
La sinodalità è la forma originaria della Chiesa di Gesù. Riscoprire oggi la centralità significa rimettersi in ascolto di una lunga tradizione che era stata dimenticata, restituendole vitalità e creatività per l’attuale esistenza ecclesiale. A partire da nove parole sinodali, antiche eppure sempre nuove, la sinodalità viene declinata nel suo stile evangelico, nel suo processo profetico e nella sua capacità di riforma a proposito dell’istituzione della Chiesa e della sua missione. Ogni parola viene approfondita perché non si riduca ad un riferimento generico o ad una terminologia troppo estranea o specialistica, ma sia in grado di manifestare tutta la sua rilevanza umana ed ecclesiale per il vissuto quotidiano delle comunità cristiane.
Tramite la porta suggestiva di queste parole “ritrovate”, lo stile, il processo e la riforma sinodali possono diventare criteri concreti per ripensare insieme il vissuto ecclesiale, rimettendo in circolo per l’oggi, in particolare per i giovani, la lezione profetica del Concilio Vaticano II, ancora bisognosa di un linguaggio accessibile e di una pratica vivibile.
Nella ricorrenza del quarto centenario della sua morte, mi sono interrogato sull'eredità di san Francesco di Sales per la nostra epoca», scrive papa Francesco, e ho trovato illuminanti la sua duttilità e la sua capacità di visione. Un po' per dono di Dio, un po' per indole personale, e anche per la sua tenace coltivazione del vissuto, egli aveva avuto la nitida percezione del cambiamento dei tempi. Lui stesso non avrebbe mai immaginato di riconoscervi una tale opportunità per l'annuncio del Vangelo. La Parola che aveva amato fin dalla sua giovinezza era capace di farsi largo, aprendo nuovi e imprevedibili orizzonti, in un mondo in rapida transizione. Così, con questa lettera apostolica, scritta in occasione del IV centenario della morte di san Francesco di Sales, papa Francesco ripropone al popolo di Dio un modello di santità, possibile, per quanto alto e radicale, per ridonare freschezza alla fede, per riscoprire nell'amore il fondamento di ogni relazione: con gli altri e con Dio. Accostare la figura e i testi di San Francesco di Sales è sempre una sorpresa appassionante, perché in essi viene proiettata una visione cristiana adulta, intensa e tutt’altro che pesante. Proporlo oggi significa aiutare tutti ad essere accompagnati da un maestro di vita spirituale, esperto di umanità e profondamente sapiente nelle cose di Dio. Davvero "Dio è il Dio del cuore umano" e andiamo a lui con tutto noi stessi perché è lì che tutto giunge a maturazione e a pienezza»
(Dal commento di Michele Molinar)
Uno dei punti centrali dell'esortazione apostolica è la chiamata all'azione per affrontare le sfide ambientali e climatiche che minacciano il nostro mondo. Papa Francesco ci esorta a prendere sul serio il nostro ruolo di custodi della creazione e a lavorare insieme per preservare la bellezza e la diversità della Terra per le generazioni future. Ma "Laudate Deum" non si limita solo alle questioni ambientali. Affronta anche temi come la povertà, l'ingiustizia sociale, l'immigrazione e la pace nel mondo. Il Papa ci ricorda la nostra responsabilità nei confronti dei più vulnerabili nella società e ci incoraggia a lavorare per un mondo più equo e pacifico. Laudate Deum è un'opera che ci ricorda il nostro compito di custodi della creazione divina e ci spinge a lavorare per un mondo migliore per tutti. Siamo invitati a lodare Dio attraverso le nostre azioni quotidiane e a mettere in pratica i valori dell'amore, della giustizia e della solidarietà. È un messaggio di speranza e di impegno che ci unisce come comunità globale e ci incoraggia a costruire un futuro più luminoso per le generazioni a venire. L'Introduzione a questa edizione è scritta da Sr. Alessandra Smerilli, Figlia di Maria Ausiliatrice, professore ordinario di Economia Politica presso varie Università cattoliche e pontificie, è la prima donna ad essere stata nominata Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
Il testo raccoglie i principi generali per la riforma e l'incremento della sacra liturgia approvati nel Concilio Vaticano II.
È la quarta enciclica del pontificato di Jorge Mario Bergoglio e il Papa la pubblica in uno dei momenti più drammatici per il genere umano. Il Pontefice chiede, attraverso il documento dal titolo Dilexit nos (Ci ha amati), di cambiare sguardo, prospettiva, obiettivi, e recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore. Il testo sarà pubblicato il 24 ottobre, nell'anno delle celebrazioni per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù del 1673. Invito alla lettura di don Morand Wirth. Postfazione di don Rossano Sala.
Questo libretto offre un'antologia di brani selezionati dai discorsi del Papa giovani durante le Giornate Mondiali della Gioventù di Manila (1995), Parigi (1997) e Roma (2000). Giovanni Paolo II presenta "il Cristo che voi cercate". Quindi sollecita in nome di Cristo la risposta alla perenne domanda "Voi, chi dite che io sia?".
Sono passati 35 anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II. Non pochi cristiani sono nati dopo, e forse non riescono a percepire il suo ruolo profondamente innovatore. Nati in un periodo che viene definito "postconciliare", non hanno punti di riferimento che li orientino a coglierne il valore. Questo agile libretto contribuisce a farlo.
