
"Conosci te stesso" è l'antico ammonimento dell'oracolo di Delfi. Ma come fare a conoscere se stessi? Dopo che i maestri del sospetto Marx, Nietzsche e Freud hanno distrutto l'"autocoscienza" moderna come luogo verginale della propria consapevolezza, è necessario trovare una strada alternativa all'introspezione, sempre viziata da fattori che la inquinano. Essa viene individuata dalla tradizione ermeneutica nei "testi", ovvero in tutte le forme in cui viene oggettivata e si deposita la comprensione che abbiamo di noi stessi. Ma come fare a comprendere correttamente il senso dei "testi" evitando derive intuizionistiche, viziate da un certo arbitrio dell'interpretazione? Qui Paul Ricoeur offre il proprio contributo specifico alla filosofia dell'interpretazione, tornando a porre al centro la questione del metodo. Il motto di Ricoeur suona "spiegare di più vuol dire comprendere meglio": spiegare l'architettura strutturale del "testo", significa saper giustificare perché il suo senso sia quello e non altro, distinguendo buone interpretazioni da cattive interpretazioni.
Il confronto che si dipana in queste pagine tra Franco Mosconi, monaco camaldolese, e Salvatore Natoli, filosofo laico, ripensa la speranza dentro «l’oggi» come forza che rigenera e come lievito che feconda la realtà. Il primo autore fa riecheggiare la potente tradizione dei profeti biblici, il secondo la grande tradizione filosofica che convoca Baruch Spinoza, ma anche Ernst Bloch con il suo Il principio speranza. Ne nascono due percorsi d’invitante e non ovvia profondità, lontani ma non opposti, graffianti proprio per una fedeltà al presente che non si identifica con la cronaca e non indulge alla lamentela.
Sommario
Prefazione (M. Mariani). Una speranza radicata nella fede (F. Mosconi). Speranza e cura del presente (S. Natoli). Dibattito.
Franco Mosconi, monaco camaldolese, collabora con varie riviste e si dedica alla predicazione e animazione di esercizi spirituali. Tra le sue pubblicazioni: Non sia turbato il vostro cuore. Meditazioni sul Vangelo di Giovanni (Il Margine 2008), Ruminare la Scrittura. Introduzione alla Lectio divina (Il Margine 2010) e Senza di te non ho alcun bene (Ancora 2018).
Salvatore Natoli è stato a lungo professore di Filosofia teoretica all’Università Milano Bicocca. Tra i suoi libri recenti: Scene della verità (Morcelliana 2018), L’animo degli offesi e il contagio del male (Il Saggiatore 2018) e Il fine della politica (Bollati Boringhieri 2019). Con EDB ha pubblicato L’uomo dei dolori (2020).
Terry Eagleton in questo testo presenta una via alla speranza razionale e materiale, come impulso che contribuisce alla realizzazione dei nostri progetti e quindi alla nostra felicità: la speranza - che richiede, come nella tradizione cristiana delle virtù teologali, un grande impegno e una grande determinazione, e non è un sentimento passivo dunque ma fortemente attivo - è il carburante emotivo-volontario senza il quale realizzare i nostri desideri, i nostri progetti, i nostri sogni diventa impossibile.
Una ricerca filosofica e una sorta di libro-protocollo intorno al concetto e al significato di possibile che ripercorre il lungo cammino storico che porta dall'antichità all'epoca contemporanea. Sono raccolti e commentati testi di filosofi, scrittori e poeti che hanno riflettuto sul senso di quest'idea che afferma la disgiunzione tra essere e non essere, la non contraddizione, la realizzabilità di qualcosa o le condizioni effettive del discorso filosofico. L'a. (1949) studia il pensiero moderno e contemporaneo, in particolare le filosofie di Leibniz e di Heidegger, temi di logica, metafisica e filosofia del linguaggio. Insegna Filosofia del Linguaggio presso l'univ. di Roma Tor Vergata.
