
Nella lunga e complessa trama storica delle tradizioni costituzionali è determinante l'incontro con le tradizioni religiose. Se è noto il percorso che, durante duemila anni, si è sviluppato fra cristianesimo, nelle sue varie denominazioni, e costituzionalismo occidentale, sicuramente meno conosciuta, se non attraverso stereotipi che contribuiscono a renderla oscura, è la storia che si impone da quasi 1400 anni nel contesto culturale islamico. Il volume, che apre la Serie "Religioni e Costituzioni", mette in luce come in realtà i due itinerari si siano intrecciati in modo complesso, con accelerazioni e ritorni, contrasti ma anche reciproche influenze: essi si sono affermati attraverso una storia reale, primariamente ed eminentemente relazionale. Ripercorrerli, nella prospettiva di creare ponti, può portare a scoperte e a sorprendenti analogie che, superando antichi e duraturi stereotipi, possono favorire il dialogo fra queste due grandi aree geopolitiche.
Giovedì 8 novembre 2012.
Saluto inaugurale di Sua Emminenza Tarciso Bertone
Intervento del Decano della Rota Romana Monsignor Pio Vito Quinto
Selectae inter ras qua anno 2004 prodierunt cura eiusdem apostolici tribunali editar.
Volumen XCVI
DECRETA.
SELECTA INTER EA QUAE ANNO 2001 PRODIERUNT CURA EIUSDEM APOSTOLICI TRIBUNALIS EDITA.
VOLUMEN XIX
La scienza giuridica, anche quella che si occupa specificamente dello studio del diritto nella Chiesa, pretende, come ogni sapere scientifico, di offrire delle spiegazioni unificatrici della realtà studiata. Per questa ragione possono nascere al suo interno delle divisioni in branche, rispondenti non ad oggetti materiali diversi, bensì a dei principi specifici di ogni settore. Il diritto canonico comprende, infatti, diversi rami scientifici: il diritto processuale, retto soprattutto dal principio relativo al diritto al giusto processo; il diritto penale, rispondente alla necessità di sancire giustamente le condotte dannose rispettando al contempo i diritti dei fedeli, ed altre branche ben conosciute. Proprio perché la scienza canonica è divisa in rami, ha bisogno di una "Parte generale" volta ad analizzare gli elementi comuni sottostanti a tutte le branche. Il presente libro, indirizzato principalmente agli studenti della Licenza in diritto canonico, tratta precisamente di queste nozioni basilari, comuni a tutti i settori della iusti atque iniusti scientia.
La giustizia nel culto indica il contenuto essenziale dell'opera: la dimensione giuridica della liturgia esprime ciò che è giusto nella celebrazione del mistero pasquale secondo la concezione classica (greco-romano-scolastica) del diritto. La trattazione mira quindi a evidenziare e analizzare i profili di doverosità intersoggettiva intrinseci ai beni liturgici (i sacramenti, la liturgia delle ore, i sacramentali, ecc.). L'esplorazione in chiave realista della giuridicità liturgica cerca dunque di enucleare la spettanza nella sostanzialità del culto pubblico della Chiesa più che nelle regole o nell'ordinamento.Le quattro parti che accorpano le lezioni delineano un itinerario logico: il profilo introduttivo inquadra ontologicamente, storicamente ed ecclesiologicamente l'influenza del diritto nella liturgia; il profilo statico abbraccia tanto la consistenza e gli elementi della relazione giuridico liturgica tanto i principali beni di rilevanza giusliturgica (ciò che sta al centro della relazione di debito), il profilo dinamico espone la configurazione e realizzazione del giusto. Il nucleo o cuore del libro, anche alla luce dell'impostazione realista, è rappresentato proprio dalla penetrazione dei beni giusliturgici, cioè dall'essenza del giusto (basti pensare ad es. all'organismo sacramentale). La promozione della dignità del culto implica il concorso delle persone giuste.
