
Lagrange fonda nel 1890 l'Ecole Biblique di Gerusalemme, nel 1892 la Revue biblique, e grazie a queste istituzioni promuove lo studio scientifico della Sacra Scrittura. Fu un pioniere nella Chiesa Cattolica. Il domenicano Marie-Joseph Lagrange (1855-1938) fonda nel 1890 l'Ecole biblique di Gerusalemme, nel 1892 la Revue biblique e nel 1900 la collana Etudes bibliques, istituzioni che continuano ancora oggi lo studio scientifico della Sacra Scrittura. La sua vita e una vera e propria peripezia. Il papa Leone XIII ha una grande fiducia in Lagrange, al punto che vorrebbe chiamarlo a Roma per iniziarvi lo studio scientifico della Bibbia. Pio X, durante la crisi modernista, manifesta dei dubbi sull'esegesi critica e diffida dei lavori condotti dall'Ecole biblique di Gerusalemme. Benedetto XV, con l'enciclica Spiritus Paraclitus, sembra dissaprovare l'opera di Padre Lagrange, piuttosto che incoraggiarla. Solo dopo la sua morte l'enciclica di Pio XII Divinu afflante Spiritu, nel 1943, riconosce i meriti di Lagrange.
Jean Baptiste Saint-Jure gesuita scrisse la vita di Gaston de Renty nel 1651 a soli due anni dalla morte del barone di cui fu direttore spirituale. Figura straordianria, discendente di una nobile casata, sposato e padre di quattro figli, superiore della Compagnie du Saint Sacrament, instancabile animatore di opere caritative e sociale. L'esperienza spirituale di Renty non separa in alcun modo l'unione mistica con Dio e l'azione concreta verso il prossimo.
Sei anni di ricerca, di interviste, di incontri con chi ha conosciuto la serva di Dio Sandra Sabattini per la quale è in corso la causa di beatificazione. Un'opera in due volumi in cui la biblista Laila Lucci ricostruisce per la prima volta la storia completa di questa ragazza riminese di cui si è scoperta la grandezza spirituale solo dopo la morte avvenuta a 23 anni il 2 maggio del 1984. Emerge la figura di una giovane estremamente attuale, che vive una santità nel quotidiano, capace di attrarre a Gesù il cuore dei giovani. Il primo contiene anche un dettagliato indice tematico che diventa quasi un dizionario di spiritualità, mentre il secondo, attraverso scritti inediti, ci fa cogliere tutte le sfumature del suo cammino alla scoperta di Gesù attraverso i poveri. Entrambi i volumi contengono anche un'ampia sezione fotografica.
In quest'opera vengono ripresentati gli scritti completi di Benedetta Bianchi Porro: I diari nei quali Benedetta, obbedendo a una precisa indicazione della madre, fin da bambina si abituò a descrivere la vita intorno a sé. I pensieri scritti su suggerimento di padre Luciano Viale: frasi incisive, aforismi che evidenziano il formarsi della spiritualità di Benedetta. L'epistolario dove, attraverso le lettere scritte e ricevute, Benedetta fece conoscere a un numero crescente di persone la vita intensa che si andava sviluppando nel suo spirito. Gli scritti minori, temi ed esercitazioni scolastiche grazie ai quali è possibile approfondire soprattutto l'adolescenza, la formazione e la vita di famiglia di Benedetta. Arricchita dal testo dell'omelia per la beatificazione, quest'opera è una porta privilegiata per conoscere intimamente lo straordinario percorso di fede, di speranza e di amore che la "passione- di questa giovane donna ha lasciato in eredità ai nostri fragili giorni. Ai giovani d'oggi, Benedetta si offre come esempio di impegno nelle scelte difficili della quotidianità. Ai sofferenti, ai tanti disperati che faticano a trovare un senso per l'esistere e un motivo che permetta di affrontare il dolore, lascia in eredità la sua testimonianza fatta di passione per la vita, di una fitta rete di amicizie, di un'incrollabile fiducia nell'Amore.
Descrizione dell'opera
Christophe Lebreton è il più giovane dei sette monaci trappisti francesi uccisi in Algeria nel 1996 per mano di un gruppo fondamentalista islamico. Il cammino che lo ha condotto ad appartenere alla comunità monastica legata con voto di stabilità a Tibhirine, e a morire martire a soli 46 anni a motivo di questa scelta, viene mirabilmente tratteggiato dall’autrice. La biografia spirituale che propone è largamente costruita attraverso l’esame degli scritti – poesia e prosa – di p. Christophe, in massima parte inediti. Se ne coglie una consapevolezza via via crescente della vocazione al martirio ricevuta dal Signore Gesù: «Bisognerà partire. Fuggire su ordine dell’Altissimo? Si tratta al momento / di vivere e rimanere qui / fino a quando TU verrai. AMORE».
