
L’antica storia biblica di Naboth, l’uomo accusato ingiustamente e lapidato per essersi rifiutato di vendere la propria vigna ad Acab, re di Samaria, viene commentata in questo intenso testo di Ambrogio, composto nell’ultimo ventennio del IV secolo. La vicenda narrata nel primo libro dei Re, «antica per età» ma quotidiana nel costume, rappresenta l’avidità della ricchezza e la sorte che spetta ai poveri; essa è inoltre paradigmatica delle dinamiche della sopraffazione che il vescovo di Milano vedeva moltiplicarsi nella città del suo tempo, segnata dall’impoverimento generale e dalla prepotenza dei pochi proprietari di latifondi.
La difficoltà di dare alla storia di Naboth una precisa data di nascita, di riconoscerne il genere letterario (omelia o trattato?) e forse lo stesso contenuto dell’opera possono aver influito sulla scelta di una soluzione semplicistica, che ha riduttivamente catalogato questo testo tra le operette moraleggianti che prendono di mira le ricchezze ed esortano a una più equa distribuzione dei beni. In realtà si tratta di un testo forte e di straordinaria attualità nella Chiesa di Papa Francesco.
Predicatore, taumaturgo, campione di vita monacale, protettore contro l'ergotismo (il "fuoco di sant'Antonio"), per oltre mille e cinquecento anni Antonio ha incarnato molti ruoli, anche contraddittori, che ne hanno definito l'immagine nella storia. Nella cultura popolare è ricordato come fondatore del monachesimo cristiano e primo degli abati, ma anche come colui che seppe resistere alle tentazioni del demonio. Il libro racconta la storia del santo vissuto nel III secolo, dall'infanzia nel Medio Egitto all'eremitaggio nel deserto, fino alla morte alla veneranda età di 105 anni, e ricostruisce la fortuna successiva del suo modello di ascetismo, capace di ispirare anche - si pensi a Bosch, Flaubert, Dali - la letteratura e l'arte.
Si tratta di una nuova traduzione degli scritti di san Giovanni della Croce che il traduttore ha cercato di rendere nel modo più semplice, pur nella fedeltà letterale al testo spagnolo. Il primo contatto con la lettura delle opere di san Giovanni della Croce infatti non è mai stato facile. Come scrive il traduttore, si ha spesso l'impressione che san Giovanni sia "un uomo severo, esigente, duro, che impone privazioni eccessive, esagerate e non ammette debolezze: insensibile alla fragilità umana. Un tale errore di valutazione, potrebbe indurre il lettore a vedere nell'ascesi l'essenziale del messaggio del Santo; cosicché la rinuncia di tutte le cose può essere considerata come il fulcro della sua dottrina, invece il Santo la considera un semplice mezzo per raggiungere la meta... Se si considera l'"ascesi" o il "nulla" come l'essenziale della dottrina di Giovanni, non meraviglia che lo si presenti come "Il Dottore del nulla". Se invece si capisce che l'essenziale della dottrina del Santo è l'amore (come ci pare che sia), allora possiamo presentare Giovanni come "Il Dottore dell'amore"". Il criterio seguito dal traduttore è di offrire il più fedelmente possibile, al pubblico italiano, il pensiero del Santo. La nuova traduzione riguarda l'opera completa di san Giovanni della Croce. Il volume è corredato da abbondanti e importanti note che facilitano ulteriormente la lettura del testo e suggeriscono riflessioni per meglio penetrare la spiritualità del Santo.
La comunità monastica di Valserena desidera offrire al grande pubblico questa antologia di testi, che speriamo essere il primo della serie completa, proprio in occasione dei 900 anni di fondazione dell'abbazia di Clairvaux, di cui Bernardo fu il primo Abate. Sono pagine che dischiudono il tesoro dei sermones liturgici e che permettono di sostare, con l'intelligenza e con il cuore, su di un tema decisivo e radicale per la spiritualità cistercense. L'Ascensione del Signore Gesù, infatti, rimane sintesi e compimento dell'Incarnazione, completamento assoluto del mistero pasquale in quanto preambolo necessario per il dono dello Spirito e pienezza di tutte le solennità liturgiche. Nell'opera complessiva di Bernardo si potrebbe dire che i sermoni liturgici costituiscono un luogo di sintesi, così come la liturgia è un luogo di sintesi dell'esperienza cristiana, dove la Parola di Dio, ricevuta nella Chiesa mediante la celebrazione liturgica, edifica il nuovo soggetto cristiano capace di dare gloria a Dio e di trasformare la storia in storia di redenzione. È la prima pubblicazione italiana dei sermoni sull'Ascensione del grande santo medievale.
"Vivo tra uomini che hanno ucciso Morès; lo vendico, contraccambiando bene per male". Charles de Foucauld (1858-1916)
Stampata per la prima volta a Napoli nel 1768, la Pratica di amar Gesù Cristo entrò presto a far parte di quelle opere che, nella trattazione dell'amore di Dio, si sono acquistata una fama classica nella letteratura cristiana. Accanto agli scritti di Bernardo, Alberto Magno, Bonaventura e Francesco di Sales, quest'opera gode di una popolarità pressoché ecumenica. Tradotta nelle principali lingue, è stata ristampata più di cinquecento volte nel giro di duecento anni, a testimoniare l'ininterrotto interesse da parte dei lettori di tutto il mondo.
