
Prima traduzione italiana, con testo a fronte
Il cuore del messaggio della Riforma dalla viva voce di Lutero
La questione delle indulgenze e i temi centrali della fede cristiana
L'inattesa risonanza delle 95 Tesi affisse il 31 ottobre 1517 alla porta della chiesa del castello di Wittenberg indusse Lutero a redigere un sostanzioso commento a ciascuna di esse, le Resolutiones, pubblicate nell’estate dell'anno successivo.
Lutero vi espone il suo pensiero non solo sulle indulgenze, pomo iniziale della discordia, ma anche su temi centrali della fede cristiana quali la penitenza evangelica (che è la conversione quotidiana del cuore e della mente), il perdono dei peccati (che si ottiene per sola fede), i poteri del papa, il vero tesoro della Chiesa (che è la croce di Cristo), la necessità di una riforma della Chiesa (che solo Dio può compiere).
Ovvero, l'essenza del messaggio della Riforma illustrato dalla viva voce di Lutero.
Testo in spagnolo. Omelie con la dottrina sociale della Chiesa, per l'anno C.
Questa pubblicazione ha la pretesa di far conoscere meglio le tradizioni liturgiche e spirituali, e di permettere di scoprire e attingere ai tesori che sono tramandati dalla Grande Chiesa bizantina.
Credere in Gesù di Nazareth, Verbo di Dio incarnato, è l'opera che il Padre chiede di compiere a tutti gli uomini. La fede allora, sia nella sua valenza di affidamento al Signore, sia in quella di formalizzazione delle verità di fede, è il senso della vita del credente. L'opportunità di vivere e celebrare questo Anno della Fede 2012-13 permette così di maturare ulteriore autoconsapevolezza credente ed ecclesiale. L'Arcidiocesi di Palermo ha così pensato di chiedere a credenti e non credenti di incontrarsi insieme per riflettere sulle principali tematiche della fede cristiana. La preziosa occorrenza della beatificazione di don Pino Puglisi, durante l'Eucaristia del 25 maggio 2013, dona una particolare luce a questo cammino di riflessione e di conversione. La sua figura, il suo messaggio, il suo martirio in odium fidei per opera della mafia sono preciso orientamento di stile e di azione per tutta la Chiesa di Palermo. Ecco perché non si poteva pensare di tracciare questo itinerario di riflessione e di fede senza i segni della sua presenza.
Il volume di Lucetta Geymonat illustra la storia del Collegio valdese di Torre Pellice dalla fondazione, nel 1831, ai giorni nostri. Una narrazione che copre un arco di 180 anni e mette al centro i due elementi alla base del progetto di cui il Collegio è emanazione, ovvero la fede protestante e la cultura, senza tralasciare la storia valdese, che tanto spesso si intreccia con quella dell'istituzione. Vengono così alla luce gli elementi distintivi del Collegio, dalle scelte didattiche iniziali per dare preparazione adeguata ai futuri pastori ai successivi progetti educativi, basati su una concezione laica dell'istruzione in cui l'insegnamento della storia delle religioni è finalizzato al rispetto per ogni confessione di fede.
Negli ultimi anni, numerose chiese protestanti si sono occupate dei problemi etici sollevati dalle recenti possibilità mediche di prolungare la vita, dall'accompagnamento ai morenti alla possibilità di sospendere i trattamenti, dal rifiuto dell'accanimento terapeutico alla discussione sull'eutanasia. Il Documento del Consiglio della Comunione di chiese protestanti in Europa è il frutto di un percorso di studio e riflessione pluriennale volto a definire una posizione evangelica comune a partire dai testi elaborati sui temi del fine vita dalle singole chiese. La sua pubblicazione è particolarmente rilevante in un contesto, come quello italiano, in cui la specificità dell'impostazione etica protestante e il suo possibile contributo al dibattito pubblico sono scarsamente conosciuti.
Con quanta cura nel nostro cuore è la prima Enciclica del Sommo Pontefice Benedetto XVII redatta in forma di motu proprio, dove a molti anni di distanza dalla sua caduta in disuso si torna a usare il Noi. Un documento addolorato e vigoroso che delinea i principi generali per una riforma della Chiesa universale sorretta sul principio di fede.
