
Postfazione di Umberto Galimberti
Con un commento di Pietro Chiodi
Il libro
Karl Jaspers, tra i grandi protagonisti della cultura del Novecento, descrive qui le origini della filosofia, la posizione dei filosofi nei confronti della libertà, del mondo, della storia, della scienza e della fede.
L’impronta del pensiero personale di Jaspers, così come il coraggio della semplicità, unito alla chiarezza nell’affrontare le grandi questioni filosofiche, rendono questo testo un’eccellente introduzione all’intera storia della filosofia.
L'autore
Karl Jaspers è con Martin Heidegger la figura più rappresentativa dell’esistenzialismo tedesco. Nelle nostre edizioni ha pubblicato, tra gli altri, Genio e follia (2001) e La fede filosofica (2005)
L’indifferenza che si accentua, giorno dopo giorno, tra gli amanti, senza che nemmeno se ne accorgano, e così pure le rivoluzioni che si rovesciano, senza clamore, in privilegi, o ancora il riscaldamento del pianeta: tutte modificazioni che si producono apertamente davanti a noi ma in maniera così continua che non le avvertiamo.
Attraverso il pensiero cinese, François Jullien getta luce su quelle “trasformazioni silenziose” che, sotto la risonanza dell’evento, rendono conto della fluidità della vita.
L'autore
François Jullien, filosofo e sinologo, insegna all’Université Paris 7-Denis Diderot. Nella collana Minima sono stati pubblicati Elogio dell’insapore (1999) e Nutrire la vita (2006).
Nell'Antropologia Immanuel Kant riordina la mole immensa di materiali di carattere storico e antropologico raccolti nell'arco di un'intera vita. Opera a lungo trascurata, si tratta in realtà di una tappa decisiva di un'epoca che stava per convertire le domande fondamentali della storia della metafisica, della gnoseologia, della morale e della religione in quella che per Kant era ormai diventata la domanda essenziale: Che cos'è l'uomo? Si inaugurava cosí la nostra modernità filosofica, che vedrà nell'uomo non solo l'origine e il fondamento di ogni sapere, ma anche la ragion d'essere e il principio di ogni trasformazione del mondo e di ogni intervento su di esso. L'antropologia kantiana indaga infatti l'uomo come essere sociale trasformato dalle istituzioni, al fine di svilupparne le attitudini, dotarlo di costumi, rafforzarne le facoltà, disciplinarne la volontà, orientarne i desideri e governarne la libertà.
Michel Foucault incontra l'Antropologia di Kant verso la fine degli anni cinquanta, facendone l'oggetto della sua tesi complementare, costituita dalla traduzione del testo kantiano, accompagnata da un lavoro di annotazione e dal testo che funge da Introduzione. Il saggio ci appare oggi la cartografia del terreno che da allora il filosofo francese avrebbe dissodato fino alla morte, contenendo molti dei temi fondamentali della sua riflessione, dal sonno antropologico e la finitudine umana all'archeologia delle scienze umane e alla questione della prossima scomparsa dell'uomo nella configurazione dei saperi e dei poteri che prenderà il nome di biopolitica, agli ultimi interventi sulla questione dell'Illuminismo e il problema del governo e della governamentalità.
La ricerca storico-filosofica interpreta di solito le produzioni artistiche basandosi su una categoria assunta a priori, derivante da una concezione universalistica delle scienze figlia dell'Illuminismo. I metodi della storia dell'arte e dell'estetica sono quindi spesso applicati a epoche in cui l'idea moderna di «arte» era del tutto assente, o a luoghi in cui essa giunse solo con la colonizzazione. L'inclusione odierna di manufatti extraeuropei nei musei o il problema dei limiti reciproci tra arte e artigianato sono solo alcuni dei temi di dibattito ai quali Larry Shiner fornisce nuovi, dirimenti argomenti.
La tendenza a considerare opere d'arte le tragedie di Sofocle, le cantate di Bach o i dipinti di Leonardo induce a trascurare dati importanti quali il valore politico delle rappresentazioni teatrali nell'antica Grecia, la funzione religiosa e sociale della musica, il ruolo della committenza e dei collaboratori nella pittura rinascimentale. Non si tratta di ridimensionare la qualità del lavoro degli artisti, ma di interpretare correttamente i documenti del passato: se l'apprezzamento delle loro opere si basa oggi su criteri come indipendenza e originalità, ciò non significa che fu sempre cosí.