In molti paesi, la donna e ancora discriminata, sfruttata. Oggi pero le donne passano dal silenzio e dalla passivita, alla denuncia e alla lotta contro l'oppressione. Ci sono voluti secoli prima che i diritti umani delle donne fossero riconosciuti, almeno teoricamente, come diritti umani universali. Di fatto ancora oggi, in molti paesi, la donna e`discriminata, sfruttata e vittima di violenza. Partendo dalla dichiarazione universale dei diritti umani, attraverso l'analisi dei percorsi ideolo gico-guiridici delle conferenze mondiali su ambiente e sviluppo (rio de janeiro), sui diritti umani (vienna), su popolazione e sviluppo (il cairo) e delle tre conferenze mondiali delle donne (citta del messico, copenaghen, nairobi), lo studio seleziona precisi contenuti di storia del diritto, fino a comprendere la iv conferenza di pechino, con particolare riferimento al forum parallelo delle ong. La conferenza di pechino si pone come una tappa importante di un lungo percorso che ha visto le donne passare dal silenzio e dalla passiva accettazione dell oppressione all assunzione di forme di denuncia e di lotta, di progettualita e di organizzazione, di solidarieta sud/nord e nord/sud.
ATTI DEL CONVEGNO SU L EVANGELIZZAZIONE INTERPELLA LE CHIESE", ANALISI E PROSPETTIVE DEI SINODI CONTINENTALI " I SINODI CONTINENTALI CONVOCATI IN VISTA DEL GIUBILEO 2000 HANNO CHIAMATO LE CHIESE AD UN MOMENTO DI PRESA DI COSCIENZA VOLTA ALLA CONVERSIONE E AL RILANCIO DELLA EVANGELIZZAZIONE UNIVERSALE. TEOLOGI E M ISSIONARI HANNO CERCATO DI ASCOLTARE, IN UN SEMINARIO DI STUDIO, CIO`CHE LO SPIRITO DICE ALLE CHIESE PER RINNOVARE SPIRITO E METODI DELLA MISSIONE. HANNO COLLABORAT O VENANZIO MILANI, GIANNI COLZANI, J.MARIE TILLARD, GIACOMO CANOBBIO, J.ILLUNGA MUYA, FRANCESCO PIERLI, ALBERTO ANTONIAZZI, MARIO MENIN, J ZEN ZE KIUN, FRANCO CAGNASSO, FRANCO MERTON, MICHEL VISI, ENNIO MANTOVA"
In seguito alla crisi economica iniziata nel 2008 molte persone e famiglie, anche nei paesi ricchi, si ritrovano in situazioni di sofferenza. E si interrogano sul modello economico attuale: "È possibile andare avanti così? Ma è davvero un andare avanti? Come mai, se la ricchezza cresce, la società e l'ambiente sembrano sempre più malati? È progresso umano essere servi del lucro?". Seguire Cristo in una società consumista significa scoprire nel Vangelo la massima realizzazione della dignità e della libertà umana e vivere alla luce di questa rivelazione. Il vangelo di Gesù ci rivela chi siamo, la realtà della nostra vita. Anche l'economia consumista ci offre un "vangelo", perché pretende di essere la realtà fondamentale e la verità, vuole dirci che tipi di esseri siamo, di che cosa abbiamo bisogno, che cosa dobbiamo fare.
In questo libro, John Kavanaugh sottopone il Vangelo di Cristo e il "vangelo consumista" a un confronto serrato. Quale dei due vangeli dice la verità su noi stessi, esprime più stima e amore per noi, ci aiuta a realizzarci veramente come persone, famiglie e società?
Nel 1965, verso la conclusione del Vaticano II, la dichiarazione "Nostra aetate" sancì che era giunto il tempo, per la chiesa, di "esaminare con maggiore attenzione la natura delle sue relazioni con le religioni non cristiane".
Nostra aetate al n. 4 afferma che il legame spirituale della chiesa con l'ebraismo è misterioso e profondo.
"La chiesa di Cristo infatti riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei Patriarchi, in Mosè e nei Profeti".
Il presente studio esamina i modi in cui questa parte del documento conciliare è stata recepita all'interno della chiesa italiana e fino a che punto la sua recezione ha prodotto un pensiero teologico aggiornato, secondo i dettami del concilio.
Oltre alle principali iniziative in ambito ecclesiale, l'autore prende in considerazione quanto prodotto dall'editoria cattolica sul tema del dialogo cristiano-ebraico nei quarant'anni dal 1966 al 2005. L'autore sostiene che l'incontro con il popolo d'Israele deve proseguire con maggiore coraggio e apertura, così che l'autocoscienza ecclesiale sia capace di "rivedere le nostre categorie teologiche, liturgiche, morali, ecclesiologiche, ecumeniche".
Prefazione di Paolo De Benedetti
Postfazione di Piero Stefani
Autore:
Grasso Emilio
Sacerdote della Comunità Redemptor hominis, dopo gli studi di filosofia e teologia, ha conseguito il dottorato in missiologia presso la Pontificia Università Gregoriana. È autore di varie opere in italiano, spagnolo, francese e neerlandese su temi di missiologia, vita religiosa, spiritualità, pastorale e problemi legati al Sud del mondo. Attualmente svolge la sua missione pastorale in Paraguay.
Contenuti:
«Una giusta interpretazione della Scrittura presuppone che noi la leggiamo là dove essa ha fatto e fa storia, dove essa è non testimonianza del passato, ma foza viva del presente: nella Chiesa del Signore e con i suoi occhi, gli occhi della fede.
L'obbedienza nei confronti della Scrittura è in questo senso sempre anche obbedienza nei confronti della Chiesa.
Essa diviene astratta, se si stacca la Chiesa dalla Bibbia o addirittura si tenta di farla giocare contro di essa.
La Scrittura vivente nella Chiesa vivente è anche oggi attuale potenza di Dio nel mondo. Una potenza che resta un'inesauribile fonte di speranza lungo tutte le generazioni».
(J. Ratzinger, Cantate al Signore un canto nuovo. Saggi di cristologia e liturgia)