Sì, in molti avevamo lottato e sperato insieme. Sperato in che cosa: in simili risultati? No! Ed è inutile che mi attardi a dire le ragioni di questa profonda delusione. Lo sanno tutti gli anziani, i sopravvissuti, se appena ne hanno conservato un'illuminata memoria. Lo possono sapere anche i giovani, se appena ne vogliano prendere coscienza.
Il cristianesimo non è una religione, ma è un nuovo modo di esistenza nella comunione; l'istinto religioso ha sempre cercato, però, di impadronirsene e di farne un'istituzione religiosa. L'autore prospetta una riforma della chiesa, sempre bisognosa di conversione, affinché ridiventi attualizzazione della novità cristiana, manifestazione nella storia del modo di essere di Dio, infinita esperienza di libertà in un'inesauribile comunione di amore.
Maestra di vita e studiosa dei valori universali attraverso l’analisi introspettiva dell’Essere nella sua Essenza interiore, Lydia Clemente si presenta al suo pubblico con questa nuova pubblicazione per far conoscere ai lettori le profonde esperienze vissute dalla sua anima.
L'ornamento, nell'accezione greca di ágalma (ciò che risplende e onora, e perciò glorifica), è stato per oltre un millennio uno dei segni elettivi con i quali la gloria del Dio della Bibbia, imprimendo le figure della santità cristiana, ha disseminato nella storia le sue tracce visibili. Le impronte di gloria (orme divine, reliquie, reliquiari, immagini votive e altre insegne e sostanze cristiche) avrebbero enucleato alcuni tra i più importanti dispositivi rituali che, dalla Tarda Antichità al Rinascimento, attivarono l'efficacia politica dello scambio salvifico. È il regime discorsivo e rituale, qui definito paradigma agalmatico, che istituì e governò l'immaginario economico e religioso dell'Europa cristiana consentendo l'incessante metamorfosi dei beni terreni nei tesori celesti e innescando il sistema retributivo della grazia e del miracolo. Dal XII secolo, l'oro dei santi e l'oro monetale, fino ad allora non separabili perché parte e motore di uno stesso circuito sacrificale, divaricarono per sempre i propri destini. Si avviò così la transizione epocale dal paradigma agalmatico alla modernità economica, dal mondo dell'ornamentum al regime dell'utilitas, dall'era dell'effigie e dell'impronta all'età dell'arte e degli artisti.
I primi cristiani hanno trasmesso un’esperienza per loro incontestabile: chi accoglie la parola del vangelo e crede in Gesù, nel battesimo nasce cristiano. Ma cristiano poi si diventa nella misura in cui il dono dello Spirito ricevuto manifesta la sua potenza di trasfigurazione della persona e del mondo. La parola dei primi tre concili è maturata su tre secoli di esperienza e di testimonianza vagliata dal sangue dei martiri, “seme di Chiesa”. Gli stessi Padri che hanno aiutato ad elaborare il dogma in un concilio, hanno anche descritto in termini molto concreti la vita cristiana che corrispondeva a tale parola di fedeltà della Chiesa unita. Ecco allora le letture patristiche che accompagnano lungo il percorso: la Vita Antonii di Atanasio, il trattato sullo Spirito Santo di Basilio, gli scritti sulle beatitudini di Gregorio di Nissa, quelli sulle virtù e i vizi di Evagrio e Cassiano... nella ricerca di una corrispondenza tra dogma e vita cristiana. Una lettura che può aiutare a ricomporre in antropologia la tanto auspicata necessaria unità tra teologia e vita spirituale.
Indice: Introduzione * Dall’esperienza di fede al “dogma” cristologico
* L’eresia ariana e i risvolti antropologici * Il paganesimo “interiore” e “La Vita di Antonio”, realizzazione concreta del dogma di Nicea * Costantinopoli: La vita divina nei battezzati e la divinità dello Spirito Santo * Il “regno di Dio” descritto nelle beatitudini * Efeso: dignità della creatura nuova, prefigurazione del regno compiuto * Il rapporto tra dono di Dio e impegno personale * I vizi e l’impegno per custodire la grazia * La memoria della salvezza: un’arte della relazione con il Salvatore

