
Derrida, Arendt, Bloch... Una serie di brevi e inconsueti profili dei principali maestri del 900. La segreta speranza del presente lavoro e' quella di innescare nei lettori una serie di sani interrogativi che mettano in moto un'attivita' instancabilmente critica della ragione. A questo obiettivo concorrono due elementi di fondo. Innanzitutto un fertile incontro di due complementari approcci al pensiero filosofico del Novecento, l'uno concentrato analiticamente sulle intersezioni tra filosofia, scienza e conoscenza, linguaggio e ricerca della verita', l'altro piu' attento alle dinamiche etico-politiche comunitarie in senso lato. E poi il coro delle voci diverse del pluralismo culturale messo in gioco tra le righe del volume.
Nessuno può vivere senza avere una madre. Non solo nel senso che tutti veniamo da un grembo materno, ma ancor di più perché tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci faccia spazio, che accetti di farsi scomodare da noi quel tanto che serve per avere un luogo dove stare. Si tratta di qualcosa di così fondamentale che si potrebbe addirittura dire il contrario: nessuno può vivere davvero senza essere una madre. Per avere una vita degna e ricca, tutti aspiriamo ad essere generativi nei molti modi, non solo biologici, che la vita ci offre. Imparare il gesto della madre è perciò un compito e una sfida per tutti. Una filosofa e un teologo riflettono su questo miracolo dell'esistenza, capace di sorprendere, spiazzare, dilatare i propri confini e di coinvolgere l'altro e il nuovo, di combattere la paura della morte e invitare a camminare nella vita. Introduzione di Lucia Rodler.
Cristianesimo, Islam, capitalismo,
comunismo, democrazia:
un grande filosofo spiega
perché tutti i dogmi
sono destinati a sgretolarsi.
La lotta al terrorismo, l’insorgere di una nuova Guerra fredda, il ruolo della Chiesa, le radici cristiane dell’Europa e la sua islamizzazione: sono solo alcuni degli argomenti di riflessione proposti da Emanuele Severino in questo libro che fotografa con lucida analisi la realtà attuale. Se per alcuni la filosofia oggi si limita ad arbitrare sterili dispute tra specialisti, Severino le attribuisce invece un ruolo chiave nel mostrare la verità o la falsità dei principi che guidano la politica internazionale, e nel tratteggiare l’inevitabile parabola distruttiva dei “macigni” del nostro tempo: cristianesimo, islam, capitalismo, comunismo, democrazia. Nella potente metafora del titolo le diverse tradizioni del mondo contemporaneo rotolano – proprio come macigni – dalla cima di un monte, urtandosi e scontrandosi: la più feroce lotta in corso è quella che li vede opporsi non l’uno all’altro ma alla forza che li fa precipitare, lo spirito di gravità, l’unione di Tecnica e filosofia, in grado di dissolvere tutte le ideologie, occidentali e orientali. La Tecnica, nelle illuminanti parole di Severino, è “un gigante, capace di toccare il cielo con un dito”. Ma l’Occidente, chiuso nella sua Follia, saprà guardare oltre il presente?
Il volume ripercorre la riflessione di Francesco Bacone sull’uomo, sulla morale, sulla politica e sulla storia cercando di chiarire la complessa ed originale elaborazione dei temi che egli assimilò dagli scritti più significativi del Rinascimento italiano ed europeo, con i quali il filosofo recepì anche il miglior dettato di quella fortunata stagione del pensiero e le energie intellettuali che gli consentirono di vestire gli abiti lustri della nascente “modernità”.
La ricerca dimostra come tali scritti e, in particolare, le opere di Machiavelli, abbiano emancipato il Londinese dall’astrattismo e lo abbiano orientato ad una percezione realistica e concreta dei fatti, incentrata sulla necessità di guardare alla “realtà effettuale” delle cose per enuclearvi i limiti e le insufficienze e per escogitare le modalità con le quali sostituire alla “vergogna dell’ignoranza” le risorse e i benefici di un sapere “pragmatico” e “utile”, forgiato sui bisogni dell’uomo e sui risultati di un’osservazione attenta e priva sia delle distorsioni personali che delle imposture.
Dalla ricerca emerge così un inedito profilo di Bacone e l’architettura complessa di idee e di soluzioni con cui egli si apriva al “moderno” e ne alimentava l’esuberante vitalità, in un rapporto dialettico di dare e di avere con le fonti rinascimentali che resta uno degli aspetti più stimolanti delle sue opere e un fatto indubbiamente nuovo nel panorama culturale del Seicento.
Masino Glauro Moretti (Chieti, 1980) ha rivolto la sua attenzione alla filosofia moderna e, in particolare, al ruolo e alle proposte di Francesco Bacone nel quadro della cultura europea del Seicento. Sul filosofo e sul suo pensiero ha pubblicato presso Studium due monografie: Scienza ed epistemologia in Francesco Bacone. Dal «Novum organum» alla «New Atlantis» (2004) e Francesco Bacone e la sapienza degli antichi. Dal mito al pensiero critico. Con testo latino, traduzione e commento (2007).
