
Kierkegaard è stato spesso criticato per un suo preteso irrazionalismo ma, anche quando tale critica sembra meritata, la sua validità è più apparente che reale. Da quel vero pensatore che è, egli non è mai privo di ragioni profonde, nemmeno per le sue posizioni più stravaganti, e i suoi strali, anche a dispetto di certe sue frequenti dichiarazioni in senso contrario, sono rivolti non tanto contro la razionalità come tale ma contro una maniera di intenderla e di esercitarla che è troppo semplicistica e "a buon mercato": sì che a uno sguardo attento il preteso irrazionalista si rivela essere più profondamente e autenticamente razionalista di molti suoi detrattori. Questo libro, dedicato al pensatore danese, intende mostrare che la sua propensione per una religiosità paradossale e la sua avversione per la speculazione e per il pensiero oggettivo si fondano in definitiva sulla persuasione che il paradosso è l'unica alternativa a quella auto-contraddizione cui non sa invece sottrarsi il pensiero oggettivo. In particolare si vuol qui mettere in luce come la riflessione di Kierkegaard ruoti in gran parte intorno al paradosso genuinamente metafisico di una corporeità concepita come determinazione originaria del reale, irriducibile in quanto tale allo spirito: tale paradosso costituisce l'autentico fondamento dell'eroica ma non irragionevole "fede di Abramo" tratteggiata dal filosofo in Timore e tremore.
La modernità va verso la fine. Nel postmoderno sembra riaprirsi la dimensione etica e religiosa della coscienza in cui la secolarizzazione non è l'ultima parola, mentre muta il rilievo assegnato al fatto religioso nell'odierno contesto culturale. Le questioni sulla presenza delle religioni nel mondo contemporaneo e sulla possibilità di una teologia volta verso la politica, restano centrali in specie dopo i recenti sviluppi del pensiero laico, in cui alla filosofia si chiede di riappropriarsi dello stimolo proveniente dalle dottrine salvifiche. Tali problematiche esigono di riaprire la domanda sulla verità: di fronte alla presenza del fondamentalismo religioso, è ancora legittimo parlare di verità della religione? È difendibile il teismo dinanzi al dominante naturalismo?
Cos'è un io pensante? Come può la materia (il cervello) pensare? Da dove deriva la capacità della mente di rappresentarsi una realtà esterna? Com'è organizzata una mente? Fino a che punto è giusto considerarla il software che gira nel nostro cervello? Esiste realmente un "io" individuale, oppure il soggetto deve essere scomposto in una moltitudine di "agenzie cognitive" distinte? Nell'affrontare queste e altre tematiche, il volume prende in esame alcuni dei principali problemi filosofici posti alla riflessione contemporanea, muovendo dai temi classici del rapporto tra mente e natura, per giungere alla questione del conflitto tra concettualizzazione scientifica e visione ordinaria dell'io. Il testo non richiede specifiche conoscenze filosofiche e si rivolge al mondo degli studi universitari, ma anche a chiunque abbia desiderio di formarsi una mappa ragionata dell'attuale geografia della mente.
Noi continuiamo a pensare la tecnica come uno strumento a nostra disposizione, mentre la tecnica è diventata l'ambiente che ci circonda e ci costituisce secondo quelle regole di razionalità che, misurandosi sui soli criteri della funzionalità e dell'efficienza, non esitano a subordinare le esigenze dell'uomo alle esigenze dell'apparato tecnico. Inconsapevoli, ci muoviamo ancora con i tratti tipici dell'uomo pre-tecnologico che agiva in vista di scopi iscritti in un orizzonte di senso, con un bagaglio di idee e un corredo di sentimenti in cui si riconosceva. Ma la tecnica non tende a uno scopo, non promuove un senso, non apre scenari di salvezza, non redime, non svela verità: la tecnica funziona. E poiché il suo funzionamento diventa planetario, questo libro si propone di rivedere i concetti di individuo, identità, libertà, salvezza, verità, senso, scopo, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si nutriva l'età umanistica e che ora, nell'età della tecnica, dovranno essere riconsiderati, dismessi o rifondati alle radici.
