
Un classico cristiano della teologia regale dell'Alto Medioevo. Il De rectoribus christianis - sui Governanti Cristiani fu scritto da Sedulio Scoto probabilmente in onore di Ludovico il Pio o Lotario II, o Carlo il Calvo, presso le corti dei quali Sedulio Scoto opero per molti anni. E' sicuramente l'opera piu importante di Scoto ed e pervenuta a noi attraverso quattro codici manoscritti del XII-XIII sec., uno dei quali, proveniente dalla biblioteca privata del Cardinal Mazzarino e conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi. Parlare di De rectoribus christianis vuol dire confrontarsi con un'opera unica della teologia regale dell'Alto Medioevo. Essa rapresenta,in un certo senso, il punto di arrivo di un grande sforzo ideale che il pensiero cristiano si e trovato a dover compiere fin dalle sue origini: il tentativo di concepire lanecessita di una regalita terrena che operi in sintonia con quella celeste, tentativo che non ha sempre conosciuto uno sviluppo lineare. Il De rectoribus christianis e un vero e proprio manuale per il Re che voglia essere un segno, un'ombrasulla terra di quella sovranita che appartiene all'unico e vvero re, il Cristo Salvatore.
Spesso si parla dei primi cristiani come di un modello per i cristiani dei nostri giorni. Essi costituiscono un esempio di naturalezza, di testimonianza della fede, di vita ordinaria in famiglia e nel lavoro vissuta assieme alle persone della loro epoca. In questo volumetto l'autore illustra come si svolgeva un giorno ordinario nella Roma antica e come vivevano la fede quei primi discepoli di Gesù nell'ospitalità cristiana, nel riposo, nella liturgia, nella catechesi, nella solidarietà sociale, ecc. Il testo descrive anche gli antichi luoghi di culto e offre un ritratto speciale del ruolo della donna cristiana.
Chi è il pellegrino russo? È un uomo come tanti, ha una casa, una moglie. In un attimo, il fratello, per gelosia, incendia la sua casa e la malattia gli porta via la moglie. Con la Bibbia nel suo sacco parte e si fa pellegrino alla ricerca di Dio. La guida del suo cammino diventa la preghiera: pregando incessantemente, egli sente la pace fiorire nel suo cuore e comprende che Dio non è lontano: vive in lui. Se anche tu sei alla ricerca di Dio, mettiti in cammino con il pellegrino russo e lo troverai!
In questo volume sono raccolti una serie di testi patristici su "Cristo medico" dei corpi e delle anime. La recente e diffusa disumanizzazione nei rapporti medico-paziente (basti pensare ai sempre più frequenti episodi di malasanità) hanno fatto dimenticare chi è il "vero medico", l'uomo/donna capaci cioè di esercitare l'ars medica, come lo fa il Cristo medico, capaci di curare (e guarire) sia il corpo che lo spirito malati. L'idea dell'autore è stato quello di raccogliere in un libro di piccolo formato (ma grande per contenuto) una serie di pensieri che i Padri della Chiesa hanno espresso nei loro scritti sull'arte medica in riferimento a Cristo. Un libro fatto non solo per studiosi di patristica, ma anche per medici e sanitari da cui attingere qualche pensiero spirituale su questa difficile arte cristiana della cura.
Si propone la traduzione italiana, seguita dal testo originale inglese, del Sermone Sincerità e Ipocrisia diH. Newman, figura autorevole per santità di vita. Il Sermone, che interpella quanti desiderano interrogarsi e sincerarsi sul proprio cammino di fede, è preceduto da un sua presentazione, corredata da alcune riflessioni che ne colgono l'attualità.
Maria Filippa Lombardi, consacrata dell'Ordo Virginum, si è laureata in Filosofia; ha conseguito Diplomi in Scienze Religiose e in Ecumenismo; ha insegnato Religione nelle Scuole secondarie di Secondo grado. Formatasi nell'ambito dell'Azione Cattolica, ha sempre lavorato e tuttora lavora in ambito catechistico. È impegnata nella pastorale ecumenica della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti.
Un'agile biografia di Edith Stein: filosofa, ebrea, carmelitana, martire ad Auschwitz. Dal fondo piu buio della notte del XX secolo c'e un volto che riemerge, una voce, un nome: santa Teresa Benedetta della Croce, la religiosa carmelitana morta ad Auschwitz nell'agosto 1942. Una straordinaria vicenda umana e spirituale che presenta alcuni singolari punti di contatto con la figura del martire della carita", san Massimiliano Kolbe. Il libro ci insegna la sua, la loro eredita: solo l'amore crea. "
L'opera qui presentata è anche l'appello che la santità è un patrimonio che cresce con il passare del tempo e che la Chiesa custodisce con saggezza per metterlo a disposizione di tutte le generazioni. Ogni Santo diventa nostro Maestro e Compagno di viaggio nella ricerca di Dio e del suo Regno. Com'è noto, nel 1985 Papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato Venerable [Miguel Mañara] e sta attualmente proseguendo il processo della sua eventuale e desiderata beatificazione.
“…Spesso vedo davanti ai miei occhi un piccolo libricino con la copertina celeste macchiata di soda.... Quand’ero operaio alla Solvay, lo portavo con me, insieme con un pezzo di pane, per il turno del pomeriggio e di notte. Durante il turno di mattina era più difficile poter leggere. Durante il turno pomeridiano spesso leggevo quel libretto; si intitolava: “Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine...”. Lo leggevo, se così si può dire, da capo alla fine e di nuovo da capo. Da quel libricino ho imparato cosa vuol dire la devozione alla Madonna....” Mentre prima mi trattenevo nel timore che la devozione mariana facesse da schermo a Cristo invece di aprirgli la strada, alla luce del trattato di Grignion de Montfort compresi che accadeva in realtà ben altrimenti. Il nostro rapporto interiore con la Madre di Dio consegue organicamente dal nostro legame col mistero di Cristo”.
Giovanni Paolo II
Il nostro mondo ha fame di sapienza. Di una sapienza profonda, interiore, che parli un linguaggio antropologico-esistenziale, capace di essere udito dal nostro cuore. L'agile, ma denso e gustoso libro di Sabino Chialà sulla vita spirituale nei Padri del deserto ci offre un prezioso frammento di questa sapienza. Antica e per questo nuova. Scoperta da uomini che hanno fatto del deserto non una fuga mundi, ma il luogo centrale della loro lotta contro tutto ciò che ostacolava il loro rapporto con Dio, con se stessi, con gli altri. Il deserto, allora, svestito da ogni accezione romantico-estetizzante ed inteso come icone di quello spazio interiore, che ogni uomo trova dentro di sé, quando viaggia dentro il suo cuore, scoprendo profondità mai intese, sconosciute, luoghi di nuova consapevolezza di sé e delle proprie relazioni vitali. Questa sapienza, proprio perché connotata cristianamente, non smette mai di essere antropologica e di parlare, quindi, a tutti. Oggi più che mai.

