
"Con simili strategie, infatti, si pensa ancora che ci sia qualcosa da fare, che il pensiero debba aprirsi strenuamente un cammino, che vi sia magari qualcosa contro cui esso urta e che perciò dia a pensare. Si dà forza al pensiero rendendo ardua la sua meta, perché - si dice - «come potrebbe accadere che la salvezza fosse trascurata quasi da tutti se fosse a portata di mano e la si potesse trovare senza grande fatica»? Se ciò non può accadere, tuttavia, è forse perché questo è veramente il più difficile da dire e pensare: che la salvezza stia qui, semplicemente accanto: a portata di mano."
L'autore espone nella prima parte ("Come la verità viene al soggetto") quelle che egli ritiene le vere leggi del pensiero, mentre nella seconda parte ("Come le leggi del pensiero determinano l'agire comunicativo") espone la possibilità e i limiti della comunicazione del pensiero tra soggetti diversi. Il trattato dimostra che il nucleo fondamentale della logica come prassi naturale è la logica "aletica", quella per cui ogni soggetto necessariamente: a) privilegia il "valore-verità" su tutti gli altri valori che tramite la riflessione può rilevare nel proprio pensiero e che può poi confrontare criticamente nel pensiero altrui tramite la comunicazione linguistica; e per questo b) assume come determinazione ultima del "valore-verità" il corretto e adeguato rapporto di ogni ipotesi di giudizio con tutti i suoi presupposti. Anche se l'Autore non fa uso di neologismi, nemmeno per esporre nozioni originali sue, deve comunque ricorrere a molti termini tecnici della logica classica e di quella moderna, e per questo aggiunge alla fine un "Glossario dei termini logico-epistemici" sul cui preciso significato non si è potuto soffermare nel corso dell'esposizione, in quanto si tratta di termini propri di altre discipline, come la filosofia della conoscenza, l'epistemologia, la logica formale e la filosofia del linguaggio. Sempre allo scopo di mantenere il volume nei limiti di un'opera propedeutica, viene aggiunta alla fine del volume anche una "Bibliografia complementare", nella quale i lettori troveranno testi in varie lingue che l'Autore ritiene utili all'approfondimento delle questioni, sempre ovviamente nell'ottica da lui proposta nel presente trattato.
Il dialogo (e se possibile anche la collaborazione) tra fede e scienza non è mai stato scontato: i due mondi si sono spesso pensati come alternativi, se non come irriducibili avversari. Questo saggio ripercorre la storia e i modelli del loro rapporto, ma lo fa soprattutto per portarci a riflettere sul presente: nell'epoca delle fake news, anche sulle certezze scientifiche più evidenti, le posizioni della Chiesa e dei credenti devono risultare di aperto sostegno alla ricerca scientifica rivolta al benessere dell'umanità. Probabilmente, spiega l'autore, abbiamo finalmente imboccato la giusta rotta e possiamo trattare in modo costruttivo di scienza ed etica, di libertà e responsabilità della ricerca, di una Chiesa schierata addirittura a difesa della scienza. Si annuncia l'era del comune impegno a favore dell'integralità umana: possiamo avere fiducia, se vogliamo (e abbiamo molte ragioni per farlo), sul fatto che fede e scienza si pongono come due forme complementari del progresso umano.
Al suo inizio e fino alla sua "esplosione", il mondo di internet ha promesso di dare un volto nuovo all'intera umanità: al suo modo di comunicare, di presentarsi al mondo, di informarsi e farsi conoscere, ma anche al suo modo di decidere, di investire, di governare. Oggi assistiamo a una fase di profonda crisi di tutto questo: la moderna "torre di Babele" un mondo unito in cui tutti parlano la stessa lingua e si sentono allo stesso titolo cittadini sta per crollare, per generare una probabile nuova dispersione dei linguaggi e delle esperienze. Gli scricchiolii del grande edificio sono diversi: non riusciamo più a stare in rete con i nostri corpi e le nostre voci, non sappiamo più chi siamo e cosa pensiamo, non possiamo fidarci di nulla, né compiere un passo verso un nuovo progresso, di cui abbiamo smarrito ogni mappa. Il crollo è inevitabile. Cosa ci attende all'indomani del clamoroso evento? Un mondo connesso, ma forse non più così dipendente, che non conosciamo ancora.