La filosofia di Wittgenstein è stata ripetutamente accusata di essere una filosofia conservatrice e conformista. Senza voler fornire una risposta diretta a tale accusa, e al di là della difficilmente valutabile posizione politica dell'uomo, questo libro si propone di discutere le implicazioni etiche, sociali e politiche della filosofia della maturità dell'autore del "Tractatus".
Etica e politica: due termini di diritto amici, oppure già di diritto conflittuali? È vero che nei fatti, nel concreto delle vicende storiche, i contrasti sono numerosi. È pur vero che numerosi sono i tentativi di sottrarsi al conflitto distinguendo i piani e ponendo etica e politica su piani paralleli che perciò, stando alla pura geometria, non dovrebbero incontrarsi né scontrarsi. Alla discussione di questo complesso rapporto sono dedicati alcuni saggi del presente volume. Senza dimenticare le oggettive differenziazioni, essi propongono le linee dell'ineludibile incontro tra le due categorie in una società democratica, anche alla luce di un etica avente alla base, fra l'altro, la fede religiosa. A tale riflessione si associano temi di tipo fondativo, riguardanti le basi filosofiche dei diritti dell'uomo, la natura, il valore e i limiti dell'etica della libertà, soprattutto nel dialogo con pensatori di orientamento liberale e neomarxistico. Si discute inoltre di diritto naturale e di morale sessuale. Alcuni scritti, infine, affrontano i temi della responsabilità etica e civile dello scienziato, della medicina e della pace, tutti argomenti ben presenti nel dibattito etico e politico moderno.
COEDIZIONE PUL/MURSIA. I CONTRIBUTI PRESENTI NEL LIBRO TRATTANO LA VITA E IL VIVENTE. LA POSIZIONE ORIGINARIA DELL UOMO DI FRONTE ALLA VITA, ALLE SUE FORME E AL SUO SIGNIFICATO. L'argomento centrale di quest o volume e`la vita", in particolare l'autore puo`lasciando al lettore l'approfondimento in tutte le direzioni dei contributi presenti nel volume con la consapevolezza dell'impo rtanza, attualita e complessita della tematica affrontata, propone una risposta con una chiave nuova, qual e`l'approcci o storico-speculativo. Si tratta di ripercorrere la storia del pensiero filosofico con la tensione puntata verso il futuro, nella misura in cui le filosofie del passato restano aperte a reinterpretazioni moderne. I vari contributi come articoli, che cercano di suggerire il sofferto cammino tentato dall'essere umano per la compr ensione della sua vita nell'o rizzonte in cui abbiamo la vita, il movimento e l'essere, e nella tensione verso quel fine ultimo che e`anche principio. Contributi: a. Ales bello, e. Berti, n. Bosco, f. Bosio, f. Chiereghin, g. Cottier, f. Jacques, j.m. Malmadi, j. Marlas, s. Nicolosi, g. Penzo, a. Pieretti, p. Prini, a. Rigobello, c. Ruini, m. Sanchez sorondo, h. Seidl, a.t. Tymieniecka, c. Vinti. "
Mondin studia la filosofia della scienza, cioe il concetto di scienza e il suo metodo, e approfondisce l'analisi filosofica delle realta corporee e di quelle viventi. Il manuale si compone di due parti. La prima e`dedicata alla filosofia della scienza e si apre con una panoramica storica dell'epistemologia dall'an tichita fino a oggi; quindi passa ad analizzare il concetto di scienza e il suo metodo. La seconda parte studia la cosmologia, cioh la filosofia delle realta corporee e di quelle viventi: approfondisce i temi della sostanza corporea, della quantita, dello spazio, del tempo, della relazione, dell'or dine e della legge, del divenire e della vita. Da ultimo si sofferma sui problemi delle dimensioni e dell'unita dell'u niverso, sul suo fondamento, il suo fine e sul principio antropico. Anche questo testo ha il pregio di un linguaggio lineare e accessibile anche ai pr