
Il pensiero di Maréchal si può definire "inattuale" nel senso che a questa parola ha dato lo stesso Heidegger: lascia un solco nella storiografia ciò che ha la forza di mettere in discussione sia la tradizione sia il presente. La distanza critica è proprio quella che consente di mettere a fuoco l'oggetto di indagine nella sua essenzialità: nell'approccio dello studioso belga, l'originale ripresa del tomismo si radica nel confronto fra l'istanza metafisica - divenuta problematica nel Novecento - e la proposta trascendentale di Kant. Una prospettiva che getta nuova luce sull'uomo, al suo incrocio col Mistero, ma anche sul principio della ragione, che pone il senso del "limite". In questo testo, tradotto per la prima volta in italiano, il limite della ragione è appunto la mistica, di cui si indagano le condizioni di possibilità, l'essenza, la dimensione cristiana e quella fenomenologica, costituita da esperienze vissute come l'estasi. La mistica si offre qui a uno studio razionale dove la questione dell'essere, come fondamento metafisico, va congiunta alla logica: è questo il fulcro della dimensione psicologica dei mistici, che si dà nell'unità di intelletto e volontà.
Il Novecento appare, retrospettivamente, come il secolo del ritorno dell'Angelo. Basti evocare i nomi di Walter Benjamin e Paul Klee. È stato però Romano Guardini il pensatore che più di ogni altro ha fatto dell'Angelo la cosa stessa del suo pensiero: paradigmatici sono al riguardo i suoi studi su Bonaventura, Dante, Dostoevskij e Rilke. In questo libro da un lato si analizza tutto ciò che Guardini ha scritto sull'Angelo, dall'altro si cerca di contestualizzarlo nelle grandi elaborazioni angelologiche della filosofia del Novecento.Ne viene una vera e propria guida storica e teoretica all'Angelo come figura in cui filosofia e teologia hanno interrogato le questioni che stanno sotto il nome di Dio, dell'uomo, del senso della storia e del male (nella figura dell'Angelo caduto).Confrontando Guardini con Rosmini, Nietzsche, Benjamin, Barth, Bultmann, von Balthasar, Rahner, Bulgakov - per giungere alla riflessione di Massimo Cacciari - l'autore disegna un sorprendente quadro del pensiero contemporaneo in cui filosofia e teologia confliggono e convergono nella domanda di cui l'Angelo è il segreto custode: qual è il destino etico-religioso dell'uomo?
Struttura e livelli ontologici del reale - Nunzio Incardona e il suo tempo. I - Struttura e livelli ontologici del reale, A cura di Mariano L. Bianca e Giuseppe Nicolaci. Sommario: Mariano L. Bianca - Giuseppe Nicolaci, PremessaStefano Besoli, Intorno alla nozione fenomenologica di realtà e alla sua genesi trascendentale- Mariano L. Bianca, Eventualismo degli alcunché e livelli del reale- Claudio Ciancio, L'essere, il dover essere, l'originarioAngelo Cicatello, Fenomeni ben fondati. Note sul realismo di Kant- Franca D'Agostini, La rinascita della metafisica dallo spirito della logica. Livelli ontologici e livelli semantici- Elio Franzini, Ontologia della cosa spirituale- Luca Illetterati, Pensiero e realtà. La problematizzazione del rapporto fra soggetto e mondo in Kant e Hegel- Paolo Piccari, L'ontologia della conoscenza ordinaria- Furia Valori, Soggetto, interpretazione e mondo in Hans Georg Gadamer- Achille C. Varzi, Livelli di realtà e descrizioni del mondo- Giovanni Ventimiglia, Senso o sensi dell'esistere? I livelli ontologici del reale nel cosiddetto "tomismo analitico".II - Nunzio Incardona e il suo tempo, a cura di Giuseppe Nicolaci.- Giuseppe Nicolaci, Nunzio Incardona e il suo tempo. Avvertenza- Nunzio Incardona, Tempo e idea- Rafael Alvira, Il romanticismo di Nunzio Incardona- Leonardo Samonà, Esistenza, tempo e pensiero. La prospettiva di Nunzio Incardona- Angelo Cicatello, Questioni di principio. Pensare con Nunzio Incardona- Gaetano Messina.
