
Una raccolta di saggi su un certo numero di tematiche riguardanti cio che nella Grande Chiesa", e in ambienti da questa non alieni, si diceva e si scriveva nei confronti della Madre del Signore. "
Dal 24 giugno 1981 la Madonna ha acceso sul monte delle apparizioni la torcia della fede, la quale non si è mai spenta. Piuttosto, la sua luce, la sua fiamma, si allarga di anno in anno. Della sua luce e del suo calore si riempiono milioni di pellegrini, i quali arrivano ininterrottamente da tutti e cinque i continenti. Giovanni Paolo II era ben informato sugli avvenimenti di Medjugorje e li seguiva con attenzione. Secondo i ben informati, anche se era personalmente convinto di quanto vantaggio traesse la Chiesa da Medjugorje e avesse incoraggiato i pellegrinaggi, desiderando andare di persona e sentendosi legato a questo luogo in spirito nelle sue preghiere quotidiane, ufficialmente non ha mai rilasciato alcuna dichiarazione. Attenendosi alla consueta prassi della Chiesa, quindi, il Papa non hai mai dato il suo parere ufficiale, ma spesso ha fatto intendere, in forma privata, che "Medjugorje è un grande centro spirituale mondiale". Questo libro, raccogliendo le lettere private del Santo Padre e alcune sue dichiarazioni non ufficiali ai singoli, ai gruppi ecclesiali, ai laici, ci mostra un tratto inedito e personale del Pontefice: il suo rapporto con Medjugorje, il suo essere "pellegrino nel cuore".
Delizioso libretto per aiutare i bambini a vivere in modo originale, simpatico e attivo il mese mariano.
Perché Maria, sposa di un uomo della casa di Davide, all'angelo, che le annuncia il concepimento di un grande re davidico, obietta: "Come sarà questo, poiché non conosco uomo?" (Lc 1,34). E come mai l'angelo replica a tono? I personaggi si intendono, ma il lettore resta disorientato. Un approccio narrativo consente di superare questo disorientamento. Nella sezione programmatica Lc 1-2, col confronto tra il profeta Giovanni e il Cristo Gesù, viene introdotta la subordinazione della Legge-Profeti rispetto al Regno di Dio, di cui Lc 1,34 costituisce un cruciale turning point celato dietro la reticenza di Luca e il linguaggio obliquo di Maria. Un narratore reticente prepara un elemento del racconto, chiamando il lettore ad una cooperazione ermeneutica: così Lc 1,34 contribuisce ad introdurre le esigenze lucane del Regno in ordine alla sequela, alla Chiesa e al compimento escatologico. A livello dei personaggi, poi, Lc-At presenta ripetutamente la sequenza annuncio-obiezione- replica in contesto teofanico, dove gli obiettori si esprimono quasi sempre in modo obliquo. Tra obiezione verginale mariana e piano divino, però, esiste una sintonia univa in tutta la Bibbia. Pertanto in Lc 1,34 affiora uno degli aspetti della relazione tra Maria e Dio che l'autore protegge dietro un velo, rimanendo fuori insieme al lettore. Nel prosieguo del racconto questo velo sarà progressivamente rimosso dall'esorbitante novità del Regno di Dio.
"Com'era felice la mia anima, o buona Madre, quando avevo la fortuna di contemplarvi! Quanto mi è caro ricordare quei dolci momenti trascorsi sotto i vostri occhi pieni di bontà e di misericordia per noi.
Sì, tenera Madre, vi siete abbassata fino a terra per apparire una debole fanciulla. Voi Regina del Cielo e della terra, avete voluto servirvi di ciò che di più umile c'era, secondo il mondo."
