
L'Autore ci mostra come la comprensione che Gesù ha di se stesso e della sua opera incide sulle culture odierne e sui loro valori. Nel libro si approfondiscono le questioni fondamentali che i cristiani si trovano di fronte.
La storia e le sue contraddizioni, l'azione del demoniaco e la forza dirompente del mistero pasquale, le forme del potere costituito e la testimonianza, fino al martirio, dei credenti, le sconfitte momentanee del presente e la certezza di una vittoria definitiva nel futuro escatologico sono le diverse realtà che si nascondono sotto il velo simbolico dell'Agnello apocalittico. L'analisi esegetico-teologico dei singoli passi rivela il volto del Risorto e della comunità che, soprattutto nella liturgia celebrata e vissuta, comprende la sua vocazione di popolo messianico, inserito nella storia, e di "fidanzata", in cammino verso la pienezza delle "nozze" con l'Agnello nella Gerusalemme nuova.
La scuola giovannea fu la più pronta e la più chiara nel definire Gesù in modo inequivocabile come JHWH, il Dio che apparve a Mosè sul Sinai e che accompagnò il popolo eletto nei quarant’anni del deserto. Per la comunità che si rifaceva all’apostolo Giovanni su questa identificazione si giocò lo scontro decisivo con la sinagoga, nonché lo scontro interno, tra i veri e falsi fratelli nella fede. Gli autori recuperano e indagano questa esegesi primitiva ai fini di una riconsiderazione della cristologia, in special modo alla luce del dogma trinitario.
Note sugli autori
Walther Binni (Bologna 1960) ha studiato storia e letteratura ebraica in Israele e conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino (Angelicum). Ha pubblicato svariati articoli sul rapporto Torah-Nozrim in Israele e Stati Uniti per la Jewish Library and Bible Foundation e, recentemente, Masshiach and Torah, New York 5760-2000. Insegna teologia biblica presso lo Studio teologico accademico bolognese - sezione San Domenico e collabora con Rivista Biblica, del Centro editoriale dehoniano.
Bernardo Gianluigi Boschi o.p. (Monghidoro - BO 1936) è entrato nell’Ordine Domenicano nel 1953. Ottenuto il dottorato in teologia presso la Pontificia Università S. Tommaso d’Aquino (Angelicum) di Roma, ha conseguito i gradi accademici dalla Pontificia Commissione Biblica e il master all’École Biblique et Archéologique di Gerusalemme. È moderatore degli studi e preside dello Studio teologico domenicano di Bologna. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Conoscere la Bibbia oggi, Cappelli, Bologna 1988; Le origini di Israele nella Bibbia fra storia e teologia, EDB, Bologna 1989; Israele nel deserto, Paoline, Milano 2000.
Ma è proprio vero che l’evangelista Luca si discosta da tutti gli altri Vangeli nel “non riferire” di una seduta processuale notturna a Gesù? Lo studio propone una nuova lettura della versione lucana dall’arresto di Gesù sul Monte degli Ulivi fino alla seduta sinedriale mattutina, attestando la sostanziale concordanza dei quattro Vangeli, nella successione narrativa delle scene. La notte del rinnegamento di Pietro (Lc 22,54-65), analizzata sotto il profilo metalinguistico, tipologico (Is 50) e redazionale, viene letta entro una “Teologia della Luce” rilevabile nell’intera opera lucana (Lc-At): Luce in quanto “via di uscita dallo stato di tenebra” relativa alla figura di Pietro “seduto presso la Luce” nella notte del rinnegamento; e Luce in quanto “Parola di salvezza che illumina le genti”, entro cui è circoscritta la vocazione e missione di Paolo.
"Nella vita ho sempre sognato di essere uno tra i tanti testimoni di Gesù, ben consapevole della mia inadeguatezza, ma anche certo che solo attraverso la conoscenza dei Vangeli mi sarebbe stato possibile intravedere i suoi sogni, quelli inconsci e quelli palesi, penetrare nella sua logica e nel suo modo di intrattenersi con il Padre, condividere la sua passione per gli ultimi della società, armarmi del suo coraggio per allontanare da me ciò che è farisaico e formale". È l'ottica con cui è scritto questo libro di commento al vangelo di Luca: sia per offrire l'occasione di leggerlo totalmente, almeno una volta all'anno, e così riscoprire nuovamente frasi che scuotono e turbano, incalzano e stimolano; sia per legare questi brani alla vita quotidiana e alla storia passata e presente, mostrando così il cammino che ci resta da fare per realizzare il progetto di Gesù.
Racconta la Bibbia che Aman, primo ministro persiano, una volta appreso che il suo antagonista Mardocheo è ebreo, si adopera affinché, insieme a lui, siano sterminati tutti gli ebrei del regno. Le sorti però si rovesciano e Aman finisce sulla forca che lui stesso aveva fatto predisporre per Mardocheo. La vicenda, narrata nel Libro di Ester, è al centro della festa carnevalesca di Purim, in cui si ricorda la salvezza degli ebrei e la morte di Aman, il ministro che ne aveva progettato lo sterminio. Nella sua congettura, che si basa su un'originale quanto controversa interpretazione del Libro di Ester, Frazer ipotizza che Cristo sia stato ucciso nel corso di una sacra rappresentazione di Purim. Scartare l'ipotesi frazeriana come un esercizio di immaginazione sarebbe facile. Più interessante è seguire Frazer nella convinzione che all'interno della sua congettura su Cristo siano presenti, e possano quindi ricercarsi, "grani di verità". Questo volume introduce un nucleo problematico nello studio dell'intreccio-scontro tra cristianesimo ed ebraismo. Il testo di Frazer è pressoché ignoto, perché non incluso nella versione ridotta del "Ramo d'oro" preparata dall'autore, tradotta in tutte le lingue). Alla "Crocifissione di Cristo" seguono alcune pagine di Edgar Wind, che studia, in relazione con la tesi di Frazer, la raffigurazione di Aman proposta da Michelangelo nella Cappella Sistina, dove Aman è rappresentato crocifisso.
In tempi in cui la crocifissione continua a far parlare di se, questo libro cerca di rintracciare attraverso la Bibbia il vero significato del simbolo cristiano per eccellenza: il crocifisso. Sembra non placarsi, neppure dopo 20 secoli, lo scandalo della crocifissione piu illustre della storia: quella di Gesu di Nazareth. Occupa le prime pagine dei giornali, riempie i dibattiti televisivi, e amata, odiata, strumentalizzata, variamente interpretata, ma, soprattutto, e misconosciuta! Sembra di udire la paziente domanda del suo protagonista: Chi dice la gente che io sia? La familiarita che fin da piccoli abbiamo con il simbolo cristiano per eccellenza puo renderci ciechi riguardo al suo reale contenuto ed insensibili alla sua portata rivoluzionaria. Questa riflessione in forma di racconto risale al significato supremo di quel simbolo: l'Amore di Dio.
Il cronista ha la convinzione che il messaggio di Dio sia essenzialmente un messaggio di speranza e ciò giustifica il fatto che la sua opera venga descritta come "la buona novella secondo il Cronista". Il suo contenuto è rilevante per il mondo moderno, in particolare per quei cristiani che rappresentano una minoranza della società, che forse si trovano a soffrire a causa della fede, e che hanno davvero poche speranze di assistere a cambiamenti positivi.

