
L'Autore, che conosce la cultura indiana, introduce alla conoscenza del mondo indiano della filosofia, schiudendo al lettore occidentale panorami teoretici e culturali di grande interesse. Questa e`la peculiarita del volume, non si tratta di una 'i ntroduzione alle filosofie dell'india' ma di un invito all a filosofia, un tentativo di far recuperare al lettore la ricchezza e complessita del pensare che l'approccio occidenta le al filosofare ha reso monotrno legandolo a un rapporto statico soggetto-oggetto. Lo stundia lungo tre momenti. Nel primo si pone in evidenza - e se ne propone un superamento - la divisione tipicamente occidentale tra filosofia e teologia. Nel secondo vengono analizzati i modi indiani e occidentali di intendere la filosofia e il suo compito partendo dalla prospettiva occidentale. Nel terzo si ripercorre lo stesso cammino ma dalla prospettiva indiana. Centrale in quest'ulti mo momento e`l'analisi di alc une parole-chiave della riflessione indiana.
Il volume tratta del rapporto tra cristianesimo e cultura contemporanea, in particolare laicismo e relativismo, soprattutto alla luce dell'insegnamento di Mons. Luigi Giussani. Il volume affronta il tema del rapporto tra cristianesimo e cultura contemporanea soffermandosi sui temi della secolarizzazione, sulla crisi della filosofia, sul rapporto tra ragione e fede, sul rapporto dell'uomo con il soprannaturale, sul concetto di senso religioso cosi come e stato descritto e trasmesso da Mons. Luigi Giussani.
Filosofia di Hegel come modello con cui confrontarsi per approfondire le implicazioni all'esperienza del perdono. Grazie a una documentata indagine, l'autrice supera la tradizionale immagine della filosofia di Hegel, spesso considerata come l'espressione piu alta ma anche arida del razionalismo occidentale. Il libro segue invece il filo di un pensiero polivoco, percorso dalla tensione tra amore e ragione. Questi due riferimenti sono accomunitai dalla convergenza verso la riconciliazione delle contraddizioni insite nella societa e nella realta. Si scopre cosi, nel cuore della ragione, una logica dell'amore, sviluppata nelle prime opere di Hegel e poi discretamente operante anche in quelle della maturita. L'idea di fondo e quella per cui l'approdo a una realta davvero razionale comporta infine la piena riconciliazione tra gli esseri umani, che non puo avere luogo senza il maturare del perdono reciproco. E' infatti solo grazie all'intelligenza del perdono che l'umanita puo scoprire la sua unita fondamentale.
Chi l’ha detto che i filosofi hanno sempre la testa fra le nuvole? E che la filosofia è una disciplina astrusa e «fumosa»? Ebbene, non c’è pagina di questo volume che non smentisca luoghi comuni tanto radicati. Anzi, un corso di sopravvivenza sembra perfino necessario, tanto più se la filosofia, come dimostra Girolamo De Michele, si occupa della vita e della nostra stessa sopravvivenza. Lo sapevano bene - con destini opposti, talvolta drammatici - Cartesio e Giordano Bruno,Galileo e Antonio Gramsci. Perché la filosofia è esercizio di libertà, della vita concreta prima ancora che del pensiero: come ci ricorda - udite, udite -Vasco Rossi citando Spinoza, la filosofia ha a che fare con la gioia e con il potere «che ha bisogno di renderci tristi».
Uno sguardo disincantato sulla storia della filosofia «ufficiale» permette di scoprire l’attualità di pensatori lontanissimi nel tempo - le grandi «star» dell’antichità, come Platone e Aristotele, ma anche figure più oscure, comeTalete e Anassimandro - accanto a «outsider di lusso» quali Giacomo Leopardi e David Foster Wallace (ma anche, di passaggio, Francesco Guccini, Luca Carboni e Fabrizio De André). Se la filosofia non insegna a trovare le risposte,ma ad affrontare i dubbi e le incertezze in cui non smetteremo mai di imbatterci, se «in filosofia il viaggio è più importante della meta», il suo racconto finisce per assomigliare a un grande romanzo d’avventura.Dell’avventura più bella, e che non ha mai fine.
Girolamo De Michele vive a Ferrara e insegna filosofia al liceo. È redattore di Carmilla, e-magazine diretto da Valerio Evangelisti. Scrive di filosofia e critica letteraria, e ha anche pubblicato saggi sulla didattica e i problemi della scuola (La scuola è di tutti, 2010). Considerato uno degli esponenti della New italian epic, per Einaudi Stile libero ha scritto tre romanzi: Tre uomini paradossali (2004), Scirocco (2005) e La visione del cieco (2008).
Ogni qualvolta ci chiediamo cosa mangiare, in che modo amare, o semplicemente come fare a essere felici, ci stiamo in realtà domandando come condurre nel migliore dei modi la nostra vita. Ma dove possiamo trovare, nel mondo di oggi, risposte valide? Il filosofo Massimo Pigliucci propone di non cercarle in lontane tradizioni spirituali orientali, ma di trarre ispirazione dall'antica e più prossima filosofia che guidava Seneca e il grande imperatore Marco Aurelio: lo stoicismo. Risalendo alle sue fonti potremo finalmente rispondere agli interrogativi che assillano quotidianamente noi donne e uomini moderni, da come far fronte alla rabbia o all'ansia al modo in cui risollevarsi dopo una dolorosa esperienza personale. Con questo libro impareremo ad agire sulla base di ciò che è realmente sotto il nostro controllo, e a separare da tutto il resto ciò per cui vale davvero la pena preoccuparsi, così da avere sempre, come auspica una saggia preghiera stoica, «la serenità di accettare le cose che non possiamo cambiare, il coraggio di intervenire su quelle che possiamo cambiare, e la saggezza di distinguere le une dalle altre».
Leonardo è "premoderno", un personaggio di confine. Il suo non è più l'orizzonte fisso e trascendente del mondo della Scolastica, ma non è ancora quello matematizzante e dualistico della Nuova Scienza. Arte e conoscenza, matematica ed esperienza, fantasia e tecnologia confluiscono in un continuum che l'opera di Michelangelo, Galilei e Descartes frantumerà in precisi comparti producendo una divisione apparentemente irreversibile sul piano dell'essere come del sapere. Leonardo è vicino: anche il nostro tempo "ipermoderno" è diventato insofferente verso ogni rigida divisione del lavoro, della cultura, del "mondo della vita". Ma gli sconfinamenti portano troppo spesso alla confusione o per altro verso alla conflittualità, piuttosto che al dialogo o al contrappunto tra linguaggi, media, culture, come quello che ha lasciato in eredità Leonardo.
Qualità individuale, virtù pubblica, fondamento dei legami e delle relazioni: il concetto di responsabilità è tanto pervasivo quanto apparentemente intuitivo, ma in realtà a uno sguardo più attento rivela grandi sorprese e questioni aperte. Mario De Caro, Andrea Lavazza e Giuseppe Sartori, proseguendo l'analisi condotta in "Siamo davvero liberi?", incrociano i risultati delle neuroscienze e della psicologia sperimentale, le indagini filosofiche e gli aspetti giuridici. Se il mondo e il cervello sono deterministici, può esistere la responsabilità? Fino a che punto è possibile attribuirsi le conseguenze di un'azione? Quando, in sede penale, possiamo essere imputabili di un reato? Cosa significa, in definitiva, una vita vissuta responsabilmente? Domande fondamentali non solo sul piano intellettuale, ma anche per le loro ricadute sulla nostra esistenza e sulla società.