
Nel giugno 2015 papa Francesco ha pubblicato l'enciclica dal titolo emblematico "Laudato si'" che rievoca la preghiera del Poverello di Assisi. Essa è un invito diretto alla cura della casa comune dove si richiama con urgenza "ogni persona che vive su questo pianeta" ad avviare un dialogo e iniziare a trasformare i cuori e le comunità per fermare il riscaldamento del pianeta e combattere la crisi climatica. L'impegno per la "Laudato si'" è una campagna internazionale del Movimento cattolico mondiale per il clima (GCCM) volta a incoraggiare la comunità cattolica ad agire in tale direzione.
Il 24 maggio 2015, giorno di Pentecoste, Papa Francesco ha firmato la sua seconda enciclica dal titolo emblematico Laudato sì che rievoca la preghiera del Poverello di Assisi. Essa è un invito diretto alla cura della casa comune, dove si richiama con urgenza "ogni persona che abita questo pianeta" ad avviare un dialogo e iniziare a trasformare i cuori e le comunità per fermare il riscaldamento del pianeta e ridurre le emissioni di gas a effetto serra, al fine di combattere la crisi climatica.
Ora e il momento di agire. L'impegno per la Laudato si è diventato in questi anni un movimento internazionale che raccoglie centinaia di organizzazioni in tutto il mondo per diffondere il messaggio dell'enciclica e incoraggiare la comunità cattolica ad agire subito a causa dell'urgenza imposta dalla grave crisi socio ambientale che stiamo vivendo.
Antonio Caschetto, architetto, coordinatore dei programmi italiani del Movimento Laudato Si, vive ad Assisi e si occupa della formazione e dell'accompagnamento degli Animatori e dei Circoli Laudato Si ed è membro del team mondiale di eco spiritualità.
Gli osservatori sempre più adoperano l'espressione "modello cinese" per capire il presente e, ancor più, per prevedere il futuro. La Cina avrebbe realizzato un modello politico ed economico che viene proposto oltre i confini nazionali, in quanto ritenuto valido ed efficace a livello globale. L'elemento principale del modello cinese è la commistione tra centralismo totalitario e sviluppo economico e tecnologico. Contemporaneamente viene esercitato un controllo rigoroso della popolazione, comprese le convinzioni etiche e religiose. Questo nesso tra totalitarismo politico e tecnologie avanzate sembra essere destinato - ma non tutti concordano - a fare della Cina un colosso geopolitico che ridisegnerà le relazioni globali. Si dice che ci sia una incompatibilità di fondo tra il modello cinese e le democrazie occidentali ma, considerato l'appeal che esso esercita qui da noi e le debolezze dell'Occidente, si può pensare anche il contrario. Basti vedere il crescente accentramento di potere e degli strumenti di controllo sistemico nelle democrazie occidentali per motivi sanitari, fiscali, commerciali, burocratici, mass-mediali e così via. Anche nelle nostre democrazie c'è una oligarchia politica, un controllo sempre più minuzioso della vita dei cittadini, una sorveglianza sulla vita religiosa, una pianificazione familiare imposta dall'alto. Per molti versi il modello cinese è già qui. Con saggi di: Gianfranco Battisti, Riccardo Cascioli, Paolo Gulisano, Maurizio Milano, Steven Mosher, Daniele Onori, Gaetano Quagliariello, Aldo Rocco Vitale. E un intervento del Cardinale Joseph Zen. Il Rapporto è redatto dall'Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa, in collaborazione con i seguenti Centri di ricerca: Centro Studi Rosario Livatino, Roma; CIES-Fundación Aletheia, Buenos Aires; Fondazione Magna Carta, Roma; Fondazione Osservatorio sociale, Wroclaw; Fundación Pablo VI, Madrid; Centro de Pensamento Social Católico dell'Universidad San Pablo, Arequipa.
Spesso la Dottrina sociale della Chiesa viene interpretata come un’aggiunta morale a questioni politiche ed economiche che obbedirebbero a logiche proprie, sostanzialmente autonome. L’economia avrebbe insomma le sue leggi e il contributo cattolico consisterebbe nel mitigare gli effetti negativi sulle persone di questa o quella teoria, sia essa il liberalismo o una delle varie forme di statalismo.
Un’impostazione di questo genere vanifica il significato del fatto cristiano nel momento stesso in cui pretende di affermarlo. La Dottrina sociale della Chiesa è invece un punto di vista assolutamente nuovo e originale che ci permette di giudicare l’intera realtà che circonda l’uomo e di affrontare i problemi mediante criteri di giudizio che si sono via via precisati e affinati nel corso dei secoli.
