
Le religioni, così come le intendiamo oggi, non sono sempre esistite. Come spiega Pierluigi Banna in L'ambigua religiosità dei primi cristiani, il concetto di religione proprio della cultura occidentale è frutto di un'operazione dei primi cristiani (I-III secolo), che intendevano presentare la propria fede sia in opposizione sia a compimento di tutte le espressioni di religiosità non giudaica che li avevano preceduti. I culti superstiziosi dell'antichità venivano perciò accusati di idolatria, evemerismo e demonolatria in opposizione alla vera religiosità. Eppure, gli stessi cristiani pretendevano di aver ricevuto per rivelazione divina il pieno compimento dei frammenti di verità rinvenibili in pratiche religiose, filosofiche e sociali del mondo classico. In questa oscillazione continua tra critica spietata e valorizzazione dei frammenti consiste l'ambiguità stessa della religiosità cristiana. Tale ambiguità, che se unilateralmente affermata è foriera di violenza sociale, espone la pretesa di essere mantenuta in equilibrio dalla stessa assistenza divina che impedisce alla religiosità cristiana di rinchiudersi nelle maglie della superstizione.
Prefazione di Laura Boella
Appendice di Francesco Alfieri
DESCRIZIONE: La recente pubblicazione del volume di Francesco Alfieri, Die Rezeption Edith Steins, testimonia che, offrendo una rassegna completa della bibliografia esistente, l’autore ha tessuto una vera e propria tela, ha creato uno spazio di incontro e di dialogo tra studiosi e lettori di Edith Stein, europei e extraeuropei, finora rimasti perlopiù sconosciuti gli uni agli altri. Dal lavoro di Alfieri è derivato in maniera sorprendente un effetto di rinnovamento degli studi steiniani. Si sono dischiuse, infatti, nuove prospettive di ricerca, sono stati scoperti inediti significativi, nuova luce è stata gettata su aspetti ancora oscuri della biografia intellettuale della santa patrona d’Europa. Il presente volume può essere considerato un’importante espressione di una nuova generazione di contributi che vogliono esplorare l’intensità con cui la figura di Edith Stein parla a chi vive nel nuovo millennio.
Dalla Prefazione di Laura Boella.
COMMENTO: I maggiori specialisti presentano le più recenti prospettive di ricerca su Edith Stein (1891-1942), religiosa e filosofa tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, arrestata in Olanda dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz, tra le maggiori pensatrici del Novecento.
PATRIZIA MANGANARO è professoressa di Storia della filosofia contemporanea presso la Pontificia Università Lateranense. Tra le sue pubblicazioni: Filosofia della mistica. Per una pratica non-egologica della ragione (Lateran University Press, 2008); Empatia (emp, 2014).
FRANCESCA NODARI, direttore scientifico del "Festival Filosofi lungo l’Oglio", collabora con la cattedra di Filosofia teoretica all’Università di Milano-Bicocca. Tra le sue pubblicazioni: Il pensiero incarnato in Emmanuel Levinas (Morcelliana, 2011); Il bisogno dell’Altro e la fecondità del Maestro. Una questione morale (Giuntina, 2013).
Klaus Rosen mette al centro di questa biografia - l'ultimo grande libro della storiografia tedesca su Agostino e il suo tempo - gli avvenimenti storici e gli influssi culturali che plasmarono l'uomo Agostino, la sua vita privata e il suo profilo pubblico. Rosen traccia un ritratto affascinante: dal giovane retore di provincia divenuto comunicatore di talento, fino al maturo pastore che lotta instancabilmente per le sue convinzioni. Anche perché le fratture della sua biografia, la sua ricerca della verità e il desiderio di pace in un'epoca segnata da catastrofi mondiali lo avvicinano straordinariamente all'uomo moderno. «Definirei questo lavoro una biografia storica, per indicare il procedimento cronologico e i fulcri di carattere storico che ho inteso seguire. Se di solito si rivolge l'attenzione principale alla filosofia o alla teologia di Agostino (la sua biografia è una chiave formidabile per capire la sua teologia), io ho cercato sempre di far parlare lo stesso Agostino».