Ripercorrendo la storia dell'arte dall'antichità a oggi, Shiner mette in luce la grande variabilità dei concetti di «arte» come la diversità delle funzioni concrete attribuite a manufatti, composizioni e rappresentazioni, indicando alla storia dell'arte e dell'estetica la via della pluralità del passato e delle culture.
"All'inizio c'è il mondo. Non è tutto uguale: qui è caldo, lì è mamma, là è rumore. Col tempo impariamo a distinguere e a riconoscere: di nuovo caldo, ancora mamma, altro rumore! Gli oggetti si staccano dallo sfondo e acquistano una loro individualità, cadono, si rompono, si muovono, scompaiono e ricompaiono; le sensazioni non si vedono ma si sentono, si ripresentano, si assomigliano; i suoni cambiano a seconda degli oggetti che ci sono. Questo nostro meraviglioso evolverci è materia di studio per gli psicologi e i biologi, ed eventualmente per i sociologi. Ma per un filosofo esso nasconde un'ambiguità profonda e ancora più misteriosa: stiamo imparando a riconoscere la struttura del mondo o stiamo imponendo al mondo una certa struttura? È la realtà che poco per volta ci rivela i meccanismi secondo cui è organizzata, o siamo noi a organizzare il flusso continuo della nostra esperienza?". Nel volume di Achille Varzi sono discusse le due tesi classiche sull'esistenza e la natura delle cose: da un lato, i filosofi realisti, persuasi che il mondo sia strutturato in entità di vario genere a vari livelli e che sia compito della filosofia 'portare alla luce' tale struttura; dall'altro, gli anti-realisti, convinti che buona parte della struttura che siamo soliti attribuire alla realtà esterna risieda invece nella nostra testa, nel complesso sistema di concetti e categorie che sottendono alla nostra rappresentazione dell'esperienza e al nostro bisogno di rappresentarla.
Giordano Bruno non ha mai cessato di essere una di quelle poderose figure dell’immaginario collettivo attraverso le quali trovano espressione le tensioni ideologiche e culturali di un’intera epoca. È potuto diventare così volta a volta il simbolo del libero pensiero per gli illuministi, di una prepotente volontà anti-intellettualistica per i romantici, dell’anticlericalismo per i laici del Novecento. Il libro di Francis A. Yates – un grande classico della storia delle idee – ricostruisce per intero il pensiero di Giordano Bruno e lo ricollega alla tradizione magica ed ermetica rinascimentale, troppo spesso fraintesa.
Frances A. Yates – scrive Cesare Vasoli – colloca il filosofo in «una prospettiva storiografica veramente nuova, nella quale molti aspetti e motivi della drammatica vicenda filosofica e umana del Bruno trovano finalmente una collocazione più esatta, [...] una vera e propria storia dell’ermetismo, al di là della stessa esperienza bruniana, sino agli anni di Campanella ed oltre, alle origini di tendenze filosofiche, movimenti religiosi e ideologie politiche che continuarono ad operare anche nella nuova realtà dell’Europa seicentesca e settecentesca».
Indice
Prefazione all’edizione italiana - Prefazione - Abbreviazioni - I. Ermete Trismegisto - II. Il "Pimander" di Ficino e "l’Asclepius" - III. Ermete Trismegisto e la magia - IV. La magia naturale di Ficino - V. Pico della Mirandola e la magia cabalistica - VI. Lo Pseudo-Dionigi e la teologia di un mago cristiano - VII. Cornelio Agrippa e la sua rassegna della magia rinascimentale - VIII. Magia e scienza nel Rinascimento - IX. Contro la magia - X. L’ermetismo religioso nel secolo XVI - XI. Giordano Bruno: il primo viaggio a Parigi - XII. Giordano Bruno in Inghilterra: la riforma ermetica - XIII. Giordano Bruno in Inghilterra: la filosofia ermetica - XIV. Giordano Bruno e la cabala - XV. Giordano Bruno: dagli Eroici furori al culto di Elisabetta - XVI. Giordano Bruno: il secondo viaggio a Parigi - XVII. Giordano Bruno in Germania - XVIII. Giordano Bruno: l’ultima opera pubblicata - XIX. Giordano Bruno: il ritorno in Italia - XX. Giordano Bruno e Tommaso Campanella - XXI. Dopo la datazione di Ermete Trismegisto - XXII. Ermete Trismegisto e le controversie fluddiane - Indice analitico
DESCRIZIONE: Il secondo tomo del volume dedicato all’influenza di Aristotele comprende saggi relativi all’età moderna e all’età contemporanea. Per l’età moderna è evidente la persistenza della filosofia pratica di Aristotele, la quale, dopo essersi eclissata nell’antichità ellenistica e nella tarda antichità, ed essere stata riscoperta nel medioevo, sia musulmano che ebraico e cristiano, sopravvive nel Seicento e nel Settecento, soprattutto in Germania.