"I testi che compongono questo volume sono variazioni su un unico tema, il tema di una filosofia che si esercita con il mettere alla prova prospettive, seguendo le occasioni. Il tipo stesso di filosofia che io coltivo - posso dire 'il mio pensiero' - è piuttosto retto da una logica della conversazione che da una logica argomentativa serrata. Non si 'arriva' da nessuna parte, ci si aggira sempre nei dintorni, si permane dentro un orizzonte. E questo del resto il nostro rapporto con l'essere stesso, esso è l'apertura entro cui stiamo, niente come una struttura sistematica con inizio, mezzo, fine." Gianni Vattimo torna a percorrere i sentieri di Heidegger in un libro che è il manifesto di una nuova filosofia della prassi. Contro ogni tentazione metafisica, e contro il nuovo realismo molto di moda, Vattimo invita a un'ermeneutica della prassi e richiama la filosofia al suo ruolo primario: interrogare il presente, prendere parte all'oggi, perché l'unico accesso che abbiamo all'essere è nel suo accadimento. La filosofia ha dunque il dovere dell'impegno attivo, politico nel senso più etico del termine, di capire e partecipare alla realtà che viviamo. L'impegno è certamente un pensiero divisivo - alimentato da movimenti "indignati" e populismi, forme di democrazia dal basso e predicatori televisivi - ma è una responsabilità ineludibile a cui non possiamo più sottrarci.
Le città possono essere costruite sulla roccia. Niente può essere costruito sulle bugie che oggi ci diciamo. Ma viviamo rintanati nella Città Irreale, e questo libro è una critica alle sue mura che non reggono, alle sue torri che si inclinano e scricchiolano, alle sue porte che né si aprono, né si chiudono.
Quasi tutto il nostro parlare su questioni sociali è insensato. Approcciamo queste discussioni con la mentalità dell’inserzionista, del venditore ambulante, del politico. «Sarete come Dio», disse il serpente (Gen 3,5). Perciò la battaglia dei nostri giorni è teologica, che lo si voglia ammettere o meno.
Un tour tra le macerie di una cultura che ha smarrito il senso della realtà, da una sessualità liquida alla cancel culture, le pagine di Esolen sono la fotografia della città irreale. Ma il suo è anche un percorso di ricostruzione e un rilancio della Città di Dio.
Una lettura obbligatoria per tutti coloro che cercano il sentiero della verità in un mondo impazzito.
Una raccolta di saggi scritti lungo il corso di tutta la vita di uno dei più grandi filosofo dello scorso secolo che si interroga sui fatti che la storia impone.
Emerge nella società attuale l'urgenza di avviare una riflessione in campo educativo. Educare significa consegnare ai figli un mondo di senso, rendere testimonianza di una esistenza promettente. E' di fondamentale importanza saper dire sì e no e saper esercitare sempre il discernimento nelle relazioni educative. Un disagio diffuso e conclamato cresce fra gli adulti ma soprattutto fra i giovani. Appare necessario, quanto mai oggi, avviare una ricerca delle ragioni del disagio giovanile proponendo, oltre a una critica dell'esistente, alcune prospettive educative alla luce di Viktor Emil Frankl e dell’antropologia rivelata
"Tommaso d'Aquino in pochi minuti" è un libro scritto per chi, non avendo la possibilità di studiare le migliaia di pagine da lui redatte, è curioso di apprendere gli archi portanti di una cattedrale di pensiero che tratta grandi temi - il bene e il male, l'origine e il destino dell'uomo -, ma ha anche ricadute di «saggezza spicciola» che fanno del grande santo medievale un fine psicologo ante litteram. Capitoli intenzionalmente brevi, stile colloquiale, scrittura briosa: tutto è pensato - l'autore è un comunicatore di professione - perché anche il notoriamente indaffarato lettore del XXI secolo possa apprezzare come mai, negli ultimi 750 anni, papi, santi, re, studiosi e anime semplici animati dal desiderio di conoscere Dio, il prossimo e se stessi hanno trovato, nelle intuizioni di san Tommaso, le ragioni per amarli - e amarsi - un po' di più.
Questo libro è un viaggio nel pensiero della filosofa spagnola María Zambrano, una delle più grandi voci della cultura europea del Novecento. Al centro della sua riflessione si pone un'illuminante interpretazione della condizione umana. Non siamo nati invano, soltanto per soffrire e morire. Siamo al mondo per completare la nostra nascita di persone originali, uniche, infinitamente preziose, e per partecipare alla gestazione di una società umanizzata. Questa visione antropologica, ispirata da una profonda stima per l'uomo, si schiude da un'esperienza di esilio e di povertà, da una conoscenza diretta del fondo tragico dell'esistenza. E da qui l'autrice sa testimoniare la credibilità della speranza responsabile insegnandoci a confidare nella verità che è Amore. Con la sua opera María Zambrano ha mostrato in modo inedito il senso della filosofia come esperienza maieutica e soprattutto ha indicato al cammino di ognuno che il fine verso cui tendere non è la sopravvivenza, ma una vita vera.