
Oggi, non si può negare che l'uomo contemporaneo, nonostante sia un animale metafisico, non trova più senso nell'interrogarsi sull'"essere" e se lo fa, è perché lo incentra sull'autosufficienza della conoscenza. Di fatto, dalla prospettiva della nostra attuale cultura post-kantiana, che tende ad apprezzare in forma quasi esclusiva l'utilità pratica, viene facile porsi le domande: perché la metafisica? All'uomo serve ancora? Gli è utile di fronte alle nuove, moderne tecnologie? Nel rispondere, vogliamo ricordare che gli operai del pensiero sono i segreti costruttori della storia. Ogni crisi storica, in fondo, è metafisica. Le stesse crisi economiche tradiscono la loro origine metafisica: nascono, infatti, (anche) da un'errata concezione dell'uomo. Si pensi, per esempio, alla grande crisi provocata dal liberalismo del secolo scorso che ha originato il socialismo. Aveva ragione Nietzsche: "Non è intorno a chi inventa strepito nuovo, ma intorno a chi inventa nuovi valori che silenziosamente gira il mondo". In questo volume, l'autore, usando un linguaggio semplice, tenta di spiegare all'uomo di oggi le ragioni di essere della metafisica quale generatrice di umanità giacché collabora alla crescita della persona umana proprio come persona.
Partendo dal presupposto che il matrimonio è un sacramento e che costituisce una parte integrante del disegno di Dio per avvicinare l'uomo a Lui, quest'opera riporta la legge naturale dentro una realtà che si esplicita nel dettaglio dei fatti, anche di quelli che compongono gli impedimenti matrimoniali che sciolgono il vincolo nuziale per ragioni terrene. L'autore prende in esame il tessuto connettivo delle regole che governano il mondo sensibile, cioè l'insieme di principi retrostanti che determinano l'agire dentro l'Essere, dove ogni ente per necessità materiale opera nel movimento, nel rapporto tra legge naturale e contingenza, tra spirito e corpo. Questo senza mai dimenticare i fondamenti del matrimonio: la donazione e il consenso.
Il problema dell'unità del sapere è stato sempre fortemente sentito nella nostra cultura scientifica che risale al progetto greco di sviluppo sistematico della razionalità. La scienza di per sé tende a ciò che è specifico, ma anche all'unità. Nonostante la crescente specializzazione e il pluralismo degli approcci epistemologici tipici dell'epoca contemporanea, il problema menzionato continua ad essere fondamentale, anzi è più che mai urgente e importante. Il lavoro di Valeria Ascheri entra perfettamente in questo quadro epistemologico. Il volume che il lettore ha in mano apre molti spazi di riflessione per avvicinarsi a questo ideale il che significa in definitiva la migliore comprensione di ciò che è la scienza in se stessa. L'unità del sapere è un progetto da perseguire, scrive l'autrice alla fine del libro. I lettori troveranno in queste pagine un contributo rilevante e uno stimolo efficace per perseguire questo compito.
Il presente volume, il primo della collana Ricerche di storia della filosofia e teologia medioevali, in onore del professor Marco Arosio, offre agli esperti e ai cultori degli studi medievali i contributi che, secondo il giudizio della giuria e in accordo con quanto stabilito dal bando del Premio Marco Arosio, sono stati considerati meritevoli di essere pubblicati. Il libro, curato da Marco Martorana, Rafael Pascual e Veronica Regoli, presenta i saggi di otto autori, dei trentuno partecipanti alle edizioni del 2011 e del 2012 del Premio: Andrea Colli, Alfredo Gatto, Andrea Lami, Corrado Maria Malavolta, Lucia Pappalardo, Davide Riserbato, Giulia Sossi, Luca Vettorello.
Il volume qui presentato costituisce una ricerca filosofica, con aperture alla teologia e all'esegesi biblica, sul Prologo di Alberto Magno al Vangelo di Giovanni. A partire dall'esperienza che secondo Alberto Magno ha reso possibile la rivelazione giovannea, l'autore affronta l'ermeneutica del testo per individuare i limiti epistemologici nella conoscenza dell'assoluta trascendenza divina e tracciare il confine tra filosofia e teologia. Allo studio teoretico, segue l'edizione critica del Prologo e la traduzione italiana. Chiude il volume un'appendice dedicata alla storia dei commenti al Vangelo di Giovanni dall'antichità al secolo XIII.
Almeno sin dai lavori di Étienne Gilson sulle origini scolastiche della filosofia cartesiana, sappiamo che il Cogito non è apparso per generazione spontanea nella mente di Cartesio, ma che esso passò attraverso una lunga storia che abbraccia tutto il Medioevo. Il presente volume esplora i maggiori momenti di questo itinerario. Presso sant'Agostino e san Bonaventura, il Cogito viene tematizzato in chiave squisitamente teologica, come segno dell'immagine trinitaria nell'uomo.
