
C’è, in questa convergenza nei secoli dei piossaschesi attorno a san Vito, qualcosa che è un segno, un destino. Un santo siciliano, martirizzato in Lucania, venerato qui in questo angolo di Piemonte, abbraccia oggi tutti, indigeni, migrati ed emigranti, come nel Medioevo accoglieva viandanti e pellegrini in transito per Piossasco.
Gianfranco Martinatto, nato a Piossasco nel 1956, insegnante di lettere, studioso di storia medievale e moderna locale. Ha pubblicato: Paesaggi e uomini di Piossasco (1996), coautore di Il Baccano (1999), Piossasco, storia e beni artistici (2001). Collaboratore del BSS pinerolese, pubblicista.
Francesco Mottura, nato a Torino nel 1952, architetto, impiegato presso la Società Italiana per il Gas. Grafico, bozzettista, fotografo; in questo settore ha collaborato alla redazione di opere storiche e riviste, coautore di Piossasco, storia e beni artistici (2001).
Epistolario e Testamento, per identità di persone e di ambienti, costituiscono due fonti complementari della vita del Cafasso.
Scritti occasionali, sobri ed essenziali, le 118 lettere, che vanno dal 1836 al 1860, rappresentano un campione significativo della capillare rete di rapporti pastorali costruita dal santo, in particolare con il clero diocesano. Ci informano sulla sua attività e ne confermano l'eccezionale zelo pastorale, oltre che il temperamento sobrio ed essenziale. In esse si incontrano l'uomo di fede profonda e cristallina, il maestro di teologia morale, il pastore d'anime e il consigliere spirituale, dotato in sommo grado di prudenza e di equilibrio.
Forse un senso di pudore trattiene l'autore dal rivelare i sentimenti personali. La reticenza su destinatari e contenuti esalta la delicata discrezione del confessore e del consigliere spirituale e pastorale, per i quali discrezione e segreto sono sacri anche nella corrispondenza epistolare. Le lettere confermano il Cafasso maestro di vita spirituale e pastorale.
Giuseppe Tuninetti è docente di Storia della Chiesa contemporanea presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, Sezione Parallela di Torino.
Il libro narra la toccante storia di Mario Filippo Bagliani, un giovane stroncato da un melanoma ad appena 19 anni il 14 luglio 2002.
Il sacro speco di Subbiaco conserva, in una piccola cappella dedicata a san Gregorio, quella che tradizioni diverse considerano la prima immagine di frate Francesco, un «ritratto dal vero» unico nella storia dell'arte italiana. Il volume propone un lungo percorso tra la storia delle tradizioni sublacensi e l'integrazione tra testi e immagini, per dipanare i legami tra i protomonasteri e il papato, tra legende più forti dell'evidenza, e per comprendere le ragioni per cui l'effige originale di Francesco fu realizzata proprio a Subbiaco.
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Album fotografico, raccolta di immagini, testi e ricordi del grande pellegrinaggio a Loreto (settembre 2004), il presente volume ripercorre visivamente quello che ha rappresentato: la scelta di ripartire dalla santità, quella ordinaria che matura dentro un'esistenza quotidiana vissuta con lo sguardo fisso su Gesù; cresce con la Chiesa e dentro la Chiesa; si arricchisce in un dialogo vivo con la società; si manifesta nella gioia di sapersi amati e nella responsabilità verso la vita e verso il mondo. "Sei tu la dimora di Dio" sono le parole del Vangelo che hanno accompagnato un lungo cammino fatto di tante tappe: dono e responsabilità, pellegrinaggio verso la Casa, verso il mondo, esercizi di laicità.
Nel gennaio 2002, per la ricorrenza del centenario della nascita di san Josemaría Escriva de Balaguer, ebbe luogo un congresso internazionale dal titolo "La grandezza della vita quotidiana". La pubblicazione degli atti, in 14 volumi, dà un'idea della ricchezza delle riflessioni, sviluppate in nove relazioni, più di cento comunicazioni e in ben 18 workshop. Con diverse prospettive e metodologie, il materiale permette di cogliere la forza della luce fondazionale ricevuta da san Josemaría.
"Poetica e Cristianesimo" è un forum internazionale di studio della confluenza fra cultura artistica ed espressioni della fede. Esso prende la forma di un Seminario Permanente scandito da Convegni biennali internazionali. Questo voume contine raccoglie le relazioni e le comunicazioni di coloro che hanno partecipato al primo Simposio, il cui senso emerge dalle parole del prof. Juan José García-Noblejas: "È un dato di fatto che la fede aiuta a capire meglio le diverse arte poetiche, cioè la letteratura, il cinema, la narrativa, la poesia... giacché l'idea cristiana di libertà e il conseguente dominio delle proprie azioni sono essenziali nello sviluppo dell'arte e della letteratura".