L'enciclica Laudato si' non soltanto ha provocato una accresciuta consapevolezza della questione ecologica e delle sue gravissime conseguenze etiche e sociali ma ha anche rilanciato la riflessione filosofica e teologica sul «Vangelo della creazione», titolo del secondo capitolo. Difatti, l'impegno cristiano per la salvaguardia della casa comune non si capisce fuori da una determinata visione teologica della natura e del posto dell'uomo nel creato. Pertanto, la Pontificia Accademia di San Tommaso ha voluto dedicare la sua XVII sessione plenaria al tema: «Dio creatore e la creazione come casa comune. Prospettive tomiste». Una trentina di accademici, provenienti da diverse parti del mondo, si sono ritrovati i giorni 16 e 17 giugno 2017 in Vaticano, nel Palazzo del Sant'Uffizio, per riflettere su questo tema. I presenti Atti sono il frutto di quelle giornate.
I sette panegirici su san Paolo sono i più celebri composti da Giovanni Crisostomo: Aniano di Celeda - che li tradusse in latino - scrive che in essi che l'Apostolo non vi è solo raffigurato, ma quasi risuscitato, per offrire di nuovo un esempio di perfezione. Molto verosimilmente questi panegirici risalgono ad un arco di tempo, compreso tra il 387 e il 397, quando Crisostomo esercitò il suo ministero di presbitero ad Antiochia, sua città natale. Ogni panegirico è incentrato su un tema principale che illumina un aspetto specifico della personalità e dell'attività apostolica e missionaria di Paolo, in particolare il suo intenso amore per Cristo, ma anche nei confronti di tutti, giudei e pagani, con l'ansia continua di condurre a salvezza ogni essere umano. In questa sua preoccupazione pastorale Crisostomo mette in luce il rapporto armonico tra la grazia di Dio, certamente prioritaria e elargita a tutti, e la libertà di scelta della volontà umana, invitata, senza costrizioni, ad accogliere il progetto divino di redenzione. È la prima edizione italiana con testo critico greco e traduzione a fronte. Introduzione, Testo critico, Appendici e Note di Auguste Piédagnel.
Capolavoro indiscusso di Nicola Cabasilas, il quale accompagna il credente nella comprensione e nella partecipazione alla Liturgia per eccellenza che è l'Eucaristia. «Tutto quello che avviene nel rito dei doni si riferisce all'economia del Salvatore: il suo scopo è di metterci davanti agli occhi lo spettacolo di questa economia, perché santifichi le anime e così ci renda adatti a ricevere i santi doni». Cabasilas vede tutta la liturgia protesa all'istante della consacrazione, momento in cui si attua il Sacrificio unico e irripetibile, in cui i "doni", cioè il pane e il vino, passano dalla natura di oblazione a quella di Vittima immolata. La celebrazione ripetuta delle liturgie, nel tempo e nello spazio, non rinnova né pluralizza il sacrificio: il termine del cambiamento è sempre lo stesso, cioè il Signore che è stato immolato, è morto, è risorto, vive eternamente nella gloria. Questa è la prima edizione in lingua italiana con testo greco critico e traduzione a fronte. Introduzione, Testo critico, Note e Indici di Sévérien Salaville, René Bornert, Jean Gouillard, Pierre Périchon.
Ogni domenica a messa noi professiamo la nostra fede e affermiamo che Gesù Cristo è «asceso al cielo e siede alla destra del Padre». Queste pagine si propongono di condurre per mano il lettore per scoprire cosa significhi l'ascensione di Gesù e il suo sedersi alla destra del padre. E anche cosa significhi per noi. Perché noi siamo membra del Corpo di cui Cristo è il capo, formando un unico Corpo. Nell'indagare tutto ciò è stata scelta come guida Tommaso d'Aquino, sapiente teologo domenicano, che ha scrutato questi misteri e ci ha lasciato profonde riflessioni. Per poter apprezzare il suo pensiero, sono anche state analizzate e presentate le fonti su cui esso si fonda e le riprese che esso ha avuto nei secoli successivi. Il quadro che ne risulta è completo e interessante per chiunque voglia approfondire la conoscenza di questi misteri di Cristo e dell'uomo.
Quando Sylvia Leclercq - psicoterapeuta, atea, scrittrice, palese alter ego di Julia Kristeva - riprende in mano l'opera completa di Teresa d'Avila, inizia un incontro che si rivelerà capace di coinvolgerla e sconvolgerla totalmente e inaspettatamente. Teresa d'Avila, la monaca di clausura vissuta tra il 1515 e il 1582, la riformatrice dell'ordine dei carmelitani, la santa dell'estasi, si rivela agli occhi di Sylvia una donna malata d'amore e di desiderio, al pari dei pazienti in cura sul suo divano. Di pagina in pagina, scopriamo i retroscena psicanalitici dei suoi tormenti e della sua estasi, immortalata dal celebre gruppo marmoreo di Bernini. Sylvia si lascia prendere da Teresa, si fa portare in Spagna, si introduce nelle pieghe della sua scrittura, capace di restituire, dietro l'ostentata umiltà, una rivoluzionaria coscienza di sé e un'inedita capacità di elaborazione del proprio disturbo. La ricostruzione dell'universo mentale e del malessere psicofisico della santa diventa così per Julia Kristeva lo spunto per una profonda riflessione sul nostro attuale bisogno di credere. Teresa aveva riversato nella scrittura la propria esperienza per sublimare il possesso dell'Altro, dell'Amato, incorporandolo dentro di sé, fino a goderne in ogni parte del corpo. Allo stesso modo, Kristeva adotta la forma romanzo per restituire il senso di quell'esperienza, riproponendola come un capolavoro di erotismo, spiritualità, consapevolezza di sé.