Prefazione di Laura Boella
Appendice di Francesco Alfieri
DESCRIZIONE: La recente pubblicazione del volume di Francesco Alfieri, Die Rezeption Edith Steins, testimonia che, offrendo una rassegna completa della bibliografia esistente, l’autore ha tessuto una vera e propria tela, ha creato uno spazio di incontro e di dialogo tra studiosi e lettori di Edith Stein, europei e extraeuropei, finora rimasti perlopiù sconosciuti gli uni agli altri. Dal lavoro di Alfieri è derivato in maniera sorprendente un effetto di rinnovamento degli studi steiniani. Si sono dischiuse, infatti, nuove prospettive di ricerca, sono stati scoperti inediti significativi, nuova luce è stata gettata su aspetti ancora oscuri della biografia intellettuale della santa patrona d’Europa. Il presente volume può essere considerato un’importante espressione di una nuova generazione di contributi che vogliono esplorare l’intensità con cui la figura di Edith Stein parla a chi vive nel nuovo millennio.
Dalla Prefazione di Laura Boella.
COMMENTO: I maggiori specialisti presentano le più recenti prospettive di ricerca su Edith Stein (1891-1942), religiosa e filosofa tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, arrestata in Olanda dai nazisti e rinchiusa nel campo di concentramento di Auschwitz, tra le maggiori pensatrici del Novecento.
PATRIZIA MANGANARO è professoressa di Storia della filosofia contemporanea presso la Pontificia Università Lateranense. Tra le sue pubblicazioni: Filosofia della mistica. Per una pratica non-egologica della ragione (Lateran University Press, 2008); Empatia (emp, 2014).
FRANCESCA NODARI, direttore scientifico del "Festival Filosofi lungo l’Oglio", collabora con la cattedra di Filosofia teoretica all’Università di Milano-Bicocca. Tra le sue pubblicazioni: Il pensiero incarnato in Emmanuel Levinas (Morcelliana, 2011); Il bisogno dell’Altro e la fecondità del Maestro. Una questione morale (Giuntina, 2013).
Se da sempre provoca il pensiero filosofico, la questione dell'"altro" assume nuovo interesse di fronte alla pluralità che caratterizza l'epoca odierna. Confrontandosi con autori e testi non solo della tradizione europea ma anche di quella orientale, in particolare cinese e giapponese, l'autore esamina l'alterità nell'ambito del linguaggio, della pratica artistica e dell'etica, giungendo a una inedita nozione di "vuoto", non come nome dell'indicibile, ma come apertura nei confronti delle molteplici forme del mondo.
"All'inizio del 2013 sono venuto a conoscenza di passi contenuti nei Quaderni neri che si riferiscono agli ebrei, all'ebraismo o, meglio, all'ebraismo mondiale. Mi fu subito chiaro che la pubblicazione di questi Quaderni avrebbe suscitato un grande dibattito internazionale. Già nella primavera di quell'anno ho pregato Friedrich-Wilhelm von Herrmann - l'ultimo assistente privato di mio nonno e, secondo una dedica di quest'ultimo, il 'principale collaboratore della Gesamtausgabe', in quanto profondo conoscitore del suo pensiero - di esprimere il suo punto di vista sui Quaderni neri nel loro complesso e, in particolare, sui passi riferiti agli ebrei ora al centro dell'attenzione pubblica. Nelle pubblicazioni sui Quaderni neri si sono diffuse rapidamente espressioni di grande effetto come 'antisemitismo onto-storico' oppure 'antisemitismo metafisico'. Ma c'è davvero dell'antisemitismo nel pensiero di Martin Heidegger? Von Herrmann propone qui la sua interpretazione ermeneutica e il suo collaboratore, Francesco Alfieri, conduce un'ampia analisi filologica dei volumi 94-97 della Gesamtausgabe, approdando a risultati sorprendenti che inaugurano una nuova prospettiva sui Quaderni neri" (dalla Premessa di Arnulf Heidegger).