Sommario
Introduzione. 1. “Un giorno mi è apparso il tuo «Ti amo»” (Francia, 1974/1987). 2. “Servo del dono” (Algeria - Tibhirine, 1989/1993). 3. “Canterò il mio poema per il Re” (Il Diario del 1993: agosto-dicembre). 4. Dal Cristo servo sofferente alla Chiesa sposa e serva (1994). 5. La Chiesa ai piedi della croce, testimone della Verità crocifissa (1995). 6. L’ultima Pasqua: il martirio come compimento supremo (1996). Epilogo. Una teologia del martirio per il III millennio. Biografia sintetica di Christophe Lebreton. Bibliografia.
Note sull'autrice
Mirella Susini, dopo la laurea in lingue e letterature straniere moderne presso l’Università La Sapienza di Roma, ha conseguito il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum, ove ora insegna come docente invitata alla Facoltà di teologia e all’Istituto superiore di scienze religiose. Dal 2005 è docente incaricata di cristologia e teologia trinitaria presso la scuola di teologia per laici «Mons. Guglielmo Giaquinta» della diocesi di Tivoli. Presso le EDB ha pubblicato Il martirio cristiano esperienza di incontro con Cristo. Testimonianze dei primi tre secoli, 2003 e I martiri di Tibhirine. Il dono che prende corpo, 2005.
Contenuto
L’itinerario di un frate francescano impegnato nel dialogo ecumenico e interreligioso. 188 articoli pubblicati da padre Massimiliano Mizzi nella rivista «San Francesco Patrono d’Italia» dal 1972 al 2003. Una vera e propria cronaca del cammino di dialogo del Sacro Convento in Assisi, dell’Ordine dei frati minori conventuali, della Chiesa di Assisi, della Chiesa universale e del mondo.
Destinatari
Tutti e in particolare chi è interessato all’ecumenismo e al dialogo interreligioso.
Autore
SILVESTRO BEJAN, minore conventuale, ha studiato teologia presso la Pontificia Università Lateranense a Roma e dal 2007 è delegato generale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’Ordine dei frati minori conventuali. Attualmente è direttore del Centro francescano internazionale per il dialogo (CEFID) con sede ad Assisi. Ha pubblicato San Francesco d’Assisi nelle riscritture di alcuni ambienti ortodossi (Edizioni Messaggero, Padova 2007). MASSIMILIANO MIZZI (Malta 1930 - Assisi 2008), minore conventuale, nel 1972 è direttore del Centro francescano di apostolato ecumenico in Assisi e da allora inizia una lunga serie di viaggi ecumenici che lo portano in quasi tutti i paesi d’Europa e dal 1976 del mondo. Dal 1990-2003 è delegato generale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’Ordine dei frati minori conventuali. Nelle sue attività ebbe l’occasione di incontrare grandi personalità del mondo politico e interreligioso: Giovanni Paolo II, Mikhail Gorbaciov, il Dalai Lama e molti altri.
Il volume raccoglie in antologia circa centocinquanta lettere dall'Epistolario di dom Columba Marmion, scritte tra il 1881 e il 1923, anno della morte. La lettura di queste pagine mostra una vitale esperienza spirituale intessuta di relazioni autentiche, di passione per la vita concreta, di interesse per la storia, di preoccupazione per gli eventi molteplici che punteggiano la quotidianità degli interlocutori del nostro monaco. Nella costanza quotidiana e ordinaria con cui scrisse le sue lettere, giorno dopo giorno - anche in mezzo alle fatiche del lavoro e ai disagi della guerra - Marmion consegnò ai posteri un messaggio spirituale che si offre ancora vivo e fresco all'uomo di oggi, rispondendo alla sua domanda di una spiritualità non avulsa dalla realtà, non disinteressata ai problemi della vita, e di una Chiesa madre e vicina, abitata da uomini di vera sapienza.
Nel 1937 un colpo alla nuca in uno scantinato concluse la vita di Pavel Florenskij, matematico, fisico, geologo, filosofo, teologo, da molti definito il Leonardo da Vinci russo. Il suo corpo fu gettato in una fossa comune e di lui nessuno seppe più niente. I famigliari credettero a lungo che, dopo essere stato ingoiato dal sistema dei campi di lavoro sovietici, fosse morto nel 1943. Alla fine degli anni '50 fu riabilitato: le accuse contro di lui si erano rivelate infondate. Del resto, Florenskij non era in senso stretto un dissidente e, anche quando era entrato nella realtà del gulag, aveva cercato di fare quanto le sue capacità speculative e una totale dedizione al lavoro gli consentivano per approfondire le conoscenze in un vasto numero di discipline (proprio durante il periodo della prigionia gli vennero riconosciuti 12 brevetti legati a 47 applicazioni delle sue innovazioni tecnologiche). Parecchi altri anni sono però dovuti passare perché la sua parabola di uomo, scienziato e sacerdote cominciasse a ottenere attenzione, e infatti Avril Pyman ci offre la sua prima biografia completa, sullo sfondo delle vicende storiche, politiche, religiose e culturali del mondo russo a lui contemporaneo. Ciò che ne emerge non è solo l'immagine di una intelligenza dotata per le scienze e per il pensiero filosofico, ma anche il profilo di un uomo libero, restio a ogni compromesso, unicamente interessato alla ricerca della verità.