Per quanto riguarda l’Ottocento i saggi riguardano la critica di Hegel al principio di non contraddizione, e l’influenza di Aristotele sui critici di Hegel: Feuerbach, Trendelenburg, Marx e Kierkegaard. Per la Germania è anche massiccia l’influenza di Aristotele su Brentano e, attraverso di lui, su tutti i suoi discepoli, da Husserl a Meinong, a Twardowski, a Freud. Interessante è anche il rapporto intrattenuto con Aristotele da Paul Natorp, che ebbe ad influenzare, insieme con la dissertazione di Brentano, Martin Heidegger.
I capitoli dedicati all’età contemporanea illustrano la presenza di Aristotele in Heidegger e nella filosofia analitica inglese, ovvero nell’analisi del linguaggio ordinario condotta da J. Austin, G. Ryle, P. Strawson, D. Wiggins e altri. Indi illustrano la cosiddetta riabilitazione della filosofia pratica, prima in Germania, ad opera di filosofi come H.-G. Gadamer e J. Ritter, e poi negli USA, ad opera di A. MacIntyre, H. Jonas, Martha C. Nussbaum. La raccolta si conclude con un saggio sul “tomismo analitico”.
COMMENTO: Il secondo tomo dell'ultimo volume dell'opera sulla filosofia aristotelica di Enrico Berti si occupa delle recezione del pensiero aristotelico nell'età moderna e contemporanea, con particolare attenzione a Heidegger, Gadamer, Marx, Kierkegaard... Un capitolo inedito della storia culturale dell'Occidente.
ENRICO BERTI è professore ordinario di Storia della filosofia nell’Università di Padova. Tra le sue pubblicazioni: La filosofia del “primo” Aristotele (Padova 1962, II ed. Milano 1997), L’unità del sapere in Aristotele (Padova 1965), Studi aristotelici (L’Aquila 1975), Aristotele: dalla dialettica alla filosofia prima (Padova 1977), Profilo di Aristotele (Roma 1979, III ed. 1994), Le ragioni di Aristotele (Roma-Bari 1989), Aristotele nel Novecento (Roma-Bari 20082), In principio era la meraviglia (Roma-Bari 2007). Presso la Morcelliana ha pubblicato: Nuovi studi aristotelici. I- Epistemologia, logica e dialettica (2004, in corso di traduzione in portoghese); II - Fisica, antropologia e metafisica (2005, in corso di traduzione in portoghese); III - Filosofia pratica (2008, in corso di traduzione in portoghese), IV/1 - L'influenza di Aristotele. Antichità, Medioevo e Rinascimento.
Un testo su Dio, Aristotele, Prima Scolastica Universitaria, Illuminismo Stragista, Ragione Post-illuminista, Inquisizione Scientifica, Nichilismo e Pulizie Etniche. Nuovissima Scolastica, Spiritualità e Pace nei Popoli, Infinito. L'autore vuole lanciare un grido sofferto per la crisi e la dissoluzione in atto della sapienza e della cultura occidentale trascinata dalla ragione illuminista gaia e fideista. Il riparo suggerito, con passi felpati e discreti ma fermi, è il movimento culturale della Nuovissima Scolastica.
La logica della religione offre un quadro della natura della religione in prospettiva filosofica presentando attraverso la successione dei capitoli gli autori classici, medioevali e moderni dalle concezioni piu' rappresentative. Anche tra coloro che non riconoscono un'evidenza all'esistenza di Dio si trovano elementi rilevanti di discussione sulla natura della religione e sulla sua funzione nella societa'.