
Tra i Vangeli sinottici, "Matteo" appare come il più polemico verso il popolo ebraico.
Fin dove è possibile, e lecito, attribuire certe espressioni a Gesù? E se fossero invece il riflesso delle problematiche vissute dalla comunità matteana?
L'Autore, al fine di smontare gli ostacoli al dialogo con l'ebraismo - e con ogni espressione religiosa, dal buddhismo al candomblé - ci offre un prezioso strumento di interpretazione socio-spirituale di Matteo. Lo fa con rigore, "masticando" per noi le conoscenze attuali dell'esegesi e della storia, ma con un linguaggio discorsivo e "affettivo".
Commentario dell'intero Vangelo di Luca svolto in forma dialogica, tra interlocutori con esperienze di vita e spiritualità diverse. Vengono proposti i recenti risultati della ricerca biblica alla luce delle realtà quotidiane e nel contesto della cultura popolare. Marcelo Barros, brasiliano, è monaco benedettino. Difende una spiritualità improntata al dialogo interreligioso e al rispetto del creato. È regolarmente invitato in Italia per conferenze, ritiri, momenti di studio.
L'autrice batte la pista di una mano femminile nella stesura del Libro di Rut, basandosi sul testo ebraico e mostrando come gli esegeti di sesso maschile abbiano sistematicamente ignorato gli indizi di una scrittura femminile. Scopriamo così con l'autrice come donne di popoli diversi stabiliscano un rapporto di solidarietà femminile e di alleanza mentre le Scritture di mano maschile avevano sempre insistito sulla rivalità, adottando il divide et impera che permette al potere patriarcale di perpetuarsi. L'ultima parte di questo libro propone uno schema di lettura comunitaria del Libro di Rut, basandosi su esperienze realizzate in Brasile.
Catechesi in chiave missionaria su brani del Nuovo Testamento. Sono nate in gruppi di preghiera giovanili ed hanno per leitmotiv la vocazione a una vita in pienezza. La finalità è accompagnare i giovani in un cammino lungo il quale "scrivere una contro-storia di giustizia e di bellezza" in un mondo che sembra diventato cieco al futuro.
La lettera ai cristiani di Filippi in Macedonia è nota per la frequenza di termini come "gioia", "rallegratevi", "affetto", "affabilità"... Ma è anche il testo in cui san Paolo con più chiarezza parla della kenosis, lo "svuotamento" cui Gesù si sottopose. Padre Zanotelli, servendosi dei moderni studi sull'ambiente sociale dell'epoca, ci guida a leggere la Lettera ai Filippesi in una nuova luce. In quella comunità si stavano riproducendo le stesse logiche di diseguaglianza dell'Impero: certo non per questo Cristo era venuto e si era abbassato fino alla morte di croce. L'apostolo scrive in "catene", deve quindi farlo con un linguaggio in codice. Queste pagine ci aiutano a decriptarlo ... a metterci in una salutare crisi.
Sobrietà, rispetto dell'ambiente, ritmi più lenti, relazioni più umane? Verso questi "nuovi stili di vita" molti credenti e non credenti camminano assieme da tempo. Ma, per un cristiano, questa può essere anche una scelta di fede? Certamente, risponde l'autoore. È l'ora di passare dal "primato della morale" al "primato della fede". Di attrezzarsi con una spiritualità che attinge a fonti bibliche ed ecclesiali, ma anche "trasversale, ossia di tutti, anche degli atei". Prefazione di Rosanna Virgili.
Secondo il Vangelo, Gesù amava stare a tavola con la gente. Era anche capace di far da mangiare: infatti si presentava come il "buon pastore", colui che dà il "pasto buono". Cosa ci insegna questa caratteristica (quasi ignorata) del Figlio di Dio? Un fatto molto concreto: cucinare non significa soltanto dare del cibo, ma soprattutto prendersi cura di ciascuno secondo i suoi bisogni. Ecco una "chef-teologia" dal sapore delicato, che nutre in profondità quanti hanno fame di senso e di vita. "Lievito e farina, ortaggi e agnello, pesce alla brace, il sale nella pasta...? Gesù sapeva cucinare. Anche in questo era (il) Maestro."
