
Maria Arcangela Biondini, fondatrice nel 1689 del monastero delle Serve di Maria riformate di Arco, nella diocesi di Trento, è una figura carismatica all'interno del panorama religioso e sociale della seconda metà del XVII secolo. La sua vasta produzione letteraria di carattere autobiografico, spirituale, mistico, storico e poetico è conservata nell'archivio del monastero delle Serve di Maria di Arco. I saggi del volume intendono fornire un primo contributo alla comprensione di suor Maria Arcangela e della sua opera dal punto di vista storico, teologico, letterario, psicanalitico.
La guida presenta i principali santuari per ogni regione e un breve cenno su tutti gli altri. Le ‘schede’ della guida presentano una breve storia del Santuario, a partire dal ‘fatto miracoloso’ che ne ha determinato l’origine, la specificità del titolo sotto il quale la Vergine vi è venerata, le ricorrenze celebrative principali e qualche ‘elemento devozionale-folkloristico’.
Insieme alle illustrazioni del Santuario (e dell’immagine della Madonna che vi è venerata) nelle prime pagine del capitolo viene riprodotta per ogni singola Regione una ‘carta geo-topografica’ con i principali Santuari dei quali si fa cenno nel testo.
Bruno Simonetto, sacerdote della Società San Paolo, si è laureato all’Università Cattolica di Milano, licenziato in teologia e diplomato nell’Istituto Altioris Latinitatis dell’Università Lateranense. Pubblicista, già preside di liceo e autore di biografie di fondatori religiosi, è stato delegato per la vita consacrata dell’arcidiocesi di Firenze; attualmente è direttore della rivista mariana Madre di Dio. Ha pubblicato recentemente presso le Edizioni San Paolo: Litanie Lauretane (2004); I misteri del Rosario illustrati (2005).
La crisi della società ebraica e il movimento di rinnovamento intraebraico di Gesù
I valori di speranza, conciliazione e amore
L'emergere del cristianesimo delle origini come nuova religione
Chi erano, come vivevano e che cosa si aspettavano coloro che seguirono Gesù?
Queste le domande a partire dalle quali Gerd Theissen elabora la sua "sociologia del movimento di Gesù", ossia un'analisi storico-sociale e psico-sociale di quel movimento di rinnovamento interno all'ebraismo da cui emerse, come nuova religione, il cristianesimo delle origini.
Una ricerca sui cosiddetti "carismatici itineranti", portatori di un'etica radicale, che risposero alla crisi della società e della religione ebraica non con l'uso della violenza o con un sovvertimento di poteri, bensí con una rivoluzione di valori e convinzioni religiose - incentrata sull'amore e la riconciliazione - che continua tuttora.
Il percorso di fede e la vocazione dei fondatori
Le origini metodiste, la fede e l'etica
Sobrietà puritana, letizia wesleyana e serietà quacchera
Com'è nato, in che cosa crede e che cosa fa l'Esercito della Salvezza?
La storia dell'organizzazione religiosa, fondata da William e Catherine Booth, caratterizzata da un modello militare, un evangelismo militante e un attivismo sociale innovativo.
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L'idea del cristiano come soldato di Cristo affonda le sue radici in alcuni passi dell'Antico Testamento in cui Dio stesso è presentato come guerriero. Nel Nuovo Testamento ? soprattutto Paolo a utilizzare metafore e termini militari, definendo il proprio apostolato come militia Christi.
Alla luce di questi passi biblici, storia, missione, dottrina e caratteristiche dell'Esercito della Salvezza - organizzazione religiosa nata nel XIX secolo in seno al metodismo e caratterizzata da un modello militare, un evangelismo militante e un attivismo sociale innovativo - acquistano ulteriore significato.
Nel ricorrere dei 120 anni dalla sua fondazione in Italia, Lesignoli ne propone un'introduzione agile ed esauriente.
DESCRIZIONE: Le "reliquie" si impongono – siano esse resti corporei oppure oggetti appartenenti alla persona in vita – come veicoli della sacralità: un valore aggiuntivo che la comunità stessa conferisce loro. E se il "sacro" nasce come prodotto culturale determinato da una scelta umana, esso non preesiste come una categoria a priori.
L’originalità di questo testo si delinea, da un lato, nel mostrare l’attualità del concetto di sacro come fonte di interpretazione della religiosità contemporanea, con attenzione agli sviluppi antropologici; e, dall’altro, come investigazione sul campo in vari conventi in Francia e in Italia: interrogazione vivente della comunità religiosa, attraverso l’analisi del caso storico riguardante la beatificazione della duchessa bretone Françoise d’Amboise (1427-1485). In queste pagine si assiste – e l’occasione è il ritrovamento di un documento relativo a una reliquia della duchessa posseduta dal Carmelo di Vannes – a una sorta di "metamorfosi": la studiosa da asettico ricercatore diventa "mediatore" della pratica sacra, perché condivide con le monache una vera scoperta.
Il lettore, introdotto nel mondo conventuale, è guidato a decodificare i processi sociali e simbolici che suscitano e alimentano il valore sacrale della reliquia: inaspettati significati si celano dietro i gesti delle religiose che "fabbricano" l’oggetto, nelle pratiche che lo definiscono e negli scritti che ne autenticano la verità.
COMMENTO: Un manuale di antropologia delle reliquie, a partire dal caso della duchessa bretone, e poi beata, Françoise d'Amboise (1427-1485), che mostra l'importanza e il valore sacro delle reliquie, analizzate come prodotti culturali e come forme del sacro.
FRANCESCA SBARDELLA è ricercatrice in discipline demo-etno-antropologiche all’Università di Bologna, dove insegna Antropologia sociale ed Etnologia delle culture europee. Si occupa di antropologia religiosa in ambito europeo. Oltre a vari saggi su riviste specialistiche e a collaborazioni, ha pubblicato il volume Il culto di s. Antonio Abate nel folklore prenestino (1998).
La Chiesa è una è un classico dell'ecclesiologia ortodossa, molto letto e discusso dentro e fuori i confini della Russia, col quale generazioni di scrittori e di teologi, fra cui L. Tolstoj, V. Solov'ev, Florenskij, S. Bulgakov, Berdjaev, Maritain e Congar, si sono confrontati. Le origini di questo scritto, che ha avuto fortuna soprattutto in Occidente, sono state però sinora poco studiate. Antonella Cavazza ha effettuato un'indagine di tipo storico-filologico che l'ha portata a stabilire come, quando e perché A. Chomjakov (1804-1860), capofila del movimento slavofilo russo, ha composto La Chiesa è una. Il culmine di questa ricerca, dedicata alla genesi e alle fonti del libro, che Chomjakov considerava la sua "professione di fede", è rappresentata dall'edizione documentario-interpretativa dell'opera. Il testo russo, emendato da guasti e da interventi di varia natura è alla base della traduzione italiana, qualitativamente nuova, che apre il volume; esso è seguito in appendice da uno studio sulla tradizione manoscritta e a stampa di La Chiesa è una e da due apparati critici, in cui si dà ragione delle scelte filologiche che sono alla base della presente edizione.
Ed. Portoghese del testo che raccoglie orientamenti nel campo della cooperazione allo sviluppo.