Le feste del nostro calendario liturgico Natale, Epifania, Palme, Pasqua, Pentecoste, Ascensione, non sono mai celebrate in uno spazio 'vuoto'. Nella realtà, sono sempre accompagnate da straordinarie usanze e tradizioni popolari: il folklore si intreccia con la teologia, la festività civile si affianca alla solennità religiosa. Le origini e l'evoluzione di questi riti sono allora raccontate dalla storia e dall'antropologia, non solo dalla Bibbia e dalla liturgia. Facendo luce, l'autore ci accompagna sulle tracce incantate che le feste cristiane hanno lasciato negli usi e nell'arte.
Il libretto, in un formato adatto all’uso quotidiano a tavola, contiene:
Un'introduzione di Enzo Bianchi sul significato del pregare a tavola
Testi biblici per introdurre la benedizione del pasto
60 preghiere per i pasti di mezzogiorno e altrettante per quelli della sera
22 preghiere per le feste e solennità
12 preghiere per i giorni di digiuno e di venerdì
6 preghiere per i pasti con ospiti e amici.
A oltre vent’anni dalla prima edizione, questa raccolta di benedizioni per i pasti si ripresenta in una veste grafica interamente ripensata e con una scelta di testi ancor più ricca.
Maria, la sorella di Marta, "sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola" (Lc 10, 39). È l'atteggiamento del discepolo. Quando la parola del Signore scende in profondità ed è lasciata echeggiare nel cuore dell'ascoltatore, è come una pioggia benefica che cade dal cielo. Lo ricorda il profeta Isaia. Essa irriga, feconda e fa germogliare. Il testo fa riferimento alla Parola della Liturgia domenicale dell'Anno A. Di settimana in settimana l'autore sviluppa la sua riflessione, soffermandosi di solito su pochi versetti che maggiormente hanno attirato la sua attenzione. Il commento diventa approfondimento del messaggio, risonanza, interrogativo sul proprio comportamento, identificazione con questo o quel personaggio - Pietro, il centurione, i discepoli di Emmaus, la folla - invocazione, preghiera e colloquio con il Signore. Non è un commento esegetico, ma una riflessione sapienziale, una meditazione spirituale, una partecipata ed esistenziale preghiera con un respiro poetico.
Nella vita umana segni e simboli occupano un posto importante, e così anche nella liturgia. Anticamente, i simboli cristiani, in una società dove pochi sapevano leggere e scrivere, erano "il primo libro della fede". Ancora oggi, essi ci mettono in comunione con la Chiesa delle origini, ci aiutano a "vedere", a "sentire" il mistero attraverso gesti e atteggiamenti. Nel testo, diviso in tre sezioni, vengono presi in considerazione i simboli e i segni dell'arte cristiana, della liturgia e del tempio. Un piccolo manuale per capire il loro messaggio e viverlo.
Un testo per chi desidera scoprire il valore che ha per un ortodosso la Divina Liturgia, attraverso la sensibilità di un letterato che non si discosta dalla Tradizione
Quindici orazioni rivelate da Nostro Signore Gesù a Santa Brigida nella chiesa di San Paolo a Roma da recitarsi per un anno e le preghiere da recitarsi per dodici anni.
Uno studio sul rito aquileiese. L'opera offre un recupero storico che permette agli studiosi di cogliere anche de visu la struttura e i contenuti di un'edizione che, al di la' della sua bellezza tipografica, riflette la bellezza e la ricchezza dei testi.
La sera di Emmaus intende offrire ai giovani un luogo e un tempo nei quali sostare davanti all'Eucaristia. Questa preghiera silenziosa permette di interiorizzare la Parola, aiuta a fare la meditazione e ad esprimere l'amore per Gesù, fermandosi a riflettere sulle scelte dell'esistenza.
Visti i pessimi risultati dell’ architettura di chiese in Italia nel postconcilio, ci sembra necessario pubblicare questo libro di Louis Bouyer apparso alla fine del Concilio. Adesso infatti è venuta l’ora di parlare di molte cose riguardanti lo spazio della liturgia senza temere di rivedere decisioni che oggi possono risultare avventate o correggibili. Questo libro indica la necessità di un “oriente”, perché quando non c’è “oriente” lo spazio tende al caos inospitale del tohu wabohu; indica la necessità di uno spazio definito da un asse, uno spazio per l’incontro, un luogo che indichi un cammino dove trovi posto l’evento, un luogo simbolico, uno spazio con dimensioni di vuoto per il silenzio, per il suono, per il “non detto”. La chiesa non dovrebbe essere un aula di scuola, né una sala da spettacolo né un luogo per assemblee sindacali, né uno spazio polivalente... La chiesa deve essere memoria dell’alterità, di ciò che è altrimenti, dunque profezia della trasfigurazione di questo mondo e manifestazione di ciò che appartiene agli eschata. Chi entra in chiesa deve essere portato a incontrare colui che viene cioè il Signore nostro invisibile ma presente (Enzo Bianchi, priore di Bose).
Un libro di preghiere e non preghiere tratte da testi di Francesco d'Assisi, Leopardi, Baudelaire, Hemingway, Pasternak, Luzi, Shakespeare. Uomini di ogni tipo di fede, e uomini di poca fede, si sono rivolti a Dio o scagliati contro di Lui nella poesia di ogni tempo. Eppure Dio resta un grande punto di domanda. Tanto più se ne sente parlare, più rischia di confondersi l'idea che ne abbiamo. E trovare le parole per rivolgersi a Lui non è semplice...
Il volume prende le mosse dalle motivazioni che spingevano i fedeli medievali a mettersi in pellegrinaggio e dal senso di avventura collegato a questa esperienza. Seguono poi alcuni capitoli dedicati ai principali luoghi meta di pellegrinaggio: Gerusalemme, Roma, Santiago de Compostela, Canterbury, Glastonbury, Durham, Walsingham, il Monte Athos.
Attraverso i resoconti lasciati da alcuni personaggi come il canonico Pietro Casola, la mistica inglese Margery Kempe, Giovanni di Gaunt e altri, l’autore ricostruisce gli itinerari e le motivazioni dei pellegrini, senza tralasciare le posizioni scettiche di Erasmo da Rotterdam. Una particolare attenzione è dedicata ai cosiddetti pellegrinaggi armati (le crociate in Terrasanta, la crociata degli albigesi). Chiudono il volume un capitolo sul rapporto tra pellegrinaggio ed epidemie di peste, i viaggi fantastici di sir John Mandeville, il pellegrinaggio allegorico di John Bunyan e un resoconto personale dell’autore dei suoi viaggi in alcuni dei luoghi citati nel volume.