Lo scopo di questo libro è mostrare con i fatti quanto la proposta della Chiesa sia non solo ragionevole, ma anche conveniente per gli uomini. La Chiesa ha ragione perché i suoi criteri sono più umani, prendono in considerazione tutte le dimensioni della persona e quando sono adottati creano realtà sociali maggiormente tolleranti e libere. Al contrario, dove questi criteri sono negati o ignorati, inevitabilmente l’uomo perde la propria dignità e la propria libertà. Per questo Benedetto XVI, nel suo ultimo discorso prima dell’elezione a Papa, ha rilanciato la proposta che già Pascal faceva ai non credenti: «Vivere come se Dio ci fosse […]. Così nessuno viene limitato nella sua libertà, ma tutte le nostre cose trovano un sostegno e un criterio di cui hanno urgentemente bisogno».
L'AUTORE
Luigi Negri è vescovo di San Marino-Montefeltro. Filosofo, teologo, saggista, allievo di don Luigi Giussani, fino all’ordinazione episcopale (2005) è stato Docente di Introduzione alla Teologia e di Storia della Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, membro del Consiglio Internazionale di Comunione e Liberazione e del Comitato scientifico-tecnico per la scuola cattolica della Conferenza Episcopale Italiana. Mons. Negri è autore di circa trenta volumi e quaranta saggi, fra cui Per un umanesimo del terzo millennio (Ares, 2007), Pio IX. Attualità e profezia (Ares, 2004), Ripensare la modernità (Cantagalli, 2003), Controstoria. Una rilettura di mille anni di vita della Chiesa (San Paolo, 2000), False accuse alla Chiesa (Piemme, 1997).
Riccardo Cascioli, giornalista, è caporedattore de «La Bussola quotidiana» e dirige l’agenzia online Svipop. È senior fellow del Catholic Family and Human Rights Institute. È autore di numerosi libri, fra i quali I padroni del pianeta (con Antonio Gaspari), edito da Piemme nel 2009.
Questo libro raccoglie la puntuale ricostruzione del ricco e denso magistero dei papi sull'Azione cattolica dalle origini a oggi e che, per la prima volta, viene approfondito in modo organico. Il volume si compone di due parti: la prima contiene un'analisi del ricco e articolato magistero sull'Azione cattolica dei dodici pontefici che si sono succeduti alla cattedra di san Pietro negli ultimi 150 anni; la seconda è costituita da una raccolta di 24 studi e testimonianze su quel magistero, pubblicati in varie sedi tra il 1929 e il 2013. Riferimenti al pensiero e all'insegnamento dei papi sull'Azione cattolica si possono trovare in tutta la vasta letteratura storiografica sulla Chiesa e sull'associazionismo cattolico dell'Italia postunitaria, ma è la prima volta che un argomento di questo genere viene affrontato nel suo complesso e per un arco di tempo così ampio.
La carità è il cuore della fede cristiana. Gesù ha in fondo ricapitolato e compiuto la Legge nel comandamento dell'amore svelandoci, attraverso il dono perfetto della sua stessa vita, che salvare la vita è possibile solo offrendola e che nel donarsi c'è vera gioia. La carità, dunque, non è una semplice conseguenza etica dell'essere cristiani ma l'unico modo per rendere concreta nella storia e nella società la fede che professiamo. Questo libro intende, perciò, offrirci una carrellata della "storia della carità", ossia della Dottrina sociale della Chiesa dalle sue radici e fino ai nostri giorni.
Mons. Angelo Casile è sacerdote della diocesi di Reggio Calabria - Bova, licenziato in teologia con specializzazione in catechetica. Negli anni 1999-2000 è stato collaboratore di Mons. Mario Operti presso l'Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana. Dal 2001 al 2008 è stato segretario particolare di S.E. Mons. Giuseppe Betori, segretario generale della CEI. Attualmente è direttore dell'Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro. E' autore di Il nuovo all'orizzonte. Intuizioni e prospettive del progetto Policoro, Editrice Monti, Saronno 2003.
