
Sono numerosi gli scrittori che hanno voluto delineare i tratti spirituali e l'attività di John Henry Newman. La vita di questo pensatore e teologo di genio, poeta, predicatore, educatore e modello di santità, attraversa tutto l'Ottocento (dal 1801 al 1890) e le sue opere hanno esercitato e continuano a esercitare un influsso potente. All'interno del cattolicesimo la poliedrica attività di Newman fu sprone costante a un rinnovamento interiore aperto a ogni valore autentico e alieno solo da ogni settarismo e da ogni angustia di spirito. Parlare di una tale personalità senza incorrere in quei difetti ed errori che di solito minacciano e impoveriscono la qualità di una biografia è sicuramente un'impresa ardua.
«La storia di don Giussani è così significativa, perché ha vissuto le nostre stesse circostanze, e ha dovuto affrontare le stesse sfide e gli stessi rischi, ha dovuto fare lui stesso il cammino che descrive in tanti brani delle sue opere» (Julián Carrón). Le circostanze che ha attraversato e le persone incontrate sono state decisive per il delinearsi della vocazione di don Luigi Giussani: i suoi genitori, i professori e i compagni del Seminario, le sue letture, il sacerdozio, i primi giovani conosciuti in confessionale o in treno, l’insegnamento, le incomprensioni e i riconoscimenti, la malattia. Don Giussani ha sempre considerato il cristianesimo come un fatto, un evento reale nella vita dell’uomo, che ha la forma di un incontro, invitando chiunque a verificarne la pertinenza alle esigenze della vita. Così è stato per i tanti ragazzi e adulti di tutto il mondo che hanno riconosciuto in quel prete dalla voce roca e attraente non solo un maestro dal quale imparare, ma soprattutto un uomo col quale paragonarsi, un compagno di cammino affidabile per rispondere alla domanda: come si fa a vivere? Oggi uno di quei “ragazzi”, che con lui hanno percorso un tratto importante della loro vita e continuano a seguire ciò che egli stesso seguiva, prova a raccontare chi era e come ha vissuto don Giussani attraverso molti documenti inediti. Nasce così questa biografia che, oltre a ricostruire per la prima volta la cronaca dei giorni del fondatore di Comunione e Liberazione, offre ai lettori il segno della sua eredità per la vita delle persone e della Chiesa.
l Cardinale Giuseppe Siri è stata senza dubbio una delle figure più incisive dell’Italia e della Chiesa universale nella seconda metà del Novecento. La sua presenza attiva e spesso determinante in passaggi chiave dell’epoca contemporanea, dalla ricostruzione al boom degli anni Sessanta, costituiscono l’aspetto forse più evidente di un ruolo che peraltro si è tradotto in primis in una lunga e intensa vicenda pastorale. Un’esperienza di servizio, quella di Siri, ampia e integrale rispetto al mondo incontrato, che si è esplicata a partire dalle alte responsabilità di conduzione dell’episcopato peninsulare sino al dialogo sempre aperto con la gente semplice del porto della sua diocesi. Dopo alcuni anni seguenti alla scomparsa nel 1989, l’interesse per la vicenda e l’opera dell’arcivescovo di Genova è progressivamente cresciuto, sollecitato innanzitutto dalla memoria dei testimoni diretti e dalle prime riflessioni di carattere storiografico. La sempre più larga disponibilità di fonti documentarie (l’archivio personale presso l’arcidiocesi di Genova, i fondi dei principali vescovi italiani, l’archivio centrale della Conferenza Episcopale Italiana) permettono oggi di approfondire e precisare la conoscenza della sua figura e della sua opera. Questo volume offre così un ritratto del celebre prelato ligure a più voci, dove ciascun specialista affronta un aspetto del suo pensiero e delle sue iniziative. Ne esce un quadro biografico articolato e ricco di novità, grazie all’uso ingente di fonti scritte e orali, in buona parte inedite, un profilo scientificamente fondato e documentato che rilancia l’attenzione sulla biografia di colui che è stato definito il “papa non eletto”.
Una raccolta di scritti di padre Chevrier che segue, in successione cronologica, le grandi tappe del ministero sacerdotale dell’apostolo della Guillotière. Si intravvede in essi un cammino di santità, caratterizzato dall’esperienza di Dio e da una grande sensibilità missionaria a contatto con i poveri. Nel corso della lettura di questi scritti, si può constatare come padre Chevrier sappia indicare vie possibili, valide ancora oggi, da percorrere per vivere e annunciare il Vangelo, nonostante i mezzi indicati, inevitabilmente, portino con sé le tracce del tempo.
Autore
ANTONIO CHEVRIER (1826-1879), vicario parrocchiale a Saint-André, quartiere povero alla periferia di Lione, nel 1886 avviò al Prado, una vecchia sala da ballo ristrutturata, una «Scuola clericale» dove invitò giovani operai e apprendisti delle botteghe artigiane a vivere una vita consacrata a servizio di Cristo e dei poveri: furono i primi passi dell’«Associazione dei Preti del Prado». Morì all’età di 53 anni il 2 ottobre 1879. Nel 1986 Giovanni Paolo II lo ha proclamato Beato.