Nata nel clima di violenza terroristica che sconvolgeva la società italiana nel periodo degli anni di piombo e che aveva come obiettivo la distruzione delle istituzioni e dello Stato, Filosofia della prassi (1986) è un’opera il cui valore va ben al di là delle circostanze storiche che l’hanno ispirata. Si presenta come una indagine spregiudicata, dai risvolti ancora attualissimi, sulle ragioni e le manifestazioni della crisi della civiltà del diritto, che pur ha fatto grande l’Europa.
L’autore – in queste che sono linee di filosofia del diritto – non descrive solo il processo di decadenza di un mondo, ma indica le strategie per una rivitalizzazione delle funzioni e dei significati del diritto. In questa prospettiva prende corpo una documentatissima analisi delle forme di negativismo giuridico che agiscono nella nostra cultura corrodendone i valori, e delle idee rigeneratrici che potrebbero contrastarne la portata devastatrice, non senza aver prima metabolizzato la dura lezione della critica. La posta in gioco è alta e riguarda il senso e il destino del diritto nella società, ambiguamente sospeso tra il rischio di ridursi a strumento delle manipolazioni del potere e l’impulso a promuovere l’affrancamento dell’uomo incurvato sotto il peso dei dispotismi. La nostra cultura giuridica sarà all’altezza del suo compito?
Italo Mancini (1925-1993) è stato professore di Filosofia della religione e Filosofia del diritto all’Università di Urbino, dove ha anche fondato l’Istituto superiore di Scienze Religiose e la rivista «Hermeneutica». Presso Morcelliana sono in corso di pubblicazione le Opere scelte, di cui nel 2007 è uscito il vol. I, Filosofia della religione; nel 2009 il vol. II, Novecento teologico; nel 2011 il vol. III, Teologia, Ideologia, Utopia e nel 2015 il vol. V, L’ethos dell’Occidente. Neoclassicismo etico, profezia cristiana, pensiero critico moderno. Sempre nel nostro catalogo: Come leggere Maritain (1993); Bonhoeffer (1995); Frammento su Dio (20003).
Si tratta del più completo lavoro che concerne l'Epistemologia Genetica e che insieme a "Biologie et Connaissance" rappresenta le posizioni che Jean Piaget ha assunto nei confronti del problema della costruzione delle conoscenze. Gli scritti piagetiani riportati in questo lavoro sono parte di una vasta opera di 1345 pagine, nella quale hanno scritto alcuni tra i più illustri rappresentanti di varie discipline: dal premio nobel per la fisica Louis de Broglie a Seymour Papert, da Jean-Blaise Grize a Pierre Greco e molti altri studiosi del periodo compreso tra il 1950 ed il 1970. Le pagine di Piaget rappresentano un ottimo raccordo tra le varie forme di conoscenza discusse ed allo stesso tempo propongono un metodo per realizzare un modo nuovo di intendere la conoscenza, fondandola sulle nozioni di complessità, costruzione e dialettica. Da questo punto di vista il presente lavoro, dato alle stampe nel 1967, si rivela ancor oggi di una sorprendente attualità, fornendo suggerimenti ed interessanti ipotesi di lavoro.
Il CD-ROM contiene tutte le opere di Platone in traduzione italiana e nel testo greco curato da John Burnet. L’edizione è accompagnata dalla versione ipertestuale del vasto apparato di indici elaborati da Gabriele Giannantoni e da strumenti di navigazione e ricerca relativi sia al testo italiano sia a quello greco.
I testi utilizzati nella versione italiana sono quelli editi per i nostri tipi secondo le seguenti traduzioni: Eutifrone, Apologia, Critone, Fedone, Teeteto (Manara Valgimigli); Cratilo (Francesco Aronadio); Sofista, Leggi, Filebo (Attilio Zadro); Politico (Paolo Accattino); Parmenide (Giuseppe Cambiano); Simposio (Guido Calogero); Fedro, Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco, Amanti, Carmide, Lachete, Teage, Liside (Piero Pucci); Eutidemo, Protagora, Gorgia, Menone, Ippia maggiore, Ippia minore, Ione, Menesseno, Epinomide (Francesco Adorno); Clitofonte, La Repubblica (Franco Sartori); Timeo, Crizia, Minosse (Cesare Giarratano); Lettere (Antonio Maddalena); Definizioni, Sul giusto, Sulla virtù, Demodoco, Sisifo, Erissia, Assioco (Giovanna Sillitti).