Richard David Precht, che insegna filosofia in Germania e negli USA, accompagna il lettore in un entusiasmante viaggio filosofico: 35 località per 35 domande. Si parte con "Che cos'è la verità?", l'interrogativo che riecheggia a Sils Maria, al quale si risponde sulle note di Lucy in the Sky with Diamonds (ma anche con l'aiuto di Nietzsche...). L'itinerario geografico-filosofico si conclude (provvisoriamente) con un'altra domanda, "La vita ha un senso?". Il quesito risuona all'interno della macchina di Matrix e mobilita il sapere dei fratelli Wachowski e Stanislaw Lem, di Platone e Tolstoj, di Cartesio e Luhmann, Douglas Adams e Lewis Carroll... Richard David Precht conosce i maestri del pensiero, ascolta i Beatles e il rap, è fanatico di cinema, ama le fiabe e la fantascienza, è aggiornato sulle più recenti scoperte scientifiche. Soprattutto, è in grado di fare capire, in termini chiari e spesso divertenti, senza alcuna pedanteria, le grandi questioni che da sempre si pongono gli esseri umani, le stesse domande alle quali, da sempre, i filosofi hanno cercato di dare una risposta.
La polifonia del pensiero medievale passa attraverso i monasteri, le biblioteche, le università, la struttura della lectio e della quaestio; e poi il commento come genere filosofico, le teologie, gli aristotelismi e le censure intellettuali e, ancora, la scienza, la pluralità dei mondi, la politica, le pratiche e le teorie della medicina e della musica. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri e Riccardo Fedriga hanno raccolto molti fra i più importanti medievisti italiani insieme ai più interessanti giovani studiosi per comporre una visione ampia e plurale del pensiero medievale che attiene, anche, all'etica espressa da laici, cavalieri, goliardi, poeti. Questo libro è dunque una vasta esplorazione dell'Occidente medievale, l'Europa "dai molti padri e dalle molte madri" che articola il pensiero greco, latino, arabo e ebraico, nel melting pot che prepara il decollo dell'età moderna.
I SAGGI RACCOLTI IN QUESTA PUBBBLICAZIONE INDICANO DEGLI ITINERARI PROBLEMATICI DELLA FILOSOFIA DELLA RELIGIONE EMERGENTI DA PROBLEMI TEORETICI E DA RIFLESSIONI STORIOGRAFICHE. Gia' disponibile i sag gi raccolti in questa pubblicazione indicano degli itinerari problematici della filosofia della religione emergenti da problemi teoretici e da riflessioni storiografiche. Si tratta in particolare di analisi paradigmatiche di alcuni aspetti significativi della riflessione sulla religione che assumono nel loro complesso un valore ed un significato di tipo eminentemente metodologico. Di fatto, la raccolta si concentra su tre ambiti problematici che, in ordine rappresentano, nei capitoli dall'i) al v), degli esempi teoretici di argomentazioni filosofiche che hano per oggetto la dimensione religiosa delal filosofia antropologica, nei capitoli dal vi) all' viii),vengono invece proposte delle considerazioni di natura storico-filosofica orientate allo scopo di approfondire il rapporto tra ragione e fede in una filosofia che dalla metafisica giunge all ermeneutica della metafora. L ultimo nodo, esemplificato negli ultimi capitoli, individua, in riferimento alla filosofia contemporanea, dei percorsi prevalentemente critici rispetto alle argomentazioni tradizionali della filosofia della religione.
I luoghi decisivi del pensiero filosofico – ha rilevato María Zambrano – si incontrano nelle rivelazioni poetiche. Di qui la ricerca della filosofia che si trova nella poesia, non come pensiero poetico, bensì come filosofia in senso stretto, come una modalità dell’esercizio filosofico finora emarginato dalla storia del pensiero e che nella crisi della modernità è invece capace di configurare un orizzonte di superamento. Ecco perché tutto il pensiero di María Zambrano è volto a indagare lo sfondo comune di filosofia e poesia nonostante la scissione ed il conflitto – segno della storia occidentale – e l’orizzonte dal quale è possibile intravvedere una possibile riconciliazione: la ragione poetica. A tal fine, Filosofia e poesia (1939) rappresenta l’opera fondamentale, insieme al presente libro, a cui stava lavorando prima della morte, e che comprende testi sulla parola poetica in rapporto alla filosofia, e saggi sui poeti più amati dalla Zambrano.
Armando Savignano, ordinario di Filosofia Morale all’Università di Trieste, ha dedicato numerosi saggi all’ispanismo filosofico. Tra i libri più recenti: Introduzione a Ortega Y Gasset, Laterza, Bari 1996. Introduzione a Unamuno, Laterza, Bari 2001. Maria Zambrano. La ragione poetica, Marietti, Genova-Milano 2004.
Panorama della filosofia spagnola del Novecento, Marietti, Genova-Milano 2005. Don Chisciotte.
Illusione e realtà. Rubbettino 2006. Il vincolo degli anniversari. Saggi di filosofia spagnola contemporanea, Saletta dell’Uva, Caserta 2009.
Questo volume raccoglie una serie di contributi offerti nel corso di due seminari dedicati allo studio delle "condizioni del sapere". La ricerca, partita dalla rivisitazione del Perì ermeneias di Aristotele e dalla lettura critica che Husserl ne dà nel corso delle sue Ricerche logiche, mirava a comprendere se la dimensione propria della verità debba raccogliersi solo nel campo del giudizio e dei suoi asserti o se invece non debba trovarsi anche in quei modi del pensare e del dire che Aristotele riteneva "significanti" ma non "apofantici".
Fonti teologiche nell'opera di Giambattista Vico. Quale significato ha avuto il cristianesimo nella modernita? Quanto ha contribuito alla tematizzazione delle sue molteplici prospettive di pensiero? E' possibile un illuminismo cristiano? Lo studio dell fonti teologiche del pensiero di Vico rivela come la rivelazione e la tradizione teologica, soprattutto quella agostiniana, costituiscono l'orizzonte per dar vita a un pensiero che manifesta la fecondita speculativa della visione cristiana in prospettiva metafisica, epistemologica e antropologica.