La padovana Maria Pastorello (1895-1987) spese tutta la vita nella carità verso i più poveri e deboli: dall'assistenza e istruzione ai bambini dei fieranti di Prato della Valle all'accoglienza di rifugiati politici durante la Seconda guerra mondiale; dal costante e attento soccorso ai malati all'amorevole premura dedicata a famiglie nella miseria. Un piccolo gigante della carità cristiana che operò con discrezione, rispetto, umiltà, non facendo conoscere a nessuno chi aiutava per garantire al povero anche la sua dignità.
Saggio su Pico della Mirandola: analisi delle opere e alcuni temi significativi ricorrenti e caratteristici del suo pensiero.
La vita del Santo narrata con la vivacità, la forza e la libertà del racconto letterario da uno dei maggiori scrittori polacchi. Il romanzo narra di un uomo di alto lignaggio, nato in un magnifico palazzo, con straordinarie premesse per raggiungere mete invidiabili in ambito sociale, nello studio e nella carriera ecclesiastica. Sennonché, divenuto un dotto e ammirato canonico agostiniano, un bel giorno lascia tutto - agi, raffinatezze e nome - e inizia ad andarsene scalzo per il mondo, vestito di un semplice saio. Quest'uomo è Fernando Buglione che assume il nome di Antonio, il santo a cui era dedicata la minuscola e diroccata cappella che lo accolse, quando decise di diventare francescano.
Tommaso da Olera (1563-1631), bergamasco, frate cappuccino questuante per quarantasei anni (Verona, Vicenza, Rovereto e Innsbruck). In cambio di quanto riceveva, regalava consigli e preghiere. Dotato di doni profetici, fu direttore di anime (pur non essendo sacerdote), anche attraverso lettere, e ricercato da vescovi e principi. Per obbedienza scrisse le sue considerazioni mistiche pubblicate postume nel 1682. Papa Giovanni XXIII, suo conterraneo, sul letto di morte (giugno 1963) si faceva leggere dal segretario, monsignor Loris Capovilla, qualche pagina di questi scritti, e ne parlava con i visitatori. Beatificato a Bergamo nel 2013. I suoi Scritti sono stati recentemente ristampati in edizione critica in quattro volumi (ed. Morcelliana). Il presente libro, dopo una breve cronologia del beato Tommaso, ne raccoglie il pensiero in 850 voci, accompagnate da una breve riflessione, per meglio conoscere il suo modo di considerare la vita, talora assai diverso da quello dei nostri giorni.
E' la biografia di Padre Fedele da Fanna, della storia delle origini e dello sviluppo dell'edizione dell'Opera omnia di Bonaventura e della fondazione del Collegio di Quaracchi, e offre uno spaccato vivissimo della storia dei frati minori nel XIX secolo.
La preghiera, la mortificazione e il combattimento di uno dei maggiori asceti della prima metà del 1900.
Il Monte Athos è da sempre definito “il giardino della Tuttasanta”, perché in questo luogo apparentemente così inospitale, fatto di gole selvagge e di aspra montagna sferzata dal vento del mare, la Vergine Maria coltiva i suoi più bei fiori di santità. Sono uomini che hanno scelto la strada faticosa e preziosa dell’ascesi per arrivare a essere tutt’uno con Dio, come il termine monaco significa. Dopo Giuseppe l’esicasta, ecco allora Efrem di Katounakia, suo discepolo prediletto, che nella prima metà del Novecento è stato tra le figure più rilevanti della spiritualità orientale e tra i maggiori Padri della sua epoca. La sua esperienza di vita racconta preghiera incessante, obbedienza e rinuncia, lotta e mortificazione, ma soprattutto gioia profonda per l’incontro con Cristo vivo e vero. Perché, come dicono i Padri della Chiesa, “che cosa c’è di più grande e di più dolce della Sua visione?”.
Aspettando la sua beatificazione, torna in libreria il racconto della straordinaria vita di Armida Barelli, la donna che 100 anni fa fondò l'Università Cattolica, unica tra tanti uomini e che si impose con le sue scelte e la sua tempra nel mondo cattolico femminile, cambiandone la storia.
«Padre Massimiliano Noviello nel suo lavoro di Postulatore della Causa di beatificazione e canonizzazione della Venerabile Serva di Dio Enrica Beltrame Quattrocchi si propone, con la presente biografia, di farne conoscere quanto più possibile il vissuto umano e il profilo spirituale. Queste pagine non solo raccontano con immediatezza i fatti così come sono avvenuti, ma fanno anche luce sugli stati d'animo e le disposizioni interiori che hanno guidato la Venerabile Serva di Dio fra gli avvenimenti della sua lunga vita, soffermandosi in particolare sul suo itinerario vocazionale. In Enrica Beltrame Quattrocchi prende fisionomia, infatti, una vocazione "nuova", quasi non catalogabile negli schemi tradizionali della vita consacrata o della testimonianza laicale. Il suo è uno stato di vita scelto come "vocazione e consacrazione espressa attraverso il quarto comandamento". La testimonianza di Enrica Beltrame Quattrocchi non lascia indifferenti. Aiuta a riconoscersi, come lei, tanto preziosi agli occhi di Dio e strumenti semplici dell'opera della Trinità. Conduce a vivere "con cuore dilatato, nella continua ricerca di Te e nella sollecita attenzione di carità verso tutti gli uomini".» (Dalla Prefazione di Marcello Semeraro). Introduzione di Domenico Battaglia.