Grazie ad un sapiente dialogo tra Bibbia e cultura - letteratura, filosofia, cinema, arte - il cardinale Gianfranco Ravasi traccia un ampio affresco di che cosa significhi l'atto del nutrirsi e del nutrire: "Dobbiamo tornare alla bellezza della tavola, spesso incrinata dalla frenesia di un nutrimento alla fast food - scrive Ravasi -. Una società che ignora lo spreco alimentare, che si infastidisce quando si evoca lo spettro della fame nel mondo, che si oppone all'ospitalità, ha perso la dimensione simbolica del cibo e la spiritualità che in quel segno è celata". Il cristianesimo è una fede "alimentare". Cibo significa accoglienza, ospitalità e dono. Gesù amava i banchetti e chiedeva condivisione. Riscopriamo cosa c'è dentro il gesto del nutrire.
La storia del cristianesimo in Cina, la "febbre cristiana" e i "cristiani culturali" di Pechino, la fede che conquista molti giovani nelle università si Shanghai e dintorni, la tensione tra la Cina e il Vaticano, il possibile dialogo tra il Regno di Mezzo e la Santa Sede per costruire una "società armoniosa"... Un cattolico cinese parla del suo Paese, della sua fede, della sua Chiesa: le sorprese non mancano. "Questo è un libro utile, che aiuta a spazzare via molti luoghi comuni, frequenti in chi guarda la Cina da lontano. Apre nuove prospettive alla solidarietà verso i cattolici cinesi, che continuano a vivere in una situazione non facile" (Agostino Giovagnoli)
Il Vangelo di Marco è il testo che presenta Gesù a chi non ha familiarità con la storia del Nazareno. È il racconto della vicenda di Cristo per quanti vogliono sperimentare la vita piena che egli dona. La lettura che Silvano Fausti offre del Vangelo «missionario» per eccellenza è un sapiente e appassionante viaggio incontro all'uomo-Dio che ha vissuto in Medio Oriente duemila anni fa. Diventa un invito - seguendo i testimoni della fede descritti da Alex Zanotelli - a mettersi sulla scia di colui che ha servito fino all'ultimo gli ultimi, trovando in questa vocazione una libertà più forte della morte.
Troppo spesso la fede cristiana viene vista come un elenco di proibizioni oppure come una lista di precetti da seguire pedissequamente. Niente di tutto ciò, sostiene Adrien Candiard. Facendo eco a Paul Claudel - «per fortuna Gesù ci ha liberato dalla morale!» -, queste pagine ci conducono nel cuore del cristianesimo: il primato della grazia e della coscienza rispetto alla legge. Il perché è presto detto: «Un colpo di fulmine amoroso ci trasforma più profondamente della lettura del Codice penale», argomenta l'autore. Il quale, spaziando da Bernanos ai padri del deserto e facendo eco alla sua esperienza di guida spirituale, ci conduce sul crinale arduo ma affascinante della libertà così come ce la presenta l'apostolo Paolo. Candiard è profondamente convinto di un fatto: «I conti del farmacista non hanno molto a che vedere con un grande amore». Per questo, che si tratti di sesso o di lavoro, di rapporto col denaro o col potere, «il vangelo è sempre una liberazione». Leggere questo libro, tanto breve quanto esplosivo, ne è una potente conferma.
Nel 1946, don Luigi Maria Verzé studia appassionatamente la figura sociale di Cristo nelle opere di San Giovanni Crisostomo. Dalla discussione della sua tesi di laurea sono trascorsi più di sessant'anni; un lungo periodo in cui le idee e le tensioni spirituali di un giovane prete idealista hanno potuto confrontarsi con la realtà e sostanziarsi in opera. Tornare su quegli scritti è l'occasione per una riflessione sul corso della vita, in una sorta di biografia intellettuale e spirituale, ma anche per una riscoperta della prodigiosa attualità della predicazione di uno tra i più importanti Padri della Chiesa: la centralità del ruolo della donna, la funzione sociale del denaro, la reciproca carità, l'abominio dell'usura, il rispetto dei beni comuni e - sopra ogni cosa - la dignità umana di quel corpo sociale in cui Cristo volle incarnarsi. Perché, sostiene don Verzé, il corpo sociale è "Corpo di Cristo".