
Come intendere i numerosi passi della Scrittura in cui si parla del peccato dei progenitori e dei castighi che Dio impone o minaccia come conseguenza di questa catena di peccato che si perpetua da quell'evento in poi? Yannaras afferma che la caduta dell'uomo è una verità non semplicemente giuridica, ma è una perversione della vita, a cui Dio reagisce non come un giustiziere che punisce, ma rispettando in maniera assoluta la libertà dell'uomo. Non interviene per distruggere i frutti, per quanto amari, della libera scelta fatta dall'uomo, ma per trasformare l'autocastigo dell'uomo in una pedagogia salvatrice.
Questa lectio divina ci introduce ai contenuti più profondi della vita spirituale, del discernimento, delle problematiche della teologia dell'evangelizzazione. Nella storia di Giuseppe è infatti raffigurato tutto il cammino di morte e di risurrezione paradigmatico della vita cristiana. È la storia dell'amore di un padre che suscita invidia, dispersione, odio. Ma il figlio che accoglie l'amore del padre riunisce i fratelli: la via dell'amore, attraverso il male subìto, svela un disegno provvidenziale in cui anche il male si converte in bene. È allora chiaro perché da sempre in Giuseppe è stato visto Cristo, il Figlio prediletto del Padre, ucciso dal male del mondo, grazie al quale il Padre può impartire la sua benedizione su tutta l'umanità in Lui radunata.
Indice: Cerco i miei fratelli * Il Signore fu con Giuseppe * Io sarò colpevole contro di te * Per amore del padre * Conclusione.
Non si può diventare cristiani se non cominciando da Gerusalemme. Non esiste rottura tra la fede di Israele e il vangelo di Gesù. Esiste piuttosto una "continuità trasfigurata". Con questa convinzione, Francesco Rossi de Gasperis presenta la figura di Paolo di Tarso, apostolo delle genti, ma prima di tutto evangelista di Israele, rimasto un fariseo zelante anche dopo esser diventato discepolo di Gesù. Paolo, contemplato e studiato come persona-figura di questa unità e continuità trasfigurata, svela come la Nuova Alleanza conduca la Torah di Mosè al suo ultimo rinnovamento.
Indice: L'evangelo di Paolo * Alcune proposte di cronologia paolina * L'esperienza messianica neotestamentaria dei Dodici e della chiesa di Gerusalemme * L'ora di Damasco * La conoscenza che Saulo aveva di Gesù prima di volgersi a lui * La trasfigurazione operata in Paolo dalla sua "ora di Damasco" * Paolo e Israele * Paolo e la tradizione ecclesiale * Conclusione.
Traduzione dall'inglese, cap. 9 inedito, appendice non presente nell'edizione originale.
La metafora della fontana applicata alla Bibbia si trova all’inizio di uno dei commenti alla Scrittura di Efrem il Siro. Di essa, ci dice Efrem, lasciamo molto più di ciò che prendiamo, come persone assetate che bevono ad una fontana... La presenza di Dio rende la Parola debordante di vita e forse l’impossibilità per noi di possedere il testo originale delle Scritture, le varianti del testo, la sua possibilità di differenti letture sono come un segno che questa Parola non ha nessun carattere statico.
Perché è importante anche per noi la Bibbia siriaca? Perché, in questo contesto, tutte le più antiche versioni della Bibbia ci aiutano a raggiungere qualcosa di più di questa inattingibile Parola, ci aiutano a penetrare più a fondo nel mondo biblico, offrendo così una fonte per l’ispirazione spirituale. Questo vale tanto più per la Bibbia siriaca, che condivide con il mondo ebraico in cui sono sorte le Scritture l’appartenenza ad uno stesso contesto culturale semitico.
Il libro è corredato di una piccola antologia di testi dei Padri siriaci che danno alcuni esempi di come era letta creativamente la Bibbia nella tradizione siriaca e come era alla base di tutte le espressioni della vita ecclesiale.
Indice: Parte I: La Bibbia nella tradizione siriaca * 1. Come ci raggiunge la Bibbia? * 2. Uno sguardo più da vicino * 3. Come ci raggiunge la Bibbia siriaca? * 4. L'interpretazione della Bibbia nella tradizione siriaca * 5. I commentari biblici * 6. L'uso della Bibbia siriaca nella predicazione * 7. La Bibbia siriaca nella liturgia * 8. La Bibbia come base per la spiritualità siriaca * 9.Tre padri siriaci sulla lettura della Bibbia * Bibliografia scelta * Piccola antologia di testi: Commentario di Efrem alla Genesi (sezione II); 2 poemi anonimi in forma di dialogo: La peccatrice e Satana (Lc 7), Maria e il Giardiniere (Gv 20); Un'omelia in versi: Giabomo di Sarug su Tamar (Gen 38).