Il testo intende essere accessibile a studenti di vario livello, non solo a chi si specializza in filosofia. Oltre a spiegare che cosa sono l'induzione e la probabilità, l'autore affronta argomenti come la teoria della decisione, il bayesianismo e il concetto di frequenza. Hacking illustra tutti gli aspetti della teoria delle probabilità, i rompicapo filosofici che solleva, le soluzioni tradizionali. Prendendo spunto dalla vita di ogni giorno, formula esempi e attualizza l'argomento senza però banalizzarlo. Il testo offre una presentazione sistematica delle idee, riferimenti pratici ed esercizi applicati a psicologia, ecologia, economia, bioetica, ingegneria e scienze politiche.
Xavier Zubiri (1889-1983), uno dei più importanti filosofi e teologi spagnoli, ha creato un sistema metafisico e antropologico incentrato sull'uomo inteso come "intelligenza senziente" situata nella realtà e in un contesto storico preciso. L'uomo è definito quindi "l'animale della realtà", ove la realtà è intesa in senso classico aristotelico, con alcune avvertenze: Zubiri contesta sia la "logicizzazione dell'intelletto", sia l'"entificazione della realtà" (l'identificazione immediata della realtà con l'essere). Dio viene inteso neoplatonicamente come al di là dell'essere e di ogni ente. Il suo pensiero ha avuto grandi influenze in America Latina (soprattutto nella teologia della liberazione), ma anche nei teologi cristiani ecumenici che puntano alla riunificazione dell'Oriente con l'Occidente.
“Legga la Logica di Lotze”. L’invito perentorio di Martin Heidegger a colloquio con un suo allievo, Georg Picht, è forse la miglior esortazione a fare propria quella selva di argomentazioni logiche attraverso le quali il maestro di Messkirch si è “dovuto fare largo”. Un’opera, quella di Lotze, che ha riscosso l’ammirazione di Husserl, il quale ne esaltava in specie “la geniale interpretazione della dottrina platonica delle idee”, ma anche del ‘primo’ Heidegger che ne aveva avuto contezza grazie alla pregevole cura e introduzione di Georg Misch (1912), sulla quale è stata condotta la presente traduzione. Misch riproduce la seconda edizione, quella del 1880, che contiene, tra l’altro, la ‘nota sul calcolo logico’, ovvero un confronto serrato con l’algebra della logica di Georg Boole, ma anche di Jevons e Schröder. La “più difficile” opera di Lotze, per sua stessa ammissione, si staglia come un ‘unicum’ nella sua produzione e rappresenta una tappa imprescindibile per chi voglia accostarsi a quello snodo del pensiero in cui confluiscono neokantismo, filosofia dei valori, fenomenologia, psicologia fisiologica e descrittiva, nonché proto- esistenzialismo. È stata altresì riscoperta nel dibattito analitico degli anni ’80 del secolo scorso, grazie agli interventi di Sluga, Dummett e Gabriel che ne hanno messo in luce la prossimità con la successiva opera di Frege (allievo di Lotze a Göttingen). Sarebbe, ad avviso di Sluga e Gabriel, anticipatrice del cosiddetto ‘terzo regno’ fregeano, quello dei pensieri. Meno fortunata e meno tradotta del Mikrokosmus, la Logik, prima parte di un System der Philosophie rimasto incompiuto, raccoglie nel I libro le riflessioni della ‘piccola logica’ del 1843, sostanzialmente immodificata, e vi affianca una ‘logica applicata’ (II libro) nonché una ‘teoria della conoscenza’ (III libro) denominata ‘metodologia’ con un significato del tutto peculiare. La chiusa dell’opera, diventata celebre perché citata da Husserl ne La filosofia come scienza rigorosa, sintetizza da un lato l’istanza di recuperare l’intuizione speculativa a fronte dell’idolatria universale dell’esperienza, e dall’altro auspica per la filosofia tedesca – e per la filosofia tout court – una ‘rinascita’ “nel tentativo non solo di calcolare bensì di comprendere il corso del mondo”.
Rudolf Hermann Lotze
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