L'opera è un'autobiografia dal 1876 al 1922 di Celso Costantini. È soprattutto una versione unica sulla prima guerra mondiale, nel cui epicentro si trovò il futuro Cardinale ad Aquileia, prima, e sulla linea del Piave, poi. Eccezionale è la sua testimonianza su Gabriele d'Annunzio a Fiume, dove Costantini fu inviato come Amministratore Apostolico per far fronte alle avventure del Comandante poeta, riuscendo a scongiurare un bagno di sangue alla città già martoriata.
Questa è la prima biografia di Giovanni Paolo I elaborata sulla base di una approfondita ricognizione archivistica delle fonti. Comprovato dalle fonti e dai documenti originali e con obiettività espositiva riguardante anche snodi a volte critici e complessi, lo scandaglio dell'intero iter lucianeo schiude pertanto un ampio orizzonte conoscitivo sul periodo storico in cui egli ha vissuto, sulle problematiche sociali e le tensioni ecclesiali da lui affrontate e sulla sua vita spirituale. Considerata l'importanza che ciò riveste da un punto di vista storico e storiografico, il volume rappresenta un fondamentale lavoro di ricerca e di elaborazione critica. Un lavoro mai prima effettuato per Papa Luciani, che si è reso possibile grazie all'avvio della causa di canonizzazione e che oggi è portato avanti dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I. Il Conclave radunato per eleggere il successore di Paolo VI era il primo dopo la conclusione del Concilio Vaticano II. Il 26 agosto 1978 Albino Luciani, di origini bellunesi, sale al Soglio di Pietro dopo un Conclave durato appena ventisei ore e un consenso quasi plebiscitario che aveva «il sapore dell'acclamazione», secondo l'espressione attribuita al cardinale belga Léon-Joseph Suenens. Un'elezione che voleva significare la volontà di progredire nell'attuazione degli orientamenti. I cardinali avevano mirato pertanto alla qualità dirimente per un vescovo: la pastoralità. E avevano scelto Albino Luciani. Non fu dunque senza significato quella convergenza massiccia e spontanea degli elettori, per la maggior parte dei quali si trattava della prima esperienza di Conclave. Quanto basta per dire che quella scelta era stata espressione di una più lontana e attenta riflessione. I cardinali di tutto il mondo avevano così voluto il vescovo animato dal vivo sensus Ecclesiae, e con l'inedita scelta del binomio 'Giovanni Paolo', Albino Luciani aveva eretto, naturaliter et simpliciter, l'arco di congiunzione di coloro che erano stati le colonne portanti del Concilio. Luciani aveva vissuto l'infanzia, maturato la formazione, svolto il suo servizio presbiterale e di vicario generale della diocesi di Belluno fino all'età di quarantasei anni. Neppure i suoi successivi impegni da vescovo di Vittorio Veneto e di Patriarca di Venezia lo avevano mai allontanato, fino all'elezione, dalla natia terra veneta. Da Belluno al Vaticano viene qui ripercorsa una vita che si è dispiegata nella storia e che, per larghi tratti, è ancora poco conosciuta.
DESCRIZIONE: La pubblicazione dei diari degli anni 1945-1978 mette a disposizione di un più largo pubblico un testo che non solo consente di cogliere alcuni snodi importanti dell’itinerario culturale e dell’esperienza religiosa di Balducci, ma apre anche interessanti spaccati sulle iniziative da lui promosse e sugli ambienti frequentati. I diari, con la rete di relazioni che fanno emergere, rendono imprescindibile la collocazione del «caso Balducci» nel più generale contesto di una storia della Chiesa e della società italiana di cui rivelano o confermano alcune articolazioni e tensioni interne in tre periodi cruciali: gli anni che vanno dall’immediato dopoguerra al 1959, il concilio Vaticano ii e il post-concilio.
COMMENTO: Dal secondo dopoguerra agli anni del Concilio al '78, i Diari inediti di un protagonista della Chiesa cattolica italiana conciliare e post-conciliare.
ERNESTO BALDUCCI (1922 –1992) è stato tra i protagonisti del cattolicesimo italiano della seconda metà del '900 e fondatore della rivista «Testimonianze». Tra le sue opere: Educazione e libertà (Piemme, 2000), L’insegnamento di don Lorenzo Milani (Laterza, 2002), Educare alla mondialità. Conversazioni su don Lorenzo Milani (Giunti, 2007), Immagini del futuro (Giunti, 2008). Su di lui, presso la Morcelliana, ricordiamo: Bruna Bocchini Camaiani (ed.), Ernesto Balducci. La Chiesa, la società, la pace (2006), e Daniele Menozzi (ed.), Ernesto Balducci attraverso i suoi «Diari», in «Humanitas» 2(2006).
MARIA PAIANO è ricercatrice e professore aggregato di Storia del cristianesimo all’Università di Firenze. Le sue ricerche hanno riguardato sino ad ora le dimensioni sociali e politiche del culto cattolico e la formazione del clero in età contemporanea. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Liturgia e società nel Novecento. Percorsi del movimento liturgico di fronte ai processi di secolarizzazione (Roma, 2000) e l’edizione critica in due volumi dei diari del seminario di Ernesto Balducci (Ernesto Balducci, Diari, 1940-1945, Firenze, 2002 e 2004).