Il volume, non previsto come pubblicazione dall'autore stesso, si presenta nella forma di raccolta di saggi più o meno brevi, in gran parte già pubblicati autonomamente in anni precedenti, riuniti quindi dalle figlie di Sestov; fu pubblicato per la prima volta in Francia nel 1964. Qui presentato in prima traduzione italiana, il volume costituisce per un verso un'espressione importante del pensiero sestoviano dell'ultimo decennio di vita dell'autore, contrassegnato dalla radicalizzazione del dualismo tra pensiero "speculativo", fondato sulle acquisizioni della ragione, e pensiero "esistenziale", fondato sull'esigenza di forzare le evidenze della ragione e per questo aperto alla "rivelazione". Per altro verso, esso è anche una rappresentazione importante del procedimento della riflessione filosofica di Lev Sestov, basata su uno stringente confronto, interiore e dialogante piuttosto che oggettivo e analitico, con le più diverse personalità in campo filosofico, letterario e religioso. L'opera è anche per queste ragioni una delle tappe centrali per la comprensione della ricezione, da parte della filosofia esistenziale di orientamento religioso, di alcuni momenti fondamentali dell'esperienza spirituale tra l'Oriente e l'Occidente dell'Europa.
A cura di Renato Pettoello e Vincenzo Latronico
DESCRIZIONE: La “scoperta” delle geometrie non-euclidee e la Teoria della relatività di Einstein costrinsero scienziati e filosofi a prendere posizione e a rivedere radicalmente le loro categorie di pensiero. Ne derivò un dibattito accesissimo, al quale parteciparono gli esponenti più significativi sia della scienza sia della filosofia dei primi decenni del XX secolo. Uno dei temi al centro della discussione era la natura dello spazio. Il giovane Carnap vi si inserì con autorevolezza grazie a questo breve scritto, nel quale si proponeva di analizzare i vari significati di spazio, convinto com’era che l’inconciliabilità delle posizioni in conflitto fosse dovuta al fatto che «dalle differenti prospettive si parla di oggetti molto differenti». L’interesse di questo testo per il lettore odierno è molteplice. Da un lato esso è uno splendido esempio di come scienza e filosofia possano proficuamente incontrarsi; dall’altro ci mostra un Carnap nella sua fase di apprendistato, già padrone degli strumenti scientifici necessari ad affrontare un tema scottante come quello dello spazio, ma ancora incerto su quale prospettiva filosofica fare propria.
COMMENTO: La prima edizione di un classico di un grande storico della Filosofia, che spiega il concetto di spazio nella storia occidentale e nella scienza contemporanea.
RUDOLF CARNAP (1891-1970), filosofo tedesco emigrato all’avvento del nazismo negli Stati Uniti, è stato tra i maggiori pensatori del ’900. Tra le sue opere: La costruzione logica del mondo (1928), La sintassi logica del linguaggio (1934); Significato e necessità (1947); Fondamenti logici della probabilità (1950).
Viene presentata in modo unitario la raccolta di studi che María Zambrano (1904-1991) ha dedicato alle figure femminili dei maggiori romanzi di Benito Pérez Galdós (1843-1920), considerato uno dei più grandi scrittori che la Spagna abbia mai avuto. Attraverso la riflessione intorno a Nina (protagonista di Misericordia) e Tristana (protagonista dell’ omonimo romanzo da cui Buñuel ha tratto il famoso film), la filosofa spagnola torna a parlare dei temi che l’hanno sempre inquietata e fecondamente interrogata: la storia nazionale della Spagna, il conflitto tragico tra storia e vita delle singole creature umane, la vita umana contesa tra il romanzo e la tragedia. Le “creature” come Nina e Tristana mostrano la possibilità di “trascendere” i conflitti tragici attraverso l’unica possibile soluzione: vivere sempre di nuovo una “vita pura”, illustrata da due metafore concrete fondamentali nella filosofia di María Zambrano: l’acqua e la luce diversa intravista nella Spagna della sua giovinezza. Cura e introduzione di Annarosa Buttarelli Traduzione e postfazione di Laura Mariateresa Durante
"'South Park e la filosofia!' raccoglie diciannove brevi saggi filosofico, rigorosi e divertenti, che guardano al nostro presente attraverso gli occhi sovversivi, blasfemi, e al tempo stesso geniali, dei personaggi di uno dei programmi televisivi più di successo e più censurati del nostro tempo."