, dopo una breve Introduzione, si sviluppa in tre parti: 1) Un amico fedele è una protezione potente; 2) Amico dei peccatori; 3) Era perduto ed è stato ritrovato. La seconda parte è il "cuore" del libro. L'amico dei peccatori è presentato in azione attraverso cinque incontri che hanno segnato per sempre i destinatari: Pietro, Levi, la donna peccatrice, Zaccheo, il buon ladrone. Cinque volti trasfigurati dal perdono. Cinque volti attraverso i quali contemplare lo stesso Gesù. Due capitoli formano la terza parte. A ogni peccatore il suo Vangelo, in cui si sottolinea come Gesù vive l'amicizia con i peccatori: evangelizzandoli; ognuno di essi, infatti, riceve da lui una parola che libera e apre orizzonti di speranza. In O Dio, pietà di me peccatore, incentrato su Lc 18,9-14, appare chiaro lo scopo del ministero di Gesù: condurre l'uomo davanti a Dio, perché solo nella luce di Dio egli si scopre peccatore e gusta la gioia del perdono.