La prima edizione della Storia di un'anima apparve il 20 ottobre 1898. In quest'opera Teresa racconta le sue gioie e le sue sofferenze, le sue ricerche e le sue scoperte, le sue certezze e le sue speranze, vissute alla presenza di un Dio d'amore e di misericordia. Da allora le edizioni e le traduzioni si sono susseguite a un ritmo crescente. Edith Stein scrisse di quest'opera: "Non conosco nulla di più grande ed è un po' di tutto questo che vorrei, per quanto possibile, trasportare nella mia vita e nella vita di coloro che mi circondano".
Il segreto di Maria è un classico della devozione mariana. In questo libro Montfort non intende rivelare una dottrina astratta, ma un'esperienza vissuta sotto l'influsso della grazia. Si tratta perciò di un "segreto", di una realtà misteriosa che diviene comprensibile nella misura in cui la si vive. Ecco l'argomentazione: Dio chiama alla santità, sicura vocazione di tutti i cristiani. Ma per diventare santi occorre la grazia e per ottenere la grazia bisogna trovare Maria, madre della divina grazia. Biblioteca Mariana: I grandi classici della devozione a Maria, scritti antichi e moderni che testimoniano l'incessante lode e preghiera che la Chiesa ha sempre innalzato a Colei che è Madre di Dio e Madre nostra.
Lodi alla Vergine madre è annoverato tra gli scritti giovanili di Bernardo da Chiaravalle. Stese tra il 1124 e il 1125, le Lodi hanno al centro il mistero di Dio, ma visto e descritto mediante Maria. La Vergine è la "stella" e l'amante il cui fiat innalza a vette divine il mistero dell'amore tra Dio e l'uomo. Vertice dell'umanità, Maria può riassumere la storia umana ed ergersi al di sopra di essa, come faro - o stella del mare, appunto - che guida verso un porto sicuro. Questo volume fa parte di una nuova collana che raccoglie i grandi classici della devozione a Maria, scritti antichi e moderni che testimoniano l'incessante lode e preghiera che la Chiesa ha sempre innalzato a Colei che è Madre di Dio e Madre nostra. "Seguendo Maria non andrai fuori strada, pregando lei non dispererai, pensando a lei non sbaglierai".
Nel 1750 Alfonso Maria de Liguori pubblicò "Le glorie di Maria". Frutto di un'intensa ricerca iniziata nel 1734, il libro non è soltanto l'esposizione di un'esplorazione erudita e di una trattazione teologica a volte polemica, ma è anche espressione della grande devozione del Santo e un segno di riconoscenza a Maria per l'aiuto da lei ricevuto in tutto il corso della sua vita. L'opera risente ovviamente del tempo in cui fu scritta, un tempo di crisi della pietà mariana, contestata da alcuni scrittori cattolici e rifiutata dai giansenisti. Sant'Alfonso reagì con lucidità e coraggio, rifacendosi alla tradizione della Chiesa, impegnandosi a presentare il mistero di Maria nella sua verità e sviluppando fino alle ultime conseguenze il privilegio della maternità divina. Il suo impegno costante fu quello di non chiudersi nei limiti della ragione, ma di aprirsi nella fede all'onnipotenza e all'amore di Dio. Questo volume contiene una selezione da "Le glorie di Maria" che comprende "Le virtù di Maria Santissima" e la raccolta degli Esempi e delle Preghiere che corredano ciascuno dei capitoli sulla Salve Regina.
In queste pagine viene presentato, con tratti rapidi quanto profondi, il contributo offerto da Edith Stein, Theresia Benedicta a Cruce (1891-1942), alla comprensione della missione umana ed ecclesiale della donna. Edith Stein, che ha formalmente parlato del ruolo della donna già alla fine degli anni venti del secolo XX, interviene ancora nella discussione rimessa all'ordine del giorno nel dibattito teologico a ridosso del Concilio Ecumenico Vaticano II e in quello odierno.
Quale contributo la Chiesa con il suo messaggio di "Unità" può offrire al contesto socio-politico-economico e culturale odierno? Il titolo della ricerca si ispira a un'espressione usata da Agostino per spiegare il passo del Vangelo giovanneo, dove viene interpretata simbolicamente la tunica di Gesù: "Essa è senza cucitura, così che non si può dividere; e tende all'unità, perché raccoglie tutti in uno". Clemenzia analizza pertanto nel pensiero di Agostino la categoria teologica dell'unità in riferimento alla Chiesa. Si vuole rispondere in questo modo a un duplice interrogativo: quale contributo la Chiesa può offrire al contesto socio-politico-economico e culturale odierno, con il suo stesso esserci? Quale significato di "unità" scaturisce dall'essere della Chiesa, a partire da un pensatore classico come Agostino? Un contributo utile al contesto sociale contemporaneo segnato dalla globalizzazione che ha determinato una dolorosa frattura tra locale e globale, tra culture e tra Paesi ricchi e Paesi poveri.