Per narrare la parabola terrena di Gesù di Nazareth, così come non era mai stata raccontata, Robert Graves dispiega il retaggio di una vita dedicata allo studio delle Scritture, del mito in ogni sua più remota e raffinata espressione, nonché della storia dell'ebraismo e del cristianesimo delle origini. E lo fa attingendo tanto alle fonti canoniche quanto ai testi apocrifi, in un costante dialogo con i grandi pensatori della filosofia greca. L'esito è un romanzo audace, in bilico tra storia e finzione, che rivela un volto inedito e assai umano di Gesù. La voce narrante è quella di Agabo il Decapolitano, un funzionario romano della fine del I secolo d.C, che ripercorre la nascita, la giovinezza, la morte e la resurrezione di un personaggio straordinariamente carismatico. Quello che ne esce è il ritratto di Gesù non come essere divino, ma come uomo non privo di difetti, piegato dal suo stesso destino, in una rielaborazione che è una miscela di ricerca, storia e immaginazione.
Un coacervo di idee alle quali il nostro autore ha fattivamente partecipato, organizzando le prime marce per la pace, creando collegamenti tra disparate personalità, dando vita a centri di volontariato e via dicendo; con l'intento precipuo di superare gli egoismi, di mettere le proprie energie al servizio di tutto quel che potesse aiutare a superare gli egoismi, contro i privilegi di classe, ma anche degli interessi delle gerarchie clericali. Un discorso del quale vengono qui riprese le fila con lucidità teorica, ma anche con accensione poetica: dei "semplici appunti" ordinati con liturgico richiamo alle evangeliche letture della messa domenicale e che però si appoggiano, con inusitata precisione, alla prassi politica e fanno ricorso costante alla preghiera. Mostrando una strada "stretta e difficile", ma che potrebbe essere decisiva per correre ai ripari in questi "tempi duri".
«Scrivo non per i miei, ma per le estreme generazioni future, per voi esseri umani che verrete...».
Così parlava Enoch, il settimo della discendenza di Adamo che, dopo una vita durata 365 anni, è salito al Cielo ancora vivente. Dalla notte dei tempi egli ha indicato all’umanità una strada luminosa da percorrere. Enoch è risalito alle cause del male e grandi sono state le sue sofferenze per la malvagità umana e le sue esortazioni a coltivare il bene e la saggezza.
Tutti i suoi scritti, che sono stati qui riportati affiancati dall’'interpretazione di Pincherle, furono ritrovati e raccolti nel tempo precedente la nascita di Cristo. Non riconosciuti dalla Chiesa e ignorati nella raccolta del Vecchio Testamento, oggi sono pubblicati in tutto il mondo. Oltre a darci una illuminante panoramica della straordinaria civiltà che in quei tempi fioriva sulla Terra, questi scritti offrono chiare spiegazioni sull'’inizio del peccato, sulla caduta degli angeli, sull’'intervento degli arcangeli sul futuro dell'’umanità, sull’'apocalisse e sull'’arrivo del Messia e del regno di Dio in Terra.
«In ogni periodo di crisi della storia umana, quando la morale è disprezzata e la malvagità impera dovunque, si invoca un aiuto divino che farà prevalere la sua suprema giustizia contro tutte le opposizioni diaboliche e materialistiche della giustizia terrena».
Il secondo libro di Enoch. "Scrivo non per i miei, ma per le estreme generazioni future, per voi esseri umani che verrete". Così parlava Enoch, il settimo della discendenza di Adamo che, dopo una vita durata 365 anni, salì al Cielo ancora vivente. Dalla notte dei tempi egli ha indicato all'umanità una strada luminosa da percorrere. Enoch risale alle cause del male e grandi sono le sue sofferenze per la malvagità umana e le sue esortazioni a coltivare il bene e la saggezza. Tutti i suoi scritti, che sono riportati affiancati dall'interpretazione di Pincherle, furono ritrovati e raccolti nel tempo precedente la nascita di Cristo. Non riconosciuti dalla Chiesa e ignorati nella raccolta del Vecchio Testamento, oggi sono pubblicati in tutto il mondo. Oltre a darci una chiara panoramica della straordinaria civiltà che in quei tempi fioriva sulla Terra, offrono chiare spiegazioni sull'inizio del peccato, sulla caduta degli angeli, sull'intervento degli arcangeli sul futuro dell'umanità, sull'apocalisse e sull'arrivo del Messia e del regno di Dio in Terra.
Enoch, il settimo della discendenza di Adamo, dopo una vita di 365 anni è salito al cielo ancora vivente. Dalla notte dei tempi egli ha indicato all'umanità una strada luminosa da percorrere; è risalito alle cause del male e ha esortato a coltivare il bene e la saggezza. Tutti i suoi scritti, che sono stati qui riportati affiancati dall'interpretazione di Pincherle, furono ritrovati e raccolti prima di Cristo. Non riconosciuti dalla Chiesa e ignorati nella raccolta del Vecchio Testamento, oggi sono pubblicati in tutto il mondo.