
Sono trascorsi ormai trent’anni dalla morte di Andrea Mandelli, eppure la memoria della sua breve esistenza è ancora viva.
Quarto di sette fratelli, cresce in un ambiente familiare e comunitario molto vivo, che desta in lui molteplici interessi e una inesauribile passione di vita. Tutto lo interessa, tranne lo studio. Per questo i genitori lo iscrivono all’Istituto Sacro Cuore di Milano. Di lì a poco emergono i sintomi di una malattia che diventa la circostanza attraverso la quale realizzare il suo più profondo desiderio: diventare santo.
Sorprendentemente la malattia lo rende ancora più intenso, teso a vivere pienamente ogni incontro e ogni istante: «Io da questa malattia ho imparato l’obbedienza a Gesù, perché non posso decidere quello che faccio nel giro di un’ora. Perché se mi viene la febbre non posso fare quello che avevo deciso. E così ho imparato ad obbedire a Gesù in ogni momento».
Fino a una totale consegna di sé, come scrive agli amici pochi giorni prima di morire: «Carissimi, a cosa serve la vita se non per essere data? Io adesso sono a completa disposizione. Non devo più decidere. Ma a questo punto è tutto nelle Sue mani. Voglio concludere ogni cosa per poter non far altro che aspettare».
L'autore di questo libro è testimone oculare del martirio dei quaranta seminaristi. Miracolosamente sopravvissuto, egli documenta non solo l’eccidio, ma soprattutto i molteplici frutti scaturiti da tale martirio. Il suo racconto inizia con una domanda: come mai in un Paese che ha visto susseguirsi numerose crisi politico-militari a base etnica, caratterizzate da orrendi massacri e vendette di un’etnia sull’altra, si possono incontrare luoghi di fraternità così forte? Descrivendo l’esperienza educativa nel seminario di Buta, egli mostra che l’opera di evangelizzazione e di educazione alla comunione con Dio e con i fratelli ha creato tra quei giovani una appartenenza a Cristo e tra loro più forte della loro appartenenza etnica. Se è vero – riflette l’autore – che il Vangelo viene prima dei martiri, è altrettanto vero che la testimonianza dei martiri suscita una nuova ondata di evangelizzazione, perché rende visibile una vita desiderabile, fraterna, più forte dell’odio e delle divisioni. Così un episodio accaduto in un angolo remoto dell’Africa diventa luce per tutti. Esso documenta che la radice della fraternità è racchiusa nella paternità di Dio. Conclude l’autore: "È attraverso la testimonianza di comunità autenticamente fraterne che la Chiesa è in Cristo la luce che attrae le genti". Speranza per il mondo.
«Tutti nasciamo come degli originali, ma molti di noi muoiono come fotocopie» è una delle massime coniate da Carlo Acutis. Come è anche sua la bellissima espressione: «L'Eucaristia è l'autostrada per il paradiso». Carlo ha lasciato brevissimi scritti, una sorta di appunti: qui sono tutti riprodotti. Le sue massime, le sue frasi, sono penetranti e incisive, molto efficaci. Le molte persone che hanno conosciuto di persona Carlo le hanno ricordate nel corso del processo della sua beatificazione. Si tratta di testimonianze univoche di persone ancora viventi. Sono massime tutte da meditare.
Il 22maggio 2013 don Andrea Gallo un anno fa è tornato al cielo. Ha lasciato una grande eredità, i suoi ragazzi, le tante persone che per decenni insieme a lui hanno lavorato per far crescere la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova. Questo libro nasce grazie alle interviste, iniziate tre anni fa, della giornalista Giovanna Benetti agli amici, ai più stretti collaboratori di don Gallo, ai volontari e ai ragazzi della Comunità. Ne esce un ritratto inedito, pieno di amore, di don Gallo, della Comunità e della relazione di questa con il "padre", che non si riteneva né il fondatore né il capo, ma "come colui che ha comunicato ad un gruppo di persone la passione per gli altri (in particolare per gli emarginati visti come 'soggetti') e il coraggio della libertà". Il libro è arricchito da un testo inedito di don Gallo, una sorta di "testamento" per i "suoi" ragazzi e collaboratori, per i quali afferma che: "Nel mio ruolo di custode e testimone di una storia iniziata negli anni'70, e diventata ormai lunga e importante, ho il compito di badare che essa non si disperda e che non venga buttata via. Per il resto tocca a quanti, più giovani, animano oggi la Comunità. Ognuno deve portare olio a questa Comunità che è una lampada accesa. Spetta a ciascuno dare il suo contributo di creatività affinché la storia continui".
Jacqueline Straub ha un sogno che coltiva da quando aveva 15 anni: diventare prete. Cattolica convinta non ha nessuna intenzione di lasciare la Chiesa. 27enne proveniente dalla Germania (Baden-Württemberg), ha studiato teologia, prima a Friburgo e poi in Svizzera a Lucerna (dove ha conseguito il master). Tramite la sua testimonianza e il racconto del suo percorso di vita il libro spiega motivo della sua decisione e della sua battaglia che si collega al movimento globale di rinnovamento della Chiesa. Può quindi una donna diventare prete (o pretessa) cattolico? Pur prendendo atto delle regole non modificabili, l'eventualità di un calo di vocazioni, non potrebbe aprire l'ordinazione alle donne? Con grande passione, la giovane teologa parla delle obiezioni e delle resistenze contro la sua vocazione, delle sue esperienze e del suo modo di concepire la fede e il futuro della Chiesa.