(Dal quaderno delle Note intime di Santa Bernadette)
…Una grande luce dorata apparve in una nicchia della grotta seguita dall'apparizione di una giovane donna di una bellezza incomparabile: il suo viso era di un ovale perfetto, gli occhi dolci, la fronte esprimeva sapienza e virtù, le sue labbra bontà divina. La Bella Signora aveva un vestito di un candore immacolato come la neve dei monti con una cintura azzurra color del cielo e su ogni piede aveva una rosa color dell'oro come la catena della corona del rosario dai grani bianchi. Le avvolgeva il capo un bianco velo, il quale copriva le spalle scendendo fino ai piedi. Il suo sorriso era dolcissimo. Bernadetta credette di sognare.
Maria di Nazaret, la prima vergine consacrata per il Regno, al momento dell’Annunciazione ha pronunciato con gioioso impegno il suo «sí» obbedienziale a Dio. Egli la rendeva partecipe del suo progetto e mediante lo Spirito la consacrava al Figlio e alla sua missione nel mondo. Da allora, come lei, un grande numero di donne e uomini, mossi dallo Spirito, hanno abbracciato e vissuto la verginità e il celibato per il Regno. La vita consacrata è vera vita cristiana, carica di tutte le promesse ed esigenze di ogni autentica vita credente, si configura come scelta di amore che esalta la libertà, è una realtà di Chiesa che mostra in maniera privilegiata i suoi valori e si realizza in una pluralità di forme corrispondenti all’indole di ciascun Istituto religioso.
L'opera si caratterizza come uno studio approfondito sulla Vergine Addolorata ed è strutturato in otto capitoli, a iniziare da un excursus storico sul culto dell'Addolorata dalle sue origini nell'XI secolo alla prima metà del XX secolo. "A differenza di altri aspetti cultuali, che vedono la Vergine Maria come creatura privilegiata che si eleva sul resto dell'umanità, in questo culto la si coglie nella condizione più umana possibile, quella di una Madre colpita da un immenso dolore per la perdita del Figlio" nota l'autrice nella presentazione dell'opera. La venerazione del popolo verso la Madre di Dio non poteva escludere l'aspetto di sofferenza e di dolore provati dalla Vergine Maria durante la passione e morte di Gesù e lungo tutta la sua vita - scrive suor Pedico -. Inoltre, nella sua sofferenza i fedeli riscontrano un valido motivo per accettare i propri momenti e condizioni di prova e di dolore. Maria quale Madre di misericordia, intimamente associata alla passione del Figlio, è sensibile verso chi soffre a causa di malattie, violenze, povertà, guerre. Tra i diversi argomenti affrontati, anche l'iter storico della memoria liturgica (15 settembre), alcune espressioni di pietà popolare della settimana santa in Italia legate al mistero dell'Addolorata, le forme di preghiera popolare in suo onore, lo studio della "Mater Dolorosa" nel canto popolare, un approfondimento sui santuari intitolati all'Addolorata, sull'iconografia popolare e sulle confraternite e le associazioni che si dedicano al suo culto.
La devozione a Maria ha da sempre segnato in profondità la vita dei fedeli e il cammino del popolo di Dio. E anche oggi il culto popolare alla madre di Cristo continua a manifestarsi in tante forme diverse di sincera devozione: Maria è la donna più amata dai cristiani, la madre capace di condurre i fedeli verso il figlio Gesù, e la venerazione della Vergine scorre nelle vene della chiesa tutta. È importante capire che la devozione a Maria non è un'ingenua espressione religiosa, ma un'alta manifestazione dell'intuito di fede, sorretta dalla nobile tradizione della chiesa e accompagnata da una specifica connotazione teologica. Con questo libro l'autrice offre gli strumenti più adatti per legare la devozione mariana - già ricca della sapienza di vita della cultura popolare in cui si incarna la fede - al patrimonio della teologia scientifica, cogliendo nella valorizzazione teologica della devozione popolare uno dei segni peculiari della chiesa d'oggi.
L'Ave Maria, insieme al Padre Nostro, e la preghiera piu amata e recitata dai cristiani. In queste pagine Novello Pederzini intende rinverdire la conoscenza del mistero di Maria e rinvigorire la fede e l'amore che portiamo a Lei.