
Il "Discours de la Servitude volontaire, ou le Contr'Un", scritto presumibilmente intorno al 1550, appartiene a quella eletta schiera di libri che a dispetto della loro brevità hanno lasciato un solco indelebile e fecondo sul terreno del pensiero politico d'Occidente. Questo scritto - opera di un ventenne - che destò l'appassionata ammirazione di Montaigne e fu il tramite intellettuale dell'amicizia «completa e perfetta» tra i due pensatori costituisce una tra le più penetranti analisi del mistero dell'obbedienza civile: «Come può accadere che in ogni regime, in ogni luogo e tempo della storia, singoli uomini o sparute minoranze riescono a dominare e asservire intere masse?» Sebbene ancora poco noto al grande pubblico, il Discours è stato, attraverso quattro secoli, fonte d'ispirazione per molti coraggiosi paladini della libertà, da Marat a Lamennais, a Landauer, fino al massimo filosofo libertario del XX secolo, Murray N. Rothbard, il cui saggio introduttivo su La Boétie correda questa edizione. Postfazione di Nicola Iannello e Carlo Lottieri.
Questo non è l'ennesimo libro di ricette, bensì un testo di filosofia, ma di una filosofia particolare. Quella che elabora il pensiero come se fosse cibo, lo prepara, lo cucina, lo serve da mangiare. E' un libro sull'analogia tra il nutrimento della mente e il nutrimento del corpo. Filosofare e cucinare, attività antichissime entrambe, sono rimaste sovente estranee l'una all'altra anche per la differenza di genere tra coloro che le svolgono: ambito per eccellenza femminile la cucina, territorio squisitamente maschile la filosofia.
Il presente volumetto riporta la teoria della conoscenza nel solco tradizionale di una metafisica della verita'", in cui la gnoseologia perde la sua caratteristica di branca autonoma, anzi, condizionante tutto il resto quale "propedeutica". "
"Aut-Aut", testo chiave dell'esistenzialismo, pubblicato per la prima volta nel 1843, è anche l'opera in cui il pensiero di Sören Kierkegaard raggiunge il suo apice. La contrapposizione fra vita estetica e vita etica, il passaggio dall'una all'altra attraverso l'esperienza della disperazione e dell'angoscia, la scelta come fardello esistenziale, il compito della realizzazione di sé in quanto individui: sono questi i temi principali, proposti da Kierkegaard con un vigore e una lucidità che ancora oggi colpiscono il lettore per la loro forza e urgente attualità.
Dalla Cina del VI secolo a.C. un insegnamento morale di perenne saggezza: realizzare la felicità personale attraverso l'etica civile. In un'epoca di cinismo e smarrimento il recupero delle tradizioni e dei valori familiari come via per ritrovare il senso perduto della comunità. Un richiamo alle virtù di lealtà, pietà filiale, mitezza, fratellanza universale che possono condurre verso una piena realizzazione di sé e della società.
Per imparare facilmente e velocemente le parole chiave delle lingue moderne: 1.000 voci e 2.000 esempi d'uso; fonetica internazionale e abbreviazioni; forme maschili e femminili degli aggettivi; plurali irregolari; box grammaticali con la spiegazione delle principali regole; box informativi su tradizioni, feste, curiosità; proverbi con il corrispondente italiano per un immediato confronto; modi di dire del linguaggio familiare; ampia appendice per chi scrive o viaggia; interni a due colori per una facile consultazione.
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I saggi tradotti in questo volume discutono, nel quadro di un'ampia riflessione sul significato dell'agire politico, alcune delle questioni più controverse del nostro tempo: l'autonomia della cultura ebraica nel mondo moderno, il problema dell'esilio, la fondazione dello Stato di Israele, la possibilità della pace in Medio Oriente.
"L'Edipo re" di Sofocle, da cui "Edipo il tiranno" di Hölderlin, è uno dei vertici dello spirito umano. È la tragedia dell'uomo che spinge la sua ansia di conoscenza fin dentro l'oscurità del fato, per scoprire la verità del dolore umano, che mette in discussione ogni regola, ogni legge, ogni potere. Hölderlin proprio su questo punta la sua attenzione: sull'uomo che, spinto dall'ansia di conoscere lo smisurato, fa della ricerca la sua grandezza, ma anche la sua rovina. Le traduzioni da Sofocle sono l'ultimo lavoro di cui Hölderlin vide la stampa. La traduzione dell'"Edipo re", criticata e addirittura irrisa all'inizio dell'Ottocento, si è rivelata successivamente un'opera di immensa poesia, su cui hanno scritto pagine memorabili Benjamin, Heidegger e Brecht.
L'ultima lezione che Raymond Aron tenne al Collège de France il 4 aprile 1978 - qui proposta per la prima volta in italiano - lascia trasparire l'inquietudine civica che è stata la molla del pensiero e dell'azione del filosofo francese. La rappresentazione del liberalismo e della democrazia è dominata dall'idea formale di una "procedura", sia essa quella del mercato o della garanzia dei diritti, valida in sé e in grado di produrre i suoi effetti indipendentemente dalle disposizioni degli associati o dei cittadini. L'azione che può e deve essere valutata secondo le virtù cardinali - più o meno coraggiosa, giusta, prudente - non trova praticamente posto, perché l'unica virtù richiesta è quella di applicare le regole che daranno soddisfazione a interessi e garantiranno tutele. In un contesto sociale che sembra aver fatto una scelta senza riserve per la libertà a scapito della verità, Aron interroga la "crisi morale delle democrazie liberali". L'inquietudine che le tormenta può tradursi nelle condotte più irragionevoli. Segno che esse non possono rassegnarsi all'assenza di un bene comune ampiamente condiviso, pur rinunciando a una comune verità.
L'artista, il filosofo antico, il prete cristiano e lo scienziato moderno sono tutti favorevoli all'ascetismo. Ma le stesse parole e le stesse pratiche, per esempio la frugalità e la castità, hanno per tutti lo stesso significato? Bentham vede nell'ascetismo un'aberrazione perché non si può desiderare la sofferenza, ma solo il piacere. Schopenhauer lo considera come il solo mezzo per sfuggire alla sofferenza indotta dalla ricerca del piacere. Nietzsche, invece, individua nell'ascetismo un mezzo inaspettato per trovare il piacere nella sofferenza. In Umano, troppo umano (1878) e un decennio dopo, in modo più elaborato e sistematico, nella Genealogia della morale (1887), il filosofo tedesco pretende di pervenire a una valorizzazione post-cristiana dell'afflizione, a una nuova forma di ascesi il cui fine è cancellare in ss stessi, dolorosamente, ogni traccia di ascetismo cristiano.