Dai codici francese, tedesco e svizzero a quello italiano del 1942, dai codici latino-americani al caso di Cuba, dove sopravvive l'ultimo codice socialista, dalle codificazioni nella realtà cinese fino al dibattito sull'opportunità di un codice europeo: sono alcuni dei temi di un itinerario di studio che del codice civile finisce per confermare l'attualità come strumento dell'esperienza del diritto.
La religione ha svolto un ruolo di eccezionale rilevanza nella storia d'Italia. Essa è, del resto, tra i diritti e fenomeni sociali più nominati dalla Costituzione italiana. Tuttavia, il percorso del diritto di libertà religiosa continua ad essere poco conosciuto. Questa scarsa conoscenza della storia e delle trasformazioni di un diritto così fondamentale si riflette sia in un dibattito pubblico che raramente considera la dimensione giuridica delle problematiche connesse all'esercizio della libertà religiosa sia nella diffusa difficoltà, ai diversi livelli della responsabilità politica ed amministrativa, a mettere in pratica un diritto troppo spesso derubricato a questione di secondaria importanza. Nello stesso tempo, il nuovo ruolo assunto dalle identità religiose e la trasformazione del panorama culturale e religioso italiano, con la sua ormai stabile connotazione pluralista, rendono urgente una presa di coscienza delle sfide da affrontare e degli strumenti normativi a disposizione per garantire un diritto di libertà religiosa conforme agli standard costituzionali e a quelli del sistema internazionale di cui l'Italia fa parte. Questo libro, dopo un breve inquadramento storico, intende offrire un contributo di sintesi sullo stato di salute del diritto di libertà religiosa in Italia e sulle principali questioni aperte e che necessitano una riflessione - e un intervento - ad ampio raggio.
Decidere e giudicare sono attività che nella vita ecclesiale assumono un particolare significato ed una specifica valenza in quanto l'intervenire con autorità sulla vita dei fratelli nella fede non presuppone gli stessi fondamenti né le stesse modalità degli Ordinamenti giuridici 'civili'. Il personalismo e la corresponsabilità che animano e modellano la missione e la vita ecclesiale esigono infatti che l'esercizio di qualunque 'potestà' - nella e della Chiesa - offra un reale beneficio all'esistenza credente, tanto individuale che comunitaria. L'attività di governo e quella giudiziale attuate nella Chiesa rispondono strutturalmente a questa tipicità.
Il presente studio si propone di analizzare l'ordinamento giuridico dello SCV, dalle origini ai giorni nostri. L'analisi parte da un'esatta distinzione dei concetti di Chiesa cattolica, Santa Sede e SCV, esaminando i tre poteri dello stato e la loro evoluzione, soffermandosi sull'ammodernamento dell'impianto giuridico costituente. il presente lavoro costituisce, oltre che un pratico manuale, un'opera utile al teorico del diritto nonché ai professionisti che si trovino nella situazione di dover approfondire ed applicare il diritto vaticano.
L'impotenza copulativa insieme con l'incapacità di assumere gli obblighi matrimoniali essenziali rappresentano le problematiche più trattate e più discusse tra tutti i capi di nullità del vincolo coniugale, stabiliti nell'ordinamento canonico. Il presente lavoro offre uno studio sistematico delle singole fattispecie.
L'opera rappresenta un tentativo di rileggere il concetto di laicità alla luce dei problemi posti dall'irrompere nelle società occidentali della multiculturalità e multireligiosità. La laicità, categoria concettuale immanente alla modernità occidentale, mostra i segni evidenti di una crisi, dettata prevalentemente dall'incapacità di governare le dinamiche della diversità religiosa che, nella società multiculturale, si caratterizza soprattutto sul piano antropologico e culturale. La tesi sostenuta nell'opera è che la modernità e la laicità come categoria politica e giuridica indissolubilmente legata alla modernità conservano ancora intatte le risorse per far fronte ai problemi posti dalla diversità culturale, ma solo se potranno essere rilette in chiave interculturale. È proprio la laicità interculturale la categoria gius-politica in grado, questa la tesi di fondo, di rispondere ai problemi posti alla scienza giuridica da una società sempre più marcatamente multireligiosa e multiculturale.