Con Domenicani del Duecento e del Trecento, sant'Alberto Magno, san Tommaso 'Aquino e pure Meister Eckhart, la riflessione sull'autocoscienza assume un carattere più direttamente filosofico anche se, ben lungi dall'opporsi alla sua integrazione nella sacra doctrina, essa ne elabora i fondamenti gnoseologici e metafisici. Giovanni Duns Scoto si muove ancora in questa prospettiva. Invece, i pensatori francescani successivi, come Guglielmo di Ockham e la sua posterità nominalista, utilizzeranno in maniera crescente il Cogito come uno strumento epistemologico destinato a misurare il campo del possibile.
Nel presente volume vengono pubblicati gli atti del Convegno Internazionale Il Cogito nel Medioevo, organizzato dalla Cattedra Marco Arosio e la Facoltà di Filosofia dell' Ateneo Pontificio Regina Apostolorum a Roma, i giorni 13-14 ottobre 2020, con i contributi dei professori Alain Contat, Christian Ferraro, Juan Antonio Gaytán, Alessandro Ghisalberti, Rupert Mayer, Carmelo Pandolfi, Graziano Perillo, Davide Riserbato.
La filosofia tomista è una delle filosofie storicamente più dominanti e diffuse. Pertanto, lo studio della storia della filosofia è impensabile senza averne una conoscenza sistematica e dettagliata. La caratteristica fondamentale della filosofia tomista, che l'ha resa così popolare e presente, è il realismo metodico che tematizza filosoficamente l'esperienza del senso comune, mentre la caratteristica che desta attrazione intellettuale permanente si radica nelle intuizioni speculative sulla trascendenza, a cui è diretta la sua metafisica dell'essere. Pertanto, la secolare tradizione della filosofia cristiana ha giustamente conferito alla filosofia tomista il titolo di philosophia perennis-filosofia perenne. Il libro ne contiene una presentazione sistematica delle seguenti tematiche filosofiche: introduzione alla filosofia, filosofia della conoscenza, metafisica, filosofia della natura, antropologia filosofica, filosofia di Dio ed etica.
Seguendo le due categorie della ragione e della follia, l'autrice rilegge la storia del pensiero occidentale, mettendo in luce il processo attraverso il quale l'una si rovescia nell'altra. Percorrere la filosofia come un itinerario di potenziamento e de-potenziamento della ragione mette in luce come la follia ne costituisca l'eccesso, che comincia quando la ragione cessa di essere il mezzo esplorativo per diventare logos costitutivo, non più strumento del sapere, ma suo oggetto. L'ampio orizzonte del libro si apre allora su diversi momenti-chiave di questa alternanza, da Aristotele a Nietzsche, da Machiavelli a Hannah Arendt, fino ad addentrarsi nei territori oscuri dove si radicano le fondamenta filosofiche del nazismo. Dalla ciclica impasse dell'oscillazione tra ragione e follia nasce infine la necessità di introdurre una terza categoria: l'agostiniana follia della croce, la proposta di una fede che non esclude la razionalità, ma ne ridimensiona l'aspetto fondante e la logica dominatoria. "Prendi e leggi!", la voce interiore che l'ancora neoplatonico Agostino sente dentro di sé quando è alle prese con le Lettere di san Paolo, rappresenta allora l'invito a riconfigurare la relazione tra fede e sapere nel segno di una follia salvifica che apre nuovi orizzonti.
Considerato già un classico della filosofia del Novecento, "Teoria dei sentimenti" esamina la complessa questione dei sentimenti umani da prospettive diverse: fenomenologica, analitica e storica. Indagando pulsioni e affetti, la filosofa ungherese va in cerca della natura del "sentimento" in sé, al di là della sua mutevolezza, attraverso un intenso scandaglio delle differenti categorie emotive. Riflettendo sulle varie modalità del coinvolgimento umano, Heller mette in luce i tratti peculiari dell'economia emozionale delle relazioni moderne e offre, alla luce della teoria dei sentimenti qui proposta, un nuovo sguardo sulla natura dell'espressione, delle divisioni sociali, della sofferenza e della responsabilità che risulta ancora oggi estremamente attuale.
I saggi raccolti nel volume esaminano il progetto cosmopolitico di Kant e affrontano il problema della praticabilità del suo modello giuridico, politico ed etico in riferimento sia alla situazione e alle prospettive del processo di unificazione europea sia alle attuali discussioni sui problemi della democrazia, della cooperazione e delle relazioni internazionali.
La filosofia di Emmanuel Levinas è stata soprattutto una profonda e ampia meditazione sull'impatto che un secolo terribile, di sangue e di guerra, ha avuto sulla filosofia e sulla morale, sulla possibilità della filosofia e della morale. Si è voluto, pertanto, ricostruire, da angolature visuali differenti, l'eredità ed attualità di tale riflessione, senza tacerne le difficoltà o le aporie, ma al contempo cercando di misurare la sua capacità di condurci alle crisi più autentiche, alle questioni di fondo, a riaperture del pensiero. Tra alterità e terzietà si è svolto il cammino filosofico di Levinas, che ha situato al centro dei propri scritti la possibilità del male nella storia. Quel male che è compendiato nella figura di un unico supremo delitto: lasciare l'altro morire da solo. Il terzo, nel quale tutta l'umanità è presente, è così il custode silenzioso che veglia sulla morte dell'altro e le assicura, contro il lavoro del tempo e dell'oblio, una risonanza spirituale.