Si possono guardare i 40 anni che ci separano dalla legge che nel 1978 ha legalizzato l’aborto in Italia con una certa tristezza. Tuttavia, questo libro ha scelto una prospettiva di speranza. A partire da una riflessione su uno dei più importanti eventi di questi ultimi 40 anni, l’enciclica Evangelium vitae di San Giovanni Paolo II, nella prima parte del libro viene riletto l’impegno per la vita nel quarantennio. Nella seconda parte il volume raccoglie le tantissime testimonianze sull’esperienza dei Centri di Aiuto alla Vita che hanno favorito la nascita di 200.000 bambini, anche in casi molto difficili. Sempre, insieme al figlio, è rinata una donna, che ha ringraziato per il sostegno del Centro. Dalla meditazione sul significato della maternità, che ci restituisce il senso della vita umana, e dal riconoscimento del concepito come uno di noi, in coerenza con la scienza moderna e con la cultura dei diritti umani, ha inizio una nuova strada, che ha come prospettiva la costruzione di una civiltà della verità e dell’amore.
Il tema della "recezione" del Concilio Vaticano II, materia così discussa e controversa nel dibattito teologico attuale è la scelta fatta dall'autore del presente volume come un contributo ed un apporto di un dossier, che si aggiunge ai tanti già pubblicati per testimoniare i passi di una chiesa locale viva, conciliare e missionaria. Come ben afferma, infatti, il Pastore L. Negri Vescovo di San Marino-Montefeltro: "La recezione del Magistero del Concilio Vaticano il nella tua Chiesa particolare. Il tema è arduo, sia a livello teologico come a livello culturale e pastorale; tu ti sei impegnato in una ricerca molto accurata e puntuale del Magistero, soprattutto del grande mons. Vairo, e poi hai seguito le scansioni del Magistero e della pastorale del grande vescovo Mano Padello, di cui sei stato e sei uno dei collaboratori principali. Uno studio attento dei documenti, un tentativo di leggere l'attesa che il popolo cristiano aveva di questi documenti, un'attenzione anche alla fatica di cercare di attuare nella vita pastorale le indicazioni che venivano dal Concilio. Mi sembra che tu ci abbia messo di fronte a un lavoro storico e teologico che attualizza, in modo pieno, la grande direttiva esegetica sul Concilio che Benedetto XVI ha formulato in questi ul timi anni e che riprende con molta precisione Tu utilizzi una ermeneutica della continuità fra ciò che precede il Concilio e ciò che segue il Concilio, rifiutando una rottura che è stata ed è di carattere ideologico.
La fine dei regimi autoritari di destra e di sinistra e la crisi del neocapitalismo liberista hanno restituito credibilità a una visione della politica in grado di intrecciare, senza indebiti unilateralismi, libertà e giustizia, individuo, società e Stato, principio di sussidiarietà e principio di solidarietà. Sta in questo la ragione principale dell'attualità del cattolicesimo democratico, che è essenzialmente un modo di stare nella politica, facendo riferimento a presupposti valoriali che affondano le loro radici nel concetto di "persona" e nel riconoscimento della sua assoluta dignità. La politica, che rifugge dalle logiche individualiste e collettiviste, diviene così il luogo della mediazione tra istanze personali e sociali e di esercizio di una democrazia partecipativa che ha come obiettivo il perseguimento del "bene comune".
Ai credenti viene chiesto oggi il compito di non imporre la loro visione ma di fecondare di senso lo spazio della laicità. Riuscire in questo compito non è certamente semplice e altrettanto complesso risulta indicare una via. Questo volume vuole essere un contributo per dare avvio alla discussione.
Don Lorenzo Milani non era tenero con i vescovi. Era un «obbediente scomodo» per il quale la virtù non consisteva nell'acquiescenza e neppure nella rassegnazione o nell'accettazione passiva. Era invece libertà di parola, correzione filiale, dissenso leale e aperto, nella caparbia volontà di rimanere dentro la Chiesa e vedersi riconoscere dai superiori. Nient’altro ha fatto soffrire tanto don Milani quanto l’indifferenza, il sospetto e l’ostilità che percepiva da parte della Curia fiorentina e in parte anche dal suo vescovo. D’altronde non era certamente semplice fare i conti con un carattere forte come quello di don Milani, dotato di un linguaggio tagliente e provocatorio e di una personalità allergica a ogni compromesso.
Sommario
Premessa. Il vescovo come uno scolaretto. Il vescovo giù dal piedistallo. Lo spazio, il tempo e le competenze del vescovo. Il rischio del vescovo ingannato.
Note sull'autore
Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, ha insegnato Teologia sistematica alla Facoltà teologica dell'Emilia Romagna dal 1989 al 2010. Dal 2009 al 2015 è stato parroco a Forlì e si è occupato, in particolare, di animazione vocazionale e giovanile e di formazione dei diaconi. Con EDB ha pubblicato di recente La tua Parola mi fa vivere (2017) e Il sale e la luce (2018).