Questo volume è dedicato agli scritti del primo cristianesimo che sono stati considerati apocrifi, cioè non entrati a far parte del canone del Nuovo Testamento e che sono stati a lungo considerati di scarso valore o addirittura eretici. La prima parte del volume è dedicata ai «testi recuperati», in particolare a quelli trovati a Nag Hammadi. I saggi che se ne occupano restituiscono da una parte figure di donne destinatarie della rivelazione e interlocutrici di Gesù; dall’altra, nei testi gnostici, figure femminili portatrici della conoscenza divina agli esseri umani. I saggi della seconda parte si occupano di testi che hanno goduto di una trasmissione continua, come il Protovangelo di Giacomo, in cui è centrale la figura di Maria la madre. I saggi sugli Atti degli apostoli apocrifi offrono una riflessione sul concetto di autorità apostolica e sull’ideale ascetico e le sue conseguenze nella vita delle donne. L'ultima parte di questo volume raccoglie testi cristiani scritti probabilmente da donne, fra cui il racconto del martirio di Perpetua, la poesia centonaria di Proba ed Eudocia, il Diario di viaggio di Egeria e altri. Alcuni esempi di iscrizioni funerarie di e per diaconesse testimoniano inedite strategie di ricezione dei testi più noti del Nuovo Testamento.
La nascita e lo sviluppo delle feste cristiane, lentamente, ha creato una nuova scansione del tempo degli uomini. Ancora oggi esse (la domenica, il Natale, la Pasqua, ecc.) scandiscono il tempo festivo e lavorativo delle società occidentali. Le principali feste cristiane sono nate nei primi secoli della nostra era nell'ambito della pratica cultuale di una società pagana. L'esposizione, basata sulle fonti, riguarda le origini, lo sviluppo e significato di esse. Sia il cristiano - di ogni confessione - e sia il cittadino può chiedersi il perché osserviamo queste feste. Cosa celebriamo e perché. Il volume intende dare delle risposte a queste semplici domande. Tutto il volume ha una visione ecumenica. Non si limita solo alle chiese occidentali, ma accenna a quanto avviene in tutte le chiese cristiane. Inoltre, ha lo scopo di far conoscere la grande varietà dell'organizzazione dell'anno liturgico nelle diverse cristianità.
Nel volume VIII della sua Opera omnia, San Lorenzo Giustiniani affronta il tema dell'ascesa alla perfezione.
Poco prima del 540 san Benedetto redasse il testo di una Regola per la comunità di monaci raccolti intorno a lui nel monastero di Montecassino. Articolata in un prologo e 73 capitoli, è ancora oggi l'elemento fondativo delle comunità benedettine. Il suo valore e la sua efficacia travalicano però l'ambito rigorosamente monastico e infatti essa è ormai frequentemente invocata come una guida valida per i laici, sia nella vita privata che in quella professionale. Proprio la "Regola" è al cuore di questo libro, in cui Dom Guillaume, forte dell'esperienza maturata come monaco e come abate, traduce in un linguaggio semplice e concreto le sue norme antiche e sempre nuove, permettendo anche a noi, uomini e donne del XXI secolo, di apprezzarne la bellezza e l'attualità. Vivere secondo la "Regola", assimilando la sapienza dei monasteri, ci permetterà di trasformare profondamente la nostra vita e di cambiare il modo in cui guardiamo il mondo, gli altri, noi stessi. Essa ci sprona a considerare l'esistenza come un itinerario di fede e un ritorno alla sorgente di tutte le cose, scendendo nel profondo, dove Dio abita, ci abita, e ci attende amorevole e fiducioso. Questo è, almeno per noi contemporanei, il grande paradosso: una "Regola" ci permette di conseguire la vera libertà e la pace di chi ha trovato la verità.