Studiare Itala Mela oggi è ancora inoltrarsi in un campo poco esplorato. Con queste pagine tenteremo di addentrarci nel suo vissuto, nella sua esperienza cristiana che s’interseca con la nostra sensibilità. La testimonianza ed il carisma di Itala rappresentano oggi «una terapia per quanti languiscono lontano dall’esperienza del Dio dell’alleanza dimorante tra noi ed insieme un invito pressante a superare l’oblio o esilio della Trinità nella vita personale e sociale». Infatti la sua fu «una esistenza teologica, una vita trasfigurata dal raggio della presenza di Dio uni-trino, una teologia trasformata in esperienza» (S. de Fiores). Queste pagine non intendono tanto essere la sintesi di una storia, anche se daranno elementi sulla sua biografia: piuttosto vogliono fissare i “momenti” di luce o di svolta nella sequela del Signore di un’esistenza che appare quella di uno “strumento”. Itala fu condotta per vie non cercate, spesso, certo non desiderate, ma volentieri accettate perché si adempisse un disegno che sorpassa una piccola creatura e riguarda la Chiesa ed il suo imperscrutabile Mistero.
Una giovane pittrice salentina si trova a vivere un'esperienza assurda in cui il buio l'avvolge nella sua gelida morsa. L'aiuto di un sacerdote le consentirà di ricomporre i puzzle della sua vita, trovare risposte autentiche agli episodi sconcertanti vissuti e di mettersi in cammino di fede. Poi, un sogno ricorrente la porta all'incontro con il Santo Padre. Una storia di conversione e rinascita.
«In un mondo che, dagli anni immediatamente successivi alla caduta del muro di Berlino, sembra ancora muoversi in direzione contraria rispetto a quanto auspicato da Balducci, in cui si impongono modelli antropologici individualistici e frammentati, si svolgono conflitti ingestibili e laceranti e si assiste alla riaffermazione di religioni fondamentalistiche, la prospettiva di Balducci - il suo “utopismo” dell’uomo planetario - risulta affascinante e più che mai attuale. I due ambiti privilegiati a cui si rivolge la sua riflessione culturale, la pace e le religioni, costituiscono il binario obbligato da percorrere, perchè si profili all’orizzonte la sagoma dell’uomo planetario, dell’uomo inedito sul cui “avvento” Balducci non esita a scommettere».
Con fedeltà storica e molta chiarezza Don Giuseppe Massone - psicologo, conferenziere, scrittore – traccia un ritratto vero di Oscar Romero, un personaggio straordinario per candore e intuizione, gioia di esistere e dedizione ai poveri, autentico eroismo.
Assassinato dagli squadroni della morte sull’altare, durante la Messa, Romero rimarrà un mistero, ma noi avremo respirato un po’ delle sue paure, delle sue passioni, dei suoi entusiasmi; tutto questo non sarà sterile anche dentro di noi.
DELLO STESSO AUTORE:
Don Tonino Bello un santo feriale
Don Primo Mazzolari un “incredibile cristiano”
A 80 anni di età, 56 di sacerdozio, Alessandro Pronzato, autore di "Vangeli scomodi" e voce cara agli ascoltatori di Radio Maria, sente una gran voglia di continuare a camminare e attraverso queste pagine si confida e sommessamente confessa la gioia di essere prete.
La presente pubblicazione vuole far conoscere in modo più appropriato la figura singolare, viva, attuale del reverendo don Silvio Bignotti, parroco a Fiesse dal 1919 al 1953. Era necessario trovare la giusta considerazione, il giusto apprezzamento, la giusta valutazione e la vera testimonianza di un sacerdote, che ha vissuto fino in fondo il dare, il collaborare, il donarsi, senza interesse. Gusteremo fin dal primo momento la sua presenza, la sua semplicità, la sua bontà, ci lasceremo coinvolgere sperimentando il nostro vivere insieme con lui. Giungeremo a dire di questo sacerdote che è riuscito, vivendo in sé il Vivente, il Maestro, a farLo trasparire, a farLo vivere, comunicando il Suo Amore e facendoLo toccare attraverso la vera carità, quella dei fatti e non solo delle parole.
Don Emilio Reghenzi è nato nel ’62 a Brescia e vive a Fiesse (BS). Ordinato sacerdote nel 1990, come teologo si dedica in particolare alla ricerca teologica nel campo spirituale. Tra i libri pubblicati ricordiamo: I doni dello Spirito Santo nella vita e negli scritti del Beato P. Frassati (2006), I carismi nella vita e nelle opere del Beato P. Frassati (2006) e I carismi nella vita e nelle opere del Beato F. Spinelli (2007). Nell’ambito della sua attività di evangelizzazione dirige numerosi esercizi spirituali, raduni di preghiera, convegni nel nord Italia. Con Fede & Cultura ha pubblicato il volume Come ottenere da Dio Doni, Beatitudini, Virtù (2008) e Satana come liberarsene (2009).
Uno studio rigoroso e appassionato sull'insediamento delle suore Sacramentine in Riviera del Brenta. Un progetto d'amore che ha cambiato il volto di un territorio.